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ben Schoaib, che conquistò l’isola di Creta e la trasmise a’ suoi posteri. Ottomila famiglie passarono a popolare un quartiere della città di Fez, fondata da Edris ben Edris nel Magreb. Il resto si rifugiò parte a Toledo e parte nei villaggi dei dintorni. Finalmente l’implacabile Al-Ilakem, volendo eternare la sua vendetta contra l’infelice sobborgo, ordinò fosse adeguato al suolo, che il terreno
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, dopo l’incoronamento del nuovo imperatore, fu da esso investito del dominio dell’i-sola di Creta ovvero Candia e di tutti i paesi situati oltre il Bosforo, come erasi convenuto prima dell’elezione. Ma poco contento di questa parte, egli ottenne in iscambio delle terre d’Asia il distretto di Tessalouica, che venne.eretto 111 regno. I Veneziani inoltre gli esborsarono mila marchi d’ argento per la cessione che fé
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Bei-Porti presso la città di Labca o Talassa al mezzodì dell’ isola di Creta. Era allora il settimo mese ebreo thisri , che corrisponde a quelli di settembre ed ottobre. Paolo consigliò ai dar P ancora per ivi passare il verno , prevedendo sovrastare grave pericolo a progredire in quella stagione il viaggio. Non gli si diede retta, ed accadde quanto aveva predetto: indi a non molto sollevossi orrilyle
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; ma non essendo questi arrivati, fece vela per alla Trinità, e giunto nel 22 marzo in vista di quest’isola gettò l’àncora a Curiapan 0 Punta del Gallo. Lasciato il naviglio nella baia, sir Rateigli costeggiò la spiaggia nella scialuppa sino ad un porto indiano chiamato Parico, ove non rinvenne abitanti ma potò approvvigionarsi d’acqua; si recò poscia in un altro porto chiamato dai naturali Piche e dagli spagnuoli Ticrra
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Sono senza dubbio un relitto della dominazione latina in Grecia, anche i nomi e cognomi occidentali che si incontrano sovente, specialmente nelle isole, sia nella loro forma straniera sia in quella grecizzata. Nell’isola di Sira (Syros), cioè fra la popolazione dell’antica città di Ano-Syros (o Sira alta) e nei villaggi ciò si riscontra in misura anche maggiore, con meraviglia di alcuni dotti
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da rinnovarsi, sarebbe entrata pure la questione cretese, essendosi convinto lo Czar, dalle rimostranze del Re Giorgio e del Principe Commissario, che la situazione precaria a Creta, creata dall'accordo delle quattro Potenze protettrici, non era più possibile e che impoue-vasi la necessità di risolvere definitivamente la questione con la annessione dell’isola alla Madre Patria
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di una porporella il porto di Sfachià in modo da potervi ricettare costantemente delle galee a sorveglianza di quelle coste dalle invasioni di corsari(5). E quanto al porto di Spinalonga, rimandiamo a ciò che altra volta ne abbiamo scritto in proposito (6). Per gli altri approdi poi dell’isola, sono a vedersi le relazioni e descrizioni di Creta di cui dicevamo. 5. — FARI. Le torrette della lanterna ai porti
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676 INDICI DEL PRIMO VOLUME 374. Pianta della fortezza di S. Teodoro — V. Coronelli — 1689 ........................ 636 373. Veduta delle fortezze di Turlurù — A. Oddi — 1601 639 376. Turlurù : Lato occidentale della fortezza di S. Teodoro............................... 640 377. Turlurù : Sperone settentrionale della INDICE DEL PARTE PRIMA. 1. Carta dell'isola di Creta — V. Coronelli
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, de’ carmelitani ec. fino dalla loro istituzione nutrivano i cittadini, e la facoltà che 1’ ordine in generale de’ mendicanti nel secolo XIII per le sue benemerenze verso la santa sede ottenuto aveva di seppellire nelle proprie chiese fé’ sì, che non solamente in Venezia, ma in tutte le altre città d’ Europa , i migliori e più insigni monumenti, e il maggior numero di sepolcri ne’lor templi, e ne’ lor chiostri
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DI BELLE ARTI E ANTICHITÀ*. 703 11 sigillo ero nel Museo Zanetti. Sonvi in quest’operetta documenti in prova tratti da monumenti Veneziani. Via parlando del Museo Zanetti ci piace di notare anche i seguenti due Codici che vi esistevano : — Gemme (lei Gabinetto del Re di Francia disegnate a penna da Crescenzio Ricci Bellunese per uso di Girolamo Zanetti Viniziano, J7(>8, tomo
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1847
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di due progetti di fabbrica in Venezia in seguito alle Osservazioni di un anonimo sulla sostituzione alla chiesa di S. Geminiano, opuscolo dedicato al n. u. sig. Daniele Renier cavaliere ec. Venezia, Curti, 1808, in 8. (Autore il suddetto Buttacalice). 4781. Osservazioni relative ai due progetti sulla fabbrica del palazzo reale in Venezia dell’ab. Buttacalice, (opuscolo secondo, dedicato ai Veneti dotti
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1847
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fanno accrescere il dolore della perdita ; anche perché questi affreschi son memorabili nella storia, per la rivalità che ebbe il Pordenone con Tiziano nel condurli. — Decoralo era il chiostro medesimo con molti cospicui monumenti, in parte adesso rimossi, ed altrove trasportati, come quello di Antonio Cornaro, filosofo celebre, compreso nella collezione de’patrii sepolcri, di Carlo Ridolfi, pittore ed illustre
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— 288 — scoprendosi. — Nessun accenno speciale degli avanzi romani e cristiani ; di Santa Barbara, nè dei monumenti nazionali e veneti del medioevo. Il cons. Ivekovic, mette Sicum al posto della odierna „Divuje'" dei Conti Fanfogna ed ha forse ragione, vista la breve distanza che fra „Divuje“ e „Biac“ intercede. Le vecchie muraglie, ammantate di ellera e di piante palustri
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1911
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— iòg — palazzo di Diocleziano, che l’imperatore abitò fino alla morte, vedesi ancora a Spalato, ed è uno dei monumenti più considerevoli dell’ antichità. — Circa la nascita e la vita ,,di Diocleziano imperatore dei Romani“ V. „Storia della Dalmazia“ di Giovanni Cattalinich — Tomo II — Capitolo XXX (Zara — Tipi Fratelli Battara, anno 1835). Il palazzo era degno d’un imperatore, e vasto
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1932
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ragguardevoli emendamenti alla prefazione ed alla parte generale del lavoro, che di quegli studi avrebbero maggiormente ad avvantaggiarsi, la storia e la descrizione particolare dei monumenti veneti non hanno subito da esse spostamenti importanti: e l’opera mantiene, qualunque esso sia, il suo valore di prima. Le rettifiche riguardano soltanto particolari secondari o addirittura semplici sviste; e le aggiunte
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la costruzione dei castellieri. Questi erano dei veri e propri villaggi, che avevano l’aspetto di un castello, poiché erano circondati da grossissimi argini o mura di pietra a secco. Ogni castelliere conteneva numerose famiglie formanti una tribù; e vi era pure uno spazio interno per il bestiame che vi pascolava. Nel nostro territorio si trovarono le tracce di quattro di questi monumenti ciclopici (monte
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e riedificazione. La dov’ era ed è tuttavia la « crisalide * meravigliosa dei monumenti di nostra romana e veneta civiltà, le nuove generazioni croate uscite dalle nuove scuole, istituite dall’ Austria là do-v’ erano state le scuole italiane, non hanno saputo fare altro che lasciare il segno barbarico ed effimero del loro passaggio. E sui templi di Roma, sulle colonne e sui leoni di Venezia, hanno lasciato
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1892
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della Dalmazia centrale in cui non entri Clissa: se ne contrastarono il possesso gli ungheresi e gli slavi, i veneti e i turchi. Due figlie di Bela IV d’Ungheria muoiono a Clissa, nel xm secolo, e vengono deposte nella mezzaluna sopra la porta principale del duomo di Spalato. Nel 1685 il visir dell’Erzegovina muove con 4000 cavalli contro Clissa: nel 1809, in forza dell’armistizio di Znaim
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1892
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! Quel modello si conserva in una vetrina. In altre vetrine, notai una raccolta ricchissima di camèi, di agate, di corniole, di diaspri, di smeraldi. Quanti colli alabastrini adomarono quei ricchi gioielli e quante dita affusolate di manine da fata e quante braccia eburnee e quanti seni ansanti di sfarzosissime dioclezianee ?... Delle epoche storiche più recenti Spalato conserva pure memorie e monumenti
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1854
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effettivi. — Qui in una parola listoni, passeggi, cuccagne, illuminazioni, ingressi di procuratori e di principi; qui 1’ unica fiera, le più solenni feste del mondo resero, s’ è mai possibile, più magico ancora, questo prospettico incomparabile monumento della storia e delle arti. LA PIAZZETTA DI SAN MARCO. Come degli annali dell’ arti puossi dir teatro la gran Piazza, così lo è la Piazzetta dei veneti
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