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in colesta Concessione, vedi la nota 199. Oggidì poi si agita quistione tra la famiglia Morosini da una parte, e VI. H. Intendenza di Finanza e la Camera di Commercio composseditrici di quest' Isola dall’altra, intorno alle conseguenze che ponno essere derivate dall’ espulsione de' monaci dali Isola e dalla cessazione della loro ufficiatura in forza del decreto Italico 1806. (14) Vedi
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1847
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; il primo insigne scrittore della Istoria veneziana; monumenti da noi pubblicati nella Collezione più volle citala. Una sola opera di pittura notiamo, ed è la tavola di Giovanni Buonconsigli figurante il Redentore c i santi Girolamo e Secondo; qui venula dall’isola di San Secondo, quando si tornò a riaprire al cullo divino questa chiesa, mentre le altre tavole e le sculture clic dapprima la decoravano
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1937
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, si detestano da secoli, accordo momentaneo di due rivali per sbarazzare un comune nemico. # * * Nel novembre 1911 un generale russo giunto a Parigi predica lâunione delle razze latine e slave contro il tedesco, il turco ed il giapponese, propugna la cessione deHâisola di Creta alla Grecia e, in buona sostanza, mira a provocare la Turchia: ma Parigi non si commuove e la raccolta
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1912
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XXX ANGELO SlOi-SO « Studiavo i crani etruschi e quelli scoperti nel Foro romano, quando feci la conoscenza del signor Duncan Mackenzie, che veniva da Creta, dopo aver aiutato Arturo Evans negli scavi di Cnosso. Mi raccontò di una trincea scavata sopra una collina, dove avevano potuto studiare l’abitazione dell’uomo fino a dodicimila anni prima di Cristo. M’innamorai subito di tali ricerche
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, il quale fa testimonianza che quando comparve il bronzo nell’isola di Creta 1 navigatori minoici portarono a casa collo stagno anche l’ambra del Baltico. J) Roschbb, Lexicon der Myihologie, I2, p. 2830. a) TJn’altra ricordanza confusa delle carovane, che nei tempi preistorici portavano l’ambra dal Baltico per farne scambi col rame nel Mediterraneo, l’abbiamo-in altre leggende che si crearono intorno al tempio di Deio
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232 È CIPRO VERAMENTE LA PATRIA DEL RAME? anche a Creta, nella grotta vicino ai forni, non trovammo minerale di rame, e può darsi che in Creta, a Cipro e nel Monte Sinai (come ammise Berthelot), siansi esauriti i depositi che contenevano le infiltrazioni del metallo. Sono le acque sotterranee che attaccarono le piriti che stanno profondamente nella terra e portarono alla superficie i prodotti
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208 LA NAVIGAZIONE PRIMA DI OMERO I Fenici adottarono la forma delle barche di Creta che avevano la poppa alta e ricurva ') ; l’albero, l’attrezzatura e le vele sono identiche. Il fatto che tutte le parole adoperate da Omero per i termini nautici sono di origine greca e nessuno deriva dalla lingua fenicia, viene a provare indirettamente che i Fenici non esercitarono nessuna influenza
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1832
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a48 CRONOLOGIA STORICA Lieo (i), secondo figlio di Pandione fu il successore di Eretteo. Ma appena fu egli sul trono clic ne fu scacciato da Egeo, suo terzo fratello, il quale si mise in sua vece (Erodoto l. I.J Minosse, re di Creta, per vendicar la morte di Androgeo di lui figlio obbligò Egeo (i2g5) a somministrargli ogni anno, in via di tributo, sette giovinetti, ed altrettante donzelle
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1917
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sulla opportunità di passare in vendita i terreni dei vecchi fossati (e non interpellarlo sopra un progetto specifico di costruzione di una loggia su parte di quell’area): che se il disegno del Sammicheli fosse esistito, perche' non lo si sarebbe utilizzato già antecedentemente, quando si costruì la loggia nuova? Dovendosi quindi scendere al secolo XVII e mantenersi entro l’ambito dell’isola di Creta
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1905
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nell’isola l’ingegnere Antonio Saracini, “ homo pratico et sufficiente in ditto exercitio de inzegner „, assieme al quale doveva pur recarsi in Creta Giovanni da Como, capitano delle fanterìe(4). Arrivati costoro a Candia, ed avuto lungo consiglio col duca Marco Minio e col capitano Tomaso Mocenigo, “ a luti parse che la parte più importante et più debile era la parte da mar et del porto, per esser in cavo
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1905
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PREFAZIONE XI nome delle brave quanto modeste mie guide, Manuele ed i figli Elia e Zaccaria lljakjis, fedeli compagni delle mie escursioni, affezionatissimi a me, pronti sempre e volonterosi alla fatica. Se dai comandanti delle truppe straniere in Creta — francesi, inglesi e russe —, mi furono usate squisite gentilezze, in modo particolare quando ebbi a visitare le antiche fortificazioni da esse
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1905
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due vecchie galere grosse, divisando riempirle di sassi e sommergerle nel sito ove pensava fondare la nuova costruzione01. E la Republica non tardò a concedergliele (19 agosto 1553)(i), aggiungendovi il 29 ottobre una provvista di 500 zecchini allo stesso scopo destinati (3). Ma il Bembo intanto, finita la sua carica, aveva dovuto abbandonare l’isola ; ed il successore non si sognò neanche di attuarne
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1935
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al servizio della pace, non sarebbero incompatibili con la formazione di una forza navale dato che la loro limitata efficienza non le renderebbe adatte all’impiego in guerra, neppure contro le più piccole navi mercantili armate. Si afferma che azioni navali con forze internazionali non potrebbero essere effettuate. Ciò non è esatto; le forze che bloccarono l’isola di Creta furono costituite da unità
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1916
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13 allestite, dovevano recarsi a Modone ed ivi attendere di unirsi colle galee del Golfo che, ai primi d’Aprile, avrebbero lasciato Venezia. Si accordava però al duca di Candia di differire 1’ allestimento della terza galea, « quia ista tercia, galea, quae dicitur debere armari in Creta, posset suspendere et impedire expedi-tionam duarum », a dopo compiuto l’armamento delle prime
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Nuovo Archivio Veneto 461. Oerola Giuseppe. — I.a dominazione genovese in Creta. — In: Atti dell'(¡Accademia di s. I. ed a. degli Agiati in Rovereto, s. Ili, v. VIII, 1902, pp. 134-175. [Relazioni di Venezia], 462. Gerola Giuseppe. — Relazione dell’ incaricato dal R. Istituto Ve- neto nell’isola di Creta. — In: Atti del R. Istituto Veneto di s. I. ed a., v. LXI, p.<e I, Venezia, 1901
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1906
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di Jacopo Dandolo, ritornato da capitano generale in Creta, il quale dimostiava 1 opportunità si fortificasse prima la città antica che non il borgo«. — Validamente replicarono gli ambasciatori cretesi, chiedendo l’esaudimento dei loio desideri. Alla spesa delle fortificazioni della città antica come del borgo, di bel nuovo Venezia, unitamente agli Ebrei dell’isola, contribuisse per meta, associandosi
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1906
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LA CINTA DI CANDIA 319 de inzegnier soprastar a queste fabriche „ (1). Lo stesso documento ci parla della venuta nell’ isola anche del padre suo Gerolamo, il quale in Creta dovea lasciare miseramente la vita (2). — Ma di Melchiorre Bertoni avremo occasione di riparlare in seguito. Assai più ci interessa per ora un documento del 9 marzo 1548 con cui il Senato impartisce speciali istruzioni a Gian
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1938
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172 PARTE SECONDA Dittatore di Roma : ricorderò a tale proposito Guerino Pi-sone Soacio il quale, considerando questa somma magistratura marinara, riteneva che « sic etiam veneti in hoc quoque exemplum sumpserunt a Romanis » ('). Con questa magistratura si realizzava eccezionalmente in tempi di guerra l’unità politico-militare di quel dominio d’oltremare che era formato, in particolare
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1672
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. Ma noiù perche fuife auanzata la ftagione fi mancaua di mandar da1 Veneti gente in Candia; e Pietro Valier, ch’era fucceifo ad Andrea nella carica di Generale delle tre Ifole, da Cor-cirainuiò molti con le neceifarie prouifioni. Egli noiL» lafciò mai la vigilanza douuta alTamore, che portaua alla» Patria, e in vn tempo fteffo fi facea vedere in due luoghi, in Creta cofoccorfi, nelle Ifole
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1672
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, il rauco fuon dello trombe, le voci de’combattenti,lo fcoppiodelle mine, af-iòrdano in modo l'orecchio, che non fi fente il calpeftìo della morte, che s’auuicina. Hora al Balouardo di S. Andrea, hora al Panigrà, hora all'opera Moceniga tentano auuicinarfi gli Ottomani, ma fono Tempre rigittati da di-uerfi luoghi con eguale macello ; poiché quindi, e quinci la fortezza de’Veneti fa marauiglie
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