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di [nero], tre per parte. 24. 34. 62. 68. 69. 76. 82. Barozzi. Di [argento], alla fascia di [azzurro o d’oro] (1). 286. 445. 446. — Cfr. pure Ignoto 16. — Vedi Ignoto 3. — Troncato di ...... e di......al leone di...... 329. — Vedi Ignoto 15. Il villaggio di S. Costantino, ove trovasi lo stemma 286, è immediatamente prossimo a quello che nei catasti veneti è chiamato S. Zor\i delli Baroli
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1925
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in età di 84 anni e fu con solenni esequie sepolto nella Chiesa di s. Francesco. » Fra i veneti cittadini dell’età sua, così scriveva di lui Nicolò Barbarigo (1), fu il più venusto riputato, e quell’egre-gia forma di tutto il corpo per cui nella prima età grato era, non lo abbandonò neppure nella vecchiaia per modo che non minore maestà da vecchio riteneva, di quello che dignità nell’ età virile
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, che non poteano saziarsi di quella graziosissima e veritiera pittura. Ma queste commedie furono molto criticate. I nobili, non patrizi! veneti, si chiamarono un poco offesi credendosi presi di mira nel conte Ottavio. Parve loro che Goldoni mancasse ai riguardi dovuti al loro rango esponendo una ragazza povera, che resiste ad un nobile. Carlo Gozzi, che alla classe del puro titolato sangue apparteneva
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Caratteri. 301 posti in opera per la riuscita delle loro mire a’tempi più felici e gloriosi della repubblica. Ma una pur troppo certa sperienza avendo dimostrato che bene spesso più del merito schietto giovano 1’ arte e l’impostura, fece che a grado a grado quasi tutti i nobili veneti scendessero dall’uso delle giuste e ragionevoli vie, e si servissero degli indicati mezzi falsi
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esagerate, e che con una voce pieghevolissima e variata nella sua qualità, sanno a tutta evidenza esprimere. E di ciò cercherò addurre i principali motivi. Il Doge ed i procuratori di San Marco, come altrove ho già detto, sono le sole cariche primarie devolute a vita ai nobili veneti; tutte le altre sono temporeggiate. I nobili tutti appartengono al maggior consiglio, ove trattansi gli affari generali
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quelli che devono occupare i posti di secretariato presso le primarie magistrature della repubblica. Si prendono altresì fra i secretarli i così detti rappresentanti alle potenze europee di secondo grado, che sono presso a poco come ambasciatori. II senato può accordare la patrizia nobiltà a chi anche non è nato da nobili veneti. Ma il senato 11011 dà gratuitamente questo onore che ai principi esteri, od a chi con grandi
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202 Ridotto. Qua e là nelle stanze annesse al ridotto sonovi dei tavolieri da giuoco. Il faruone è il giuoco principale di azzardo, o la bassetta. I patrizii veneti sono quelli che hanno il privilegio di tener banco e di essere tagliatori al ridotto. Pagano a tal uopo un fitto al proprietario del locale. I patrizii quando tagliano, vestono in tutta formalità, vale a dire colla veste patrizia
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1834
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e i Padovani circa le liti che potessero tra essi insorgere, 539. 1209. Goffredo di Villarduino stabilisce i patti per la Pace e il tributo da darsi alla Piepub. 539. 1209. Kavano dalle Carceri rinuncia l’isola di Negroponte alla Signoria. 53o, 539, 5\°. 1209. Ottone IV imp. conferma i privilegi dati a’Veneziani dai suoi precessori. 54«- 1210. Feudi conceduti dalla Repubblica a Michele Comneno e a Manfredo
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al deperito Commercio, che anzi negli ultimi anni di sua politica esistenza pensò instituiré una Dogana, vale a dire un Deposito di Merci estere, con particolare favore e con facilitazioni al loro transito, lo che consta dall’analogo ¡Decreto 14 Marzo 1792 ; vennero scelti a tal uopo alcuni locali nell’ Isola di San Giorgio Maggiore, circa un secolo avanti innalzati per uso mercantile su quella riva
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S. GFORGIO MAGGIORE 27ÌT fassa temporanea venne abolita, calcolando die col suddetto diritto di magazzinaggio e colle suddette pigioni avesse mezzi bastevoli a sostenere ogni dispendio. La Finanza ritenne per se nell’isola tutti ¡locali occorrenti all’Ufficio Doganale che vi si è mantenuto per custodire gli accessi e per far le spedizioni di transito, non che gli assegnamenti ad altri Ufficii pel
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1859
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re un eremo ilei suo istituto; ma resistendovi l’abbate e la comunità di s. Giorgio ¡Maggiore, convenne al buon eremita abbandonar l’ideata impresa. S’introdusse poi a coltivar l’isola solitaria certo fr. Benedetto ferrarese, ma ammogliato e padre di figli, co’ quali l'abitò sino al 1327 in cui morì. Non avendone avuto permesso da alcuno, quando la vedova Margherita voleva continuare
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rabili a riguardare. Vedevasi sopra un pilo la statua di Mosè della grandezza di meglio die un piede, scolpita da Giammaria padovano. Nicolò dell’Arcaschiavone vi lavorò il Presepio di terra cotta , di mezzo rilievo , a colori ; e col Cenacolo degli Apostoli impreziosiva Giuseppe Sai-viali il soffitto del refettorio. Così l’isola di s. Spirilo, giù luogo di divoto raccoglimento
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XX 1 JV J. D'Armar, famiglia. I, 216. Armonia Moglie di Cadmo. ì, 5, II, 3. /irrimani. II, 291. Arrotati ai Veneti. ì, Ì71, segg. Ars. I, Arsenale. 1,315. Nuovo, o di terra nuova. 157, 3*5. Arrenami, e Àrsenà. 3z6. Etimologia . ivi. Mulino v’era ov’è 1’ Arsenale; 3r7, Sito dell’Arscnal vecchio. ivi. Arsenal nuovo , e Tana . 318. Arscnal novissimo . 319. loro sito . ivi. Un emissario tenta
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<? È . N E giore . *'b». Ordinazioni titillo patrimottìi. 1561. Grandi disordini 1* ordinazioni senza titolo. i5«i. I preti Veneti esclusi dal notariato a cosa s’ appiglino , »563. Introduzione d’ infinite divozioni . ivi. Età quello il punto fortunato di rimetter in piedi 1’ antica discipiina . ivi. Ordinazioni senza titolo come coonestate fra noi 15S5. Prassi di Venezia e Contrade
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di riconoscere per cittadini veneti, coi loro eredi, Radisclavo Lubancii di Scardona e suo fratello Giorgio. V. Liubió, op. cit., I, 272. — SchafXrik, op. cit., I, 13. 592. — s. d., (1313). — c. 202. — Annotazione (in dialetto) : che Pantaleone Michele prestò allo Stato lire 1000 di grossi da restituirsi in Negroponte 15 giorni dopo 1’ arrivo delle galee. Non avvenendo questo, il creditore dovrà
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11 dona Isola in Istria a Ilodoaldo patriarca), pag. 410 (dissensi fra la chiesa aquile-jese e la parenlina, a. 1005), pag. 422 (Arrigo 11 dona la città di Pedena si patr. d’Aquileja, a. 1017), pag. 450 (Corrado li conferma la donazione di Popone patr., fatta alla chiesa di Cittenova, della villa di S. Lorenzo), pag. 469 (Guelfo III duca di Carinzia e d’Istria, a. 1047), pag. 472 (Grado capitale
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1855
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de’ trovatelli,IV,496. Ospitali, confraternite e luoghi pii, fondati nei secoliXIV eXV, complessivamente enumerali in un solo capo, VI, 426. Ossero: isola della Dalmazia, XI, 338. Otranto: o.ccupata dui turchi, VI, 396. — E ricuperata dal re di Napoli, VI, 397. Ottolin Alessandro, vice podestà e capitano di Bergamo, dà avviso ai senato dello stato delle cose nella rivoluzione francese, XIII, 26 - 29. — Riceve
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1859
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f.96 II, di marini, di frntuinenli preziosi; e queliti luce die andavasi ecclissando iu O-rienle, veniva sempre più splendida a brillare sid veneto orizzonte; sempre essendo innanzi agli occbi de’mogistrali veneti la magnificenza orientale di s. Soda di Costantinopoli, il quale conoscevano quanto uua delle più vicine ¡solette. Da’ nobili sentimenti di emulazione generosa ne derivarono felici
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1859
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a Cipro, a salvezza della regina e del suo erede, secondo la successione voluta dal padre di questo, e impedisse il divisato matrimonio; ad un tempo facendo lagnanze col redi Napoli. Arrivato il Mocenigo nell’isola, liberò la regina e il governo da’eo-spiratori, de’quali alcuni furono impiccati, altri confinati, e ricompensando i fedeli. Dopo aver il Mocenigo restituita la quiete all’ isola, assicurala
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1859
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situata a manca della piazza di s. Nicolò de’ Mendicoli, appunto perchè in questa via il gastaldo o doge abitava. Scrisse di lui ■d. Francesco Bracolani, Breve, notizia dell’isola di s. Nicoli) de’Mendicoli, Venezia 1664 e 1 709). Consisteva l’esercizio ginnastico in questo. Steso un tavolatosi! alcune botti, se il giuoco era fatto in terra, o sopra due chiatte (specie di grosse barche a fondo piatto
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