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che serviva per la colorazione rossa del corpo. Se negli affreschi di Creta e di Micene non si vedono faccie dipinte, non si può escludere che in certe circostanze lo si facesse. Una testa di Micene, pubblicata dallo Tsountas, è dipinta con rosette sulle guancie, sulla fronte e sul mento, e veramente pare voglia riprodurre un tipo reale. Molto più tardi, nei tempi greci arcaici, le maschere di terra cotta
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ancora, di cui una del secolo VI col nome del vescovo Teodoro (3), vennero alla luce dalle rovine di altra chiesa, posta a settentrione del Pythion, della quale erano visibili soltanto due absidi orientate, l’una maggiore dell’ altra e larga più di 4 metri, recentemente distrutte dai cercatori di pietre da fabbrica (4). (*) F. Cornelius : Creta cit., voi. I, pag. 208. I2) F. Halbherr: Crelan expedition cit
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, e Chiesa. Di leggieri potè averne contezza Fra Mauro per le loro relazioni, e pel commercio de’Veneti a quella stagione co’Norvegi, ed altri popoli al Nord-Ovest d’ Europa, di cui si leggano il Filiasi, il Marini altrove addotti. 76. Sembrar potrebbe maggiore la difficoltà in ben determinare l’Islanda, mercecchè ravvisasi al Nord di Stillante V Isola di Giazza, o Ghiaccio, cui corrisponde la parola
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-se» 29 *£>- libreria del cardinale Domenico Grimani. Muore in Venezia Pietro Liberi, pittore. 1688. 21 marzo, morte del doge Giustiniano. 3 aprile, elezione di Francesco Morosini il Peloponnesiaco doge CV11I. Assediasi da1 Veneti Negroponte, ma non si rende. Successi felici in Dalmazia coirespugnazione di Knin. A1 16 settembre, Giovanni Badoaro è eletto patriarca di Venezia XXII
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87 la celebre cattedrale, ora collegiata, il più magnifico ornamento di Traù. Si vuole anzi die parecchie chiese ungheresi abbiano tratti di somiglianza col duomo tramino. Ad ogni modo, è certo che quel monumento architettonico sorse sotto il dominio ungherese, nel sui secolo. Dove maggiormente la grossa isola Bua — che con un suo braccio chiude il porto Saldone e con l’altro il canale, o baia
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240 LE ARMI PIÙ ANTICHE DI RAME B DI BRONZO accettine piatte clic portavansi come pendaglio delle collane. Una collana con accettine simili alle cretesi fu trovata dall’Orsi Ìa Palma Montechiaro, fatta con anelli di calcare, che tiene infilate due accettine di pietra che probabilmente scendevano dal collo, Molti pugnali trovati in Sicilia sono identici a quelli più antichi di Creta, e riferisco
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sopra una lapide dello stesso museo. Ivi, 1762, (Nuova Racc. Calog. ix). 5160. Dichiarazione di un bassorilievo greco del museo Nani in Venezia. Ivi, 1768, in 4, (è dello stesso Zanetti sebbene non vi sia il nome). . 5161. Tractatus de Decretis Atheniensium in quo illustratili-singulare Decretuin Atheniense ex museo Equitis ac Senatoria Jacobi Nanii Veneti, auctore D. Clem. Biagi Cremonensi monacho Bencdictino
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fe Balduini nomine videri recepta. Scribunt quidam , quartam Imperii partem illi datam : inde quod reliquum fuit , in duas partes divifum : quarum alteram Veneti ii«t fortiti . Pacato civitatis ftatu , confeftim mota funt Byzantio cailra : ac primi omnium JBonifacius Mon-ferratenfis & Henricus Imperatoris frater , omni Thracia, quse inter Byzantium & Hadrianopolim trium dierum itinere quaquaverfum
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. Sed de motibus ejus terra: hinc dicere incipiam. Invidia, quae fcelicitatis vefti-gio femper haeret , Genuenfes Venetarum rerum aemulos jam inde ex quo Creta Hadriaco ceiferat imperio , irritare coepit, ut pro viribus ( quae per id tempus magna; & am-plae erant ) anniterentur earn Veneto nomini adimere . Vix igitur infula ullo firmata erat praìfidio : quum illi per homines fuae gentis , aliquot
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700 DECADIS TERTI.<E 1453 *n Dalmatia ac Creta Senatus ornandas mandaverit. De-cem & Alphonfus fuerat pollicitus, ac Pontifex totidem : ut triginta triremium claflìs communi nomine expleta ad Byzantii praefidium mitteretur. Sed Othomanus interim cum trecentis & amplius bellatorum millibus , navibus vero trecentis quinqué ac feptuaginta, in quibus triremes decem & feptem, reliquae
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1940
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a Venezia, malgrado il cocente ricordo del Barbarossa. A Roma fu rispettato il monumento a Goethe durante la guerra, sebbene eretto alcuni anni prima da Guglielmo lì. L’Austria rispettò i leoni veneti in Istria e in Dalmazia (anzi li restaurò poco prima della guerra) e il monumento a Dante a Trento, sebbene di pronunciato significato irredentistico. Chi si periterebbe nel resto della nostra Italia
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e più appariscenti della fabbrica, o anche edificare l’intera facciata e le altre mura dell’edifizio di vive e ben lavorate pietre da taglio, talvolta rilevate a bugnatura<3>. Frequente è 1’ uso di impiegare nella fabbrica il materiale di altri edifizi — specialmente monumenti ellenici o romani — o anche di chiese preesistenti. Del resto, come il moltiplicarsi del numero delle chiese nell’ isola portò
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1909
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154 Nuovo Archivio Veneto sopratutto sotto il punto di vista geografico e scientifico. Non fu tuttavia trascurata la parte storica, segna-mente quella delle origini antichissime; nè vennero lasciati da parte i suoi monumenti (i). Già si parlò di Lentino, e dei poeti che di li uscirono, discorrendo delle pubblicazioni riguardanti l’isola in generale; ora dobbiamo ricordarne una monografia
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, Clumani) (Morea), 690, 693. Kavusl (Chabauses) (Creta), 938. Keitembach (Atenach) (Germania, Nassau), 370. Kemur, v. Namur. Keri (Guidano), baia nell’isola del Zante, 1015. Kithros (San Sydro), isola del mar Jonio, 937. Klangenfurt (Clanfort) (Carintia), 307, 897. Rlasnica (Clansoch, Clauzoch) (Bosnia), 616, 662. Klosterneuburg (Cornivosburg) (Austria), 961. Knln (Tenina, Damino, Durano) (Dalmazia), 111
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33a CRONOLOGIA STORICA nistri disegni contro questo fanciullo, di cui non tarderebbe a disfarsi. Per ammutir la calunnia egli prese il partito di spatriare, c di portarsi a viaggiare in differenti regioni. Recatosi dapprima in Creta, trovò quest'isola partita in parecchi stati indipendenti gli uni dagli altri, governati però da sarie leggi, la cui origine riportasi a Minosse ed a Radamanto
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1832
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DELLA SICILIA 373 sa fisica, rendono quest’opinione molto verosimile. E ben meno certa l’origine dei primi abitatori di cotest’isola, la quale, come quella di tutti i popoli antichi, è avviluppata in mezzo a favole e finzioni. Il libro della Genesi (cap. X.) dice che Elisa, Tharsi, Cethim, e Dodanimo figlio di Ja-van, si divisero tra loro le isole delle varie nazioni. Crede Eusebio che la Sicilia
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1832
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. Quelli erano gli abitanti di Colosso, città della Frigia maggiore. L’isola di Rodi fu dapprima popolata, giusta Diodoro, dai Telchini, origi-narii di Creta, e poscia dagli Eliadi ossia nipoti di Febò. Poco tempo avanti la guerra di Troia, Rodi passò sotto la dominazione di un Eraclide. Ma dopo questa guerra, i Dorii eli’ erano propriamente Peloponnesiaci, si fecero padroni della miglior parte dell’isola. Questi Dorii
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1908
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più tardi nell’isola. Tutt’al più si volle conservare un pallido ricordo delle antiche forme, col piantare la cupola anche sulle chiese di altra foggia, affinchè non andasse perduto affatto quello spiccato carattere di grecità, che in qualche guisa parve formare il contrapposto coi turriti campanili delle chiese latine. Solo nel secolo XVII, migliorate le sorti del regno e rabboniti i rapporti
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1833
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di ogni conforto verso la metà di ottobre 823. La calma che succedette fu di breve durata. L’ anno 824 i Saracini di Spagna tolsero ai Greci l’isola di Creta, c Michele fece molti e vani sforzi per discacciameli. Essi vi si stabilirono e fabbricarono in un luogo chiamato Candace la città di Candia da cui prese il nome tutta l’isola. Que’d’Africa dal loro canto si resero padroni nel 827 della Sicilia pel
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1933
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— 143 — nella valorizzazione del fenomeno cittadino steso ai margini del grande corso veneziano. Nel 1540, Francesco Bernardo notava a Creta una pericolosa scissione tra Gentiluomini, Borghesi e uomini della terra certamente prodotta dalla concorrenza dèli’economia territoriale con quella prisca cittadina; Marco Basadonna notava nel 1546 l’aumento della popolazione nell’isola di Zante; Antonio
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