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52 LIBRO V, CAPO Vili. E se vera, verissima ed incontrastabile si deve riputare la storia nostra in tutte le circostanze sino ad ora difese e con tanti monumenti da noi dimostrale ; vera egualmente si deve riputare anche 1’ altra circostanza delle parole dette dal papa all’ imperatore nel-1’ atto che quello poneva a questo il piede sul capo. Perchè tutte le medesime testimonianze
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172 LIBRO XIV, CAPO III. A tulle queste indagini, clic ho fallo nelle pergamene degli antichi cronisti, aggiunsi altre indagini nei monumenti contemporanei della repubblica, parlicolarmente nei registri del maggior Consiglio, a cui, supposta la verità del fatto, avrebbe dovuto appartenere l’istituzione dell’ asserita festa in ringraziamento deH’ottenuto favore. Ma, convien dirlo francamente
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, di un secolo e mezzo, del francese storiografo; anacronismo copiato, secondo il solito, dal 3uo antecessore Laugier. Ne parlo qui, giacché qui 1’ hanno quelli introdotto. Il Laugier scrisse e il Darù copiò 1’ istituzione di una magistratura novella, da loro nominala de’ Sopraintendenti alle pompe. 15 sebbene il Tiepolo, sull’appoggio della verità storica e degli irrefragabili monumenti, che possediamo
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anno 1348. 197 quegli abbandonati bambini, che potè mai trovare per le vie, ai quali perciò venne il nome di trovatelli; ed, assistito da alcune pie matrone e da altri pietosi uomini, in due distinte confraternite uniti, prese cura a mantenerli ed allevarli. Questo suo pietoso uffizio gli procurò il nome di Pttruzzo della pietà. La fondazione della sua caritatevole opera ebbe, sei anni dipoi, cioè nel 1346, l’approvazione del Senato ; e tanto in seguito ne fu prosperala quell’intrapresa, che crescendo a dismisura il numero degli esposti, né più bastandovi le case prese a pigione, dovette procacciarsene delle altre, finché, comperato un vasto luogo, nella parrocchia di san Giovanni in lira-gora, ivi, lui morto, fu trasferita la doppia numerosissima famiglia di bambine e di bambini sottratti dalla miseria e dall’abbandono, a cui gli avevano condannati la disumana barbarie dei lascivi lor genitori. Ed é questa la casa, che tuttora sussiste, e che per la beneficenza de’ pietosi cittadini prosperò in seguito maravigliosamente, ed ebbe il nome, sino al giorno d’oggi conservatole, della Pietà. Contigua alla piantata abitazione aveva eretto il buon francescano anche una chiesa ; la quale ripulata angusta, quattro secoli di poi, fu rifabbricala più decorosa e più comoda per ordine del doge Pietro Grimani : se ne posero le fondamenta nell’anno 1745. Ho detto, che il benefico fra Pietro da Assisi doppia famiglia istituì di trovatelli, di maschi l’una, di femmine l’altra : tenne i maschi appresso al suo convento di san Francesco e collocò le femmine appresso al vicino monastero delle suore di santa Maria della Celestia. Di ambedue queste case, che dopo la morte di lui furono in una sola riunite, si ha memoria dalle matricole (1) dei due luoghi suddetti, nel cui incominciamento se ne legge narrata la fondazione colle brevi parole, che dall’ una e dall’ altra trascrivo (2). In quella di san Francesco si legge : « Correndo li Anni del Nostro (i) La Matricola detta in veneziano (*) Chi volesse averne più estese notizie, Mariegola, era il registro autentico e legga il Cornaro, Ecclesiae venetae anti- contemporaneo degli alti di ciascuna con- quis monumentis etc. illustratis; toni, fraternità. Vili, pag. 68 c seg.
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largiti a pubblico uso. Ne fu preferito il disegno di Jacopo Sansovino. « Egli, dice il sullodato illustratore dei patrii monumenti (1), ve-» niva divisando la sua fabbrica in due ordini, dorico 1’ uno orna-» tissimo, l’allro ionico gentile, il cui sopraornato reca un fregio » grandioso nobilmente ripartito, coronato poi da una cornice » reggente una balaustrata, su i di cui piedistalli s’innalzano sta-
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, attestano i monumenti della chiesa di Arles, che dopo la traslazione di esso, avvenuta nel suindicato anno 1572 da Monpellier, ov’era morto non più vi era stato toccato; sempre lo si era ivi onorato con religioso culto; nè mai sino al giorno d’oggi se ne pose in dubbio la verità e l’esistenza. Sappiasi anzi, che da Arles derivarono le principali reliquie di san Rocco, le quali si venerano nelle Spagne
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non era che un avanzo dell’ antica, e conteneva in sé un misto d'investitura spirituale e di temporale. Talvolta invece se la ceremonia facevasi per procura, l’arcidiacono, prima dignità del capitolo, assistito dai canonici, ne poneva il procuratore nello spirituale possesso, senza che vi concorresse il doge. Ciò attestano i monumenti dell’archivio capitolare di san Pietro di Castello, da cui il dotto Scompariti
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1848
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sotto il vestibolo della chiesa di santo Apollinare, sono attestati da pubblici monumenti e dalla costante tradizione della città. Le pitture, eli’ esistono nella gran sala del maggior Consiglio, nel palazzo ducale, esprimono in varie tele i fatti di Alessandro III in Venezia, ed una di queste rappresenta il suo riconoscimento nel monastero suindicato. E le pitture odierne furono ordinate ai migliori pennelli
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da bravi generali poteva benissimo avere avuto il comando della flotta imperiale ed avere combattuto contro i veneziani a Salvore, esservi stalo sconfitto e fatto prigioniero, ed aver in somma sostenuto tulle le parli, che le nostre storie e i nostri pubblici monumenti gli attribuiscono. Dunque la vittoria di Salvore, cui pretendono gli avversarii di avere smentita con questo frivolo argomento
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la loro contraddizione in onta dei solenni monumenti e degli scrittori contemporanei da me accennali ; non mi curo di alcuni altri scrittori di minore importanza, e stranieri e recenti, i quali dichiararono favole tutte le circostanze, che io qui ho preso a dimostrare. Contro di essi sussistono sempre tutte le testimonianze positive e solenni delle quali ho parlalo finora. Ma non devo tralasciare di rispondere
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, cangiarono quei capolavori in moneta e ridussero al nulla de’ monumenti che aveano costato tanto, onde rilrarne poco denaro. Essi rovesciarono ancora un Ercole appoggiato su d’ un paniere, coperto dalla pelle di leone, la cui testa, sebbene fosse di metallo, avea un terribile aspetto e parendo vicino a ruggire melica il terrore negli animi dell’ oziosa moltitudine. L’eroe slava sedulo senza lurcasso, senz
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allestita. Avrebbe potuto ram-» meritarsi allora il vecchio, che uno scherzo simile usò egli, setle » anni prima, al conte di Sanbonifazio. Come poi riuscisse tutlociò » senza opposizione delle guardie e degli amici di Salinguerra » niuno ce ’1 dice. • Fin qui il Frizzi sulla testimonianza delle cronache e dei monumenti ferraresi ; il quale inoltre ci fa sapere, che la nave, su cui era stato trasportato
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in queste sue Memorie ( e ne portò più che gli fu possibile, perché più così crescc-van le pagine) abbiamo abbastanza materia per conoscere da quale spirilo di malignità, di adulazione, di livore verso altri gentiluomini, per solleticare le passioni del suo padrone siano stale dettale. E queste, secondo lui, sono irrefragabili monumenti di storia. Ora sviluppata cosi la materia, da cui formò il valent’uomo
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gli uni dagli altri, conchiudono essere finalmente caduta la Repubblica di Venezia per la sua eccessiva decrepitezza. Nè su di altro suolo, tuttoché spargendo ben altri efiluvii, strisciò anche il novello insetto di quel medesimo sciame, clic nel 1trasse fuori da scritti e monumenti VOL. XI.
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amo 1749. 407 convenzione qualsiasi tra la casa d’Auslria e la repubblica «li Venezia per la elezione ilei patriarca. 1 monumenti aquilejesi, raccolti «lai diligentissimo de llubeis, non fanno veruna menzione nè «li antiche nè di moderne contese tra i due governi, intorno a questo argomento : eppure il de Rubeis con minutissima esattezza commemorò, in «piella sua erudita opera, ogni più lieve
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1854
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ANrvo 1718. 259 Sull’origine di questo castello varie sono le opinioni, la più comune e più accreditata si è, che ne sia stato fondatore Ateste, uno de’ compagni di Antenore, che piantò Padova. Le lapidi, i marmi ed altri pregevoli monumenti, che a quando a quando vi furono disottcrrati, ce P attestano città non infima della terrestre Venezia. Dominarono per lungo tempo in questa città
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1907
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in marmo rosso di Verona, sulle quali si slanciano lo svelte ogive. La volta della navata di mezzo è formata di travi disposte così che danno l’immagine di una carena capovolta. I recenti restauri hanno rimessa in luce la primitiva e bella ornamentazione pittorica delle pareti Dei monumenti accolti in questa Chiesa importa rammentare il sigillo sepolcrale ili Francesco Morosi ni Peloponnesiaco
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1912
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la Commissione provinciale ad occuparsi dell’ argomento, per invitare 1’ Ospizio degli orfani proprietario a mettersi in regola colle leggi, che vietano qualsiasi lavoro ai monumenti, come agli oggetti d’arte, senza autorizzazione del Ministero. CHIESA DEI SERVI. Su conforme avviso della Commissione provinciale e dell’Ufficio, il Ministero ha autorizzato il ristauro dell’ altare dell’Addolorata, purché
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, ha indietreggiato in pratica ad accogliere il leone sul verone verso il Molo, ha lasciato cadere le proposte d’altri ripristini, persuaso che sui monumenti antichi bisogna andare più che guardinghi ed accettare lavori moderni. Manifestò la sua contrarietà al ripristino dei leoni scalpellati, anche quando ne fu fatta la domanda in Consiglio comunale. I leoni noi non li sentiamo assolutamente più come gli scultori
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1912
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monumentale merita d’essere conservato ; dubbio che non potrebbe sussistere nel caso che l’avanzo fosse già iscritto nell’ elenco dei monumenti. Nella nuova legge questo articolo non c’ è, e, quando si tratti di proprietà privata, se non v’è la notifica di cui l’articolo 5, si può temere che gli avanzi monumentali sieno impunemente distrutti, perchè 1’ articolo 18 della nuova legge tutela gli avanzi
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