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sopra veduto, la civiltà neolitica di quest’isola. Possiamo prevedere con certezza che si troveranno depositi neolitici, perchè la loro esistenza in tutte le regioni bagnate dall’Egeo non può lasciar credere che essi manchino nell’isola di Cipro. Dopo quanto esposi, il lettore non accetterà l’affermazione di Ohnefalsch-Richter, il quale, senza aver scavato in terreno neolitico, crede “che la ceramica
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DEI RE DI FRANCIA 349 fra suo padre. Chi era il più barbaro, quegli che comandava 0 quegli che eseguiva? Il i5 settembre il conte de la Rocheioucault, San Lue e Toiras sostenuti da sei vassalli del duca di Montmorenci, fecero uno sbarco al-l’isola di Rlie; de Soubise dopo lieve resistenza si salvò colle sue truppe nel forte san Martino. All’indomani i Ro-chellesi fecero attaccare la flotta
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nell’ isola di Rodi. Egli divenne in breve re di tutta Pisola, cui governò con molta giustizia ed equità. Sopravvenuta la guerra di Troia (129À) Thlepolemo vi accompagnò Agamennone ed affidò l1 amministrazione del suo regno nelle mani di un tale chiamato Butas, col quale era stato compagno nella fuga quando si ricoverò in Argo. Alcuni autori dicono che questo principe fu ucciso davanti Troia da Sarpedone
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27» CRONOLOGIA STORICA dere il suo paese contro i Persiani. Avendo attaccato Pisola col rimanente della sua flotta, egli dovette difendersi contro Artabaso e Megabise, entrambi generali persiani, di cui il primo comandava una flotta di trecento vascelli sulle spiaggie di Fenicia, ed il secondo stava in Ci-licia alla testa di trecentomila uomini. Cimone fatte sbarcar le sue truppe nell’isola
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con un popolo intero, il quale s’impadronì armata mano del miglior territorio dell’isola, occupata allora da Sicani, e dopo molte guerre di cui non sono giunte sino a noi le circostanze particolari, i Sicani, loro buono o mal grado, si ritirarono nella regione situata tra Pacchino c Lilibeo. Eolo regnava saggiamente a Lipari, isola vicina e quasi contigua alla Sicilia, mentre i Sicani ed i Siculi
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) construens Ehr. — Fra-gilaria (Staurosira) elliptica Schum. — Cymatopleura Solea (Bréb.) W. Sm. — Nitzschia sigmoidea (Ehr.) W. Sm. — Suriraya bifrons Ehr. — Campylodiscus noricus Ehr. — Campylodiscus hibernicus Ehr. — Cyclotella (Lindavia) radiosa (grun.) Stt. L’isola di Cherso, come sopra s’è detto, per la natura carsica del suolo, risente sopra tutto la mancanza di acque superficiali
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aveva concesso al cittadino Massimo Draga, di costruire, nelle vicinanze della città, parecchie saline, le quali però, dopo breve tempo, non tardarono a diventare dei putridi stagni, generatori e diffusori di febbri malariche, cosicché nel 1460 ne fu ordinata la distruzione. Adunque questo complesso di fatti portò l’isola in uno stato di abbandono e di desolazione; Ossero, l’antico centro romano con circa 20
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— 35 — cono soltanto alle parti più elevate. Così i boschi di querce a foglie caduche trovano il loro limite meridionale a Nord di Cherso, dove per la maggior elevazione del suolo e le particolari condizioni del clima, l’isola appare ancora prevalentemente rivestita di querce. P'ù a Sud, invece, dove sopra tutto si sente l’influsso del clima mediterraneo, subentra una speciale formazione
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stradale di Vosilli che porta a Fiume, a Trieste e a Pola. È naturale quindi il grande miglioramento che si avrà nelle comunicazioni dirette fra l’isola e la vicina terraferma, dopo ultimata la costruzione di questa grande arteria insulare; e tanto più sensibili saranno i vantaggi che ne deriveranno a tutte le due isole di Cherso e Lussino, se, come si afferma, verrà attuato il progetto di congiungerle
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171 pore di cemento idraulico (Cemento idraulico di S. Andrea di Portland). Oggi tale fabbrica è in città ; 1’ isola appartiene ora al Direttore dello Stabilimento tecnico triestino Cav. Hutterott, il quale vi ha eretto sopra una villa per la sua dimora autunnale. Presso a quest’ Isola un giorno fu Cissa, celebre, dice il Baffio, per una tintoria di porpora. Nella fine del 700 dell’ Era Volgare
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, dove, per le più aspre condizioni climatiche, raggiunge appena il canale dell’Arsa. L’isola di Cherso, esclusa la sua parte settentrionale e l’isola di Veglia fino alla sua parte centrale, sono pur comprese in questa zona che forma l’ultimo gradino di passaggio fra i due differenti tipi di flora (quella mediterranea e quella continentale) ed è perciò chiamata submediterranea. Al Nord di questo limite sono soltanto
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IÓ7 sano, fiumicello cui la storia col noto Placito fece immortale. Un promontorio porta Isola entro mare, e il lido proseguendo verso ovest disegnerà una scarpa di roccia abbastanza elevata sul livello del mare (da m. 48 a 118) dominata dal m. Luzan (m. 192) e che forma due deliziose vallette : quella di Isola e quella di Strugnano che termina colla punta Madonna di Pirano. Chi vuole abbracciare
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— 94 — con l’elemento slavo ed il conseguente infiltrarsi di parole slave, esso appare piuttosto imbastardito. Lo stesso si può dire, come già ho accennato nel capitolo precedente, anche degli slavi i quali hanno assunto non poche parole italiane (lo schiavetto). In generale si può affermare che oggi su tutta l’isola, meno nella parte settentrionale più staccata per la sua posizione, struttura
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— 36 — Nel secondo gradino, che corrisponde alla parte media dell’isola, con la desolata « Arabia Petrea », i tratti boschivi si fanno assai rari; ampie distese appaiono aride e sassose, coperte soltanto da fìtti e bassi cespugli spinosi, i cardi, che sono per lo più inariditi, per il violento soffiare della bora. Soltanto nella parte che guarda ad occidente, più riparata e volta al mare
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44 Novi schizzi dall’Adria dominazione romana, s’ estende all’ ingiro di tutto il lembo settentrionale dell’ Adria. Ad Aquileia si venerava l’Iris egiziana, nonché il elio tutelare Èelis o Belenus, l’Apollo celtico a cui il sole largiva la facoltà risanatrice. Lo Zan-donati *) pone i templi di Beleño a Beligna, ossia là ove più tardi presero stanza i Benedettini, e sull’ isola di S. Pietro
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Brioni ]5Í> colonia Kupelwieser reca all’ Istria ognor crescenti van-taggi. In quest’ isola, una volta disabitata, trovano lavoro e pane trecento persone, quasi per tutto l’anno. E la malaria ? In seguito alla colonizzazione ed ai convenienti lavori di bonifica, al presente è quasi debellata. Quando sarà definitivamente snidata, la Brioni maggiore si bene rinfrescata dal maestrale, diventerà
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. Nel 1862, sul punto più elevato del-1’ isola (42 metri) la marina austriaca costruì una grande fortezza, che dovette poi abbandonare, non essend.0 stata, capace nè di bonificare l’isola, nè di fugare la malaria. Allora era proprietario della Brioni maggiore un emigrato dal Portogallo, il veneziano Prangini ; a questo successe lo svizzero Wildi, proprietario delle petraie di Pola, il quale, dopo breve
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e Corte scura. Oscuro e tortuoso è il sottoportico, il quale mette ad una lucida corte. Calle dell’ Isola. Ponte, ramo e campiello dell' Isola. Sarebbe questa propriamente un’ isola, se il ponte suddetto non la congiungesse colle altre vicine contrade. Campiello dei Morti, con pozzo. Era l’antico cimitero, ed ora fa parte del Campo di S. Giacomo. In questo spazioso campo tenevasi a’tempi addietro
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1832
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: per tre anni ne1 quali governò quest’ isola, egli nort cessò di vessarla colle sue concussioni e le sue crudeltà (71). Sulle lagnanze de’ Siciliani, appoggiate dall’eloquenza di Cicerone, il senato malgrado le sue grandi ricchezze, lo condanna finalmente a trecensessantaquattromila lire di restituzione. Benché l’oratore romano avesse ben perorata la causa de’Siciliani, la modicità di tale restituzione
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sanguinoso, nel quale Inaro ferito perdette gran parte delle sue genti. I Persiani inseguendo questo principe nella sua ritirata, l’assediarono in Biblos, città posta in un’isola formata da due rami del Nilo, in cui egli si mantenne per lo spazio di un anno e mezzo. I Persiani pervenuti finalmente sotto le mura della piazza mediante il prosciugamento di un braccio del Nilo, fu essa ceduta per convenzione
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