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et inhabili-» tationis sententias, censuras et poenas pari modo ex ntinc prout S» ex tunc proferimus et promulgarnus in his scriptis. Monemus : » praeterea et requirimus auctoritate praedicta omnes et singulos » forenses ltalicae, Gallicae. Theulonicae, Hispanicae, Anglicae, » Scoticae, Dalmaticae et cujuslibet allerius nationis, quos lune » Venetiis aut in civitatibus, terris et locis, in quibus veneti
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dominum Andronicum ejus filium ad ejus gratiam, ordinando quod ipse dominus Andronicus eidem patri suo succeda! in imperio Constantinopolitano post ejus dicli patris obitum et dccessum ; ipso tamen domino Kalojano dum vixerit domino dicti imperii remanente. Quibus pendentibus dicti Veneti prefato domino Kalojano non prebeant auxilium, consilium vel favorem. Ipsis tamen factis, ut supra, vel saltem
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170 LIBRO XVII, CAPO XLV. et communis Veneciarum dubitare videntur, ne virtute presentis capituli, si treuga, cataneum status vel abstinentie fient, vel facle essent inter dictum dominum imperatorem et communc Janue, ipsi Veneti ad dictum et per dictum imperium navigare non possint durantibus dictis treugis, cataneis statu, vel abslinentiis donec pax firmata esset, voluerunt et consenserunt dicti
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e loro sopressione. Titolo w Artic. 1. Vedi Decreto 8. Luglio 1806. Tomo 6. carte 3. Stamperia. Reale di Milano, che abbia a spedire alle Municipalità al prezzo di Soldi 4. al Faglio il Bollettino delle Leggi . Vedi Decreto 15. Miggio. 1804. Tomo 9. c. 56. Stampatori Veneti non possono ristampare il Codice Napoleone, Indici, e Reperto;. Vedi Proclama 19. Maggio 1806. Tomo 14. c. 75. Stampatori
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1807
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Veronese , e nelle Provincie di Terra - Ferma varj Da7.j, che sono separatamente descritti Provincia per Provincia .. Di S. A. I. Vice Re t che li Decreti 7. Ottobre 1804 , e 7. Novembre 1804:. fieno comuni , ed oflervàti negli Stati Veneti . Che a primo Maggio |8od. le Monete di Cofiio della Repùbblica V<ncta ; il loro valore fia irf conformità della Tariffa , e che fa attribuito pef li Dipartimenti
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1924
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158 LA PRIMA PROPOSTA PER IL PORTOFRANCO non vi fosse stata la Bottega di diversi sortimenti, come giornalmente si può vedere; ma ora a causa dell’Angarie, Datij, Regalie et impedimento de Veneti... questa Città, et Distretto è del tutto destituía, non conservando dell’antico altro, che il nome et appena vi s’attrovano poche merci per bisogno quotidiano del Paese ». Qui si apre uno sfogo
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1888
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, così ora venne in loro aiuto, quando, dopo la pace di Costanza (1183), tentarono di costituirsi a Comuni autonomi in opposizione ai patriarchi di Aquileia, i quali dal 1208 tenevano in loro potere anche la penisola istriana, e pretendevano sulle citta assoluto dominio baronale. Così i Veneti, avveduti, forti, perseveranti, venivano a prendere sempre maggiore ingerenza nelle cose dell’Istria, e s’avvicinavano
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della città con a capo il vescovo stesso ? Si può anzi inferire a tutta ragione, che Orseolo, fiaccati i Narentani, avrà voluto fare altrettanto con Ragusa alleata e già da 160 anni tributaria di que’ barbarissimi ladroni, come con qualche jattanza ci va insegnando l’Appendini ; impresa già tentata da’ Veneti nel 971. Accorderemo però, che il primo dominio veneto in Dalmazia a poco a poco andasse
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1924
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senza che nessun fatto portasse i mutamenti da lui desiderati. Il Patriarca venne a trovarsi in una situazione diffìcilissima. Doveva reggersi in equilibrio a poco a poco inso.ste-nibile tra i Veneti e i Bizantini da una parte, politicamente signori di Grado, e i Franchi dall’altra, godenti titoli di sovranità sui Veneti e padroni dellTstria, gli uni sempre in conflitto con gli altri. Anche la sua alta politica, temprata
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veneti, allibrati come di-cevasi a fochi veneti, mentre tutt’i possidenti di terraferma uniti insieme, non arrivavano a pagar tanto, quanto quelli soli della capitale, tranne però gli ecclesiastici i quali in tutto lo Stato doveano pagare col ragguaglio degli allibrati a fuochi veneti, e però erano tassati molto più gravemente che gli altri estimati delle Provincie. Cosi dei dazii, la massima
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in Ferrara (4), mentre i Ferraresi in Venezia doveano essere giudicati dai magirtrati veneti soliti a deputarsi pei forestieri. Istituivano allora i Veneziani in Ferrara altresì un regolare visdomino cominciando da Pietro Bembo (5), i quali privilegi poi erano stati vieppiù estesi nel 1230 (6), statuendosi che i Veneziani sarebbero esenti da ogni dazio passando pel territorio ferrarese, salvo tre danari
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16 campagna, a cui andava talora aggiunto il cappuccio, opportunissimo nel verno a riparare dal freddo. Era colore favorito dei Veneti il turchino, onde tra i Romani, veneto e turchino divennero sinonimi, e le vesti anche dei Veneziani secondi fino al secolo XII (1) erano di quel colore. Ma mentre la lunga peregrinazione, il differente clima, le nuove condizioni aveano ritratto i Veneti
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1925
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135 Riconoscevasi indipendente il ducato beneventano, sostenuto dalle armi del duca Grimoaldo. Quanto ai Veneziani : in codesta alleanza o decreto, cosi il Dandolo, (2) fu statuito nominatamente che le città della Venezia e quelle marittime della Dalmazia, costanti nella sincera devozione all’ impero orientale, non dovessero essere dall’ impero occidentale nè invase, nè minuite i e che i Veneti
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18 prescelta era più bella (1). Codesto costume depurato e Sotto altra forma religiosa fu lungo tempo conservato anche dai Veneziani secondi, celebrando in un dato giorno dell’ amio i matrimomi. Abituati, come già notammo, alla navigazióne nei fiumi e nella laguna, mettevano i Veneti loro piacere nelle giostre sull’ acqua, chiamate poi dai Veneziani regate, e la loro maestria nell’ uso del remo
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. De redditinne Castri Petrae. Petram Castrum sub Biseno obsidione cinxerunt Veneti, ubi tertia nocte, post multam conquassationem mu-rorurn cutn bombardis, ex nostris 300 in nocte irrumperunt in castra ipsorum, et interfecerunt magistros bombardarum ipsorum ex improviso, etiam accepta una bombarda. Tunc Veneti altera die solverunt obsidionem. Tandem treguas triennales per Nos et alios Consiliarios Regis
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1925
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Asiam incolebant, tuain feracem tritici. Eplior. in Strab. 1. 1 e 0. (2) Filiasi, Veneti Primi e seondi ; I, 102 ediz. Ven. 1796. (8) Olivi magna fuit Cymeriorum potentia in Bosphoro, ab iis Cy-merium dictum . . . Cymerii ac Treres saepe incursines feceruut in dex-teram Ponti partem . . . in Paphlagoniam erumpentes. Strab, 1, 9, 13. Plinius, Justin. in Trogo. (4) Alti gentem quamdam Cappadocibus
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1925
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, in loco trajectus qui dicitur Haybolas. Hoc viden-tes Veneti et cum equis esset appulsurus ad insulam Damatici propin-quam continenti, cornibus jactis omnem trajectum muniverunt. Quum nihil posset Pipini exercitus effìcere quando quidem trajectus alibi nul-lus esset, obsederunt eos in continenti per semestre quotidie manu con-serentes. Veneti quidem naves ingressi post comua quae jecerant se tuebantur. Rex vero
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1925
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abitanti nel navigare, de’ quali vien ricordato altresì che a salire su pei fiumi tiravano le barche colle alzaie, e che numerosi loro navigli scendevano il Po fino alle sue foci, ove per l’abbondanza delle accpie dicevasi formasse Sette Mari (1). Su leggeri barchetti percorrevano i Veneti le lagune, esercitavano da un capo all’altro di esse il loro commercio ; nei margini boschivi si davano
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Page 163
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1719
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induti proprio milite, atque indigenarum maritima peritia ingentia facinora cdidcre , imperiique Veneti fines in Orientis longinqua loca propagaverc j ita quæ ad terreftres pugnas tradandas fpedant, cxterorum ducum, quorum fpedata in Rempublicam fìdes atquc eximia virtus præclaris bellicis adionibus emineret , imperio , fìdei, atque curæ committerentur. Cujus conTilii ratio-ties eas plerique retulerunt
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Page 41
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1927
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— NECROPOLI CRISTIANA. I Estuario, si arrestò ad Albiola e pose l’assedio a Malamocco. Dopo una strenua difesa, nella quale grandeggiò Agnello Partecipazio, il condottiero della prova suprema, i Veneti deliberarono di riparare nella più sicura isoletta di Rialto, ultimo propugnacolo della libertà di Venezia e si può dire d'Italia, scrive il Gfrorer. Qui la leggenda rende incerta la storia. I Veneti
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