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I CASTELLI DELLE CASTELLANTE 209 nea „(l). E al tempo dell’invasione ottomana, il castello fece ancora le ultime prove: prove infelici in vero, più per la viltà dei difensori che non per la debolezza propria. Avanzatisi i lurchi nel territorio della Canea, i Veneti che si erano ritirati a Stemes, abbandonato pure quel posto, nel maggio del 1646 si fortifica- rlo. 110 — SCHIZZO DEL CASTEL BICORNA
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— 330 - Veneti dessero segno di vita in senso nazionale. Che i Municipii si completassero con patrioti di mente calcolatrice, buoni ammi-stratori e corraggiosi oppositori nelle vie legali, che fosse d’ approffìtarsi della qualunque libertà di stampa concessa, e che si dovessero introdurre nel Veneto, opuscoli giornali eec. Il Sigma della Gazzetta tentava confutare l’opuscoli? del Comitato Veneto
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. Ci teneva molto il Senato che fosse constatata la necessaria difesa da parte dei veneti, nel fatto di Zara, perchè oltre all’aver interessato a scrivere in questo senso l’ambasciatore tripolino, nella sua relazione fatta al Bey relazione che il Senato volle conoscere ed approvare ; si fece procurare col mezzo -del denaro un Ulani del Vice Cadi di tìlamoz, colla narrazione dell’ incidente della galeotta
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395 dinanzi a Tripoli, per farsi render ragione degli oltraggi dai veneti patiti, aveva seriamente impensierito il Bey, il quale con vane promesse e proteste, e gettando la colpa addosso al suo ambasciatore Abduraman ed ai consiglieri di costui, procurava di stornare il pericolo. Ma ai primi di luglio salpava il capitano delle navi da Pelo Rosso, recandosi al Zau-te, per prendere il comando
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fosse stata fra Veneti, avrebbe giudicato il Console loro. Se un suddito veneto fosse entrato in contesa cou un Mussulmano, e l’uno o l’altro fosse restato ferito od ammazzato, il reo sarebbe stato punito a seconda delle leggi del paese. Il Console Veneto avrebbe goduta piena
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23 nazioni molto acutamente Bartolommeo Cec-chetti, trovava la ragione in questo fatto: Che cioè negli Ambasciatori Veneti era naturale la lealtà e la franchezza, perchè ciascuno, come patrizio di Venezia, era parte integrante di un governo nazionale; mentre gli ambasciatori in servizio di principi, avevano particolare interesse a piaggiare, o a nascondere la verità. Ed ora lasciati
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377 sicurezza nella roba e nella persona, e gli veniva assegnato un luogo per le funzioni religiose, e un sarcedote. I legni veneti al loro ingresso in porto sarebbero stati salutati da 21 colpi di cannone. Seguiva quindi ll articolo XXIII.mo che-era 1’ ultimo, e che siccome fu per 1’ infrazione da parte dei Tripolini di questo, che ebbe luogo la rottura della pace e la susseguita spedizione
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, accennando agli avvenimenti che l’uno all’altro si connettono, con una certa rapidità, pel corso specialmente, di pressoché un secolo e mezzo, dalla metà cioè dei quartode-cimo secolo al decimoquinto. E stato detto da Antonio Battistella, che la caduta dell’Impero d’Occidente, diveniva l’epoca della definitiva e perfetta libertà dei Veneti, che sino a quel tempo aveano riconosciuto, l’autorità
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collaborazione dei Veneti nella guerra di liberazione, la protesta loro contro un governo abborrito e insieme la dimostrazione in faccia al-l’Europa della loro insofferenza alla tirannide austriaca (1>. (1) A condottiero di queste bande era stato designato dapprima il dottor Giovanni Battista Cella, intelligente e valoroso, già noto per audaci sue imprese durante i moti dell’Alto Veneto nel 1864; ma fallite
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parroco di Frambacche come favoreggiatore della emigrazione, perchè diffondeva scritti sovversivi, e perchè avea sollevato contro la polizia il suo paese, nell’ atto che quella andava a far perquisizioni ; e finalmente 1’ ultimo processo fu avviato nell’aprile 1866 contro Luigi Piave fratello di F. M. Piave per alcuni stampati coi quali il Comitato Veneto di Torino, raccomandava ai Veneti
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contro V eterno barbaro ; oggi, come allora, è scesa in campo per difendere il proprio diritto, e la sua è guerra di liberazione e d’integrazione ; anche oggi, come ì Veneti di cinquantanni fa, una gente eh'’è nostra di origini di lingua di costumi e di storia, congiura nei Comitati segreti, emigra, soffre, combatte e muore per ricongiungere (1) Gloria - Cronaca cit. c. 53.
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— 218 — fine il primo periodo delle procedure politiche a danno dei Veneti patriotti, ma nel-l’anno 1859 si venne a una nuova ripresa, si tornò da capo. In seguito ai fatti precedenti avvenuti a Venezia, e che io descrivo in altro luogo, nelle ore pomeridiane del 14 giugno 1859, il giorno 17 dello stesso mese, 300 militari si radunavano nel cortile del palazzo Ducale, e quindi si disposero
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— 334 — Il giorno seguente usciva il decreto con le nomine dei seguenti Senatori Veneti : Antonini, Bellavitis, Bianchetti. Car-lotti, il Vescovo Corsi (di Mantova) Costantini, Giovanelli, Giustinian, Michiel, Miniscalchi, Pasini, Revedin, Sagredo, e Tecchio. L'ingresso del Re - Una serata di gala - Carnovale in Novembre - Le elezioni Politiche. L’ingresso di Vittorio Emanuele a Venezia
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— 146 — e dei legni veneti comandati dal Bandiera, dello sbarco e della presa di Beirut, di Sidone, nella qual fazione il cadetto Domenico Chinca, portatore del Vessillo, gridando Guerriera, Guerriera; nome della nave sulla quale era imbarcato, balzò fuori avanti degli altri, e primo montò sul baluardo piantando il vessillo, mentre questo veniva perforato da fucilate. Interessantissima
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dal cooperare alla redenzione di coloro che seppero mostrarsene degni. Noi e con noi i veneti tutti
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1916
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dopo la solenne affermazione dei Veneti nel 1848 quando avevano chiesto la fusione delle loro provincie al Piemonte sotto la dinastia di Savoia, e più tardi, nel 1859, a guerra finita, sotto gli occhi stessi della polizia, mentre infieriva la reazione austriaca, l’avevano rinnovata. (2) (1) Cronaca cit. c. 53. (2) Nel 1848 nella provincia di Padova si erano raccolti 62259 voti per la fusione immediata, e 1002
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92 n. PapAdopoIi 58. — Varietà : B — + • SANCTVS • MARCVS • VENETI 1$ — Come il n. 54, 59. — Varietà : & — Come il n. 58. 9 — Come il n. 56. 60. — Carzia per Cipro, coniata a Venezia nel 1515, ed a Cipro nel 1518 e 1519. Mistura, titolo 0.106 (peggio 1030), peso medio circa grammi 0.60 (grani veneti t i l/2). & — Leone rampante in un cerchio + • S • DQ • awpf^a R' — Croce patente
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1906
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io8. 109. 110. ni. 112. ii3- 114. us- uò. N. Ì>APÀ»CtPOU — Varietà : & — Come il n. 104, le figure poggiano sopra una linea, nulla all’esergo • L • A • • R • C • 9 — Come il n. 104. — Varietà: — Come il n. 107, punto all’esergo. R) — Come il n. 104. — Varietà : ,fy — Come il n. 108, nimbo del Bambino senza la croce, esergo ★ P — • S • MARCVS •VENETI • — Varietà
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1906
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LE MONEfE ANONIME DI VENEZIA 85 IL PER I POSSEDIMENTI DI TERRAFERMA E DI OLTREMARE. x. — Quattrino per Ravenna. Mistura, peso dell’esemplare più pesante grammi 0.477 (grani veneti 9 V4). 3 — Leone in soldo in un cerchio + • S • MARCVS • VENETI • Ri — Sopra una breve linea mezza figura di Vescovo con mitria e cinto di aureola che benedice colla destra e nella mano sinistra regge il pastorale
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1848
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cpiesto bisogno supremo, lutti operano a seconda di questa primissima necessità : tutti credono che nuocer potrebbe una discussione, un giudizio estemporaneo ed immaturo sulla forma di Governo da darsi ai popoli di Lombardia e della Venezia: eppure alcuni vorrebbero che subito Veneti e Lombardi ed altra gente si unissero al Piemonte, perchè allora, dicon essi, la guerra della Indipendenza sarà condotta
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