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senza imbarazzo , tutti dediti alla giovialità ed al piacere reale clie ci inspiravano i luoghi e la società , e non si sospesero i divertimenti che per riposare qualche ora. Il giorno dopo io m’internai nell’isola , la cui terra rpssastra , coperta di piriti di rame , mi parve da per tutto essere una specie di terreno vulcanizzato. L’acqua che ivi si beve incomoda i passeggieri per una diar-rea
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analogia con quello di Prinkipò; è coltivato presso al mare, coperto di salve di pini alla sua sommità, ma l’acqua è generalmente cattiva. Molte persone però preferirebbero il soggiorno di Chalci a quello di Prinkipò , e infatti mi parve più ameno. Nulla dirò di alcuni casali abitati da’ Greci, giacché non potei visitarli ; avevamo premura di far ritorno all’isola , dalla quale eravamo partiti e trovammo
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, o Porto dei Pioppi , certamente così nominato a motivo di tanti alberi che coprono l’isola da quella parte. Il dascalos del monastero non tardò a venire a farci compagnia , e ci disse che il dì innanzi il nostro arrivo quaranta fuorusciti erano sbarcati sul loro territorio , ed avevano obbligato il superiore a dar loro del pane , del pollame , del danaro , ed anche a dir lóro la messa» Per tal
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18*i idee su d’un punto così importante. Si potrebbe stabilire come cosa certa che senza l’aiuto d’alcuna potenza la sorte de’ Greci deve cangiare. Avrà anche luogo una rivoluzione d’idee , ma sarà l’ultima a motivo della lebbra dell’ignoranza e dell’influenza de’ loro papà che ispirano loro l’odio pe’ cattolici, dai quali soli però potrebbero essere illuminati. I Greci, poveri, e come in esigilo nella propria loro patria , non sembravano esistere che per essere schiavi de’ Turchi, quando l’elemento che bagna l’isole e le coste da essi abitate colpì i loro sguardi.Vidersi allora dell’isole di cui s’ignorava l’esistenza sortire dall’oscurità, e spiegare la loro bandiera pervenire a trafficare ne’nostri porti. Tra gl’isolani Greci gli abitanti d’idra furono i primi a farsi vedere. Deboli pur essi, come lo è ogni cosa nel suo principio ,diriggevano tremando le loro navi con piccole vele , e non s’arrischiavano al di là deJl’Ar-
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116 il kermes ; ed osservai die più c’in-noltravatno verso il Mar Nero , più il terreno diveniva aspro , nudo e sterile; infine al tramontare del sole si giunse ad un villaggio , presso al Ponto Eusino , posto sulla riva meridionale d’una baia irta di scogli , e che fa fronte all’isola Cianea d’Eu ropa. La popolazione di quel luogo può essere di seicento abitanti, tutti Turchi o Albanesi
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136 modo il mare è infestato da’ pirati fino a vista di Costantinopoli ; la debolezza del Governo non li reprime, mentre una polizia un po’ severa potrebbe precipitarli in fondo al mare. I monaci vollero condurci a visitare il loro monastero, cinto di forti muraglie per cui può resistere a’ ladroni, e ci fecero percorrere successivamente gli altri lati dell’isola. Io era prevenuto die
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, e non contiene che dei conigli 1 appena può porvisi il piede , tanto è coperta di siepaglie , ed irta di rupi. Vi si trovano dei piccioni selvatici , che fanno il nido nelle fessure delle rupi. Dopo ivere esaminato l’isola, alla quale era sbarcato , mi posi entro un battello insieme colla compagnia che mi aveva ricevuto a Prinkipò , e si fece vela per Chalci, distante una buona lega. Allorché si prese
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167 La parte dell’harein, cli’è riinpetto a quella delle colonne , è addossata alla muraglia del secondo recinto, di cui cangia la direzione. Contiene tre appartamenti delle sultane, divisi fra di essi, e dipinti a diversi colori. Quegli appartamenti 11011 costituiscono pelò delle separate abitazioni, ma fanno parte delTinsieme generale, e la sola etichetta o là gelosia vi pose dei limiti. Il lato del giardino pel quale entranmo è destinato all’ alloggio degli schiavi, e vi si trovano le cucine. Nella parte opposta non si vede che un’alta muraglia merlata, con una porta che mette in una seconda corte, ove sono gli appartamenti degli schiavi neri e del Kislar-agassi, o capo degli eunuchi. Una parte di coloro , che non appartiene più ad alcun sesso, sta accosciata presso quella porta , e quelli che stanno nella corte interiore han quasi sempre in mano il fucile. Lo spazio compreso in quel quadrato con-
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e della conquista dell’isola di Candia. Sulle muraglie dei nomi turchi e de’ nomi greci le più lugubri sentenze rivelano le più nere condanne di morte. Altissime torri piene di ferri , catene , armi antiche , sepolcri , rovine , pozzi di morte , terribili ergastoli , fredde e silenziose volte , sotto le quali trovasi qualche passo del Corano, qualche iscrizione, il funebre stridore del gufo e del-l’ay\Toltoio
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3o il mare o qualche prateria, al vivere chiusi fra mura. Da quel capo si scorge il Zante che i navigatori dì quell’acque chiamano fior del levante , e Cefalonia agitata da’ faziosi ; ma non si può vedere la piccola isola di Politico o d’Icbtys , di cui già feci menzione. I contorni di Ca-stel-Tornese sono ameni , sebbene montuosi ed ineguali di superficie ; !a cittadella , posta sull’alto
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74 i pirati non la vadano a spogliare più spesso. Fertile d’olio, uva, frutta conta una popolazione piuttosto numerosa , i cui costumi differiscono da quelli dei Corfiotti loro vicini per l’attenzione cli’usanole femmine di tenersi velate in presenza dei forestieri. Al sudest, ad una lega circa di distanza, vedesi Antipaxò , altra isola disabitata, ma fertile e coltivata dagli abitanti di Paxò
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allora per l’ultima volta i miei passi. Il canto de’ marinai che veglia-jw vano mi fece addormentare verso mezzanotte , ed un’ora innanzi giorno I sopravvenne la calma. Tre ore dopo mezzogiorno del dì successivo si diede | fondo in un picciolo porto dell’isola della Spezia. I passeggien scesero a terra qua-; si tutti , come pure il capidgi-| bascì, che si fece recare in un’abi-tazionc yicina alla riva, ove andò
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Capitolo l. Arriva a Costantinopoli. Ingresso nel castello imperiale delle Sette Torri........5o Capitolo li. Incontro inaspettato. Altre particolarità ........54 Capitolo mi. Relazione del Beauvais e Gerard. Arrivo del corsaro barbaresco a Paxò. Idea di questa isola. Beauvais Gerard sono condotti all’ammiraglio Turco ... 67 Capitolo liii. Continuazione delle avventure di Beauvais e Gerard
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irato a parte de suoi sentimenti s'abbandonò alla più gran gioia. 11 porto di Paxò divenne pe’ corsari un luogo di delizia. Si sparsero per l’isola onde comperarvi delle provvigioni senza con-t atfare ; regalarono dalla mattina alla sera tutti coloro ne’ quali s’abbattevano , e non desistettero mai dallo sparare il cannone. 11 minimo pescatore di sardelle che fosse venuto al loro bordo
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97 coperte di neve , col forte splendore che ripercuotono , sembrano altrettanti fanali sempre accesi per' illu* minare le più oscure gole di Lai-conia. In quell’isola , sui margini di quel fiume che la bagna , furono colti, dice Teocrito , i fiori che composero la ghirlanda con cui Elena fu coronata il di solenne del suo imeneo. Ne’ primi giorni di primavera, que’ luoghi bagnati dal Tiasa
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4* poco dopo , tramontato il sole , ci trovammo a Tenedo. Quell’isola è riguardata da’ Turchi come uno de’ baluardi dell’Ellesponto, ma è più importante ancora pe’ suoi vini rossi de’ quali fa un considerabile commercio. Noi ce la lasciammo addietro , perchè il nostro capitanai forzq le vele per imboccate lo strettoi la luna che s’alzò tpsto cU*po ci fece vedere U Chersoneso e la spiaggia
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, da qualcheduno de’ porti di quell’inospita costa per recarsi nelle acque di Cerigo, e piombare sulla preda. Miseri i naviganti senz’armi , o immersi nel sonno ! sono essi sterminati senza pietà. Avvi qualche relazione di commercio fra Cerigo e Maratlionisi, anticamente Cranae , isola nota anche sotto il nome di Finocchi. Ogni altro navigatore però non potrebbe approdarvi senza pericolo a meno di
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109 l’antiquario , ed il botanico non vi discoprirebbe clie pochissime piante probabilmente già note, giacché sono quelle de’ terreni aridi e pietrosi. Nè più sono ammirabili le produzioni della natura nelle vicinanze di Mo-nembasia , che sembra incassata fra le montagne che le sovrastano a ponente. Nè intendo come se ne abbia potuto vantare i vini, giacché so dal sig. Roussel agente mercantile a Napoli di Romania, che conosceva perfettamente que’ luoghi , che quel distretto non racchiude che vigne le quali danno un vino mediocre. Napoli di Malvasia che i Turchi chiamano anche Monembasia, è fabbricata colle rovine dell’antica Epi-dauro Limera, ma su d’una picciol’i-sola anticamente chiamata Minoa. E sede d’un bey , residenza d’un arcivescovo metropolitano e racchiude una popolazione di quasi duemila
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3i Capitolo xlvii. Continuazione del viaggio. Finalmente all’alzarsi del sole del Sesto giorno lasciammo quell’isola, e ^adendo la terra ferma passammo in-«anzi al golfo di Castri, che è l’antica Ermione. I nostri Greci ne parlavano come, d’an buon paese , di cui vantano i vini sopra ogni cosa. k tre ore di distanza si navigò in i mezzo a massi di rupi che sembra-- .vano staccati dal continente
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9l prirono il mare e l’isola di Negro-ponte che è l’antica Eubea. Andarono seguendo quella montagna verso il nord , onde scenderne , ed alla vista dei luoghi descritti da tutti gli storici e da qualche viaggiatore, s’accorsero che s’accostavano alle Termopili , nome che anima e commuove ; la rimembranza di Leonida e de’ suoi trecento è cosa che lascia una profonda impressione. Un altro sentimento
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