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fin dai primi tempi del veneto dominio, quando, fondato — pare — dai Genovesi, larga parte esso prese alle vicende storiche di quell’epoca turbolenta. Allora, come già ricordammo, esso era sede di un castellano. Il suo nome di Bonriparo o Belriparo non ha bisogno di spiegazioni; l’origine sua è incontrastabilmente italiana. Ma la popolazione greca dell’ isola, che corruppe in Monofazi il nome di Bonifacio
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— 120 — pato nell’ isola di Candia contro i Veneziani, sperava poter fare qualche cosa. Lo Sdrin voleva sapere, se mai sortisse in Campagna, su quale assistenza poteva contare della Republica. Egli chiedeva armi ; intanto sarebbe partito per la Croazia, e avrebbe persuaso gli Ungheresi alla mossa, e ad imprendere qualche coraggiosa risoluzione. Il Bernardo, applaudiva all’ operato dello Sdrin
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da lui, perchè coi Croati ed Ungheresi potesse dare qualche colpo ai Turchi. Ma lo Sdrin chiedeva il generalato di Varadino posseduto dal Conte Lesle, nella vicinanza della sua isola^ Questa dimanda non incontrò il gusto della Corte, perchè temevano che con 1’ aggiunta di questo governo, egli si rendesse troppo potente. Il Senato l’il agosto 1664, approvava la
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su di lui, interrompendone il riposo in patria, rieleggendolo provveditore generale in Candia e immediatamente appresso, quando ancora non era partito alla volta dell’isola, capitano generale in luogo di Andrea Corner prima di lui designato, e in sostituzione di Angelo Correr al quale il comando era stato ceduto nel 1663 da Giorgio Morosini. La rotazione e la eliminazione degli uomini continuava implacabile
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— 138 — Se ne discorre un po’ leggermente. Mazzini predicatore, Mazzini ligure che ha il senso del mondo, Mazzini che non perdona, è la fantasia e l’umore politico del popolo italiano. In lui non c’ è più ombra di quello specioso patriottismo dei liber’uomini del Primo Impero che vagheggiavano in Napoleone bandito all’ Isola d’ Elba il nostro eroe nazionale. Egli respira l’aria
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- XIII - Dalla riviera ligure e dal golfo di Napoli io son sempre tornato alla sua tranquilla bellezza senza rimpianti ; ho ammirato i suoi flammei tramonti che si rinfrangono tra gli scogli corallini in mille lampeggiamenti di topazi e di viole, di porpora e d’oro; ho risalutato con esultanza di gioia la divina isola di San Nicolò, cespo di verdura, ricinto dalle melodie e dagli aromi
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- 223 — Apena i a podesto saltuzar, Tuti un progeto a parte à bu a formar. Stago su sto mover, Questo sarà el mio aver Uno diseva ; e st’ altro ; in sto formento Sarà el mio regno e viverò contento. Chi aveva una montagna, chi un boscheto Chi un bel prà, chi un bel lagheto, In tìn chi qua, chi là I s’ aveva isolà. Guai chi avesse parlà De unirse e infradelarse, Guai chi disesse mai de concentrarse. La gaiina vedeva Tute le operazion che se faceva, E ghè qualcun che di se Che la se la rideva. Ma finalmente un zorno, Che i sussurrava tutto quel contorno La li ha chiamai davanti Uniti tuti quanti E 1’ à dito : putei, Pulesini fradei, Cossa ve salta in testa ? No avè ale nè cresta, No ave fato el beco, Sè magri come un steco, E parlè come gali ? E ve scordé Che da mi dipendè Che mi v’ ho fato nasser per ogeti Degni de mi e perfeti?
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e gli scolari nella Chieda, e non più trovandolo si dolsero altamente e concertarono sul momento di recarsi al cimitero, dissotterrarono il cadavere, lo vollero riconoscere, e lo fecero riporre cantando le solite preci, e intrecciando corone di fiori con nastri tricolori. Quindi zuffe coi militari, e sospensione delle lezioni. Alcuni capi vennero arrestati e mandati all’ Isola di S. Giorgio. A Venezia
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tatiini dov^ano essere a casa non più tardi delle IO e mezza. Era minacciata la pena di morte entro 24 ore per le contravvenzioni circa alle armi. Il porto franco veniva concesso il 27 Agosto 1849 limitatamente all’ Isola di S. Giorgio. 11 reggimento di tutta l'amministrazione veniva assunto da Montecuccoli ministro di stato con residenza a Verona. Però nei luoghi dove c’era stato d’assedio
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— 100 — alle suppliche materne, ed essa il 5 Maggio partiva dall’ isola, mentre Attilio le scriveva poi il 9 Maggio 1844, giorno in cui esso giungeva a Corfù, come da lettera stampata nel numero unico del 1903. Avvennero subito perquisizioni, nota il Fantoni, nella casa dei Bandiera, con asporto d’ogni carta, con interrogazioni alla famiglia costringendo perfino a deporre la moglie d’ Attilio
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, e ciò per ricordare che Venezia ebbe origine anche dalle popolazioni Aquileiesi che nella sua isola si rifugiarono al cadere dell’ Impero Romano e specialmente dall’invasione di Attila sfuggendo dall’assedio di Aquileia. Così la presente memoria si chiude coll’augurio, che si avverrerà, che la presente nostra guerra ci porterà alla rivendicazione completa dei nostri confini, sogno, lavoro assiduo e speranza
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135 CAPITOLO SETTIMO » ■ •» / Corsali di varie Nazioni infestano il mare Adriatico, formano in Lissa il punto di appoggio , che in poco tempo arriva al grado di prima piazza di commercio nella Dalmazia. Ella è militarmente occupata dalle forze di S. M. Brit. tanica. lì Francesi nel prendere possesso della Dalmazia avevano ommesso di mettere presidio militare nell’ Isola di Lissa . Lissa celebre
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1876
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71 COMMEMORI ALI, LIBRO I. 316. — 1307, ind. V, Maggio 5. — c. 10#t.° — Ducale con cui si fa sapere a tutti che, comparsi alla presenza del doge nell’ Ottobre 1305 Androsio, Nicolò dei Presti e Quinixi (?) fu Cerna ambasciatori del comune di Veglia, gli esposero molte querele contro i conti di quell’ isola ; che quindi fu deputato Rizzardo Querini conte di Ossero a recarsi sul luogo e veder
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, quel consiglio dei pregadi decretò 1’ abbandono (dishabitatio) dei casali di Risa de Laxilo posti sul capo orientale dell’ isola, minacciando i greci ivi abitanti di ribellarsi ; che i proprietari danneggiati da tal provvedimento non ebbero compenso ; che, invece, Nicolò Cor-naro, figlio di Andrea detto Coniarolo, impetrò da Venezia ordini al duca Belletto Giustiniani di risarcimento per la distruzione
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, da essi pronunziate. Data in Candia. Giovanni Barozzi, per espressioni ingiuriose contro la veneta Signoria, è bandito in perpetuo dall’isola; non potrà dimorare fuori dell’Adriatico; uscendone, perderà il feudo ; se tornerà in Candia, starà un anno in prigione e sarà di nuovo bandito. Il denunziatore delle infrazioni avrà 200 perperi. Elena vedova, Marco, Giovanni, Manilla e Crisaffa tìgli di Giorgio Dilago
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1883
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DOGE : ANTONIO VENIERO. 179 dalla regina Giovanna e da Carlo III. Venezia prometta di non alienare mai l'isola. Siano confermate agli abitanti di Corfù le loro proprietà e i loro diritti individuali. Sia data amnistia a tutti i rei, e rimessi tutti i debiti verso lo stato fino al giorno in cui fu innalzato in città il vessillo di S. Marco. Sia conservato l’uso dei baroni e feudatari
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ALBANIA 3 settembre: il Principe Guglielmo I abbandona l’Albania. 23 settembre: il Senato assume il Governo. 30 ottobre : l’Italia occupa l’isola di Saseno. 12 dicembre: Essad Pascià è nominato presidente del Consiglio. 25 dicembre: l’Italia occupa Valona. 27 dicembre: la Grecia occupa parti dell’Albania meridionale. 1915 14 giugno: truppe serbe occupano regioni albanesi di frontiera. 1916 23
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INDICE INTRODUZIONE : Romeni in Italia fino- al 1839 Pag. 3 1. La biografia del Dràgusanu fino al 1839 , » 19 2. Il suo primo viaggio in Italia e il suo sog- giorno milanese.........» . 26 3. Il suo viaggio e il soggiorno a Roma. . » 32 4. Il ritorno a Bucarest, il viaggio a Parigi, Londra e Nizza.........» 47 5. Il viaggio per mare all’isola d’Elba e a Sa- lerno .............» 50
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1938
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l’innocuo frequentatore di ogni ritrovo, inosservato e tollerato dovunque, è colui che può spaziare negli orizzonti della sincerità; ma chi è in alto, quanto più in alto sale, tanto più si isola o viene 143
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1853
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S. MARTINO DI MURANO. 165 martire ricordato dal Coruaro (voi. X. parte II. p. 221.). Riguardo a lapidi sepolcrali non ve ne esisteva alcuna fino dal 4808 in cui il diligente Moschini la visitava. Io parimenti nessuna ne vidi, e solo trassi dal Cornaro, dal Moschini stesso, e dal Gradenigo ]c tre non sepolcrali che riferisco alli nuro. 4. 2. 3. L’ultima poi importantissima al celebre nostro Andrea Navagcro traggo dai libri che sarò per indicare. Gli autori che vidi ricordare questa chiesa sono Flaminio Cornaro (Ecclesiae Tor-cellanae Pars IL p. 247 e T. XIV. p. 430, e nelle Notizie Storiche p. 621. 622. 623). Ridolfi Vite de’pittori (T. II. p. 454). Zanetti (Pitt. Venez. ediz. 4797. voi. IL p. 448)! Moschini (Guida per l’ìsola di Murano, seconda edizione 4808 p. 98. 99.) Ermolao Paoletti (Fiore di Venezia p. 457. voi. I.).
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