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di questa pace, il quale sognò, che i veneziani cedessero ai turchi 1’ isola di Corfù. CAPO XXXII. Condizione politica degli stati d‘ Italia. t La notizia della pace stabilita tra il sultano e la repubblica di Venezia riuscì molto amara ai principi italiani e particolarmente al re di Napoli, a cagione delle sue mire sopra l’isola di Cipro, attraversategli con irresistibile opposizione dai veneziani
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palrimonj et il sangue de’citladini, » doveremo desiderar di sostentarla con tanto pericolo ? Olirà che • sé l’isola di Candia tutta, mentre era da noi pacificamente posse-» duta ci portava aggravio considerabile all’ erario et era semplicc-» mente uno Stalo d’apparenza, clic solo dava modo di render più » forte 1' armamento marilimo, anche senza di questa resterà la Rc-» publica con le medesime
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, quello di san Nicolò della Cavana, cd a quello di sant’ Adriano nell’ antica isola di Costanziaco incorporò il monastero di sant’ Angelo detto di Zampe-nigo di Torcello, ed aggregò il monastero de’santi Marco e Crisiina dell’antica isola di Ammiano a quello di sant’ Antonio abate di Torcello, nella quale occasione vi trasportò di colà il corpo di santa Cristina vergine e martire. Nell’ anno 1448, il Paruta
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570 LIBRO XX1Y, CAPO XXIII. CAPO XXIII. Progetti del Senato sopra il regno di Cipro. Nel mezzo di tutte queste vicende il senato non perdeva mai d’ occhio gl’ interessi dell’ isola c del regno di Cipro, la cui tranquillila, a vero dire, non era più stata turbata dappoiché s’ erano strappati di colà i figliuoli bastardi del re Jacopo. Le mire del senato erano di tutelare i diritti della regina
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le altre due, che vi erano, di Eraclea e di Equilio, le abbiamo vedute soppresse ed estinte, nel corso del secolo XV. CAPO XXII. Monasteri e conventi. Altre notizie ecclesiastiche per la storia di Venezia ci porgono gli annali dei monasteri, che nel presente secolo furono piantati, oppure cangiarono abitatori. E primieramente ci si presenta quello di sant’ Angelo di Contorta in isola, abitalo prima da monache. Soppresse infatti
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a poco a poco, benché non intieramente: alcune usanze con-tinuavansi anche nei primi anni del corrente secolo; alcune maniere di canto ecclesiastico continuano tuttora. Morì questo patriarca il dì 26 marzo 1460; e fu sepolto nella chiesa del suo antico monastero, nell’ isola di san Giorgio in Alga. Nell’ anno 1460, Andrea Bondiinero fu eletto il dì 7 aprile: a grande stento fu indotto ad accettarne la dignità
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di ben sei miglia, andò ad ancorarsi nél canale, che divide la terraferma della Grecia dall’ isola del Negroponte. Un distaccamento di essa tentò una discesa nell’ isola d’Imbro, colonia della repubblica e se ne impadronì, dopo di avere taeliato vol. vi. 40
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ANNO 1467. 297 CAPO XIX. Rivoluzione nel regno di Cipro. Quest’ anno medesimo riuscì foriero di un particolare avvenimento, che in seguito fruttò alla repubblica di Venezia la sovranità del regno di Cipro. L' importanza di questo acquisto ha tutta la relazione più stretta colla storia nostra, perciò non posso astenermi dal parlarne, tuttoché brevemente sino dalla sua origine. L’isola
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favorevole al progetto, lo aveva fatto ricondurre alla sua residenza, accompagnato da due galere, con ordine, che queste rimanessero d’ appresso a quell’ isola, per secondare i movimenti e le novità. All’ avviso delle turbolenze insorte, il generale supremo della flotta veneziana aveva fatfb intendere alla regina, per mezzo dei sopracomiti dalmati Coriolano Cepione e Pietro Tolmerio, che, se il bisogno
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anno 1476. 557 » più i dossi c le veline in quel determinalo spazio esistenti. » Ed egli medesimo ci fa inoltre sapere, che « la darsena o vasca d’arsc-» naie novissimo, ed in essa segnatamente la parte ridosso il riparto » Isolotto, è da riguardarsi come l’antico alveo, od almeno la vena » maggiore dello stesso canale Biria, che, dopo di avere strisciato » ridosso l’isola delle Vergini
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, cavalli........15,000 • li re di Cipro con tulte le sue entrale in casa sua so- pra T isola può fare cavalli 2,000 ; fuori, cavalli . 1,000 » Il duca di Nisia nell’ Arcipelago con tutla la sua possanza potrà pagare cavalli ; 2,000 in casa fuori, cavalli..............1,000 » Il gran Maestro di Rodi con tutte le sue entrate ed angarie delle commende loro, cherici e laici sulla detta isola
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dell’arte vetraria. E dietro a questi veniva una infinità di gondole e di multiformi barchette. Passava tutto il maestoso convoglio tramezzo a doppia schiera di legni ancorati, che ne festeggiava il passaggio con ripetute salve delle artiglierie. Ad aspettare 1’ arrivo del bucintoro trovavasi all’ isola di sant’ Elena il vescovo di Castello, e più tardi il patriarca, a cui con altro ceremoniale
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una colonia. Fu colonia feudale e militare de’ cava-» lieri tratti dai maggiorenti, dei fanti tratti dal popolo. Non per-» devano il diritto di cittadini veneziani ; tornando lo avevano come » per lo addietro. Si rispettò il ceto nobile del paese e lo si fece » partecipe del reggimento; si rispettò un’antica colonia di Saraceni » ivi stabilita. L’isola si governava di per sé sola per quello spetta
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nel principio di questa ultima guerra. La fortezza di Lepanto resterà evacuata dalla república di Ve-netia ; il castello detto di Rumelia, nella parte di Lepanto sì demolirà ; si demolirà parimenti la fortezza di Prevesa, e si lascierà in quella parte la terra ferma nel suo primiero ed intiero stalo. III.” L’isola di santa Maura, colla sua fortezza, capo di Ponte detta Peraccia senza veruna estensione
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un’ armata di otto in nove mila uomini da sbarco. Fu travagliato nel viaggio da forte burrasca, che lo costrinse a prender porto nell’ isola di Tine : perciò non giunse nelle acque di Scio se non il giorno 7 settembre. « Sorge quest’ isola ( così ce » la descrive il Garzoni ) fra Samo e Metellino nell’ Arcipelago rim-» petto alla Jonia . . .. Dividesi in alta e bassa, l una c l’altra
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. Giunsero a Venezia le lettere del bailo nel gennaro del 1570, e si conobbe la necessità di affrettare i provvedimenti più efficaci per affrontare senza timor la procella, ove non fosse stato possibile l’allontanarla. CAPO V. Precauzioni dei veneziani per porsi alla difesa. Furono mandati pertanto corrieri a tutti i governatori del-l’isola per avvertirli di stare in guardia. A quello di Candia fu ordinato
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dai loro sepolcri, e di cui sparsero le ossa qua e là per le strade. Nel mentre costoro siffatte cose operavano, una impetuosa tempesta investì alquante delle loro galere e le spinse a sfracellarsi negli scogli della spiaggia. Vi perirono molli turchi: c molli altresì di loro, che per avidità di bottino s’ erano inoltrati nell' isola ed eransi sparpagliati, furono tagliali a pezzi dai soldati usciti
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delle armate Vineliane tolta la vita » a molti munsulmani corsari, dopo che vivi erano stati presi nel » conflitto; ma particolarmente che fosse del continuo dato ricetto » sopra l’isola di Cipro a’corsari Ponentini, che tenevano infe-» stati i suoi luoghi vicini et impedita a’ suoi sudditi la navigatio-» ne di quei mari. Però nella fine richiedeva, che volendo i » Vinetiani continuare seco nell' antica
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parere. Partì egli dunque dal golfo di Egina il dì 8 luglio e diresse le prore de' suoi navigli alla volta di Ncgroponte. L'isola e la città, che se ne danno reciprocamente il nome, sono descritte con brevità dallo storico Foscarini(1) con le seguenti parole: « L’isola diNegroponte » è divisa dal continente da un angusto canale famoso per l’irrego-» larilà dei suoi flussi e riflussi
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dei corsari recavano alle nazioni cristiane, si aggiunse altra maliziosa intrapresa degli schiavi turchi, nell’ isola di Malta, i quali ordirono tra loro una secreta congiura per farsene padroni, dopo che vi avessero trucidato il gran maeslro e tutti quei cavalieri. Avevaia ordita in principalità il pascià di Rodi, eh’ era il più cospicuo tra quegli schiavi. Egli manteneva corrispondenza con li corsari
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