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, e parlano tanti insigni monumenti, in sè stessa fidente, più ancora nel celeste favore confida, al quale invano mai non ricorse, ed il quale nelle estreme avversità mai non le falliva. Di questa fede sicura, di questa popolare pietà, or son nuovo testimonio le processioni, che, per invito del nostro governo, S. Em. il sig. Cardinal Patriarca indisse, ad invocare nelle presenti necessità l’aiuto possente
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487 quanto il coraggio c l’ardore, quanto infine il santo amore di patria, diranno sinceramente, e il loro spassionato linguaggio sarà documento per la nostra storia, se pure non rimarranno tra noi più solenni e irrefragabili monumenti della lotta gloriosa. Sappia adunque l’inimico, che tra noi sono unione, accordo, pace, e che a mantenerli non è più bisogno di erigere patiboli, e di adoperare
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452 Io non ti chiamo a pensare che un nuovo anno è cominciato ; poiché il tempo non è che un meschino calcolo dell’uomo. Io invece ti dico: il sole che tu misuri percorre immutabilmente la sua strada, e tu, o popolo, sei chiamato a percorrere la tua!.... Camminando io per le tue strade, o Roma, e come Paolo l’apostolo in Atene, contemplando anch’io i tuoi monumenti dagli Obelischi di Elio-poli
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ed agli uomini si compri chi sacrifica la propria vita per la salvezza della patria, potrei richiamarvi alla storia di tulle le nazioni, di tutti i popoli; potrei, e solo anche questo basterebbe, richiamarvi collo sguardo alle pareli di questo tempio medesimo, ai tanti monumenti che qua dentro ricordano le glorie dei nostri maggiori, il patrio valore di tanti eroi: ma poiché è mia ventura di parlare
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nell’anno 1853 465 (iila del tempo nel fumare e nell’ assistere alle corse dei tori, ai molti giorni festivi, non meno che al giuoco del lotto. In fatto di monumenti architettonici e di pitture, la Spagna è tra i paesi i più ricchi della Europa. Chi non conosce per fama le sue grandiose cattedrali gotiche, i palazzi magnifici dei suoi re Cattolici, quelli elegantissimi dei suoi sovrani Moreschi
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non ¡scoraggi Venezia. Quest’è ben diverso da quello con cui le nazioni guerreggiatili tra loro per dividersi a brani 1JItalia, la strinsero neM814. Oggi noi non siamo gli schiavi che aspettano il giogo, siamo i liberi cittadini che difendoim la propria libertà, — Oh sì, se non vogliamo che Italia ci maledica, che Europa ci derida, giuriamo sui monumenti che ci ricordano le geste dei nostri padri
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. Se non bastano le rendite alle spese, se non avremo nè forza, nè sicurezza, allora ci uniremo cogli altri italiani. È sacro dovere di trasmettere ai posteri quale a Noi viene affidata, l’opera meravigliosa di quattordici secoli di monumenti, di glorie e di prosperità. Quello che preme a tutti è che non tornino gli austriaci. Gli altri italiani vogliono mandare i loro deputati al gran consiglio
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. Da voi e dal popolo dee sorgere la libertà e l’indipendenza d’Italia : da voi e dal popolo in cui dura perenne tanto la memoria delle antiche glorie, quanto la tradizione dell’avita pietà. 11 elero libero sarà maestro al popolo di libertà; il popolo libero ritroverà nel suo cuore quei tesori d’affetto, che ne*bei tempi d’Italia lasciavano sì splendidi monumenti alla religione. Venezia, 47 settembre 4848. 22
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», Antiquar Abteilung, Vienna, Holder 1904, pp. 100 su 2 colonne, con 180 flg. e carta. Relazione di viaggio di una missione scientifica, con osservazioni varie, ma particolarmente sui monumenti archeologici.
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-344 DIOMID STRUNGARU lentä x, cäci de la Hasdeu si Gaster n-a mai fäcut nimenea la noi astfei de ■studii. Voi asculta cu pläcere studiul de care imi scrii, indatä ce mä voi in-toarce la Bucuresti, ceea ce are sä fie cam pe la 20 ale acestei luni. Asupra candidaturei e bine sä consulti — inainte de a te hotäri definitiv — §i pe ceilalfi colegi ai mei din Bucuresti, de pildä pe D-l Onciul sau Dimitrescu-Iasi. Al D-tale binevoitor prieten, I. Bogdan [Adresa de pe plic:] Domniei sale Domnului Ilie Bärbulescu Interpret la „Arhivele Statului“, Bucuresti, str. Corbului (Izvor). Romania IX. Desearâ ne întîlnim la Antipa (Muzeul de istorie nationalâ, str. Polonâ). Adu sa cetim continuarea articolului. Al D-tale, I. Bogdan ■ 3 OCt. 1901 [Carte postala adresatâ :] D-lui Ilie Bârbulescu Loco, Str. Corbului (Izvor) 9 X. Bucureçti, 6 oct. 1901 Domnule Bârbulescu, Am cetit articolul D-tale si, dacâ ai schimba titlul si oarecare pârti ca stil, eu n-as avea nimic contra ca sâ se publice în „Convorbiri“. Ar trebui intitulât : Etimologii slavo-române (sau Cîteva etimologii) 2, càci nu con tin altceva decît etimologii. Dacâ nu ai grabâ cu tiparul, ar fi bine sâ-1 citim o datâ împreunâ cu mai multi, poate si cu D-l Densusanu. Î1 gâsesc mai bun decît celelalte studii ale D-tale si e natural sâ fie asa : se Cine de fapte. Al D-tale, I. Bogdan Loco [Carte postala adresatâ r] D-lui Ilie Bârbulescu 1 Este vorba, probabil, de Codicele de la Cohalm, primit de Bärbulescu de la un intelectual •din Rupea (Cohalm), jud. Braso v. Ulterior 1-a cedat elevei sale Eufrosina Simionescu, care 1-a prezentat sub titlul Monumente literare vechi : Codicele de la Cohalm, 1592, Iasi 1925. 2 Sublinierea ne aparj:ine (D.S.).
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chiaramente come alla fine del secolo si fosse esaurita la plastica. 3 Lavori mediocri son pure le statue dei santi dell’Or-(line cui appartenne Sisto V, che furon messe nelle nicchie delle pareti accanto al momumento. S. Francesco di Assisi è di Flaminio Vacca, S. Antonio di Padova di Pietro Olivieri. Quindi il tipo del monumento si ricongiunge strettamente con i monumenti Medicei di Michelangelo
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per avere saputo sopperire in tal modo alle spese dei suoi sforzi rivolti al bene comune.3 Ugualmente solo stoltezza può fare un rimprovero al papa della difficoltà della circolazione, inevitabile nella costruzione di strade.1 È giusto invece che si deplori il procedimento senza riguardi verso i monumenti antichi, ma vanno tenute in considerazione le idee di quel tempo. Persino nel fiore del Einascimento, l’alto
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si occupò ad eliminare il coro provvisorio di Bramante ed a costruire la nuova tribuna del coro.4 L’affresco della grande sala della Biblioteca Vaticana fa vedere quale fosse al principio del governo di Sisto V l’aspetto dell’antica e della nuova basilica ancora sorgenti una accanto all’altra. Anche ora non furono risparmiati i monumenti antichi : così nel 1586 andò distrutto il sepolcro di Calisto
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del papa per approvvigionare Roma e per stabilire la disciplina dei costumi nell’Eterna Città. Oltremodo preziose sono le rappresentazioni delle imprese edilizie del pontefice. In esse compaiono molti monumenti e parti della città nella loro figura primiera, tanto pittoresca oltre l’ordinario, vivificata da scene della vita che si svolge nelle vie. Così negli affreschi dedicati agli obelischi scorgesi
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e altri monumenti d’ogni specie, che là esistevano tuttavia in larga misura. « Per riguardo alla condizione* di S. Giovanni in Laterano, la vera cattedrale del vescovo romano, - così Fontana -Sisto V ha deliberato di costruire una nuova loggia per la benedizione e un nuovo palazzo, non solo per crearvi un comodo alloggio ai papi, ma anche per decorare quella regione coperta « di antichi edifici di poco valore
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principali minacciavano di andare in rovina: a S. Pietro e al Laterano i greggi talora pascolavano fino all'altare. Sciagura ancor maggiore che ai monumenti della Roma cristiana era toccata a quelli dell’antichità pagana, che venivano distrutti senza alcun riguardo. Un legato mise in vendita i marmi del Colo* per farne calce. Il materiale degli antichi edilizi veniva trafugato persino in paesi
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lo stesso interesse che ai bisogni religiosi dei auoi protetti : egli è un magnifico esempio dell’unione della tendenza umanistica ed eccita« astica in un tempo, in cui l’ultima comincia già a ritrarsi molto Ir. addietro. * Nè può venir qui trascurato Maffeo Vkgio (1407-1458) altamente benemerito dell'investigazione degli antichi monumenti cri-«tiani di Roma. Come sul Petrarca
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1931
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e allo spopolamento era diventata cmì malsana, che nell’estate i monaci di S. Croce in Gerusalemme ammalavano tutti di febbre.3 Molti dei monumenti sopravvissuti alamità del periodo avignonese erano ruinati nell’orribile periodo dello scisma. Castel S. Angelo aveva gravemente sofferto !* • lotte svoltesi durante lo scisma e il Colosseo v’avea rimesso •fi* archi di fronte al Palatino e al Celio
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1847
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, sostenne, questo essere il primo libro impresso in Venezia; ma è già provato che per errore dello stampatore si ommise un x, e la vera data è mcccclxxi; il perchè resta che il primo libro impresso a Venezia sia indubbiamente l’Epistole di Cicerone per lo Spira mcccclxix. 4310. Monumenti del principio della stampa in Venezia, messi insieme da don Jacopo Morelli. Venezia, 1793, in fol. volante
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Page 687
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1847
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tiene intagliati anche molti Depositi e Monumenti sepolcrali, fino dalla metà circa del secolo xvm I’ architetto Giorgio Fossati aveva stabilito di pubblicarne una simile; e in effetto diede fuori il Monumento del Doge Da Ponte con un foglio d’illustrazione italiana e francese e forse qualche altro. Separatamente poi varii Monumenti trovansi intagliati, come quello de’ Dogi Barbarighi, del doge
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