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la repubblica comperò per i o,ooo marche d’argento dal marchese Bonifacio III di Monferrato re di Tessalonica ( V.), a cui era toccata in sorte per avere contribuito al conquisto di Costanliuo-poli e fu uno de’ 3 candidati all’impero, l’importantissima isola di Candia (V.); quella di Corju (V.), che per cessione di Marino Zeno podestà di Costantinopoli, nel i2o5 con tributo e obbligo di mantenere 20 cavalieri
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, si stabili l’e-lezione d’un vescovato nell’isola d’ Oli-volo, una delle Itealtine, poscia Venezia, allatto diverso da quello di Malamocco; e si elesse il pastore che pel i,° ne dovea assumere il governo, nella persona di O-bile rio o Obelibato. L’ estensione della diocesi fu circoscritta alle sole isole Reaitine, già della diocesi di Malamocco, ossia alla presente città di Venezia; eie rendite della mensa
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in s. Domenico di Venezia, ed essi unirsi alla famiglia del contiguo convento. Si oppose il senato, ed i religiosi restarono nell’isola,ristorando nel miglior modo la chiesa nel i 563 ; e nel 1576 per essere l’isola servila alla cura degli appestati, quando i religiosi vi tornarono, riattarono il convento reso squallido e deformalo, e riedificarono la chiesa, che fecero consagrare nel 1608 dal vescovo
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ili s. Francesco. Tosto fiorì sino al numero ili 3o e denominale Fremile Cappuccine di Mazorbo. In memoria del padronato e della liberazione dalla peste, la comunità di Mazorbo ogni anno si recava in processione per la festa di s.Rocco nella chiesa a ringraziar Dio. 22. Buratto, Bui 'annui o Boreanum. Isola e città, formante un comune appartenente al distretto della provincia di Venezia
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6y2 s. Martino e «. Salvatore), ili osservare e adempire olla chiesa di s. Maria quell’onore e giustizia, che se le dovevano sin da" tempi pi'u antichi. In egual modo stallili Domenico patriarca gradese cogli altri vescovi di sua provincia nel i 068, che dovesse la chiesa di s. Salvatore recentemente eretta riconoscere la preminenza della basilica matrice di tutta l’isola
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due parti, mercè un largo canale che le scorre per mezzo, e separa l’isola in occidentale e orientale, e posta nel mezzo delle altre isole, fu ne’ tempi remoli il luogo piùomenoal respiro de’nobili, alT lorquando erano dediti al fruttuoso commercio marittimo, nelle stagioni estiva e autunnale. Era governata ne’ tempi più felici, la parte orientale dell’ isola da due chiese parrocchiali, delle quali sussisteva
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da’eano-nici regolari di s. Agostino. Pel grande scisma d’occidente, ne risentì anche questo chiostro i perniciosi eliciti, allontanandone e disperdendone i tranquilli a-bitatori; onde l’isola nel 1 38o fu unita alla badia di s. Michele di Brondolo in Chioggia, e affidata al solo priore, sotto il suo trascurato governo a poco a poco periva manifestamente. Laonde il senato mal soffrendo che d’un luogo
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're. 11. Orfanotrofio maschile alla Vi-sitazione di Maria Vergine, sulle Zattere: nel § X, n. 45, ne parlai. 12. Orfanotrofio femminile di s. Teresa: nel.§ X, n. 70, ne ragionai. 1 3. Ospedale.provinciale e civico in s. Lazzaro de’Mendicanti. Ebbe la sua o-1 igine nell’isola di s. Lazzaro, della quale nel § XVIII, n. g, destinato come luogo appartato dalla città per ricoverar poveri infetti dalla lebbra elefantina
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Le missioni dei Gesuiti nel Tibet e in Cina. 779 anche la missione dell’isola Mindanao e nel 1638 quella dell’isola Ioló.1 Una ardita avanzata intraijre.se il gesuita portoghese Antonio d’Andrade verso il Tibet così difficilmente accessibile. Egli eresse nel 1624 in Tsaparang una missione e nel 1626, coll’aiuto di quel re, anche una chiesa. Ai suoi confratelli Azevedo, Cacella e Cabrai riuscì
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Istruzione pontificia del 1595 riguardo al rito bizantino. 509 mente Vili il dotto Vincenzo Cicada, il quale era congiunto del proprietario di quell’isola, il conte di Cicada.1 Nel modo più vasto si occupò Clemente Vili delle condizioni dei Greci, in tutti centomila, i quali vivevano nei diversi punti d’Italia, specialmente in Calabria e nell’isola di Sicilia. Essi si componevano
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terremotus maximus factus est, quo tota Italia graviter concussa est, quo rnotu tectum Basilicse B. Pauli Ap. magna ex parte cum suis trabibus decedit; et in quibusdam locis urbes et montes ruerunt. Può essere che il primo terremoto del 754 abbia allarmata la popolazione e spinta ad emigrare sull’ isola di Rovigno, e che 1’ epoca del-l’arrivo dell’ arca stia in relazione col secondo terremoto dell’ 801
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— *34 V isola di Selve passò poi sotto il dominio di Venezia che, nell’ anno 1639, la cedette per la somma di ducati 12.350 al capitano Francesco Soppe. — Più tardi, passò alla famiglia Morosini, che ne mantenne il possesso fino la prima metà del secolo decimonono. — Per un contratto dell’anno 1770, gli abitanti dell’isola pagavano alla famiglia stessa, in cambio dei prodotti del suolo, che dessi
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, che qui sarebbe troppo lungo enumerare ; il sarcofago dei Sobot/a, del secolo XV ed un quadro di Palma jun. Un altro convento Domenicano della Santa Croce, trovasi a pochi passi da Traù, sull’ isola Bua, adesso quasi abbandonato ; situato in posizione incantevole, con un giardino un dì fiorente, bello di aranci e di palme ; portici e celle ed un refettorio conventuale, di non comune eleganza. Nella chiesa attigua
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un ospedale nell’isola della Giu-decca per i pellegrini diretti a Gerusalemme; un altro, nel secolo XI, nell’isola di Sant’E-lena, un terzo a Castello, un quarto nell’isola di San Clemente ; si concedettero ospizi a quei monaci guerrieri che combattevano pei luoghi santi: l'ebbero i cavalieri del Tempio presso la chiesa dell’Ascensione, i cavalieri di San Giovanni a San Giovanni dei Friulani
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Nel cavaliere smarrito il poeta vuole simboleggiare il destino del popolo magiaro, emigrato dall’Oriente in Occidente, dove si trova sperduto e smarrito, perseguitato dagli spettri del passato ed incerto nel suo cammino. L’isola non è abbastanza alta.......pag. 32 verso 14 trad. lett.: tra le inette dita di assetati mestieranti. Primavera di cimitero..........pag. 34 verso 10 e 11 trad. lett.: gialli divani
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48 DA LISSA A PREMUDA comandante Berardinelli, gli eroi delle imprese di Durazzo, di Trieste, i fruga-tori della costa nemica, venuti a scortare i nuovi fratelli in eroismo fino al limite estremo dell’impresa tanto audace da parer folle. Commovente nella sua semplicità il distacco dei quattro dai loro compagni, avvenuto nelle tenebre notturne, all’altezza della Punta Peneda a sud dell’isola
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dell’altra, e si comprenderà che quando, la sera del 16 luglio, lasciò la rada di Ancona per avviarsi a tentare l’espugnazione di Lissa, la nostra flotta salpò non verso la vittoria, ma verso la sconfitta. Tre giorni durò la sfortunata impresa. Il 18 e il 19 fu tentata l’espugnazione dei forti dell’isola, il 20 fu combattuta la battaglia con la flotta di Tegetthoff, sopraggiunta assalitrice. Non mancarono episodi di fulgido
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1918
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quale è quello costituito dal canale di Fasana, che ha tutte le aperture tra le isole di Brioni, l’isola di San Giorgio e la costa, ostruite da sbarramenti, e che ospita al suo interno le navi minori della flotta austriaca. E il sistema di difese del canale di Fasana è completato da quello del porto di Pola propriamente detto. L’imboccatura di questo porto, per natura ristretta, è stata dall’arte umana ancor
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1850
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che ei prima non ci avesse pensato. Qualche tempo prima era già stata posta una batteria sul maggior piazzale del Ponte, e l’isola di San Secondo era stata fortificata ; c’erano inoltre nella Laguna
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1850
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erano già stati costruiti de’ fortini e palizzate, od ancorate delle barche da guerra. Ma la difesa doveva essere più energica dalla parte che guarda Marghera, cioè contro il tronco del ponte in mano de’ nemici, e contro le rovine dell’isola di San Giuliano, a soli tremila metri da Venezia. Questo era il sistema di difesa adattato. 11 maggior piazzale del Ponte, distante da Venezia millecinquecento metri, portava
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