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go CRONOLOGIA STORICA minata dal p. Mansi (Not. in Baron. e Pagi T, XV p. 5og) e mal impugnata da Pagi che colloca la morte di Giovanni verso il principio di agosto dell’anno stesso. Egli avea avuto per competitore alla sua elezione il prete Sergio che fu scacciato di Roma e si ritirò in Toscana, ove rimase per y anni. Gli antichi monumenti, secondo Muratori, ci rappresentano Giovanni
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negli abboccamenti che tenne secolui. Abbiamo su questo proposito una eccellente lettera di lui o del suo Concilio scritta l’anno 342 agli Eusebii , nella quale scorgesi la verità difesa con un vigore degno, del capo dei vescovi. Si può dire senza adulazione insieme con Tille-mont ch’ella è uno dei monumenti più belli dell’antichità. Giulio col diritto della sua cattedra, come dice Sozo-mene, non solamente
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le sue idee, ma che per l’abilità di colui da cui era stato proposto, avesse un effetto tutto contrario, rendendo Filippo arbitro dell’elezione. Nei monumenti che si hanno di Benedetto XI, la tiara non ha che una sola corona; novella prova che non n’ era stata aggiunta altrimenti una seconda dal suo antecessore. CXC. CLEMENTE V. i3o5. CLEMENTE V, (Bertrando di Goth nato da nobili genitori a Villandran
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¡4 CRONOLOGIA STORICA a5o; giorno al quale viene da. tutti gli antichi monumenti riportato tale avvenimento ( D. Coustant). XX. SAN CORNELIO. 251. CORNKLIO, fu eletto e ordinato papa, secondo la più probabile opinione, il mercoledì 4 giugno dell’anno 251, dopo essere rimasta vacante la santa Sede per oltre 16 mesi. Questa lunga vacanza fu occasionata dalla persecuzione di Decio che attaccava
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ottobre dell’anno 638, dopo aver tenuto la santa Sede 12 anni, ji mesi, e 17.. gio.rni, comprendendo quelli della sua ordinazione e di sua morte. Lasciò monumenti illustri di sua magnificenza e di sua pietà in gran numero di Chiese fatte da lui o costruire o restaurare. LXX. SEVERINO. 64o. SEVERINO, romano di nascita, fu consacrato il 28 di maggio 640, giusta Pagi, o il 29, giusta Fleury
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della vittoria senza verun riguardo; E ciocché dopo aver saccheggiata la città di Ege, vi staili una guarnigione di Galli che misero il colmo all’ o-dio degli abitanti, frugando entro le tombe dei re Macedoni, e disperdendo al vento le loro ceneri, dopo di aver portato via quanto contenevano di prezioso tali monumenti. Pirro obbligato di assentarsi per qualche tempo lasciò il governo in mano di suo figlio
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interamente d’ a-spetto : c presero nuova esistenza i pubblici monumenti, i templi, le piazze, i palazzi, le strade o fatte più ampie, o livellate, e i fregi stessi dell’antica Roma tratti luori dalle viscere della terra in cui giaceano sepolti. Paolo II, cominciava 1’ anno ora al i.° gennaio, ed ora al 25 di marzo. CCIX. SISTO IV. 1471- SISTO IV, (Francesco dc’Albescola della Rovere, francescano, cardinale
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DEI RE DI CARIA 85 Diodoro di Sicilia, che gli dà ventiquatttro anni di regno, riporta la sua morte all’anno quarto della 106.“ olimpiade; la qual corrisponde al 353 avanti Gesù Cristo. Artemisia di lui moglie a un tempo e sorella gli succedette. Cui non è noto eh’ ella gli lece erigere un magnifico avello, dond’ è venuto il nome di mausoleo ai monumenti di questo genere ? Il regno di cotesta
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di cristiano. Gol. Lago. Haxnal. Facchino. Haman. Bagno. Hamidjé. In Turchia, special-mente dall’ avvenimento al trono dell’attuale Sultano, si incontra spesso questo nome dato a piazze, strade, monumenti o anche a porti - come quello di Salonicco. - Nella lingua turca si fa in questo caso l’aggettivo del nome proprio, e il porto, la strada Hamidjé vuol dire la porta, la strada di Hamid-il sultano attuale
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sur uno de’ nostri cinturoni dappoiché in essa noi abbiamo uno degli antichissimi simboli della razza Aria, comune tanto sui monumenti dell’ India, che
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per porta a mare, che più non esiste. » Della potenza Romana esistono in Pola monumenti insigni. Dirò in breve dei principali. (1) Il Luciani scrisse queste notizie pel Dizio», corografico dell’ Italia, compilato (an. 1869) a cura del prof. Amato Amati ; edit. il Vallardi di Milano. Vedasi Voi. VI, da pag. 332 a pag. 348.
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lettura dell’opera di Premerstein e Rutar: Römische Strassen und Befestigungen in Krain, pubblicata due anni or sono per cura dell’ i. r. commissione centrale dei monumenti storici ed artistici in Vienna, non mi fossi accorto che le notizie da me raccolte meritavano pure di essere narrate, siccome non inferiori a quelle esposte dai due autori, i quali per mandato ed a spese della stessa commissione
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commozioni dell’ anima propria a quanto è sbocciato dal genio orientale e dal genio latino sorrisi dal nostro tepido sole e dalle bellezze naturali della nostra terra, gli perdoneremo di ignorare quanto questo genio orientale e latino ha lasciato in retaggio all’ Istria in monumenti pagani e cristiani ? (i) (i) A proposito di ciò ecco come all’ Istituto veneto di scienze, lettere ed arti parlava il prof
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412 Pola romana, colonia militare e civile delle più illustri dopo Roma (i). Ho nominata 1’ istriana Cenide. Poiché alla sua influenza sull’ animo di un Imperatore pare si debbano quei due colossali monumenti quali dovevano essere appena costrutti il Teatro e 1’ Arena, è prezzo dell’ opera che ne dica brevi parole, traendole da un articolo del Conservatore (N. 847 An. 1871) compilato
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demolitore. Eppure anche in essa quante cose distrutte e scomparse ! Il genio bisantino, il romano e il cristiano talvolta con varie tendenze, talvolta in ere di transizione lasciarono monumenti propri nello scintillìo dell’oro, sfarzo orientale, nella linea romana così spesso serenamente pura nel suo classicismo, nel simbolo cristiano che tutto invadeva soggiogando. Monumento insigne a Parenzo, unico
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non si cancella, ma 1’ anima cavalleresca , senza macchia e senza paura non venne meno, nè lo verrà, alla fede in quella civiltà che le ha dato i suoi monumenti gloriosi e la sua bella istoria ; sicché Dante qui potè bere aura di pace, e Pola che di astronomia politica ne sa, adora, orientandosi all’orizzonte, la sua Stella polare ! Dobbiamo agli studii del dottissimo cav. P. Kandler se si è potuto stabilire
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dei sintomi di risveglio di coscienza nazionale singolarmente non mancarono ed ebbero la loro risonanza anche nel regno della poesia. Specialmente fra i Serbi e i Croati il mordente della Controriforma, che aveva fatto leva sul sentimento nazionale per sostenere la lotta religiosa contro gli infedeli, svolse una salutare azione unificatrice per la formazione d’una comune lingua letteraria (1). Anche questa attività missionaria fu accompagnata dal rispettivo carteggio. Sono le solite relazioni e informazioni, gli avvisi, i memoriali, i dispacci che portano nuova luce specialmente sulla situazione degli Slavi soggetti ai Turchi e sull’atteggiamento della Curia romana. Vi si rispecchiano fremiti insurrezionali in Bulgaria, tentativi di diffondere il cattolicesimo in Turchia, criteri per l’unificazione della lingua letteraria fra Serbi e Croati, azioni di epurazione in Slovenia, approcci con la chiesa ortodossa in Ucraina e via dicendo. Da brevi accenni a fatti e personaggi contemporanei, a panorami di intere regioni e stati slavi vi si accumulano migliaia di documenti informativi che se oggi sono fonti preziose per la storiografia slava, ai tempi loro non furono meno preziosi per orientare Roma nei suoi rapporti col mondo slavo (2). (1) La questione è ormai pacifica dopo i risultati conseguiti da M. Stojkovic, Rims\a papins\a protivureformacija u juino-slovjens\im zemljama in Nastavni I jesni\, XXI (1913) e da M. Murko, Die Bedeutung der Reformation und Ge genreformation fiir das geistige Leben der Südslaven, Praga-Heidelberg, 1927, ma cfr. le obiezioni di A. Cronia in Atti e Memorie della Società Dalmata di storia patria, II (1928). La questione doveva essere dibattuta al terzo congresso internazionale di slavisti a Belgrado nel 1939, cfr. Zbir\a odgovora na pitanja del suddetto Congresso, Belgrado, 1939, voi. I, le risposte di A. Cronia, F. Wollman e F. Fancev. (2) Per gli slavi meridionali oltre alle raccolte di documenti di Theiner, I'ermendzin, ecc. citate nei capitoli precedenti, da ricordare J. Simrak, De rela-tiombus Slavorum meridionalium cum S. Romana Sede Apostolica saec. XV11 et XI 111, Zagabria, 1935 e i documenti pubblicati nelle Listine e Starine della lugoslavenska Akademija di Zagabria, nelle riviste Vrela i prinosi, Croada sacra c> soprattutto, la serie di Monumenta Franciscana Jugoslavica pubblicati dal 1927 in poi da « Povjesno drustvo za proucavanje proslosti jugoslavenskih franjevaca », il cui I voi. è continuazione dei materiali pubblicati da L. Jelic nelle Listine : documenta res gestas Fratrum Minorum Provinciae Bosnae Argentinae ab a. 1699-1835 spectantia, Mostar, 1927, ed il cui II voi. inizia la pubblicazione dei •locumenti riguardanti la Erzegovina Acta Franciscana Herzegovmae Pronvicia-'umque finitimarum tempore dominationis Othomanae, tom. I ab a. 1464-1699, Mestar, 1934. - 191
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358 L'Albania e l'opera di G. De Rada A^ece. tra le sue poesie eroiche, abbia scelto proprio quella {Convegno nella Casa de' Thdpia) che ha meno attrattive ecl interesse, ed esteticamente parlando, non offre nessuna immagine della bellezza. Quest 'Antologia è l’ultimo lavoro dell’ instancabile scrittore, poiché i Caratteri della lingua albanese e suoi monumenti nell'età
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Cap. XIX — Fiàtnuri Arbérit 309 spese dell’Albania. Già dopo la guerra turco-russa esso raccolse i frutti del suo servilismo alla Russia. L’iniquo trattato di Berlino lo compensò di Dulcigno e Antivari, terre albanesi per storia, lingua e i sentimenti, contro cui non valsero le proteste energiche degli Albanesi (1). Restano monumenti solenni contro quello sbranamento, che ha spezzato ogni vincolo
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e nella traduzione del poeta (1), che pare * (1) Mango, Scriit. lelt., p. 45. Il giudizio del Mango è sprovvisto di ogni buon criterio e d’ogni conoscenza della cosa che prende ad esame. Egli dice: « Il nostro albanese (De Rada) avrà fatto di buoni studi sui monumenti della letteratura greco-latina ed italiana e in ogni scritto mi è parso che la pretenda (sic) a classico, arieggia i trecentisti c vorrebbe scrivere
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