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— 405 — letti condusse due dipinture a fresco, che non sono delle comuni e ben possono confortare coloro che si dolessero dei monumenti portati via. L’ uno rappresenta Gesù che scaccia i profanatori dal tempio, ed è a destra, 1’ altra il sacrificio d’ Abramo, e sta a sinistra. Alcuni avrebbero bramato più aitante della persona e meglio formato il figliuolo del santo patriarca, dui qual figliuolo
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maestosi, che tante reggie fiancheggiano, miracolo d'arte, e monumenti di fasto, c non era tanto del remo la gara, quanto della generosità, della ricchezza e del lusso, se tal fiata dei Veneziani privati davano regate a principi forestieri a loro spese, con profusione di oro. Poiché ricordasi quella, datasi nel 1(528 per Cosimo dei Medici, gran duca di Toscana, con isfarzo di ben velili peotte
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di Gerico valesse a formar 1’ efod del Santuario. Lungo è il detto cassone 5 piedi e 4 pollice, largo 3 piedi e 9 pollici, alto 2 e 0 pollici e mezzo, largo 4, e i fianchi si lasciarono decorali dagli stessi antichi ornamenti, comuni a moltissimi dei monumenti romani di questa specie. Nel fondo della vasca scorgesi il solito foro per lo scolo del fluido, e osservon-si pure gli incavi o i curricoli
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il seminario ; nuova e piena vita gli infuse; si introdussero ne’ suoi ricinti le sacre cattedre, si copersero le pareti d’iscrizioni e monumenti del medio evo, salvate dalle chiese che diroccavano ; si formò un lapidario greco e romano, tema gravissimo di controversie e illustrazioni dei dotti ; e a merito sommo del Cavalier Moschini, giustamente seppellito a lato del Milesi neH’Orntorio, degno
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ANTONIO DIEDO 351 gegno, resi operosi per la conservazione, al Moschini associato d’ogni reliquia della friggila nostra grandezza, e per la illustrazione de’ più pregevoli monumenti sepolcrali di Venezia e delle isole. Nè parnii errato o troppo parziale il giudizio, che nell'organizzazione deU'Accadeinia, coll’ accoppiarsi in lui a quello di segretario il posto di professore di estetica
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240 CAPITOLO XV. ma certo il più grande, il , iù venerando ed il più importante di tali monumenti della scrittura simbolica si è il firmamento stellato. 1 primi uomini divisero e circoscrissero le slolle in gruppi di formo da loro prestabilite, dando a ciascuno di tali gruppi i nomi propri alle figure rappresentate nella scrittura ideografica. Le costellazioni antiche, conosciuto ai Cinesi
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preziosa consacrò egli l’omaggio dell'amicizia con un’aurea scrittura dettata dall’ eloquenza del cuore. A lui congiunto dava mano allora al colossale lavoro deH’illustrazione delle cospicue Fabbriche di Venezia, pubblicato nel 1815-20 dalla tipografìa di Alvisopoli, e ben quarantatrè ne descriveva egli solo, fra templi, palagi e monumenti; e oratore compagno, finché il Cicognara sostenne
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, e provvedeva il vitto per tutti; veramente degno di altissimo encomio, anche per il coraggio, con cui ira le fiamme passando, entrato per una finestra della cucina, poiché ardeva la porta del refettorio, e aperte le altre finestre, acciò uscisse il fumo, salvò incolume il famoso quadro di Paolo Veronese. Abbiamo dei monumenti tuttora dell’ ineffabile eccidio in molte arche, che veggonsi nelle chiese
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allora tra i dotti maestri le gare, a cui è debitrice l’Italia di molti capo-lavori perfetti, che al decoro influirono e ai progressi dell’arte. Nè perdette di vista la signoria l’erezione delle botteghe anche in pietra, quantunque fosse quella a dir vero una condizione sfavorevole all’art^ in monumenti di tal genere, ben conoscendo che sopra un ponte di pietra non poteva calcolarsi quell’utile, che ne provenne
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quanti arcavoli delle moderne corazze, e quanta necessità di % simile difesa. Terzo carattere è la moltitudine della gente : che il servigio dei principi e la guerra non si fa senza uomini. Qualunque bastimento militare, o messo a quella maniera, porta a bordo dieci doppi di gente più che un simile bastimento <la traffico. Siffatta moltitudine si vede nei monumenti antichi, nelle famose miniature
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87 azione alla Germania iT una provincia qualunque, la quale, come l’Istria x-veneta, non avesse mandato deputali a quella Dieta, nè, come l’Istria \-veueta, avesse mai appartenuto alla Confederazione germanica. L'Istria è essenzialmente italiana per. lingua, per costumanze, per ìemorie, per religione, per simpatia, per monumenti e per posizione cografica. L’Istria fino dal decimoterzo
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, religione, simpatia, monumenti, e per la sua geografica posizione. L’Istria incominciò già dal tredicesimo secolo a dedicarsi volontariamente al governo italiano della repubblica veneta. Niuna città, niuna borgata dell’Istria, nè nell’interno nè sulla costa, parla e scrive altro che 1‘ italiano. Gli Slavi abitano solo isolali il paese piano, e desiderano, di che ci convinciamo giornalmente
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non voglio ammettere, che il nostro valoroso esercito sia stato arrestato per un intero mese da un pugno di stranieri, che avrebbero avuto tutta la città contro di sé, e-che collocati così fra due fuochi abbiano tenuto in rispetto la più brava nazione del mondo, volendo senza dubbio risparmiare i monumenti dello arti, ma non volendo nè meno sagrificare inutilmente la vita. È dunque certo che la resistenza fu vera
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a’figli della famiglia italiana, riproduciamo un articolo dell’esimio avv. G. A. Papa, che dalla ligure sorella profetando, scriveva, da Venezia incontaminata doversi aspettare il nuovo impulso della rigenerazione della patria. Volgeva propizie le sorti delle Italiane popolazioni; quell’aura vittoriosa di libertà che parea scuotesse per tutta Europa i monumenti della barbarie dispotica
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a tempi più riposati le medaglie e i costosi monumenti j segni di stima ormai troppo dall’adulazione o dalla vanità profanati. Per accertare i falli onorevoli, giova che i commissari!, a ciò deputali dall’Assemblea, entrino in corrispondenza co’ Municipii e co’ capi delle milizie ; ma giova più ancora eh’ eglino stessi di tanto in tanto conversino con le milizie e col popolo, ne conoscano
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d’un altro straniero, il quale ricomperava almeno i torti dell'uomo con le virtù del gran capitano, si legge apposta nelle Guide di Venezia a molli monumenti la nota: Ritornato di Francia; così, a ricordo d’un disastro di gran lunga maggiore, si leggerà nelle Guide future: Sfregiato dal furor soldatesco.
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334 tesco. Quei monumenti rovinali, per cui verseranno lagrime i presenti e i piccoli nati scioglieranno la lingua in maledizioni, ricorderanno ai posteri le vandaliche geste della Francia, c la storia aggiungerà una pagina d’obbrobrio alle infami vite dei Papi. Quel Tevere, testimonio di tante auliche virtù cittadine, e di eterne glorie, che colle sue acque limpide c vorticose traversava Roma
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96 Contro chi osasse tumultuare, saia proceduto eoo lutto quel rigore rhc meritano i perturbatori dell’ordine. Venezia 4 luglio 1849. La Cummiisione Asinaio Dal Cere - Pietro Castella:* - Giov. Argentoni - Francesco Moro. 7 Luglio. PREGHIERA DELL’ OPPRESSA ITALIA AI LIBERI CITTADINI DEL NUOVO MONDO Fratelli America» ! I più formidabili abitatori del vecchio mondo, cittadini della libera Europa, sordi alle voci di umanità e di giustizia, non solo hanno abbandonata la tradita infelice Italia, ma da tutte parli fieramente discendono a dilaniare il seno fecondo di questo giardino di ualura, di questo sacro immortale asilo delle arti, di questo venerando santuario dei più celebri antichi mouumeuti. 1 La città eterna, l'eroica Roma, resa ora per magnanimo inaudito coraggio tanto illustre quauto l’antica, senza aver recata ad altri alcuna offesa, senza colpa sua propria, senza programma politico, in truce strana maniera, reclamante acerba vendetta dalla mano di Dio e degli uomini, venne ferocemente e più volle barbaramente aggredita, mitragliata, bombardata. Oh iniquità! Quei projetlili infernali, se poco colpirono i suoi cittadini, molto offescro i suoi preziosi capi d’opera d’arte, appunto per eternare fino alla più tarda posterità l’infamia del commesso orrendo assassinio. Cercherà forse invano colà il peregrino le tele più j classiche di Ralaello, di Tiziano, di Coreggio, i marmi più insigni di Fidia, di Michelangelo, di Canova e dirà: chi fu il bruiate che osò profanare questo dei Geuj delubro sacrosanto? Fratelli dell’opposto emisfero, inorridite! Roma fu bombardata dal i popolo che si vantava il più incivilito della terra, da quello che senti battere in cuore primo sovrumano palpilo di libertà, che primo franse Ir abbomiuate regie catene; e questo popolo lauto gentile, ora si forma (oh vergogna!) complice e ministro disonoralo di tirannide, di barbarie, e di dispotismo. , Ma altra innocente ed infelice Italiana Città, a Roma seconda sorella, nel pianto si strugge, ed eroica mendica non trovando pietà alcuna nei fratelli del vecchio etuislero, si prostra a chieder pietà e soccorso ai fratelli generosi ed umani del nuovo libero Mondo. Questa sventurata regina dell'Adria, creatrice di sè medesima, per quattordici secoli di sé stessa immacolata e possente Signora, per iniqua frode, per turpe ladroneccio, per successivi esecrati trattali, era stata falla schiava abbietta dell austriaca maledetta dominazione. Venezia coraggiosa seppe frangere questo giogo iuferuale ; ma il vaudalo scellerato da tredici mesi la adocchia inviperito, e per terra e per mare la bombarda, la fulmina, la stringe, la »munge, la affama.
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fu repubblicana. Tutto ciò che avete sotto gli occhi non vi prova abbastanza quanto una Repubblica sia superiore ad ogni altro modo di Governo? I monumenti, i palazzi dei quali andate superbi, quando furono essi edificati ? Sotto la Piepubblica. — In quale epoca Venezia diede al mondo tanti uomini illustri che a stento potè la storia registrarli? Sotto la Piepubblica. — In quale epoca fu Venezia regina del mare
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, e rispettata, e maestra delle nazioni; quando invece r Italia dominata dai re fu misera, conculcata, e scolara delle sue scolare. 1 monumenti, che vi circondano, e che voi ammirate, si fecero a’tempi delie Repubbliche. Guardate un poco intorno a voi: il vostro tempio di s. Marco, i vostri palazzi, le vostre procuratie vecchie e nuove, il vostro campanile, il vostro palazzo
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