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si assicurava un’influenza a Creta ed in Armenia, otteneva che i preti russi in Turchia e i monaci del Monte Athos fossero posti sotto la protezione dello Zar, e reclamando dalla Turchia il pagamento di un’indennità di guerra di un miliardo e quattrocento milioni di rubli, dichiarava che gliene avrebbe condonati un miliardo e cento milioni, se la Turchia le avesse ceduto le piazzeforti di Batum, Ardahan, Kars
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, Lemno e Creta; la guerra marittima si ridusse ad innocue corse; quella per terra si conchiuse sullo Struma ove l’esercito regolare affrontò la massa dei reparti ribelli addensatisi nella Tracia occidentale. Il giorno n, appunto sullo Struma, avvenne lo scontro decisivo. I rivoltosi andarono dispersi ovunque. Venizelos, che era estraneo al moto e lo disapprovava, si rifiutò dapprima di assumerne
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il solo Margunio Massimo, come scrittore fecondo di controversie dogmatiche: fu monaco nella grancia di S. Caterina nell’isola di Creta, ov’era nato ed ivi conobbe il nostro Neofito. (5) A Cipro il Monte Sinai aveva un Metó^siov specie di grancia (Cfr. <J>. ZANNETOT ISTOPIA THE NH20Y KYIIPOY EN AAP-NAKI, 1910, pag. 1037). Altra ne avea a Messina sotto il titolo di S. Caterina. Cercheresti inutilmente
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i sudditi dimoranti nell’ isola di Creta, in Corone, in Modone, nel Negroponte e nelle isole dell’ Arcipelago : — che i veneziani non avrebbero più diritto veruno a ricuperare la loro dimora in Costantinopoli nè in vei’un’ altra parte deir impero ; potrebbero bensì pigliare a pigione opportuno domicilio per attendere ai loro (i) Nel cit. coti. Trevis. il primo di missioni e dei Patti del tempo pei dogi
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che continuava sotto Ancona, eransi dal 1271 (4) rinnovate le agitazioni di Candia, sostenute sottomano anche da Michele Paleologo, che agognava- al riacquisto dell’ isola. Alla testa dei ribelli era un Giorgio Cur-tazio e per quante volte battuti, oppressi, risorgevano; combattevano dai monti, dai boschi, in piccole schiere, sbandandosi, raggruppandosi, gettandosi all’ improvviso addosso (1) Caroldo
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a ricevere da più parti, cioè che si mirasse veramente a Candia, e che alcuni Calogeri (monaci) di quell’ isola eccitavano i Turchi accertandoli della facilità d’ uno sbarco. Eguali avvisi riceveva anche il Corner (1), il quale mandatovi'fin dal 1643 in qualità di Proveditor generale, dava mano prontamente a tutti i maggiori possibili provvedimenti. Candia, anticamente Creta, la maggiore
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1906
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PROGETTI DI ALTRE FORTIFICAZIONI 647 FIG. 379 — IL PORTO DI CALUSLIMIONAS. naufragata sulle coste cretesi ; ma del tutto abbandonata fra mezzo alle deserte lande di quella parte dell’ isola. Per impedire ai corsari di trattenersi nel porto, e più ancora per ovviare all’ inconveniente che in epoca di pestilenza vi potesse approdare qualche nave sospetta(1), fu più volte proposto di costruire
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1940
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Leonardo Longo del 256° Regg., da Mongiuf-fi Melia di Sicilia, tagliato fuori, con la sua compagnia di rincalzo, da un movimento avvolgente del nemico, dinanzi a Salettuol, si difende, resiste, riesce a collegarsi con altri reparti e conduce la sua compagnia alla riconquista delle posizioni perdute. A Salettuol sono stati innalzati due monumenti: uno a ricordo degli eroismi dei fanti della Veneto
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1929
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non si erano ancora staccati formalmente dalla Chiesa romana.6 Egli si servì a quest’uopo preferibilmente dei Gesuiti. Vescovi, come quello di Creta, isola appartenente in quel tempo ancora ai Veneziani, procurarono delle difficoltà ai padri, onde ricevettero severe ammonizioni.7 Clemente Vili inviò a Chios nel 1592 i Gesuiti Benedetto Muleto e Vincenzo Castanola. Quando quest’ultimo tre anni più tardi dette relazione
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1938
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L’ARSENALE DI VENEZIA ATHEN1ENSI A VENETAE CLASSIS TROPHOEA VENETI SENATUS DECRETO IN NAVALIS VESTIBULO CONSTITUTA Queste iscrizioni erano state incise su targhe di bronzo, applicate sul lato anteriore dello zoccolo, ma nel 1 797 esse furono tolte dai francesi per essere fuse. Degli altri due leoni che si scorgono tra la porta e la banchina del Rio dell’Arsenale il più piccolo
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732 Paolo III. 1534-1549, Capitolo 15 e. vano in modo particolare.1 Neanche l’attuazione meschina del suo monumento per Giulio II, concepito un tempo in modo sì grandioso e poderoso, potè recare danno alcuno alla sua fama solidamente fondata. La isola statua del Mosè compensa per tutte le altre, che non vennero eseguite ed innalzò a solitaria altezza sopra la lunga serie dei sepolcri papali
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1905
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di intendimenti ed umanità di propositi nelle disposizioni prese per il buon governo di Creta. * # * 5. Eppure la congiura delle tristi circostanze, l’esiguità della stremata popolazione, il deplorevole stato a cui essa era ridotta per tante sventure, 1’ incubo costante per le lotte intestine e per le guerre di fuori, non furono sufficenti a soffocare del tutto nell’ isola quelle manifestazioni di una libera
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1848
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CAPITOLO XVI. 473 vi mandava dei cittadini già noti per la loro devozione, e li interessava al nuovo paese, concedendo loro la proprietà di molle terre. Un terzo dell'isola di Candia era stalo largito in dono ai Veneziani che vi avevan trasportalo il loro domicilio, ritraendone cosi questo triplice tornaconto — di tener sorvegliati e sommessi gl’indigeni; — d'interessare i coloni
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1847
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•o 19 le spiaggie d’Istria e di Trieste, poi lungo i lidi veneti, donde scendono per le coste dello Stato Pontificio e del regno di Napoli, fino a S. Maria di Leuca. Sembra inoltre clic tale corrente, giunta all’ isola Premuda ( la più occidentale tra quelle che s’intitolano scogli di Zara), si divida in due ; la prima prosegue verso maestro nella direzione sopra indicata ; 1’ altra piega
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1929
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DEI viaggiatori veneti minori 13 Di Michiel Andrea altro non sappiamo, se non che fu uno degli elettori del doge Giacomo Tiepolo nel 1229. Il Caroldo nel libro III ed il Cod. mise. 8187 della Biblioteca Marciana ricordano come questi due veneziani andarono nel 1230 ambasciatori presso Giovanni, re di Gerusalemme. Sotto questo riguardo l’autore dell’elenco contenuto nel già citato codice 185
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1834
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¿.*3 S GEORGIO quello di Domenico D iìfìn duca di Creta per turino 1209, c pesa grani 26; la terza egual-ilìente di rame di Rainerio Dandolo duca ’li Creta Vanno 121.4, e pesa grani 32 Osservisi, die del 1208 duca di Candia primo fu Iacopo Tiepolo, non già Paolo Querini, il quale Que-ìini vi fu solamente del 1216 e Domenico Dolfin vi fu duca soltanto del 1220; Rin>er Dandolo
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1934
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PARTE II ANTROPOGEOGRAF1A DELL’ISOLA: LE CONDIZIONI PASSATE
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1912
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bipenni e scuri votive sono comuni a Creta e ne presento tre: B, C, D; una senza manico e due col manico. La fig. 61 C, fatta con lastra di rame, è identica a due piccole bipenni fatte *) Tsountas, Dimini e Sesklos. 1908. Rame 99 %, stagno 0,17. 2) Orsi, Monumenti antichi, xoL IX, tav. XIII. 3) Tsouhtas, Efvu. Aeyr. 1898, tav. XII, fig. 7. A. Mosso, Le origini della civiltà mediterranea. U
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1912
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274 LE TRACC1E DELLA RELIGIONE MINOICA IN ITALIA loro raffronto nei monumenti minoici, dove stanno gli alberi ed il fico nel temenos presso i templi ed i sepolcri, ed è possibile che il culto dei penati siasi svolto sotto l’influsso primitivo della civiltà egea1). Da questi confronti suggestivi si potrebbe indurre l’esistenza-di legami preistorici fra i due popoli : ed i progenitori dei Romani
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1912
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al livello dell’acqua noi terreno, si trovò un nucleo di materia verde pesante, grosso come una noce. Ilo potuto farne l’analisi e risultò elio era turchese perchè con-I | tiene acido fosforico, allumi-I | na, rame e calcio. Probabil- I i mente si servivano della / l polvere color verde-oliva- I l stro per tingersi la pelle, od j \ era una pietra di ornamento die si è disfatta. Fra i monumenti più antichi
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