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— 31 — Nella storia Scutari ha avuto sempre una grande importanza sebbene non ci rimangano dei monumenti che ce la presentino ■ nel suo tipo primitivo di città illirica. Quantunque fosse capitale del regno illirico fin dal IV sec. a. Cr., tuttavia non si sa che avesse pure moneta propria, o meglio che coniasse essa stessa la sua moneta. Le poche monete trovate nei dintorni della città, risalenti
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506 «o E di architettura tra greca, barbara ed arabica, e la storia dell’ arte può giovarsene come d’uno de’monumenti più singolari ed insigni. Un’ iscrizione a mezzo il pavimento la dice opera del 1140. Sono in essa eziandio pitture notabili, tra cui una di Lazzaro Sebastiani. Al di fuori possono aversi per una rarità gli archi della cappella maggiore, che mostrano un composto architettonico
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*597 Lucembur-ç i h ; ob Herrieo ad cbedien-//a»; Pontifici praß an-dam mijf us. Maurccencr Mauroce-n<e, Gr ¡mari Duci s uxori,a Notifier (aera roja dotto data. Thomat Qc.ntarmut Creta Ar- ebiepifeoput ilia i tur. 218 HISTORIAE VENETAE Dum interea acriter quoque in Aliobrogibus dimicaretur, Lucemburgius ab Henrieo Romam legatus, ejus nomine obe-dientiam Clementi preditit, eximiifque laudibus
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Sfortia mn* t i,..0 . . * n _ , . PontiJiLC rallavicinus e Creta rediens cit a&us* Nam Corcyra ad Epi- raptus. dauri fcopulum tempeftate delatus eft. A furente borea duo ingentia navigia, que in euripo detinebantur, impulfa , cate-nis ferreis , quibus fauces, obftruebantur, magno impetu per-fradis , in fcopuli prerupta faxa impegere j atque eadem fere mina , Pallavicini triremem involvere , qui mox
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ma sopra tutto l’impossibilità di farsi altri abiti anche più dimessi, e si sia ormai avvilita nell’umiltà di faccende servili, e fatta insensibile alla sua stessa miseria: tale vi si presenta Traù, cittadina ch’ebbe una storia insigne e un patriziato ricco e operoso, e che ospitò regalmente re Bela IV d’Ungheria, e che da artisti eccellenti fu ornata di monumenti mirabili. Ella pigia i suoi palazzi diroccati e le sue chiese
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. Fu così detta quella punta dagli urli dei lupi. Il sopraccitato Pietro Foscarini nel Compendio Priuli già-insegnò che nel 1509 ilpa-ludo e secca di S. Marta s appellava Bosco del lo-vo . Appar dai monumenti portati dal remanza ¡nella sua Venezia , che per rovinare quella velina una legge del 1339 ordinava, che indi si dovessero prendere le savorre ; anzi sembra che con quel fango siansi alzate e abbonite le velme
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C a po V. io$ Vando un pozzo alla profondità di 13 piedi circa . 106) CATOLDO 7 Nelle tante Cronache c monumenti da me versati, esaminati e letti , ho sempre ritrovato San Biagio Catoldo , e toltane una o due forse rimodernate , non mài S. Biasio e Cataldo. Anzi alcuni in guisa parlano che sembra espressimenté Catoldo nome di luogo . Quantunque non si possa questo con certezza stabilire
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I.fe MONETE ANONIME DI VENEZIA 35 portò lo studio su tutti i rami del governo e dell’amministrazione, rilevandone i mali e i difetti e applicando o suggerendo i rimedi opportuni. Dell'opera sua attiva e zelante abbiamo ancora i monumenti in un grosso volume di Ordini per Candia da lui emanati che si conserva fra i manoscritti Correr e in una coscienziosa Relazione, dove io attingerò
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4i Librò Secondo* ¡8. Mensa Episcopale, è 'Patriarcale. 7S4; Il Vescovo* aveva l’isola d’Olivolo con le* acque e barene, tombe o Isole paludose , che la circondavano, e ciò per tuttcfquel tratto , il quale stendesl dalla Celestia fino al porto del Lido. E-ranvi varie saline e valli . Ciò consta da diversi monumenti nel Cod. del Piovego, nel Corner , ^e nella Curia Castellana. Notasi
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. Vogliono alcuni che fosse così detto perchè vi passasse in mezzo il fiume Prealto o la Brenta. Ma con maggiore giustezza il N. U. Gio; Zuliani nella sua Storia insegna , che dall’ altezza delle sue rive prese il nome di Rivalta. Possedevano una buona porzione di stabili in Capo di Rialto i Canonici della Cattedrale, da’quali il Principe li acquistò nel 1396, 16 Giugno 1 Da moltissimi monumenti consta che S. Ilario faceva i confini di Rialto
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più antiche. Giamr batista Corner dall’ Episcopia a S- Luca , casa presentemente estinta , desiderava egli pure di aver un Cavalierato Ereditario , il perchè aveva raccolti molti monumenti soprattutto delle cose ris^> guardanti i suoi Maggiori e la casa Lusignana di Cipro ; ma fu prevenuto dalla morte , Delle cose appartenenti a quella Storia, alcune se ne vedono scolpite ancora nella facciata
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C A P o XI. 83 arco, poscia inQuinavalle , ov’erano SS. Sergio Bacco , oggi S. Pietro di Castello , siti diversi locati' nelle due opposte, estremità, ma tuttavia appartenenti all’ Isola d’ Olivolo. La più nobile Isoletta, benché ultima praticata , e minor dell’ antecedente, in cui 35 anni circa dopo fu posta a Sede Ducale, fece dare per molti secoli il no-e suo di Rialto a tutta la Città
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i Saraceni d’Africa tentarono uno sbarco in Corsica, e Bonifacio ebbe ordine dall’imperatore Luigi il Buono, tl’armare e di dar loro la caccia. Egli infatto, tolte alcune truppe di Toscana, equipaggiò una piccola flotta, e fece il giro dell’isola; nè incontrati nemici di sorta, veleggiò in Africa, sbarcò fra Utica e Cartagine i suoi sol-tlatij e diede alcuni combattimenti di poco momento agli Infedeli
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128 DURAZZO è il tracciato migliore per le comunicazioni della costa con l’interno. Relativamente alla importanza di Durazzo, negli ultimi anni della Repubblica e sotto gli imperatori Romani, avrebbero dovuto esser molti gli avanzi dei monumenti di quell’epoca : ma, a parte il terremoto terribile del 1274 che distrusse addirittura dalle fondamente la città, i numerosi assedii, i saccheggi
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* XVII * cipi di Caria ; nella quale Artemisia Regina fece un mo- 1472 numento sepolcrale a Mausolo suo marito, di meravigliosa grandezza e di eccellente lavoro, il quale dal nome dei marito Mausoleo denominò, e tra i sette miracoli del mondo nel tempo appresso fu numerato ; dal quale poscia tutti gl’ illustri monumenti sepolcrali furono Mausolei chiamati. Le vestigia di questo vidi
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1796
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di sfidare e offendere gl’inimici con saette e con archibugi. Quelli della terra ancora non mancavano d’impedire e sturbare i nostri dalle loro opere con artiglierie e co’dardi: onde dall’una e dall’altra parte ne morirono alcuni. Già erano preste tutte le cose e all’ordine per battere le muraglie, e inoltre quell’artiglieria che fu posta alla parte destra sull’ isola avea gettato per terra
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' LA SOPPRESSIONE DEGLI ORDINI RELIGIOSI. QVI VICINA SI TROVA SOTTERRA VNA VETVSTA FONDAMENTA CHE FORSE ERA PARTE DEL MVRO ERETTO A DIFESA DELL* ISOLA DI OLIVOLO L’ANNO 888 DAL VENETO DOGE PIETRO TRIBVNO. L’ARCHITETTO DI MARINA GIOVANNI CASONI VENETO PONE QVESTA LAMINA IN PROFONDITÀ' DI VENETI PIEDI 7, ONCIE 8 SOTTO IL PVNTO DI ALTA MAREA COMVNE. Dall’altra parte della lamina. SI FA MEMORIA
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1718
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pene capitur. 535. Creta Veneto fubjicitur. 182. Defcribitur. 193. Saepius rebellat. J95. 200. 202. 262. 291. 331. 340. Crucigerorum aedes: quando condita. 148. Crucis templum & coenobium .■ quando conditimi . 128. D. Cypriani aedes Muriani: quando condita. 128. Cypri rex moriens Petro Mocenico prolem & conjugeui comniendat. 767. Cypri mo- tus . 775. & feqq. Defcriptio. 779. D Dandulus
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1883
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; ma gli stipendiarì e balestrieri, creditori di ben 9780 ducati d’oro, rifiutarono di uscir dal castello se non fossero pagati. Fa notare che, quantunque egli abbia contratto per conto publico per ben 4966 due. di debito, la mancanza di provvedimenti da parte della Signoria indusse il massimo scontento nelle milizie di terra e di mare. Convocati i cittadini veneti ed i greci dell’ isola (oltre 4000
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1859
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che le stabili ambascerie divennero e bisogno ed usanza, cioè nella 2.“ metà del XVI secolo, Venezia ne tenea di i.° ordine a Roma, a Vienna, a Parigi, a Madrid e a Costantinopoli. Gli ambasciatori veneti lasciarono in Roma molte reminiscenze nel palazzo di Venezia, e nell’adiacente chiesa di s. Marco, massime Nicolò Sagredo,di cui vi è il ritratto, ed ove alcuno altresì vi riposa in monumenti
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