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di essere stato scelto a comporre i salmi della vostra cara Albania. Le vostre poesie fresche e pie sono i monumenti della vostra patria „ (3). Con mente men larga ma con giudizio più dettagliato, il Tommaseo rilevava i luoghi più originali del Milosào. “ Del nuovo e dell’antico, e’ cominciava la sua lunga lettera, è nelle parole di lei, come chi osserva e sente la verità E seguitava citando numerosi passi
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. Nell’XI Sezione, Grecia ed Oriente, lesse una memoria sui caratteri della lingua albanese e suoi monumenti nell'età preistorica. Avea avuta la cattiva idea di far stampare in precedenza la memoria, ciò che suscitò rimostranze fra i congressisti, che vedevano violate le consuetudini più elementari dei Congressi scientifici. La memoria non fu, pur troppo, inserita negli Atti del Congresso
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250 L’Albania e V opera di G. De Rada I Caratteri della lingua albanese e suoi monumenti nell' età preistorica (1) nella sostanza differiscono poco dalle Conferenze. Essi costituiscono un’assai breve memoria letta nel XII Congresso Internazionale degli Orientalisti in Roma. Premessa una breve notizia intorno la cattedra di lingua albanese, istituita nel collegio di S. Adriano
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della sua tempra impetuosa. La cappella ardente dei monumenti funebri diviene una bocca di grotta, nel sepolcro di Sant Anastasio a Spalato : il baldacchino, motivo di slancio nell’arte gotica, si trasforma in motivo di gravitazione; il concetto di massa domina dappertutto, si traduce anche nei nodi pesanti di drappo, tenuti in pugno dagli angeli come pomi di mazze nodose. 11 corpo del guerriero, intorno
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colonne, sono stati chiamati n licenze di stile 11. L’Adam li biasimò, il Burlington li riscontrò anche sulla fronte delle Terme fatte costruire dallo stesso imperatore a Roma. 11 D’Agincourt (Storia dell’Arte col mezzo dei monumenti, dalla sua decadenza nel IV secolo fino al suo Risorgimento nel XVI. Milano 1825.) si scagliò violentemente contro n queste stravaganze le quali indicano
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di molte epoche, ma d una sola essenza latina, che dànno alla Dalmazia della costa e dell’Arcipelago, il suo aspetto fortemente e indistruttibilmente italiano. L’intendimento dell’opera è stato quello che ha consigliato l’ordinamento geografico delle tavole ed alcune limitazioni penose, ma necessarie nel numero di queste. Volendo dare un’immagine compiuta dell’antica provincia romana i monumenti
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336 LA DALMAZIA Esisteva fin dall’epoca romana e si chiamava Buta. Oggidì, dopo secoli di fasti sotto il dominio veneto, è un paesello di circa 700 abitanti, con viuzze strette ed irregolari, senza monumenti. Funge da capoluogo morale di tutti quei distretti che si estendono dal mare ai confini montuosi del Montenegro. Cinta da vecchie mura, è protetta da una fortificazione costruita su nuda rupe
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a rose. Il chiostro ha nel suo centro un bel pozzo, veneto, come tutto il resto della costruzione e degli ornamenti. Tav. L. La Dalmazia ha, nel Duomo di Curzola uno dei suoi monumenti più importanti. L’edificio risale al XIII secolo ed ha nella sua architettura elementi che indicano il trapasso dallo stile romanico all’ogivale. Sui fianchi e sulla torre bizzarra si sono innestati, anzi, motivi
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delle sue molte peripezie,- si presenta allo spirito come una città monumentale, ambita dai più potenti dell’epoca ; i franchi, i veneziani, gli ungheresi, i croati, i bizantini ne gareggiano il possesso. Coi suoi monumenti di fasto, con le sue ricchezze, coi suoi palazzi, essa conservava intatta tutta l’aureola della sua gloria
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della snazionalizzazione artificiale, esercitata negando loro le scuole, non può essere riconosciuta comie costituente un diritto a dimostrare che questi territorii erano e dovrebbero essere jugoslavi. Tutti i monumenti, tutti i centri di coltura nella città e nei villaggi attestano la loro civiltà italica. La Jugoslavia comincia sulla montagna e non sulla costa. Sono fiero di essere nato a Fiume e non sui monti
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nostri, e i loro statuti, fra i primi d’Italia, come anche il Balbo lo scrisse, e una storia tutta fusa nella nostra, e stupendi monumenti dell’ arte pagana e cristiana dall’ anfiteatro di Pola alla cattedrale di Parenzo, e istituti civili di ogni maniera, e celebrate opere d" illustri loro ingegni negli annali delle scienze, delle lettere e delle arti, e dovizia di tradizioni, di leggende, di canti popolari
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194 APPENDICE Sul fabbricato che racchiude le Sale del Museo, quando nel 1881 venne restaurato, furono murati i monumenti che oggi vi si scorgono. Il mausoleo centrale, che una volta era stato dalla Repubblica murato sulla facciata sud del fabbricato della Direzione Generale, venne eretto al generale Schulem-burg (1). Ecco la iscrizione che vi si legge: IOANNI MARIAE S. R. I. C. SCHULEMBURG SUMMO
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questa tragedia e ne costituisce la dedica il Poeta dice : « Anche riconosco la verità e la purità della mia arte moderna ; che « cammina col suo passo inimitabile, con la movenza che è propria di lei sola, « ma sempre su la vasta via segnata dai monumenti dei poeti padri. « Per ciò io mi considero maestro legittimo ; e voglio essere e sono il « maestro che per gli Italiani riassume nella sua dottrina
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i monumenti dei Re d’I talia Vittorio Emanuele II ed Umberto I.
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furono i simboli eretti sulle alpi e sul mare coi monumenti di Dante a Trento, del Verdi a Trieste: simboli di quanto il genio italiano avesse in sè di più puro e di più forte, essenza immortale d’armonia che s’ era espressa nell' arte poetica e nell’ arte del canto. Attorno a quei due fari d’idealità nazionale crebbero e maturarono le speranze dell’ irredentismo. Quando scoppia la guerra fra Italia
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14 quale si affermarono i più forti ingegni che hanno lasciato talvolta orma profonda di sè nella cultura d' Europa. Fra i più antichi monumenti in lingua italiana, che ci siano pervenuti, è un’ epistola di Pietro Hettoreo, nato nel 1487 a Lesina, in cui egli imita con un garbo suo proprio la prosa artististica di Giovanni Boccaccio. Durante il Cinquecento, in tutte le città della costa
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1908
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CAPITOLO XVIII MONUMENTI VARIJ Monumento a Vettor Pisani (i). — Questo monumento fu eretto sulla tomba di Vettor Pisani nella chiesa di Sant’Antonio l’anno 1380. È un bel lavoro del secolo XIV. Sulla tomba si legge la seguente iscrizione: INCLITUS HIC VICTOR PISANE STIRPIS ALVMNVS IANORUM HOSTILEM VENETUM CAPUTEQUORE CLASSEM TIRRENO STRAVIT HUNC PATRIA CEAUDIT. AT IEEE EGREDITUR CLAUSAM RESERANS
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e lazzaretti............77 E. Le caserme............83 F. Magazzini, munizioni, armerie, fondachi, bot- . teghe.............99 G. Polverifici e polveriere..... .123 H. Edifici vari...........133 I. I monumenti onorari.......137 Parte V. — Monasteri e abitazioni private 143 A. I monasteri. I. I monasteri latini. a. I monasteri di frati.........115 b. I monasteri di monache . . .....15 4 II. I monasteri greci
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1905
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LE FORTIFICAZIONI BIZANTINE 71 quanto si può desumere, ad un tempo in cui i monumenti ellenici e romani erano già in rovina, o vennero per lo meno demoliti per fornire materiale ai difensori dell’acropoli, stretti da qualche grave ed imminente pericolo: ipotesi questa seconda da preferirsi forse, perchó il materiale adoperato non sembra aver sofferto dall’azione atmosferica tranne nel lato
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Page 306
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1795
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quelle ricchezze, e que beiti di fortuna , che erano stati dalla desolata Vèrteva nell' isole trasportati da'potenti e Nobili , t. Ili, no: Non so Cornee!-Ja possa provar vera quella sua proposizione nemmeno pei primi secoli, non che per quanto durò la Concione. In oltre ci produca Monumenti, nei quali si transatti coi Re e Imperatori della conservazione ielle ricchezza qua trasferite dai rifuggiti
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