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per preservarlo dall’umidità e dalla ruggine. Black-book of thè Admiralty libro nero dell’Ammiragliato inglese : è una raccolta di leggi e documenti antichi. Bletonismo presunta facoltà di avvertire la presenza dell’acqua. Blindaggio il coprire con grossi tavoloni, con terra e creta le opere di fortificazione e i depositi di esplosivi; o di tavoloni, catene e gomene i bastimenti; o di grossi piastroni di ferro
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1863
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XLIV CRONOLOGIA DEL SECOLO XVI. 1558 Avendo Carlo V, con formale rinuncia di ogni suo diritto all’impero (24 febbrajo), levata ogni difficoltà alla successione di Ferdinando, è questi incoronato imperatore a Francoforte (14 marzo).-Paolo IV si rifiuta di riconoscerlo per non aver esso sollecitato il consentimento della Santa Sede. Da quest’ epoca gl’ imperatori cessano dal chiedere la confermazione pontificia. Il duca di Guisa riconquista Calais contro gl’ Inglesi (8 gennajo), i quali perdono così l’ultimo palmo di terreno che ancora conservassero delle loro antiche conquiste in Francia. Il delfino Francesco sposa Maria Stuarda (24 aprile), la quale gli fa secreta donazione della Scozia, e prendono entrambi il titolo di re e rogina di Scozia, Inghilterra e Irlanda. Battaglia di Gravelines perduta dai Francesi contro gli Spagnoli (13 luglio). Cominciano i negoziati di pace (ottobre). Muore Carlo V nel monastero di Yuste (21 settembre). Muore Maria d’Inghilterra senza figli (17 novembre), o il dì dopo muore il Cardinal Polo. Sale al trono Elisabetta, in età di venticinque anni, la quale ristabilisce il culto protestante. Pubbliche processioni di protestanti od ugonotti in Parigi, così detti, come taluni opinano, dal vocabolo tedesco eidgenossen, confederati, usato in Svizzera e altrove da socj, i quali si cimentavano per causa di religione. I Russi rompono guerra alla Livonia (gennajo). Guglielmo di Furstenberg gran maestro dei Porta Spada si dimette, e gli succede, ultimo gran maestro dell’ ordine, il prode Gottardo Kettler. 1559 Pace di Castel Cambrese (3 agosto). Sono scambievolmente restituiti i luoghi occupati dai belligeranti nei Paesi Bassi e in Piccardia. La Francia conserva Calais, Metz, Toul e Verdun. Il duca di Savoia è reinte-tegrato ne’ suoi stati, salva una temporanea occupazione di Torino, Pi-nerolo, Chieri, Villanova d’Asti e Chivasso per parte dei Francesi, e di Asti e Santhià per parte degli Spagnuoli. La Corsica è restituita ai Genovesi. - A maggiore suggello della pace, Emmanuele Filiberto sposa Margherita sorella di Enrico II, e Filippo II sposa Isabella figlia di esso Enrico, la quale nelle prime trattative di pace, vivendo ancora Maria d’Inghilterra, era stata proposta per l’infante don Carlos. Nelle feste fatte allora in Parigi il re è mortalmente ferito in un torneo, e muore il 10 luglio. Gli succede il figlio Francesco II in età di quindici anni; in nome del quale governa la famiglia dei Guisa con esclusione dei principi del sangue (Bourbon Condè), i quali incominciano allora a far causa comune cogli ugonotti. Filippo II investe del governo dei Paesi Bassi Margherita sua sorella naturale, moglie del duca Ottavio Farnese ; la quale ha per suo principale ministro Antonio Perrenot vescovo di Arras (poi cardinale Gran-vela), i cui procedimenti cominciano ben presto ad indisporre l’animo di quei popoli, presso i quali le dottrine protestanti si erano già fatto strada. - Filippo ritorna in Spagna (agosto), di dove non usci più.
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XIV vi s’indusse, ma rifiutò Roma come luogo delle trattative e propose una città neutrale, come era stata a suo tempo Münster. Le condizioni poste dal re di Francia agli Spagnuoli erano inaccettabili. 7 Clemente IX, pertanto, il 4 ottobre si rivolse nuovamente a Luigi XIY, e rilevò il pericolo, che i Turchi minacciassero non solo i Veneziani a Creta, ma anche il regno di Polonia.8 Come luogo
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aveva sposato l’altrettanto bella quanto modesta Laura Caterina Altieri, nepote di Clemente X ed unica erede degli Altieri.* Al cardinale ed al nepote di lui egli conferì il nome di Altieri.3 Gaspare divenne generale della Chiesa e castellano di Castel S. Angelo, suo padre Angelo, che aveva partecipato alla spedizione di Creta, ebbe l’ispezione delle galere.4 Gaspare, su cui riposava la prosecuzione
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per le sue felicitazioni, in occasione della sua elevazione al trono, promise a Venezia di appoggiarla nella sua lotta per difendere Creta contro gli attacchi «lei Turchi;3 ma il suo invito alle potenze cristiane di prestare soccorri alla Repubblica,4 cadde su terreno sterile; mentre Venezia ste»a sembrava impegnarsi con più zelo nella lotta contro gli spaglinoli, che contro i turchi.® Ciò vide con grande dispiacere
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e Creta. I prelati residenti a Roma furono spesso esortati a recarsi a Trento dandosi però loro ancora un respiro, quando si venne a sapere che gli spagnuoli non sarebbero giunti prima dell’ottobre. 5 Allorché arrivarono notizie molto minaccevoli di Francia, Pio IV dichiarò (23 agosto) all’inviato imperiale che aprirebbe irrevocabilmente il concilio anche se Ferdinando I non vi potesse partecipare
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a seppellire i morti (3). (1) COXE, Catal. codicum manuscript. bibliothecae Bodleianae, I, in; « Neo? E/J.r|vo-Hvt||j,cov, » VII, 142, dove senza dare una ragione del mutamento. Queste note si riferiscono a Creta, dice il Lampros a p. 147 s., che esprime dubbi sull’esattezza delle date (0 della lettura?). Moùqtov («homicidium » secondo il Ducange) starebbe nella nota per «carneficina» o per « mortalità
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.5 II papa, preceduto dalla croce e accompagnato dai cardinali e prelati, si recò in solenne processione alla fossa delle fondamenta profonda 25 piedi ed esistente fuori della cerchia dell’antica basilica. Egli stesso discese a mezzo d’una scala con due soli cardinali, diaconi, alcuni muratori e poche altre persone. Un coniatore di medaglie, probabilmente il Cara-dosso, recava in un vaso di creta dodici
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febbraio 1517 (Biblioteca nazionale d’Atene), dal quale risulta, che Musuro aveva avuto da Leone X benefìci a Creta e Cipro. ’La questione lasciata indecisa da Legrand (I, clxvi), se realmente Rallo sia succeduto nel suddetto arcivescovado al Musuro, è sciolta dai dati finora non presi in considerazione del S anudo (XXV, 64, 66; ¡cfr. 120, 502). Ivi Rallo è detto servitor del card. Medici. 8 Cfr. Mestica
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. Alla fine della congregazione generale del 17 luglio, nel-l’uscirne, tra due meridionali dal sangue caldo si venne a una scena scandalosa, in quanto che lo Zanettini vescovo greco di Creta eccitò talmente con offese il vescovo Sanijelice di La Cava, che questi strappò all’avversario alcuni peli della barba.3 Incontrò forte opposizione l’abbozzo d’un decreto sulla giustificazione, di cui ai 15 di luglio erano stati incaricati
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Carlo Borromeo esempio di un vescovo tridentino. 65 di Sales scriveva nel 1603, che questi Atti della Chiesa di Milano sono indispensabili per il vescovo.1 Papa Paolo V diceva nella bolla della santificazione del Borromeo che essi sono in continuo uso presso i pastori di anime e che offrono abbondante e copiosa istruzione sul governo della Chiesa. - Nella preparazione del concilio Vaticano nel 1870, un consultore fu incaricato unicamente dello studio dei decreti del Borromeo.:ì Le disposizioni di sinodi provinciali e diocesani del tempo posteriore sono spesso una ripetizione delle decisioni milanesi.4 Eccettuato il tempo che seguì immediatamente il concilio di Trento, furono tenuti nell’insieme, relativamente, pochi sinodi particolari ; se ne ha una sostituzione ed una scusa appunto in ciò, che in ogni caso gli ordinamenti del Borromeo contenevano già le più accurate istruzioni su tutta la disciplina ecclesiastica. Un successore del grande arcivescovo di Milano, Federico Visconti, nel 1687, si espresse appunto in questa guisa.5 Per il suo arcivescovado di Milano il ritorno di un sinodo significava sempre, secondo il pensiero del Borromeo, una rinnovazione spirituale per il clero e per il popolo. Là doveva il sacerdote accendersi della fiamma dell’amore d’iddio e portarla fuori per diffondere lo stesso fuoco fra i suoi sudditi, nella città ed in campagna. Già tre settimane prima del sinodo provinciale, veniva raccomandata ai fedeli la preghiera e l’accostarsi ai sacramenti; finché esso durava avevano luogo nella diocesi preghiere comuni, prediche ed istruzioni per i- fedeli, esercizi spirituali per il clero.6 Ma non solo coi suoi decreti esercitò il Borromeo per l’avvenire un’influenza incalcolabile ma e pur anche quale meraviglioso modello del vescovo, cui più tardi stette a fianco, come un’integrazione, la mite figura di Francesco di Sales.7 II concilio di Trento aveva basato sul vescovo e posta nelle sue mani tutta la restaurazione 1 « Le Decreta Ecclesiae M ediolanensis vous est necessaire », u ile Ite voi, vescovo di Dol, CEuvres de st. Francois do Sales XII. Annecy 1902, 191. 2 Quae sacerdotum manibus teruntur et regendi ecclesia» doetrinam abunde suppeditant » : vedi Bull. Rum. XI, 643 ss. 3 Duo. Cecconi (vedi ediz. ital.). 4 Questa utilizzazione cominciò in Francia già durante la vita del Borromeo nel 1579. Degert loc. cit. 148; ibid. 149 ss. ; dimostrazione dell'utilizzazione delle costituzioni Milanesi per opera dei concilii successivi. 5 « Porro septem iis in Conventibus » (il settimo sinodo provinciale fu tenuto da Federico Borromeo 1609 « ad moderandos mores, corrigendos exeessus et controversias comjponendas Deique cultum amplificandum ita affluenter decreta sancita fuere non solum prò eoriun temporum conditione, sed provisu in futurum. ut operae pretium non censuerim, provinciae coepiscopos <‘x suis sedibus convocare, maxime vigentibus bellorum suspieionibus ». Sala. Docum. I, 563. 0 Spbotte op. c. 15, 17. 7 Ofr. Oelier, St.-Charles Borromée. Paris 1912. Pastor, Storia dei Papi, IX.
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Morte del gesuita Skarga. 505 Più sensibilmente che da falsificazioni e pasquinate di simil genere, i Gesuiti polacchi furono colpiti dai gran vuoti aperti in questo tempo dalla morte nelle loro file. L’un dopo l’altro rapidamente scomparvero gli antichi campioni: dapprima nel .161.1 il grande Possevino, poi nel 1612 Gaspare Petkowski e Giusto Rabe. Seguirono a questi: il 27 settembre dello stesso anno Pietro Skarga, nel 1613 l’apostolo della Lituania Stanislao Grodzicki, nel 1615 Martino Laski.1 La morte dello Skarga fu pianta profondamente in tutta la Polonia.2 La nazione perdette con lui non solo il suo più gran predicatore, ma anche uno dei suoi figli più fedeli.3 Il domenicano Birkowski, il quale ne pronunciò l’elogio funebre, lo chiamò un secondo Elia. Di fatto questo semplice religioso, nelle sue famose prediche della Dieta 4 innanzi al re ed ai magnati polacchi, aveva scoperto con intrepidezza ammirevole ed acume raro le piaghe politiche e sociali, e presagito, ove esse persistessero, la rovina del potente Stato: « Se voi non vi correggerete, i paesi congiunti a questo Regno faranno defezione, e il vostro impero sarà conquistato. Voi non avrete più un re del vostro sangue, anzi sarete cacciati dal vostro stesso paese e diverrete lo scherno dei vostri nemici e padroni ». Nella esortazione alla penitenza pubblicata il 16.10,5 il «Crisostomo polacco» compendiò ancora una volta in guisa commovente gli ammonimenti diretti alla sua diletta nazione. Dispensato due anni più tardi, dietro sua preghiera ripetuta, dall’ufficio di predicatore di Corte e confessore di Sigismondo III, tenuto da lui esemplarmente per ventiquattro anni, egli si ritirò a Cracovia, ove presto lo colse la morte, in età di 76 anni. La memoria di quest’uomo, insigne come predicatore, missionario e scrittore non meno che come patriota, è rimasta viva fino ad oggi nel popolo polacco. Il suo significato per la minacciata Chiesa di Polonia è analogo a quello del Canisio per la Germania e del Coton per la Francia. II 2, 675 s. Cfr. anche v. Aren in Précis hist. 1881, 261 ss. 344 s., 432 ss.; ivi 1890, 83, s., la dissertazione del Sommervogel; I. Reiber, Mónita secreta, Augsburg 1902; Fr. Rodríguez, Os Jesuítas e a Mónita secreta, Roma 1912; Brou, Les Jésuites de la legende I, Parigi 1906, 275 s.; Albers in Studien 1916, 136 s.; Abt in Ètudes LXII 106-116. Una edizione senza data, stampata di-cesi, a « Roma, Tipografia della Propaganda », in versione italiana reca l’imprimatur (invece del Nihil obstat) di un certo P. Generale Felice Aconiti che non è mai esistito. 1 Vedi Wielewicki XIV 40, 58, 63, 72, 98, 148. Sopra questo ed altri scrittori gesuiti polacchi vedi Hurter I 174. 2 Cfr. la letteratura speciale indicata nel voi. IX 684, n. 2. 3 Vedi Berga 259. 4 II Berga (263-372) tratta in maniera particolareggiata ed imparziale dello Skarga come predicatore. s Inmtatio ad poenitentiam incolarum regni Poloniae et Magni ducatus Lituayiiae; vedi Rosentreter nel Freib. Kirchenlex. XI2 393.
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1930
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in Creta.1 Pochi anni più tardi, per verità, il giudizio della Curia era cambiato; quando il Sarpi nel 1600 e 1601 pose successivamente la sua candidatura ai seggi vescovili di Caorle e di Nona, egli fu respinto ambedue le volte nonostante la raccomandazione della Signoria;2 formarono ostacolo i suoi rapporti con eretici, ma anche altre circostanze.3 In seguito il Sarpi si allontanò
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1931
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, il quale adempisse i suoi obblighi di residenza e, essendo padrone della lingua, e potesse svolgere una buona azione, ottenesse i vescovati di Sitia e Hierapetra.1 Propaganda appoggiò nel 1643, per diminuire la penuria di sacerdoti, l’erezione di un seminario in Creta.2 Il vescovato di Sitia fu visitato nel 1638 dal vescovo di là.3 Molto più difficili ancora che nei possessi veneziani erano le condizioni
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1859
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di creta e di sabbia onde non vi trapelasse inai polla d’ acqua marina, raccolsero in esso quella caduta dal cielo. Innalzando poi nel centro del serbatoio una gola di curvi mattoncelli, e lasciando fra quelli alcuni interstizi, pe’ quali potesse stillar nella gola l’acqua,già depurata nel passaggio fatto per la sabbia del serbatoio, giun-seroa formare il pozzo. In tal modo ottennero un’acqua
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1859
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l’uccello con certe pallottole di creta rassodata,scagliate con balestra o arco. Maggior lode veniva a quel cacciatore, che avesse ferito lo smergo, uccello assai scaltro che rapidamente si tuffa nell’acqua per tosto ricomparire in notabile distanza 5 laonde se preso, qual trofeo s’inchiodava sulla porta o imposta della finestra del fortunato uccisore. Fra gli ostacoli di questa caccia, si rimarca
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1921
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COK — 62 — CRK Cokljav, a, o, agg. vestito alla carlona. Cokot, ni. romore o crepito (dì noci ecc.) Cokotati, koéem, vni 1) crocchiare (di noci o simili); 2) battere i denti, o tremare (pel freddo), batter la diana. Cokule, a, fpl. (it.) zoccoli. Colatati, tam, vni. zoppicare. Colav, a, o, agg. zoppo, zotto. Cole, a, in. uno sciancato o zoppo. Coinbur, in. (grec.) germoglio (sugli ortaggi). Condrati, dram, vni. (mag.) camminar alla scioperata. Conjati se, njam se, vrl. V. Condrati. Copa, f. donna sudicia. Copati, pam, vili, andar tastone. Copot, m. cascata d' acqua. Copotati, poéem, vni. scalpitare, Coprija, f. stregoneria. C!opm ea, f. (ted.) strega, maliarda. Cotav, a, o, agg. (ìt.) zoppo, sciancato. Creati, eam, vili, morir di sete, allampanare. Crckariti, rim, vai. somministrar poco a poco. ('rèi, crknem, V. Crknuti. Crepar, m. fabbricator di tegole, o cocci, tegolajo ; cocciajo. Crcpava, f. officina di tegole. Creparski, a, o, agg. de' tegolaj, da tegolajo. Crepati, pani, V. Crpati. Crepnja, f. V. Crepulja. Crepovit, a, o, agg. a foggia di tegola; pieno di cocci. Crepulja, f. vaso dì terra cotta o di coccio (a fogg'ui dì coperchio), testo. Crepuljar, m. cocciajo, Cretast, a, o, agg. paludoso. Crevar, ni. venditor di budella. Cvevlja, f. scaipa, Crevljar, m. calzolajo. Crevljarev, a, o, agg. del calzolajo. Crevljarski, a, o, agg. de’ calzolaj, ria calzolajo. Crevljarstvo, a, n. arte del calzolajo. Crevljast, a, o, agg. simile a scarpa. Crevljokrp, m. ciabattino. Criep, m. (pi. crepovi), 1) coccio, vaso di terra cotta; 2) tegola. Crieplje, a, n. (coll.) cooci. Criepnja, f. V. Crepulja. Criet, m. (pi. cretovi), prateria paludosa, aggallato. Crietaca, f. ) . , , , CrietiSte, a, n. | terreno Vadoso. Crievee, a, ». 1) dim. di Crievo; 2) centonchio (erba). Crievni, a, o, agg. intestinale, del- V intestino. ( ’rievnica, f. infiammazioneintestinale. Crievnjak, m. omento. Crievo, a, n. budello; -a (pi.) intestini. Crievobolja, f. morbo ilìaco. Crikva, V. Crkva e deriv. Crjepar, X. Crepar. Crjepara, V. Cvepava. Cijepovit, a, o, agg. V. Crepovit. Crjevad, i. f. maccheroni. Crkanica, f. 1) animale morto, carogna; 2) pelle di animale morto; 3) epizoozia. Crkavac, vca, ni. V. Crkavica. Crkavati, vani, vni. morire, schiattare, crepare (de' bruti). Crkavica, f. mortalità sul bestiame, epizoozia. *Crklet, m. minaccia imperiosa. Crkljina, f. V. Crkotina. Crknuti, knem, vnp. morire, schiattare, crepare (de’ bruti). Crkotina, f. carogna, animale morto. Crkovan, vna, o, agg. ecclesiastico, di chiesa. Crkovina, f. beni di chiesa. Crkovinar, in. amministratore de’ beni di chiesa, fabbriciere. Cvkovinarstvo, a, li. amministrazione de’ beni di chiesa ; consiglio de’ fabbricieri. Crkovni, V. Crkovan. Crkovnik, ni. V. Crkovnjak. Crkovnjacki, a, o, agg. degli ecclesiastici. Crkovnjak, ni. un ecclesiastico. Crkva, f. chiesa. Crkvar, m, custode della chiesa; -i (pi.) visitatori delle chiese (ne’giorni della sagra). Crkvariti, rim, vni. visitar le chiese (ne’ giorni della sagra). Crkveni, a, o, agg. di chiesa, ecclesiastico; della chiesa.
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. K m'ara, f. V. Kreéana. Krecati, cini, vai. grane, scoscendere (i rami); — vn. gracidare; strillare. Kreéevit, a, o, agg. calcare. Kreéiti, Cini, vai. 1) imbiancare con calce; 2) grane, scoscendere, spezzare (rami). Kreéukati se, éukarn (óuéein) se, vri. muoversi leggermente, tentennare, ciurlare. Kreda, f. (it.) creta; gesso. Kredast, a, o, agg. cretaceo. Kredom, avv. V. Kradom. Kreja, f. gazza, pica
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1921
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, fpl. semola, crusca. Ikrica, 1'. scinolella : (mtd.) tubercolo. lkricav, a, o, agii- (med.) tubercoloso. IkriCavost, i, f. (med.) tubercolosi. Ikriti se, kriin se, vri. (more) fosforeggiare. IkroviiC, vca, in. (miner.) oolite. *Iksan, m. V. Insali. •Iktijar, in. V. Ihtijar. Ikud (-a,-are), avv. per qualche luogo (di moto). Il’, V. Ili. Ha, f. creta nera. “Ilac, in. medicina. ♦Dall, ni. Dio
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. di terra, fittile; -o posudje, stoviglie di terracotta, vasellame di creta. Zemljanioa, f. recipiente o scodella di terracotta. Zemljanin, m. (pi. -ljani), abitator della terra. Zemljarina, f. imposta sui terreni, campatico, terratico. Zemljast, a, o, agg, terreo, di terra. Zemljen, a, o, agg. V. Zemljan. Zeinljica, f. dim. e vezz. di Zemlja. Zemljiika, f. V. Zemicka. Zemljik, m. (chim.) tellurio
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