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1847
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del Ducato di Milano per una parte, ed il Bergamasco per l’altra (stabilito nel 4756). Milano, Malatesta, 1757, in fol. a. 1762. 1024. Arringa tenuta nel M. C. da Marco Foscarini per la Correzione del Consiglio di X, degli anni 4761-1762. (Sta nella Tragedia di Antonio Foscarini scritta dal Niccolini ed esaminata dal Gaspari. Venezia, Alvisopoli, 4827, in 8.). 1025. Monumenti Veneti intorno i Padri Gesuiti
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1847
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GENEALOGICA E BIOGRAFICA. 449 «lOil. Genealogia della famiglia E rizzo nob. veneta. (V. Famiglie del conte Litta). 3042. Elogio del principe Andrea E rizzo scritto da Francesco Gambara. Brescia, Fenaroli, 4823, in 8. (Nelle Prose del Cambara). 3043. Oratio in obitum ili. D. D. Gasparis Eritii patritii veneti nepotis serenissimi Francisci Eritii venetiarum principis, Benedicti de Benedictis pliil
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1933
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dopo il famigerato Cirillo Lukaris. Gfr, L. Allato, De Ecclesiae Occidentalis atque Orientalis perpetua consentione ecc. ecc. Coloniae Acrippinae 1748. Cap. XI, pag. 1601 e segg. (4) Una numerosissima colonia greca, com’è risaputo, composta per lo più da mercanti e da nobili profughi, fiorì a lungo in Venezia. Provenivano in gran parte dall’isola di Creta: creduti cattolici, dal Papa Leone X ottennero facoltà
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1932
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414 I MONUMENTI VENETIL DELUSOLA DI CRETA Il resto, scritto — a quanto pare — con iniziali crittografiche, non è di facile ermeneutica. Fu già pubblicata in fac-simile dallo Spratt, che, in parte su suggerimenti di Mr. Birch, interpretava il nome come « a nun named Anesis », e sul principio proponeva di leggere siaóSevaig (,). 9. N'embros: Chiesa di S. Costantino. Sul campanile si legge
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1908
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II. LE CATTEDRALI VESCOVILI. 1. LA CHIESA METROPOLITANA, a. S. TITO DI GORTYNA. Il più importante fra gli edifìzi ecclesiastici dell’ isola di Creta è senza dubbio alcuno il tempio di S. Tito a Mitròpolis (Nuovo), l’antica cattedrale dei vescovi di Gortyna. L’epoca remota della sua fondazione, la poderosa mole della fabbrica, le notevoli particolarità costruttive ed anche i frammenti ornamentali
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1905
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XXXVIII INTRODUZIONE dei vari magistrati di Creta. Non si potrà così scrivere la storia del dominio veneto nell’ isola, non si potrà sfatare un’ infinità di errori che su quell’epoca vennero sin ora propalati, non si potrà finalmente lumeggiare come esso merita quello storico periodo nelle molteplici sue esplicazioni, senza ritornare alle fonti inedite d’archivio. Ma ciò non può certo spettare
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1934
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GRECIA Dimas Giuseppina. v. ad Atene. 86 Sala dei vasi al Museo archeologico di Atene. 36 Porto dell’isola d’Andros. Ducas Ettore. n. a Smirne 1880, v. ad Atene. 87 Autoritratto. Economidi Penelope. (*) n. a Costantinopoli, v. ad Atene. 88 Attesa all’ospedale. Florà-Caravia Talia. v. ad Atene. 39 Lo studente. Georgiadis Andrea. n. a Creta 1892, v. ad Atene. 40 Ritratto di mio fratello. 41
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1931
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*' t V&**P K6(/c,lK yo/ijuom ' \j y f~ ■• ,^-Uuo^fij.c^ou> xó*- > ìì/i4^*f^piy'H> L’ultimo imperatore di Bisanzio e la Morte, dal Cod. Marciano greco VII 22 fol 89”, scritto ed illustrato da Giorgio Clonza nell’isola di Creta a. 1590.
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1905
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, quando pur abbiamo quello splendido monumento di vita civile che è la grande iscrizione di Gortyna. Chè se dopo la conquista delle armi romane — nel 67 a. C. — Creta mostrò non saper più risorgere alle glorie di un tempo, non certo meglio andarono le cose quando, poco dopo la divisione della parte orientale da quella occidentale dell’ impero, l’isola passò alla dipendenza diretta degli imperatori bizantini di Costantinopoli
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1829
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nella gran piazza di Padova , detto il Prato della Valle al nord-est dell’ esterno recinto di quella bellissima isola ^ che io chiamerei volentieri piazza degli illustri monumenti europei , o piuttosto Panteon degli uomini celebri di Europa , la di lui statua di grandezza e figura naturale , che porta ai piedi 1’ epigrafe: IOS. TARTINI . PIRANENSI e sopra il fusto del piedestallo : IN PATAV. BASILIC. D. ANTONI
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1930
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, come potremmo aggiungere noi, giungono a comprendere volutamente anche Aquileia, continuando con la riedizione di opere antiche riguardanti Grado od Aquileia (3), o con commenti ad iscrizioni (4) > o a monumenti (5) o con discussioni sui vari punti della storia o della topografia Aquileiese (6). Tale indirizzo, che possiamo dire « Aquileiese », de\V Istria continua ininterrottamente e intensamente durante l’annata
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1912
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che compievansi a periodi, e si ricordavano coi monumenti; gli ufficiali innalzarono stele sul Monte Sinai con più di cento nomi dei capi. II. Miniera preistorica di rame a Chrysocamino presso Gournià in Creta. Nella parte orientale dell'isola, presso la città minoica di Gournià, in fondo al golfo di Mirabello, si trova un luogo che gli indigeni chiamano xeuToxàuivo (Chrysocamino), che vuol dire “forno
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1912
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B è un poco più lungo e alquanto incompleto nella parte della lama, dove due chiodi con larga capocchia servivano a fissarlo al manico. Esso fu trovato nella terramara di Casinalbo. Il pugnale G, colla punta rotta, fu trovato nella terramara di Montale. Quello di bronzo, fig. 173 D, che si trovò nell’isola Virginia nella palafitta del lago di Varese, invece di due chiodi ne ha tre : ma lo stesso modo di perforare alla periferia la lama
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1905
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, sbarcarono finalmente in Creta truppe veneziane. La guerra continuò nell’isola parecchi anni, con varie sorti ; finche il Pescatore, che pur aveva ricevuti due volte aiuti dalla madre patria, verso la fine del 1210 o il principio del 1211, veniva a patti, e abbandonava l’isola in mano ai trionfatori veneziani, che da allora ne prendevano stabile possesso, mandando subito dalle venete lagune nobili
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1905
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difese delle montagne che essi soltanto conoscevano; potevano perpetuarle i Veneti, certi di saper resistere entro le solide mura delle imprendibili loro fortificazioni(l). Quando poi, dopo tanto sangue sparso e tanti sacrifizi, dopoché erano stati condannati alla desolazione il fertile altipiano di Lassiti e gli altri covi dei ribelli, l’isola pareva finalmente ricondotta all’ordine
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1932
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258 I MONUMENTI VENETI DELL’lSOLA DI CRETA 359. - S. Mirone — Casa ad Abobddena-. porta. Sull’architrave scudo ovale, racchiuso da cartocci, fiancheggiato dalle iniziali M. V. e sormontato dalla data 1593 : ignoto 44. 360. - Kjitharidha. — Chiesa di S. Antonio: portale. Sul superstite architrave, entro incorniciatura rettangolare a dentello, uno stemma con-numero 359. (Fot. a. 666). sunto
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1853
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; e i Signori Trentini seppero assai grado all’autore. Tulli e cinque i suddetti Opuscoli moslrauo la dottrina non solo del Cornaro, ma eziandio la sua pielà e religione. 7. Luurentii de Monaci» Veneti Cretae (lunediarli Chronicon di: rebus Venetis: (cosi nell’antiporta; ma poi il frontispicio ha:) Ad Ludovici Antonii Muratori rerum Ilali-carum Scriplorum Tornimi FUI Appendix. sai Laurentii de Monacis Veneti
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1932
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lo stile della fontana corrisponde perfettamente ai monumenti veneti della seconda metà del cinquecento e della prima metà del secolo seguente, e risulterebbe un po’ strana tanta sopravvivenza non solo di persone ma anche di sentimenti e di gusti veneti nel secolo XVIII, si è tentati di attribuire quella data ad un errore del lapicida, assegnandola invece al 1634. (*) Pubblicata
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Page 46
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1933
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. Prima nell'isola di Veglia, poi a Traù, poi nella borgata di Sin), poi a Perasto. Nulla è stato improvvisazione ed opera di sconosciuti irresponsabili. Non è del resto senza significato il tatto che l’attuale Capitano distrettuale di Spalato, ivo Anicich, da cui dipende Traù, era Capitano distrettuale di Veglia quando vi fu perpetrata la prima dìstnizione di leoni veneti. A Traù i primi atti vandalici
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Page 122
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1912
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chiamò Creta l’isola delle cento città, disse che vi abitava un numero Infinito di uomini {¿-tiphtu....) e gli «cavi recenti confermarono che Creta fu un vivaio di uomini. Come successe nel medio evo in Italia, e prima a Babilonia e nell’Egitto, dobbiamo considerare la densità della popolazione come un valore estremamente variabile, che non dipende solo dalle condizioni geografiche, ma assai
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