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DI LEONARDO DONATO. 1573. 423 armale che ha in quest’ isola S. M. l’anno passato sono stato 15, eh’è quel più che sia stato fatto da alcuni anni in qua di milizia marittima , essendo solito prima averne sole dieci; ma il presente anno 1573 dovean essere accresciute a 20. Il governo deir isola, con titolo di viceré e capitano generale , è da S. M. sempre commesso a persona forestiera
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della Serenità Vostra da’ turchi per le cose di Tine, in tempo mio sono stato libero da questo travaglio per la molta prudenza del magnifico messer Nicolò Balbi rettore in quell’isola, il quale con il suo destro e prudente modo non solo non ha dato occasione a’ turchi di lamentarsi, ma in contrario si è fatto così ben volere, che ognuno resta di lui più che soddisfatto, e specialmente li popoli di quell’ isola
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contro cristiani che contro infedeli, nè sapendo loro vivere senza far qualche guerra, subito che pensano a far impresa, se gli presenta immediate la comodità degli stati di questo Serenissimo Dominio per la vicinità, essendo, si può dire, il regno di Candia nelle fauci di quella gente, e tenendo li popoli di quell’isola assai più commercio con Costantinopoli che non fanno con questa città. Corfù
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86 dai primi moti di San Piero Corso in quell’isola •, mandò un suo gentiluomo in Ispagna ad offerire al redi mandare le sue galere in Corsica con genti per scacciar san Piero e mantenere e difender l’isola in nomedi sua maestà; onde se i Genovesi non vivessero sotto l’ombra del re cattolico, è certo che interveniva loro qualche travaglio. Lucchesi stanno in una continua e ragionevole paura
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per nuovo acquisto, sarebbe a quell’ isola forse più che tremenda. Dei re di Polonia e di Portogallo non ha che sospettare, perchè 1’ uno è lontano, e l’altro non ha forze. Del duca di Savoia confida assai debolmente , perchè oltre che quel duca sarà sempre più pronto alla pace che alla guerra , può dubitare nondimeno eh’egli, per interesse dello stato suo, quando si movessero i francesi e 1’ astringessero
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78 STORIA Ma nc, tre mesi, che scorsero dopo pubbli-cata la sospensione delle offese sino al fine del-Tanno, eziandio dappoiché i commissarj di sua altezza giunsero in paese, non cessarono gli Uscochi, per quanto poterono, scansate le guardie, <T uscire di Segna in piccol numero a far danni, riportata sempre la preda nella città; poi passarono con più grosse incursioni sopra 1’ isola di Pago
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Il sipario del Teatro La Fenice, TEATRI VENEZIANI DEL SETTECENTO La vita teatrale (lei secolo decimottavo, interessante in tutta l’Italia, fu cosi singolare, tipica, complessa ed importante a Venezia da dare in certo senso, il tono a tutto il costume del tempo. Nel Settecento il teatro non solo appassiona i veneziani ed offre ai ricchi ed ai poveri dell’isola le ore più liete e le emozioni
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assolutamente tutto il regno di Francia , con esserne stato coronato pubblicamente in Parigi Enrico V, nel 14*8, che si può dir l’altro giorno, le quali provincie tutte si sono perse, non gli restando al presente altro eccetto i titoli, e questa parte che delta ho dell’isola, con alcune circonvicine, tutte di poca stima, olire una parte dell’isola e regno d’Irlanda, con le due fortezze di qua dal mare
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, che nella parte ultima parlano gli abitatori; 1’una conforme con l’irlandese, l’altra totalmente diversa, cosa rara ed ammirabile di vedere, in una sola isola tanta diversità di lingue. Farla medesimamente uffizio d’istorico e geografo chi volesse dar conto delli luoghi marittimi e mediterranei dell’isola , più notabili; onde basterà solamente che io dica una parola della città di Londra, metropoli del regno
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siderati dagl’inglesi, sono siati da loro occupali al tempo della guerra , ma non li hanuo saputi tenere, perchè Forthleilh è stato loro ritolto, parte per forza, e palle per astuzia da monsignor di Termes , ch’era luogotenente del re cristianissimo, e l’isola è stata ritolta dagli Scozzesi, mentre che gl’inglesi la fortifica vano. Queste fortezze, sidi sotto come di sopra, quando fossero in mano
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3J9 cercano di più. Ricchissima di campagne è la Wallia ', di ’è un principato, che si dà al primogenito del re, paese fertilissimo tra gli altri, ma tanto peggio coltivato , quanto gli abitatori di quello sono più maligni degli altri, e dediti ai latrocinj; e questi si dicono essere li veri Britanni riservati da molte incursioni di molte genti, che hanno occupato l'isola in diversi
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, che dimostra di ferire il diavolo con la lancia sotto li suoi piedi, ma li giorni più solenni portano il detto san Michele attaccato ad un gran collare d'oro lavorato a cappe con lacci che le legano insieme, il quale il re dona a ciascun cavaliere con obbligo di essergli restituito dopo la sua morte. Possiede anco il re la maggior parte dell’isola di Corsica, stata dei Genovesi
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¡55 di Rodi, tenuta per molti anni dalli cavalieri di Sun Giovanni, essendovi andato in persona con potentissima armata e grandissimo numero di gente, della quale isola dopo l’assedio di mesi sei ottenne il possesso, con volontà però del Gran-Maestro, e di tutti li cavalieri, li quali, parendo loro di non potere sostener l’assedio per il mancamento delle vettovaglie, nè resistere alli grandi
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, secondo l’ordinario dei negozj turcheschi, fu conclusa e stabilita la pace in quel miglior modo che piacque al Signor Iddio, e che a me non tocca dire ', e fu deliberato che i claris- ' Per questa pace la Repubblica di Venezia fu riconosciuta nei suoi antichi diritti commerciali, ma fu tenuta a restituire la città di Sepotò in Albania, da lei presa durante la guerra, a riconoscere la cessione dell’isola
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come l’ho riferito, esso è invece ortodosso, autorizzato, patriottico e repubblicano. Dunque tiene fede al regime, il che ha ancora importanza ufficiale in Francia. Lasciatelo allora così, e alla parola « istituzione » fermatevi ossequentemente; se no, sbagliate. Ridono di fuori, affacciati intorno alle. frontiere, i popoli confinanti, ridono di quest’isola della Regola, sola e solida, anche se non sicura
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1863
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(1), fosse contento di darle Morlai.v , che è porlo dirimpetto all’ isola d’Inghilterra ; volendo dalla negativa del re prender pretesto della sua ritirata. Ma S. M. procedendo anch’essa con i medesimi arlifìcj, glielo promise prontamente, ma sotto mano fece che il maresciallo d’ Aumont (2) negasse di consegnarglie- lo ; e così restarono le cose, ritirando in questo mentre la regina i suoi soldati
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una possente armata per invader quel regno, la maggior parte di quelli che lo possedevano se gli diedero , li quali allora erano tutti selvaggi, e fecero la dedizione con patto che allora la si intendesse valida, quando il papa l’avesse confermata, il quale dicevano che solo conoscevano per superiore. Sua Santità gli fece la confermazione, e principalmente perchè non essendo l’isola ancora bene istrutta
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4SG 1347. Della pace Ira Pirano e Spalatro del 1192. Ivi, pag. 70 - 72. -1348. Delle rappresaglie tra Capodistria e Pirano nel 4262. Ivi, pag. 72. 4549. Donazione di Sipar, di Umago e dell’isola Paciana ai Vescovi di Trieste nel 929. Ivi, pag. 77 - 79. V. pure a pag. 76 notizie intorno ai posteriori padroni del castello di Sipar. 1550. Della pace fra Patriarca Pellegrino di Aquileja e Conti
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1847
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ragguardevole si sta costruendo, e sarà quanto prima compiuto, vicino alla punta del litorale di Cavallino, verso il porto dei Tre Porti. Il litorale di Sant’ Erasmo è fortificato mediante quattro opere, armate con cannoni, situate appunto ai quattro angoli dell’ isola, la quale presenta la figura d’ un rettangolo, reso un po’ ripiegato e convesso verso il mare. Sopra ciascuna punta esterna sorge un ridotto
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1848
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, messer Nicolò, messer Matteo e messer Marco presero commiato dal Gran Can e montarono nelle navi con molta gente. Egli diede loro le spese per due anni. » Cosi si misero in mare e navigarono per tre mesi fino a che vennero ad un’ isola verso mezzodi, delta Giava, nella quale han-novi molte cose maravigliose, di cui parleremo nel libro presente. Parlili da quest’isola, navigarono diciotlo mesi pel mare
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