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Negli esercizi 1906-07; 1907-08 il Ministero pagò sul fondo comune L. 13250, oltre il primo versamento di L. 3750. Quanto al Municipio, esso ha pagato di anno in anno le sue quote, come il Ministero ; ma siccome il Municipio comincia 1’ esercizio finanziario il 111 gennnaio e il Ministero il 1 ° luglio, e il Municipio inoltre non ha tenuti separati i contributi pei singoli monumenti
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monumentale, pretendeva che tutta la spesa gravasse sul Ministero della pubblica istruzione. Ci volle del tempo per ottenere l’approvazione della R. Prefettura ad una spesa nella quale il Comune, consenziente, era il principale interessato. La teoria dei monumenti a carico esclusivamente del Ministero dell’ istruzione pubblica, fiorisce anche negli alti uffici dello Stato ! GONFALONE DELLA REPUBBLICA
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era pel momento rimosso, ma visto che la chiesa è monumentale, non pel contenente ma pel contenuto ; che dall’altra parte i ristauri urgenti di monumenti di importanza senza paragone maggiori invocavano aiuto, non potè concorrere per lavori ulteriori. Fu dalla Fabbriceria della parrocchiale di S. Luca presentata una perizia di L. 1900, che 1’ Ufficio approvò, pur suggerendo qualche modificazione
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non accolse l’invito, osservando che coll’ affissione di cartelli di reclame non si deteriorano, nè si modificano i monumenti, del che solo si preoccupa la legge ; come se un pezzo di carta stampata, rossa, verde, gialla, bianca incollata sotto un capitello, o sullo stipite d’una porta non ne turbasse la visione. LE COMMISSIONI PROVINCIALI E GLI AMBIENTI MONUMENTALI. In occasione delle condutture
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(1), o l’Otello il Moro di Venezia, la quale non ebbe mai generali neri di carnagione, sebben Mori di cognome, perchè in Otello la gelosia è alimentata, se non nata, appunto dal colore della sua pelle, e il Consiglio Superiore d’antichità e belle arti, approvò, perchè ritenne, a sezioni riunite, che nell’interno dei monumenti nazionali, in consegna dello Stato, non si debba permettere le cinematografie di scene
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al Soprintendente delle RR. Gallerie di procedere d’ accordo con quello dei monumenti, per la tutela degli affreschi, come per 1’ assicurazione statica della parete con sovrapposto strato di arelle, su cui da lungo tempo si manifestò un movimento eh’ è del resto stazionario. Il progetto fu eseguito e la minacciata rovina svanì. CASE, PALAZZI, VERE DA POZZO ED ALTRO. Casa di Marco Polo. - In seguito a sospetto
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non devono essere interrogate direttamente dagli interessati, ma dalle Soprintendenze dei monumenti e degli oggetti d’arte o dal Ministero. Per dire la verità, nel vecchio regolamento 17 luglio 1904 n. 431 v’ era la stessa disposizione dell’art. 54, ma non era eseguita. In seno alle Commis- Fig. 160 - Verona. Statua di Can Grande ora al Museo Civico. ^ j R presenta_ vano le domande delle Fabbricerie o dei privati
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del lavoro, già incominciato per sostituire alla porta venduta una porta di legno, e l’intimazione al proprietario di lasciare la porta a suo posto. CHIESA S. MICHELE EXTRA. Campanile. - Fu riparato a spese del parroco, con L. 1868.65 senz’alcun sussidio del Ministero, trattandosi di lavori di manutenzione ordinaria e d’incolumità pubblica, e di edificio d’importanza puramente locale, se anche iscritto nei monumenti
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delle chiese furono introdotte provvisoriamente per sopperire alle spese di ristauro ; sicché la manutenzione dell’acquedotto dovrà cadere sulla Fabbriceria. Dal Municipio furono pagate L. 300 pei parafulmini, sul fondo di L. 30.000 date dal Ministero del Tesoro a titolo d’ indennizzo delle spese fatte dal Municipio pei monumenti veneziani, (v. Concorso del Ministero e del Comune). Gradino di legno
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tronato fosse in lei legalmente estinto, ed essa non ne conservasse ancora gli obblighi. Il fatto e che nè la Fabbriceria di S. Marco in Venezia, nè il Comune di Nanto hanno voluto far nulla. ORATORIO DI S. PAOLO A NANTO. Se la chiesa di Nanto si scoprì ancora in piedi, quando si credeva demolita, 1’ Oratorio di S. Paolo a Nanto si scoprì demolito, quando era ancora iscritto tra i monumenti
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che si avrebbe dovuto fare il ristauro aggiungendo il meno possibile, compatibilmente coi bisogni del-l’abitazione, riaprendo r ■»* ... ■ c • j > ■ r rig. /o - Abbazia di £>. Liregono dopo il ristauro. solo quei fori di cui esistevano le traccie, e aprendo sull’ angolo nord-est una loggia come quella che si trova nelle vecchie stampe, e che difatti esisteva. Questo progetto, compilato dallo stesso Soprintendente dei monumenti
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dell’antica fede. « Con un furore spietato, dice uno storico protestante, vennero rovesciate tutte le immagini sacre ed abbattuti tutti i monumenti del passato, che erano stati per molto tempo oggetto di profonda venerazione ».6 II popolo venne costretto colla forza ad assistere alle funzioni del culto protestante: ehi vi mancava veniva sferzato. Angermann fece applicare questi castighi
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, dalle acque sudicie; imbrattò quasi tutti i monumenti di marmo e le iscrizioni, tra le quali quello del duca di Cleve e di papa Adriano VI di santa memoria ».2 I Eomani passarono un’orribile vigilia di Natale : nessuno dormì, in tutte le finestre ardevano dei lumi, si sorvegliava ansiosamente l’altezza delle acque. Finalmente potè scorgersi un lento abbassarsi dell’onde. Ciò nonostante all’indomani
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che in cotto. A tutto questo devonsi aggiungere le iscrizioni e gli avanzi di monumenti scoperti pure nella campagna di Rovigno, quali : l’architrave d’un tempio inalzato alla Fortuna ; — l’architrave d’altro tempio inalzato all’ Istria, incominciati ambedue da Caio Vibio Varone, compiuti e dedicati da Quinto Cesio Macrino ; — un’ ara dedicata a Sessomnia Leucitica, la cui iscrizione viene dal Mommsen
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oltre un metro e mezzo. Però l’alternarsi di pilastri a colonne non è raro nei monumenti italo-bizantini dopo il vìi secolo, usato o per ragioni statiche o per mancanza di colonne e di capitelli. Tale alternazione si trova, nelle regioni adriatiche, per esempio nella chiesa di san Donato a Zara, dei primi anni del secolo ix. I pilastri di San Donato hanno, in luogo di capitelli, modanature semplici, qualcuna
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all’originale. I ritratti dei Barbii, sovrapposti l’uno all’altro negli antili, fanno della porta di San Giusto uno dei monumenti più curiosi che si possano vedere. Nessun riscontro nei monumenti veneto-adriatici: ma una viva analogia con la porta di San Donato a Zara (primi anni del secolo ix), che ha l’architrave dritto e gli stipiti formati di frammenti architettonici romani. Sopra l’architrave della porta
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). Pare anzi avesse una porta con ponte levatoio a settentrione e fosse direttamente incorporata nelle mura. Con tutto ciò l’arte fu assai rispettata. Sulla porta si gettò un pesante e solido arco gotico; e nei suoi stipiti furono incastrate due basi di monumenti romani (tra cui uno di Costantino) ora tolte: forse avevano ornato romanamente la porta più antica. Riapparvero ancora, come fregi, quelli dell’antico pronao
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. — Monumenti della vittoria. Vacante il ducato per la morte del doge Orio Mastro- r^j(™0 piero, furono dai consiglieri convocati tutti gli abitanti da d^jgg Grado a Capodargine (1) per 1’ elezione del nuovo principe. Si nominarono, secondo l’introdotto ordinamento, i quaranta elettori e questi promulgarono doge il 1.° gennaio 1192 more veneto, cioè 1193, Enrico Dandolo, famoso per le sue azioni diplomatiche
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ed oppressa. Il paese divenne tosto squallido e deserto; il commercio si arrestò; la civiltà si spense; ogni legame con l’Europa fu rotto. Le fortezze e le città, fiorentissime al tempo di Scanderbeg e ornate di palazzi e di monumenti, principalissime tra esse Petrella, Petralba, Stellusio, Tornazio, Sardo, Drivasto, Dania, Vulpiano e Sfetigrado scomparvero senza lasciare traccia; altre, come Croja, Durazzo
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, il 3.° al diritto privato, penale e feudale; ogni libro dividendo in titoli, e indicando per ogni legge il nome-dei monarca a cui era dovuta. La compilazione è animata da uno spirito di ordine e di giustizia, ed è prova di alta saggezza, anche per le frequenti riforme apportate al diritto vigente. Essa è una dei monumenti più illuminati del diritto medievale italiano. La tradizione, forse non infondata
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