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] p. nobis ornre dignemini ut Xps sit nobis semp. vita. Amen f Dal suo stato attuale argomentiamo una volta di più l'inutilità dei decreti di Nemagna contro i monumenti dell’ arte bizantina in Cattaro. (Neal-¡Notes Ecclesiologal ecc. I. c. p. 169) cfr. pag. 65 di questo libro — E funzionata secondo il rito gr-orientale fin dall’anno 1689, nel quale fu ceduta ai gr. or. pubblica auctoritate verso
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46 affatto cancellato. Oltre a ciò i monumenti romani tratto tratto dissotterati a Cattaro, gli edifizì eretti fin V 809 da Andreaccio e tuttavia conservati, da ultimo il sarcofago dei coujugi Saracenis, morti senza dubbio innanzi 1’ 867, rinvenuto appunto entro i limiti della primitiva città di Cattaro, sono prove aver esistita su quel sito la città assai prima dell’eccidio dalla leggenda
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sia derivato il vocabolo T1 e les trina , osser-ando tra falere cose, che i nostri antichi monumenti'Pì-istrina e Pelestrina dicono quel lì tt or ale. Ella medesimo a, che il Trevisan nella sua Mappa la dice Filìstina seu erentina. Il Dalecampio nel suo Plinio nota così: 'Tistri-nam foli am (/. fossam ) nunc dici tradii Rodig. I, 5, aliis ^elestrìnam, luogo portato egli ancora dal Filiasi. lodun-ue
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zz Libro Primo. da cui noi qui produrremo due documenti , che possono illustrare i Monumenti anteriori al sec. XI. Il primo è d’un antico Agrimensore presso il du Fresne : Juxta Gallos vigesima pars ancia Denarius cft : & duodeeim denarii Solidum reddunt. Ideoque, juxta numerum deìiariorum , tris lincia V solidos compiente sic & Vsolidi intres uncias redeunt i nani Duodeeim lincia
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al principio del 1880.'Come risulta dalla relazione del conservatore D.r Ferdinando Kenner alla Commissione centrale per la conservazione dei monumenti, le reliquie trovate furono abbastanza considerevoli. Oltre a diversi rottami d’edifici, venne in luce anche un’ara votiva della dea Eia, ossia, come si crede, d’una divinità locale dell’ Istria. Si pretende pure d’aver constatato che il materiale
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archiacuto, e parte delle muraglie racchiudenti un orto, ove la chiesa stessa sorgeva. Fu eretta nel 1318. Era ad una sola navata, avea ventidue altari, e molti monumenti la decoravano. Per la noncuranza di tali preziose memorie, unita alla ignoranza. fu demolita nel 1812. Si conservarono almeno le ossa di Paolo Sarpi, ivi sepolto, e furono riposte in S. Michele di Murano. Il Sar-pi, il Bergantini e varii
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: ed è gloria dì Giuseppe Porta detto del Salviati sostituire la sua Vergine Assunta a quella di Tiziano all’ aitar maggiore, che ammireremo in appresso nell’ Accademia delle Belle Arti. Vi dipinsero altresì Sonte Peranda. 1’Aliense, il Contarmi, Andrea Vicentino, il Bambini, il Nogari', Francesco Rosa, e qualche altro ìli merito inferiore. Riguardo poi a’ molti monumenti innalzati ad illustri personaggi
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atrio appresso la cappella sinistra verso l'aitar maggiore è il busto del predetto pittor bavarese Giancarlo Loth qui morto 1’ anno 4698. Nel vicino cortile sono raccolte le iscrizioni che prima stavano in chiesa, e si apparecchiano monumenti ad alcuni uomini illustri, fra’quali Giunja-copo Farsetti che molto meritò nella guerra di Candia. Il rio che scorre dinanzi la chiesa fu nominalo
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. I. lt. Direzione locale del Genio. Occupa l’antico convento degli Agostiniani, e sopraintende alle fortificazioni e costruzioni militari. La Repubblica teneva l’ufficio del Genio in Verona; e fra i suoi ingegneri militari fu famosissimo Antonio Rizzo scultore ed architetto. Il cortile che mette all’ufficio ha diversi monumenti ; il deposito di Domenico Molino, senatore e letterato valente, morto nel 1635
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DELLA SALUTE 483 corpo sovrano, che dovea farsi a piedi per divozione, partendo dalia Basilica e dal palazzo ducale. Per tal guisa, se la guerra fu della peste micidial conseguenza (1), e i due flagelli corsero uniti il territorio della repubblica, combina-ronsi insieme i monumenti con quella effigie e con quel tempio ; e se all’occasione della guerra famosa delle Curzolari, Pio V, riconoscendo
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desiderio. E a que’preziosi ruderi, avanzo di nobili e cospicui edifizii, monumenti delle arti e della umana ricchezza e potenza, in cui è la parlante storia ristretta dei nazionali antichi fasti, ispirava egli la felice sua musa, e componeva alla sprovveduta il sonetto che riportiamo colla versione, fatta pur sull’istante, in latini versi, dal già famigerato Girolamo Perrucchini.
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si leggevano nelle sale accademiche, che abitava a San Marziale, ov’ebbe la tomba, valente nella lingua stessa del Lazio, e di costumi venerabili; espressione equivalente al vasto elogio di vergine onesta quanto leggiadra, fattole dal Domenichi nelle Rime di cinquanta illustri poetesse, Napoli, Bulifou, 4695. Toccando degl’ insigni, che quivi ebbero monumenti, trae innanzi il Cicogna cinque individui
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a sè stesso anniversarie 1’ esequie. Fu principe (li gran viriti, religioso e amante dei poveri, scrivon le Cronache ; e la morte non potè chiudere colle sue ceneri tra le ombre del sepolcro la sua gloria e il nostro amore (1). Esistono infatti più monumenti della fama immortale di questo doge, e i professori dello studio di Padova uno ne eressero ip marmo nel loro collegio, a ricordare il benemerito
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suntuoso Seminario, eh è altrimenti piangeremmo periti anche i monumenti, che splendido rendean questo tempio, come singolare la storia della sua rinomanza. Per il benefizio di quel benemerito, il forestiere può ancora in quei dotti recinti visitare il busto del senatore Lorenzo Bragadin, opera di Girolamo Campagna, con l’iscrizione, eh’ era posta sotto all’ organo della chiesa, e il monumento di Donato
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— 267 — Minorità, di Francesco Foscari doge, magnifico monumento tenuto per opera di Paolo ed Antonio Pregno ; del doge ¡Nicolò Tron, lavoro grandioso di alcuno dei Lombardi ; di Jacopo Marcello, dei Bernardo, di Melchiorre Trevisano. Di stile corretto, ricco e grandioso altri monumenti si ammirano del secolo XA1 ; e sono in memoria di Benedetto da Pesaro, di Benedetto Brugnolo da Legnago
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1’ aspetto esteriore della città e non dissonante dai grandiosi monumenti che la illustrano , è necessario di tenere in acconcio ed eziandio di abbellire le esterne mura delle private abitazioni? Noi affidiamo l’eseguimento delle nostre raccomandazioni al Municipio, special cura del quale dev’ essere il sopravve-gliare alla parte ornativa di questa principale tra le città d’Italia. Corte del Presepio
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e nel cuore.Fu detto che,ricondottial pristino luogo, recarono seco loro i fausti auguriidi quella prosperità che. trascinarono ovunquesono stali collocati, mentre divennero segno di decadimento e di rovina dove furono rimossi; lo che ci pare verissimo, non per una fatalità che essi abbiano, ma perchè, in generale, chi si lascia portar via i pro-prii monumenti non può essere che debolissimo, e chi può farli
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marmi : la statua di s. Gherardo Sa-gredo, quella di N. I). e gli angioli sono di Andrea Cominelli : i due monumenti che sono nelle pareti laterali furono architettati dal Te-inanza e condotti da Antonio Gai nel 4743. Sono del Vittoria le tre statue dei ss. Antonio, Bocco e Sebastiano della quarta cappella. Nella quinta, delta Grimani, Federico Zuccari l’anno 1564 dipinse ad olio sopra sei lastre
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1846
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, e fecero rivivere la regola. Verso la fine del secolo XVIII, divenuto il monastero di giuspa-tronato publico , la chiesa fu officiata da un cappellano. Pel decreto poi del 28 novembre 1807 , fu occupato il convento dalle truppe della r. Marina, e venne poco dopo demolito ad una colla chiesa. Parecchi monumenti si trovavano in questa chiesa : noteremo la cappella e la sepoltura di Nicolò Cappello che difese Cipro
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1846
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, che or più non è, per pubblicare a suon di tromba gli editti del governo. Questo bel inasso di porfido, del diametro di due piedi, fu trasportato in Venezia dalla piazza di Acri in Soria con altri monumenti e trofei nella famosa spedizione del 1256 dopo la gran vittoria navale riportala da’Veneziani alleati a’Pisani contro i Genovesi, a’ tempi del doge Eenier Zen. La pietra del bando, esistente nel campo di s. Jacopo
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