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che sia, di Nicolò Tron colla sua effigie e col leone e vessillo, che é di grani veneti 48, e che sembra misto di argento : segue quello di Nicolò Marcello con figura di doge e leone di faccia, simile all’ altro posteriore e più conosciuto di Giovanni Mocenigo ; ambidue di ottone del peso di grani veneti 42, c che sembrano rappresentare il da due bagatlini: di Pietro Mocenigo vi è pur altro consimile
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Priuli, qui diminuito dai grani veneti 651 ai 544, cioè ridotto all’intrinseco di soli grani veneti 516, che, a lire 6:4, bene si ragguagliano colla lira, ossia colla prima giustina del 1571. A distinzione delle altre consimili monete, nel dritto, alla figura del santo Evangelista si sostituì il leone in piedi, che dà il vessillo al doge ; ed ommessa la denominazione di ducato nelle leggende
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è » l’emporio dei Veneti e dei popoli Illirici stanziati sull’ Istro », o come altri intendeva « nell’ Istria » e che si trova « fuori della regione dei Veneti » ; intorno a questo passo, alla sua interpretazione e a proposte di eventuali emendamenti, scrivono prima il capodistriano Francesco Almerigotti, poi il marchese Girolamo Gravisi (2), e Paolo Fistuiario (3) e infine Giacomo Filippo libro
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induti proprio milite, atque indigenarum maritima peritia ingentia facinora cdidcre , imperiique Veneti fines in Orientis longinqua loca propagaverc j ita quæ ad terreftres pugnas tradandas fpedant, cxterorum ducum, quorum fpedata in Rempublicam fìdes atquc eximia virtus præclaris bellicis adionibus emineret , imperio , fìdei, atque curæ committerentur. Cujus conTilii ratio-ties eas plerique retulerunt
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1668 II Mote/t* ni ì fatto Cavalitrt . 556 DELL' HISTORIA VENETA e tagliata quafi tutta la militia, recarono a’Veneti con la galea la vittoria, e le fpoglie. Due altre dopo fanguinofo conflitto provarono T ifteifa forte, cadute in potere di Luigi Magno Capitano del Golfo, di Luigi Priuli, fopra la galea del quale riiìedeva Leonardo Moro Provveditor Ettraordinario d’ Armata, di Luigi Minio
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principalmente a mettere in pratica i propri studi : sotto la direzione del capitano e del piloto, teneva esalto giornale nautico, rilevava alture, faceva altre osservazioni e computi di navigazione. Al ritorno, mostrava il giornale al maestro, e continuava a frequentare la scuola, finché intraprendesse altri viaggi. Esercitato sopra veneti legni per almeno quattro anni, era preferito per l’impiego di piloto
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1884
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.) — Trieste, tip. Herrinanstorfer, 1870; in 8° gr. di pag. 26, e la traduzione libera del Buttazzoni di pag. 32. (R. O-B.) La dissertazione del Nocher trentino, comunicata da Tomaso Gar, si parte in sei capitoli che riguardano gli Euganei, i Veneti, la regione dei Veneti, i Carni, i Cenomani, l’Istria; e fa suo prò’ di ben 152 citazioni da autori latini e greci e di iscrizioni parecchie, tutto in poche
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1686
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134 DE’FATTI VENETI ¿tlemannì fi compiacquero ancora, che cento venti Caualli Pontifici; s’in-■m trcm». diri^zaifero verfo il Ferrarefe. Dato luogo i Tedefchi ¡da Vicenza, vi entrarono iProueditori, e i Capi Veneti, con vna fola E ir'entra- portione però di efercito,affine di nò arrifehiare alFim peto vora- 1 VcM: ce di tutte le militie quella prediletta Città. Fù opinione di qualcheduno
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172 DE FATTI VENETI mente il Grifti, e gli altri Capitani Veneti, che per anco fi fer m v uano co fefercito alle Brentelle ; Come anco non molto fletterò i nemici à far cóprendere, cò loro andamenti, il timor non vano. ciamome D°P° prefo,ebene aflìcurato Legnago,era andato Ciamonte col àLmeni. pieno delfuo Campo àLimenafopra la Brenta, & hauea quiui principiato à gittar due Ponti,perpaffare
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i6o DE’ FATTI VENETI Già non potendo chi fi trouanel mezzo di procellofa tempe-ila,fe non rimetter fi perla fua cercata faìuezza alladifcretion de Veneti, anche la República fu con quello eiempio coftretta à fecondar l’inflanze, egl’impulfi di Giulio in queilo fuonuouo 7odP-n£'- Penfieroc^^ Genoua. RaiTegnò dodeci delle fue Galee al Capi- tolamoCa- taniatodi Girolamo Contarmi. La Santità
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108 DE FATTI VENETI Ter cui ti entraronui, e tutti ad vn tempo companiera nella Piazza, no-mra' minatafì, del Capitano, fenza, che alcuno loro fi opponefle, ò potefle opporfi. Occupata da quel canto la Città, fece il Gritti, che per I’altre Porte, oramai aperte, parimente vi s’inoltratte-ro dell’altre genti > che ftauano per tareffetto approntate, e che vi fi andaifero fpandendo
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170 DE FATTI VENETI nate fpeditioni, già fatte dal Gritti in diuerfi Luoghi, fpinl^ a’ confini del Padouano più Compagnie di Caualleria leggiera, per impedire le fcorrerie de nemici vrtate, le quali anche pretto in feicento detti, & aflaìitili, ne vccifero vna buona parte; ne fecero cento prigioni, e fi faluaronoà miracolo Federigo, e Lodouico ¿t nmicifratelli Gonzaga, da Bozzolo
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1893
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; protestando esso Bussi di disapprovare le direzioni di Abduraman. 7. Che da qui innanzi se insorgesse qualche affare appartenente ai Veneziani, abbia i>. E. Alti Bassi di chiamare a si il Console, a consegnargli le di lui lettere per la risposta delle quali viene stabilito otto mesi di tempo, entro dei quali otto mesi non abbiano in verun modo ad essere oltraggiati li veneti sudditi, ni in mar nfc
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471 DE FATTI VENETI LIBRO XXI . argomento. Più tentatiui per foccorrer Brefcia. Armata Vmeta nel Lago di Garda. Francefco Sforma di nuouo •jjnitoß alla Republica. Soc-corfo penetralo in Brefcia . Milaneß sù H Adige rifpinti da V°-neti. P affati per altra 'jjia > e con varij accidenti. Legnago, & altri luoghi preß da' .Milaneß. Loro fcorrer ie nelPadouano3 e Vicentino
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419 DE FATTI V E N E* T I LIBRO XIX ARGOMENTO. Nuoua guerra con Mtlanejt. Progrefjì di quel!armi. Prendono Cafal Maggiore . Lega rmouata contra quel Duca. Armata Veneta in Pò. Vittoriofa. 'Tagliate alcune militie Ferrare-fi da Veneti. Cremona affediata in vano . Combattimento indecifo . Cafale rarefo. Rotto Veferetto Milaneje. Prefe molte CaFlella nel distretto Brefciano. Pace fatta. Bergomo
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. E’ cosa trita , e nota Lip-pis atqv.eTonsoribus, che il piano delle Barene, Dorsi, e Tombe , sulle quali si fondarono da’Veneti le Città dell’Estuario nel Secolo V, era più basso di quello sia in presente; anzi comunemente tale, che l’ordinario flusso dell’acque era sufficiente a cuoprirl0: fu duo. po perciò di bonificazioni, colmate, ed interrimenti , che gli antichi documenti chiamavano cultare terram
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’altri hanno ciò scritto, t. IV, p. 12?, e dice, Questa questione non si tratto giammai, ni potè in verun modo trattarsi. Ciò tuttavia ella asserisce sine tabu-lis isr testibus, sul fondamento soltanto, che non ne fa motto il Monaci, il Sanudo , il Dandolo, e perchè i Veneti non avevano che una porzione di Costantinopoli - Ma io non ho tanta difficoltà a riconoscere vero quel fatto , che puote benissimo essere sfuggito
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1846
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altri principi. Fu danneggiata da incendii nel 1100, nel 1230, nel 1419 e nel 1429. È lunga piedi veneti 220, larga 448. alta dalla facciata 73, dalla cupola maggiore 110, dalla crociera 180; ed ha una circonferenza di piedi veneti 950. Quanto all’architettura, crediamo opportuno riferire quel che ne dice il Temanza nella sua Antica Pianta di frenesia: « Chiunque ha buon criterio
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1846
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del Natale (giorno che tutti celebrano con profano lusso di cibi sebbene permessi dalla Chiesa), ma in tutti i tempi dell’anno Venezia provvede de’più rari e preziosi pesci le città della terraferma e di altre parti lontane d’Italia. Ponte di Rialto. La luce dell’ arco di questo ponte è di piedi veneti la lunghezza sul dorso, di piedi 66, 1’ altezza, sopra il pelo corfuine dell’acqua, di piedi 21
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1931
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alla tranquillità dello Stato, disciplina, che la Repubblica ha con legge scritta accettata, nel che non è possibile, che l’autorità ecclesiastica possa riceverne offesa. Se si replicasse ancora, che se le petizioni de’ sudditi Veneti al Papa siano ragionevoli, o nò, tocca al Papa il conoscerlo e non al Pren-cipe, il quale in questo modo si farebbe arbitro delle grazie spirituali, o che hanno colla spiritualità
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