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, bandiere di esultanza, corone di gloria e monumenti di ricordanza; un sovrano il cui nome, come parola di vita e di salute, abbiam ‘‘•segnato a ripetere con religiosissimo culto fino ai più idioti abitatori .campi, alle tenere lingue della età infantile; un sovrano a cui non era ••ala lira che non consacrasse la sua melodia, non ardente intelletto che "°n gli sciogliesse il suo inno; un sovrano
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, o Fratelli, ebbri della gioia di vincitori, Noi non verremo meno al dovere della nostra riconoscenza a Voi! Veneziani! un eccitamento a Voi di persistere nei santi proponimenti sarebbe oltraggio alla vostra virtù. Dai vostri monumenti apprendeste abbastanza che Venezia non è fatta per essere schiava! Viva, adunque, Venezia, palladio dell’Itala libertà.......Vivano i Veneziani . . . Viva l’Italia
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in queste lagune e fondarono Venezia. Ma da quel tempo l’Italia non ebbe più nè grandezza, nè pace, perchè non potè più essere unita; bella di monumenti, di cielo, di suolo, ricca di prodotti e di tutto quello che rende felici gli uomini, l’ingordigia straniera venne un’altra volta a rapirne le spoglie ai primi conquistatori; turchi, inglesi, francesi, spagnuoli, tedeschi, or l’uno, or l'altro, spesso
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, creare un mondo civile. Voi avete in pugno le sorti d’Italia, e le sorti d’Italia son quelle del mondo. Voi non conoscete, o immemori, la potenza che esercita l’accozzamento di quattro lettere che forma il nome della vostra città ; voi non sapete che ciò che altrove è parola, a Roma è un fatto, un decreto imperatorio: urbi et orbi. Perdio! che i vostri monumenti, i vostri ricordi storici non mandino
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rammentano nella storia d’Italia, non gli esempi di libertà. La vera storia italiana è ai più come miniera sepolta di metallo confuso alle- scorie, che a purificarlo richiedasi lavoro lungo. I monumenti del bello erano muti al pensiero dei viventi ; anzi le statue, i dipinti, le chiese, le torri sembravano vive, ei vivi giacere spenti. Allorché il Tedesco straziava sul monte Berico un dipinto insigne
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da quei valorosi cui voi salutate con generoso e iraternevole affetto. Essi ve ne ringraziano, e porteranno ovunque dell’ospitalità vostra cortese., del patrio amore che tutti v infiamma*, indelebile ricordanza, Alla vista di questa maravigliosa città, alla contemplazione di questi monumenti di che tanto si onora mercè di Venezia la storia della grandezza Italiana, l'animo nostro si ritemprava ogni giorno
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che quello delle sue tradizioni, dei suoi monumenti e dell’eroica italiana fermezza dei suoi figli; ma onde sostenere le sue amministrazioni, la fiotta e 1 esercito ausiliario non bastano, e le è d’uopo d’una ingente pecunia che non possiede. « 1 cittadini preposti al suo reggimento, dopo d’aver ottenuti dalla città i generosi sacrilicii, che rammentano quelli della guerra di Chioggia e di Candia, sonosi rivolli
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. (sul Brenta) 713. — Poldi Giacomo 610. P. G. N. 288. Philalet (M.) 717. l’hilipon (suo Magazzino comico) 28i. Piacentini Antonio 323. — Desiderio 520. — Muzio 332. Piacenza (Lega a. 1642) 133. — Francesco 141. I’iadoso (el) Vencciauo (Commedia) 291. Pian (del) Giovanni (Fasti Veneti) 90. (S. Orsola) 636. Pianta Francesco 643. Pianta di Venezia (Coronelli) 318, 601). (Splendor) 601. (Giampiccoli) 602. Piante
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S. STEFANO DI MVRANO. 493 guardo alla giovane età che deve avere avuta nel 1783 ( forse di 17, o di 18 anni ) direi esser quello della surriferita epigrafi; nuca. 21 eh’ era Avvocalo alle Corti, ossia a quei Tribunali Veneti che si chimnasano Corti. Vegga meglio cui interessasse. Ma qui cadrebbe in acconcio di parlare dell' arte vetraria, poiché c’inviterebbero le parole OB VETRARIAM ARTEM
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. stipendiarius dominii in tempore quo Veneti bello Ligustico Clodiano Tarvisium amise-runt ec. ec. E già chiarissima la principesca famiglia TORRIANI della quale ultimamente compose la genealogia il mio amicissimo, che fu, Pompeo Litta. E l’altro illustre mio amico Carlo Hopf sta per parlarne di nuovo nell’elaboratissimo suo genealogico lavoro, 58. CRIÌVSAE DE CANALI | MRI MAGDALE-NAE | DE MEDIO AVIAE
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d’imprimere sentimenti di venerazione ne’cuori del popolo verso le cose sacre, quanto l’esempio di chi presiede al Governo, quando a’ fatti però generalmente corrispondano le apparenze. La barca del doge coll’altre avviossi a s. Giorgio, ove l’abate Memo in pontificale apparato atten-devala, e sin da quel giorno giace in quell’isola la reliquia del Santo. Grandi applausi a Pietro monaco
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. Carbaro appellò di tale giudizio a Venezia, dove fu assolto; e Morosini, a cui si poteva rimproverare un eccesso di severità, fu richiamalo nel 1 (»(ir. Il principe Almerico d’Estccadu to infermo a cagione dell’aria cattiva senza poter intervenire al fallo di Candia Nuova, per consiglio ile’medici portato all'aria salubre dell’isola di Paro«, vi morì verso il 16 novembre!6G0, con generale
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licenza, le ricchezze, il lusso de’veneti, tutto contribuiva a fomentare il tarlo dell’invidia nelcuorede’sovrani europei, che proruppe in modo inusitato, e mise a due dita la rovina di questo venerando governo. Per conseguire il divisato fine, uomini potenti seppero reprimere le più forti passioni, e furono veduti rivali e nemici stringerla destra del patto contro i veneziani”. Il nuovo doge
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, ricevuto dal Cardinal Somaglia, da vari prelati e patrizi veneti: celebrò la messa e indi assistè a quella d’un cappellano segreto, essendo l’apparato della chiesa elegante e decoroso, così la musica. Indi passò alla contigua chiesa di s. Sebastiano, ed ammise in magnifico trono a baciar il piede a moltissime dame e distinte persoue. Entrato nel monastero fu trattato di lauto rinfresco, in uno alla corte
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fu nt holies, quorum centum mil-lia eo die caefa audores funt quidam ; ex captivis compertum eli, quingenta armatorum millia ea acie conflixifle . Dum hsec in Syria geruntur, Veneti ex Smyrna Lycii, Pamphilii, Ciliciique maris oram circumvedi, in Syriam venere, portumque Jopenfema Chriftianis prius receptum te-nuerunt. Sed haud affirmare aufim, Venetos ex Smyrna pro-fedos non prius in Syriam veniife
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LIBER V. 37* cum iis quos fecum habuit ( jam enim hoftis aderat ) in 1379 attuariam navim tränfgreffus in tutum abiit . Tres igitur Liguftica confettimi illam circumfiftunt, diripiuntque : di-reptam , in ipfis oculis civitatis qua circa portum effuia erat, comburunt. Nec majore ulla ignominia eo bello Veneti affetti funt, quam eo die , quo Ligure patriciam navim Syria merce onuffam in Veneti
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Mattheutio Venetias regredì juflò, haud parum de priftino animi ardore remifiife videretur , attamen Meilium , uti Henrici IIII. Gallie ac Navarra; Reeis oratorem , m _T . . . . r . . P .. . de Htnrico a Venetis admitti terre non poterat , quod ìs ob religionem iv. r^e a Gallice regno arceretur ¿ quod anathemate perculfum Veneti primi Regem , nulla Apoftolicse Sedis ratione habita , confa- Pontif
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1719
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MAUROCENI LIB. X. 387 Veneti prava li da Ture arum claffe diftinerentxr , trìremibus quinquaginta Regi fuppetias ferrent. Eodem vinculo Rex, Veti et is aìiquid m Adriatico finuadverfus Turcas moìientibus , ob-flringeretur ; fubfidia e a lege tantum exbiberentur, fi is > qui peter et, ma)ores auxiliaribus copi as comparaffet. VI. hi quas regiones bofles impetum facerent, e as tutori foderati
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1847
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LXVI1. 1 463. Lega tra Pio li, la repubblica e Filippo duca di Borgogna, contra Maometto II. Armasi contra di esso, e vi si reca in persona il doge Moro. Assedio posto da’ Veneti alla città di Trieste. Pace seguita. -1463-1464. Rotta de’ Veneti a Metelino. Gregorio Corralo, a’ 19 agosto 1464, è eletto patriarca di Venezia IV. Elezione di Pietro Barbo veneziano a sommo pontefice col nome di Paolo
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1847
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. Cosimo III, granduca di Toscana, visita Venezia. Francesco Morosini è eletto per la seconda volta capitan generale. Preparativi per l’assedio della Canea fatti da’ Veneti. A’ i4 novembre, Domenico Ballarino è gran cancelliere XXXVI. 2 luglio, nasce Pietro Ottoboni, che fu poi cardinale, letterato, poeta ec. Anno primo dell’assedio di Candia. Anno secondo dell’assedio di Candia. Imprese varie
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