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spiegata nel canale di Corfù. Siccome ei radeva troppo da vicino il lido dell’isola , le batterie francesi cominciarono a fargli fuoco contro, ed avendo voluto rispondere s’impegnò un canuonamento cbe fece molto danno al naviglio. Si allontanò allora per gettar ¡’ancóra nel canale in mezzo alla flotta alleata. Si recò tosto dall’Ammiraglio turco, al quale partecipò di aver fatto la più bella
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di. Psara. L’anno precedente quella pic-ciol’ isola era stata desolata dalla peste, e nel momento , in cui i nostri marinai ammainavano le vele, fummo attoniti in vedere la riva coperta di una moltitudine d’isolani che danzavano allo strepito de’ cembali. Un. giovane Cefaloniotto, per nome Spiro, che trovavasi passeggero con noi e ci aveva dimostrato il più grande interessamento , scese a terra
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110 LEDVINCA al paesaggio da l’una; l’Adriatico infinito, col suo azzurro d’oltremare, incornicia dail’altra le infinite graduazioni giallo verdi del bosco. È l’ora del bagno. Tutta la colonia dalmata è venuta all’isola a rendere omaggio alla prodezza dell’equipaggio diadoresco. Ringraziamo con esibizioni di nuoto da campioni, con tuffi che si protrarrebbero all’infinito se il prudente pa-dron
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. Ecco dal mare sorgere eruttata dalla fantasia, l’isola del sogno. Dalla nave scende mantato di porpora ed oro il re. Sette ancelle nivee lo precedono sull’ampia gradinata marmorea che sale fra pini giganteschi ; che sale fra oleandri in fiore ; che sale fra lauri e tulipani, altissima fin dove s’irradia alla visione la luce.
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da levante a ponente, è di quasi tre mila e quattro-cento tese. Le sue vicinanze aspre e perpendicolari verso levante , sono ridenti e piacevoli verso mezzogiorno e settentrione, ed è traversato a tramontana da un argine di pietra, sul quale si passa per andare nella provincia di Sagori. La posizione di un isola che trovasi in mezzo , più vicino alla riva orientale che all’altra , l’ha fatto dividere
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. Un giorno , presso all’isola Lampedusa ,
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Daud , quattro leghe distante dalla sua estremità , che oltrepassammo dopo esserci trascinati a gran fatica fino a Suza. Pareva che i nostri marinai volessero farci fare la carta di quelle coste del Mediterraneo, giacché dopo averci tenuti poscia presso alle bocche di Tunisi, ci condussero fino a vista dell’antica litica, oggidì Porto-Farina , e solo alcuni giorni dopo fummo a vista dell’isola
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sul quale sta piantato è di vivo sasso, e al di là verso mezzodì trovatisi campagne coltivate , come pure verso tramontana. A dugento tese di distanza si passa il letto d’un torrente , il quale unito ad un’altro che viene dal monte Roino , forma un’isola. Ivi sono sepolti i militari francesi della guarnigione prigioniera del Zan-te , che morirono a Tripolitza. Fu quello il solo punto che il fanatismo
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*36 s’era dato gran moto e fatica, e non limitato il suo zelo a quella parte di Turchia, aveva traversato il mare Egeo, visitato Candia, ove era sparsa fama che il nemico facesse dei preparativi. Di ritorno da quell’isola era di bel nuovo rientrato in Morea , ove aveva fatto contratto cogli abitanti de’ porti occidentali di quella provincia , per procurare di far entrare qualche provvigione
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. Non sembra peraltro cbe i pericoli sieno così reali come si potrebbe supporli. La tradizione degli abitanti non lia conservata alcuna memoria sopra l’esistenza di quest’isola , destinata probabilmente ad essere un giorno inghiottita dal-l’Acberusio, ovvero ad innalzarsi come l’isola di Santorino e le Cameni, ed a rimandare le acque del lago verso i Campi Elisi ch’esse innonderebbero. Le acque dell’Àcherusio
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87 di Mìstra, presso alle foci del fiume Lemni rimpetto all’isola d’Hydra , e dalla parte di Vostitza. La vita austera di coloro, che ivi fecero i loro voti, merita tanto più d’essere osservata perchè sono quasi in libertà di sottrarvisi. Trovasi colà de’ceno-biti coperti di cilici che si nutrono di cibi grossolani in un paese che nc produce di deliziosi, e che vivono solo col sudore
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quali attaccò l’isola di Candia. Onde ascendere dal porto alla città nuova di Navarino ( Neocaslron ) ci va circa un quarto d’ora. Si passa presso qualche amena abitazione fabbricata in un piccolo seno a destra ove noi ci eravamo ancorali. A qualche distanza sta una vigla (a), cinta (1) E ignoto il nome antico di quel fiume. (2) Vigla , osservatorio da cui s’inyigila sul porto.
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42 il passo, e mi fu detto che vi si trovi qualche vecchio cannone di ferro. L’isola di Sfatteria , celebre nelle storie per la strage dei Lacedemoni che vi si erano rifugiati dopo vinti dagli Ateniesi in una battaglia navale, chiamasi oggidì Sfagia , è quasi tagliata a piombo verso il mare , e non conta che qualche casa peschereccia dietro il porto. All’estremità sua occidentale trovasi
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3i ¡’indirizzammo verso le Strofadi che ono isole verdi , senza alberi e sulle juali non potei coll’occhio discer-ìere alcun’abitazione (i). La sera fi-lalmente posammo al coperto d’una jicciol’isola ch’io credo sia Proti, ìè vi fu bisogno di gettar l’ancora, anto il mare era tranquillo (2). ;È questa un’isoletta di quelle che reggonsi in tutt’i mari, disabitata e :operta d’erica. Ci venne
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38 Siccome mi venne fatto negli otto giorni da noi passati a Navarino di percorrere la città ed i contorni , ne darò qui una descrizione. Sulla destra entrando in porto a Navarino si vede sorgere la città , chiamata da’ Turchi Avariti e da’ Greci Neo-castron , che non si scorge bene se non che passati due scogli situati fra l’isola Sfatteria e la terraferma che formano la bocca. La città
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, nel quale eravamo entrati , e ci trovammo veramente al caso di ben riconoscere la costa. I di successivi senza giammai allontanarci da terra si proseguì verso Navarino. Si bordeggiò solo un poco al largo per radere la piccol’isola di Pontico , ove si fa una pescagione alquanto considerabile , che è forse stata cagione del suo antico nome d’Ichtys, non che un sorgitore alle foci d’un fiumicello che è probabil-
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Il giorno seguente arrivammo per tempo a vista di quell’isola incantata che essere doveva un sicuro rifugio per noi. Tutte le vele erano spiegate e gonfie , e stavamo già per approdarvi , allorché la ciurma del reis accorgendosi del pericolo cui andava incontro nel caso che fosse già dichiarata la guerra , si ammutinò e girò di bordo gridando al tradimento. Noi ripiombammo
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dalle sue live l’isola d’Engia , cd
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a questo , parve necessario fra i partecipi delle compre creare chi avesse cura delle cose predette che rimaneano a regolarsi; e cosi furono fatti gli olio cittadini del 44) dei quali ogni anno se ne cambiauo due, e la cura loro è di raccogliere e governare quello che ogni anno avanza delle cose che hanno maneggialo ed amministrato li otto protettori. Ha questo ofiìcio sotto di sé il governo dell’isola
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8j andò in alto mare appena ebbe i prigionieri a bordo. Non senza qualche piacere s’allontanarono essi da un’isola, ove erano statuzimbello della perfidia e del caso, senza troppo immaginarsi qual sorte li attendesse a Costantinopoli , ove potevano aspettarsi di non essere accolti favorevolmente. Sortiti dal porto dell’ antica Cor-* eira , ove lo straniero va a cercare inutilmente i giardini
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