(6,801 - 6,820 of 24,545)
Pages
-
-
Title
-
Page 133
-
Date
-
1848
-
Text
-
527 di un Corpo franco di Svizzeri, abbia abbandonata la città di Bolzano, dove da alcuni giorni risiedeva, per rifugiarsi nel villaggio di Tione. PER INCARICO DEL GOVERNO PROVVISORIO Il Segretario Generale ZENNARI. 4 3 Aprile. IL GOVERNO PROVVISORIO DILLA REPUBBLICA VENETA Decreta : Il cittadino Lodovico Lazzaroni, già dato in sussidio al Tribunale Mercantile Cambiario Marittimo col decreto 28 marzo p. p. N. 3, è nominato consigliere provvisorio presso il Tribunale medesimo. Da oggi avrà diritto al soldo relativo. Il Presidente MANIN. CASTELLI. Il Segretario J. Zehnaki. 43 Aprile. IL GOVERNO PROVVISORIO DELLA REPUBBLICA VENETA Decreta : È accettata la rinuncia domandata dal cittadino EHilio Gal-vagna al posto di segretario onorario del Magistrato politico provvisorio. Il Presidente MANIN. PALEOCAPA. Il Segretario J. Zennari. 43 Aprile. IL GOVERNO PROVVISORIO DILLA REPUBBLICA VENETA Decreta : > E accettata la rinuncia domandata dal cittadino Cesare
-
-
Title
-
Page 90
-
Date
-
1906
-
Text
-
nella sua Venezia città nobilissima e singolare, ricordando le feste dell’ Ascensione e lo sposalizio del mare, citando storici non veneti quali Alberto Granzio, Enrico Muzio, Giovanni Nauclero, Bernardino Corio, ricordando iscrizioni che qui pure saranno citate, ed accenando alle pitture raffiguranti i fatti contrastati esistenti a Venezia, a Roma a Siena, patria di Alessandro III. Particolarmente
-
-
Title
-
Page 393
-
Date
-
1906
-
Text
-
vava inopportuno le misure ordinate verso Akmet e il suo equipaggio, e instava perchè al momento fossero sospese. Allegava egli che, essendo avvenuta la morte di cinque Mussulmani nel fatto della presa della galeotta da parte dei legni veneti, forse ciò, se non fosse stato chiarito, avrebbe potuto compromettere la pace 1’ anno antecedente conchiusa. Antonio Cappello rispondeva a nome del governo
-
-
Title
-
Page 255
-
Date
-
1906
-
Text
-
245 dia di Botestagiio non era che un semplice castellano, nominato dal maggior consiglio. I primi otto capitani furono nominati dal Consiglio di Cadore dal 1421 al 1443, gli altri cento e trentasèi furono tutti eletti dal maggior consiglio, e come il castello era stato la sede dei conti e podestà caminesi e patriarcali, così lo fu anche dei Veneti capitani. Sarebbe superfluo l’intrattenersi
-
-
Title
-
Page 399
-
Date
-
1906
-
Text
-
uomini uccisi in Zara, dichiarava che ne avrebbe fatto ammazzare altrettanti di Veneti, a meno che non si fossero pagati dalla Repubblica 10000 zecchini per testa. Il Senato stabiliva, a tutela del proprio onore e decoro, di non formare nemmeno risposta a silfotta lettera, ed addì 24 maggio 1766 a pienezza di suffragi deliberava: che sei tartane armate di genti delle Bocche di Cattaro, fossero aggiunte
-
-
Title
-
Page 168
-
Date
-
1906
-
Text
-
fame alcuni ribelli s’arresero, e per ottenere clemenza dai vincitori loro consegnarono Francesco e Antonio Gradenigo, Teodorello Venier, Marco Avonale, che furono pubblicamente fatti morire. Sostennero ancora l’insurrezione i fratelli Calergi e Tito Venier. I veneti, continuarono a impadronirsi di terre e castelli e fecero prigioni Alessio Calergi e Zanachio Molino
-
-
Title
-
Page 336
-
Date
-
1906
-
Text
-
, e tutti i paesi conquistati dai Veneti nel 1509 ; si cedevano Cortina d’ Ampezzo e il Castello di Botestagno, Gradisca, e Marano. Marano sopratutto era ceduto di malavoglia dalla Signoria, e segretamente agognava 1’ acquisto per lei prezioso, per fa sua posizione strategica, eminentemente favorevole pella sicurezza di Venezia. Dopo parecchi anni e cioè, nel 2 Gen-
-
-
Title
-
Page 396
-
Date
-
1906
-
Text
-
386 Gli attentati per parte dei Tripolini andavano continuando, imperocché addì 20 settembre un’ altra galeotta tripolina, che avea sopraffatti tre legni napoletani fu costretta dai legni veneti ad abbandonare la preda, ed allontanarsi dal golfo, ed a Venezia venivano staggite alcune casse dichiarate come contenenti ferro lavorato provenienti da Trieste, ripiene invece d’armi all’indirizzo
-
-
Title
-
Page 143
-
Date
-
1906
-
Text
-
, e fu questa capitanata da Alessio Ca-lergi, cominciata sotto il duca Giacomo Dandolo. Il Calergi discendeva dalla casa del-l’Imperatore greco Foca, e fu dai veneziani chiamato bella opera, Calergi, perchè durante la ribellione dei Cortazzi, avea cooperato nel-1’ aj utare i veneti a fugare i ribelli. Comunque il contegno del Calergi avendo
-
-
Title
-
Page 500
-
Date
-
1906
-
Text
-
, gli Stati della neutrale Venezia. Dimostra però l’A. che il totale anuichilamento di Venezia, fu un idea personale di Bonaparte, mentre il primo scopo del Direttorio, si era quello di scacciare l’austriaco dall’Italia. I precipui lagni del Direttorio contro Venezia erano o-riginati, dal soggiorno del conte di Lilla a Verona, e dal l'approvvigionamento degli imperiali nei territorii veneti
-
-
Title
-
Page 297
-
Date
-
1906
-
Text
-
Veneta a dimostrarle la sua confidenza, e Francesco Savorgnano Marchese di Istria, Visdomino del Patriarca di Aquileja, mentre si trovava in quelle parti, ebbe nel 1356 lettere ducali da Venezia, perchè volesse informare la Signoria sopra quanto concerneva il Re d’ Ungheria, e affinchè dovesse avvertire i Veneti rettori,
-
-
Title
-
Page 398
-
Date
-
1906
-
Text
-
388 Come è facile immaginarsi, questo stato di cose rovinava completamente il commercio veneziano, e la bandiera veneta restava senza noleggi nè si trovava chi volesse impiegarla, stante il rialzo del prezzo delle sicurtà. Per questo motivo, i capitani mercantili veneti, chiedevano come dovevano regolarsi incontrando qualche corsaro tripolino, essendo nel timore di restar predati
-
-
Title
-
Page 122
-
Date
-
1906
-
Text
-
, senza aspettar d’esser supplicato, e cosi maggior obbligo gli dovrà la Serenissima. Rispose il papa : Lei dice il vero ; e pregò restasse segreto il negozio. Tuttavia 1’ affare del rimettere l’inscrizione, si divulgò in palazzo ma il Papa avrebbe voluto aggiungervi sotto, le parole : ex petro Insinuano et Sabeltico, Storici Veneti. Ma il Cornaro in-
-
-
Title
-
Page 394
-
Date
-
1906
-
Text
-
due colpi di cannone, uccidendo un sergente veneto, e poi fece seguire la generale scarica della sua moschetteria. È però molto strano, che si tenessero cosi armati corsari, in custodia, dai veneti, che vivevano si capisce in una buona fede imperdonabile. Fatto sta che in seguito a questa incredibile provocazione, le milizie posto da un lato ogni riguardo, cominciarono a usare le armi, ed uccisero
-
-
Title
-
Page 401
-
Date
-
1906
-
Text
-
dei sudditi veneti, e le bandiere e le fiammole dei legni predati, e che uno sciam-becco corsaro entrato in quel porto spiegava il vessillo di S. Marco rovescio sotto lo sperone, facendo spari di cannone, in dispregio di quello, in vista del porto e degli esteri bastimenti là ancorati. Tali fatti avevano determinato per intanto il console a non spiegare più la propria bandiera, che veniva così crudelmente
-
-
Title
-
Page 91
-
Date
-
1906
-
Text
-
, sostenne la verità dei fatti di cui era stata conservata memoria in una iscrizione che era a S. Giovanni di Salvore presso Pirano, iscrizione accennante alla vittoria navale dei veneti, passata nella villa di Melzi sul lago di Como. Dopo la caduta della Repubblica veneta e cioè nell’ anno 1834 Emanuele Cicogna ed Angelo Zon nel volume IV delle Iscrizioni
-
-
Title
-
Page 566
-
Date
-
1906
-
Text
-
firmata dallo stesso piccolo consiglio, per trattare col Villetard. Uno solo protestò e fu questi Nicolò E-rizzo, che dimostrava illegale la presentazione di quel documento e prematura anche la sua accettazione, mentre a Milano i rappresentanti veneti, Mocemgo, Donà e Giusti-nian stavano trattando la pa«-,e. Le parole dell’ Erizzo a nulla valsero. Dieci del Con-
-
-
Title
-
Page 266
-
Date
-
1906
-
Text
-
prorompeva colle sue orde sopra Belluno e spediva il Nolz verso il Cadore. Questi trovava resistenza a Cibiana da parte dei cadorini e dei veneti, ina potè poscia proseguire invadendo tutto il paese eccettuato il castello. Dileguatosi quindi, i cadorini ne approfittarono per marciare verso Belluno, e per
-
-
Title
-
Page 31
-
Date
-
1906
-
Text
-
prima Apostolo Zeno e più tardi Jacopo Morelli. Non vi parlerò degli innumeri documenti attinenti alla pubblica amministrazione, dei rapporti e corrispondenze dei governatori delle provincie, degli atti delle Magistrature diverse sedenti in Venezia, non di quelli formanti 1’ Archivio del duca di Candia, stato da poco ricomposto, non delle relazioni dei Veneti ambasciatori al Senato; dopo le pubblicazioni
-
-
Title
-
Page 89
-
Date
-
1906
-
Text
-
79 la venuta clandestina del papa Alessandro III fuggitivo a Venezia, poi riconosciuto ed onorato dalla Repubblica, la vittoria navale dei Veneti contro Ottone figlio di Federico a Salvore, la sottomissione o umiliazione di Federico Barbarossa al papa, presente il doge nell’ atrio della Chiesa di S. Marco. Invocavano a sostegno di questi fatti la testimonianza dello storico Obone ravennate
Pages