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370 Libro I. Leone X. 1513-1521. Capitolo 10. palazzi e chiese nuove e medioevali, risuonanti del tumulto prodotto dal transito, a cui partecipavano le più diverse nazioni. Mentre la città propriamente detta andava sempre più trasformandosi sotto Leone X, gli antichi monumenti rimanevano immuni da notevoli cambiamenti ; anche allora, non ostante il crescente interesse per l’antichità
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l’interpretazione del monumento come fosse un’apoteosi da imperatore pagano. In realtà Michelangelo ha concepito il ;suo progetto sì completamente nello spirito della tradizione cristiana, che la decorazione non si distingue sostanzialmente da quella dei monumenti sepolcrali del medio evo e del primo rinascimento, pur essendo vero che egli formulò a modo suo indipendente alcune cose che gli andavano più a genio
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del soggiorno fatto a Roma, quest’uomo del resto si freddo e mottegge-vole era invaso da un irresistibile desiderio del luogo, che tante altre cose offriva insieme ai numerosi monumenti dell’antichità. « Quale preziosa libertà, quali tesori di libri, quale ricchezza di cognizione nei dotti, quaìi piacevoli belle maniere ! Ove mai si trovano tante società letterarie, ove mai nel medesimo luogo si grandi
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i padri dell’Oratorio che, sotto l’incitamento del loro santo fondatore Filippo Neri, mostrarono un amore e venerazione speciale per gli Atti dei Martiri, per i monumenti sacri di Roma, e per tutto ciò che riguarda sempre la storia ecclesiastica». Filippo stesso fu pure fondatore di una biblioteca alla Vallicella, una delle prime che fu aperta ad uso del pubblico. Come l’attività di Filippo influì
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» appiccicati agli antichi monumenti, come i nidi delle cornacchie e delle passere su le volte ed d muri delle chiese distrutte dagli Ugonotti francesi. Come altri osservatori, anche egli era meravigliato dal fatto, che ben due terzi della zona chiusa dalle mura aureliane fosse priva di edifici. Egli stimava l’insieme a seconda della sua ampiezza, così grande come Parigi con tutto il suburbio; del numero
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Paolina in S. Maria Maggiore. - Il palazzo del Quirinale. - Strade e fontane. - Il palazzo e la villa Borghese. - Trasformazione della Città Eterna. Il compimento della basilica di S. Pietro precipuo intento artistico di Paolo V, 603. L’antica Basilica al momento in cui fu eletto Paolo V, 604. Il vecchio S. Pietro fatiscente, 605. Paolo V per il mantenimento dei monumenti dell’antica Basilica
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non erano in grado di sopportare il grave peso.6 Nel luglio 1606 fu nominata una commissione, di cui fece parte anche Jacopo Grimaldi, la quale fu incaricata dalla congregazione cardinalizia di provvedere a mettere in salvo i monumenti di papi, che si trovavano nella navata mediana e in quelle laterali della basilica.7 Venne quindi il 5 settembre aperto per primo il sepolcro d’Innocenzo Vili, a cui seguì
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del papato di Paolo V, Roma contava 99,647 abitanti, nell’anno in cui morì 118,356.5 Gli inviati veneziani per l’obbedienza, che si recarono nel 1621 da Gregorio XV, riescono appena a trovar parole per descrivere lo splendore della residenza papale; Paolo V ha talmente accresciuto le meraviglie di essa, che queste potrebbero gareggiare con quelle degli antichi. I monumenti di ambedue, essi rilevano
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deputati al miglioramento della difettosa amministrazione temporale 73-76. Atteggiamento verso l’arte antica, simile a quello d’Adriano VI 76-81. Kestauri al Vaticano 81. Le tre nuove cappelle in Vaticano 81-83. Costruzioni in Eoma. S. Pietro 83-85. Monumenti sepolcrali a Eoma e Napoli. Costruzioni a Bosco ed Assisi. Fabbriche di pubblica utilità a Eoma 85-86. Vie. L’acqua Vergine. Fortificazioni in Eoma
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, non era 1 Via Sudario n. 45 ; vedi Gnolt, La Torre Argentina in Roma, Soma 1908 ,-Noack, Das deutsche Rom 58 s. ; Stettiner 445. 2 Vedi Hermanin 27, tav. 38 ; Egger, Veduten I, 20, tav. 7. 3 Cfr. Tesoront, Il Palazzo di Firenze 7 e Eodooanaciii, Rome 200 s. 4 V. sopra p. 246. 5 Fabricitts (Roma 254) dice che nessuna chiesa di Roma contiene tanti monumenti di marmo. 6 Vedi Eoger, Veduten 19, tav
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degli anni. La basilica formava un museo della storia ecclesiastica e artistica, quale il mondo non ne presentava un secondo. Molti monumenti avevano ripetutamente cambiato posto. Così il Fichard vide nella cappella di S. Andrea, allora detta S. Maria della Febbre, i sepolcri dei papi Piccolomini degni di nota speciale per ogni tedesco. Fuori di questa cappella stavano nell’estrema navata laterale sinistra
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del tempio di Saturno, il bel portico a colonne del tempio di Faustina e Antonino, le tre colonne del tempio dei Castori; a destra la grandiosa massa del Colosseo, l’arco di Tito e S. Maria Nuova (S. Francesca Romana). Verso Est si riconoscono ai piedi della Rupe Tarpea S. Maria della Consolazione, S. Teodoro e i monumenti del Velabro, sui quali guardano dall’alto le rovine dei palazzi imperiali
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poetica, dell’apparizione della regina del cielo all’ imperatore Augusto.3 A sinistra della grande scalinata, che a partire dal 1348 conduceva dalla piazza del Campidoglio alla chiesa, Fichard vide un rilevante numero di sculture in marmo, alcune delle quali si sono conservate fino al presente. La chiesa poi, su cui il senato aveva diritti di patronato, era ed è tuttavia molto ricca di monumenti
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e buon conservazione erano fra i monumenti più popolari di Roma. Da essi il Quirinale era detto Monte Cavallo. Il colle era quasi completamente coperto di giardini, vigne, oliveti e ville. Già Pomponio Leto e Platina s’erano costrutte ville e giardini su quel colle apprezzato per la sua aria sana. Altrettanto fecero i cardinali Prospero Colonna, Oliviero Carafa, Antonio Ferreri e Rodolfo Pio da Carpi
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1848
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col dichiarare e dimostrata incontro versibilmente, col consenso generale degli storici e de’ cronisti, de‘ monumenti privati e pubblici tuttora esistenti, /’ autenticità della congiura di Bajamonte, e nel medesimo tempo affatto deficiente e travisata ed oscurata da dubbiezze e da contraddizioni l’ evidenza storica, quanto ai motivi reali, che vi diedero origine, ed al carattere politico dell’ Autor principale
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, una porzione di quello essere in Arles ed una porzione in Venezia. Cade da per sé stessa cotesta loro asserzione qualora si consideri, che al corpo esistente in Venezia non mancano, come ho notalo poco dianzi sulla fede dei monumenti e dei processi nostri, che due ossa soltanto; cosicché a due sole ossa ridurrebbesi tulio il corpo esistente in Arles; laddove in Arles per lo contrario esistono
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tanti nostri monumenti contemporanei e solenni. E giacche il Muratori scherzò dello storico Obone, di cui, dice, avere il benedettino Olmo dato fuori un pezzo di storia, c giacché fa egli molto conto del Sabellico, allorché lo crede dubitare della vittoria dei veneziani a Salvore, si sappia, che il Sabellico, nelle sue deche, nominò ed encomiò lo storico Obone, dicendo, esservi motivo a conghietturare
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1848
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(1). » Ed abbiamo storici monumenti, essere stata similmente recata al campo di battaglia negli anni 1068, 1125, 1168, e per l’ultima volta nel 1204, quando fu tolta a Murzuflo. Anche del luogo dirò, in cui solevano i greci custodirla in Costantinopoli. Secondo le testimonianze degli antichi scrittori, essa conservavasi nella chiesa di santa Maria del Faro, ove pure si conservano altre preziose reliquie ed immagini
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1848
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non adattata per quell’ incarico e per quell’iiftpresa. Ma, supposto anche per un momento, che Ottone avesse avuto 1’ età di soli otto o nove anni, prima di negare assolutamente un fatto da tanti pubblici monumenti solennemente attcstato, sembrami che si potrebbe notare, essere avvenuto altre fiate, che un fanciullo o un giovinetto di poca età avesse nominativamente il comando di un esercito od
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1848
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anno 1273. 409 liani, scritto dal notaro del comune di Bologna, Lorenzo figlio di Alberto Scario : a Bologna perciò esiste quello, che porla la sottoscrizione del primo, e qui avrebbe dovuto esistere 1' altro, portante la sottoscrizione del secondo. Il documento, ch’é a Bologna, fu portato anche dal Savioli, nell’appendice del voi. Ili, tra i monumenti (1), e confrontato colla nostra copia
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