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332 INDICE Capo XIII. È proposta alla repubblica un’ alleanza con la Francia: la ricusa..............pag. » XIV. Prospetto dei mali recati finora agli stati veneti dalle armate francesi e tedesca.........» » XV. Piano di generale armamento nella provincia di Bergamo.» » XVI. Fatti d’arme dei francesi e dei tedeschi sul territorio veneto...............» » XVII. Importanti comunicazioni
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e facoltà o plenipotenza, non sia, colla pretension d’altro, contro gli ordini, facoltà ed imperiali capitolazioni molestato, ma che resti colla quiete ; c di lutto quello che li baili, consoli, dragomani e loro uomini porteranno col proprio danaro per far donativi, vestiti, e per loro mangiare c bevere, non s’ abbia da pretendere dazio, baz, rest, cassaliè e messeltaria : e li consoli veneti
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b8 LIBRO XLIX, CAl'O IX. » fossero i veneti domimi dalla Casa d’ Austria, si era il senato de- • terminato ad un passo, che così pienamente dimostrava l’alta » considerazione, in cui tenea la nazione francese, pareva, che pe-» netrati come erano i di lei eserciti nel suo territorio non potesse » restar luogo a credere, che concorsa vi fosse la propria volontà » alla supposta intelligenza
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della minuta plebe, previo il deposito ai Sopraconsoli » di ducati 5000 per cadaun banco, a sicurezza de’ pegni oltre li » ducati veneti X. Il quinto, rigettando 1’ abuso del 12 per 100, » stabilisce, che non si possa eccedere il 10 sì verso i veneziani, » che verso i forestieri : col medesimo s’istituì l’officio residente » giornalmente nel ghetto d’ un cristiano dell’ ordine de’ citladini » veneti
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) dell ordine de’ Serviti, fr. Francesco Raimondo, scriveva al provinciale dello stesso ordine negli stati veneti, il dì 29 ottobre dello stesso anno, ed esponevagli con autorità di superiore la sua volontà in questo modo (1) : « Molto Rev.do Padre. Dalla mia lettera dello scorso ordinario » avrà potuto rilevare la P. V., che da’suoi giustissimi sentimenti » niente discordano le mie intenzioni, e che merita
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per anche fatto acquisto alcuno nella Terrafer-» ma d'Italia, e però non si era nemmeno introdotto ne’ veneti citta-» dini T amore a’ beneficj ecclesiastici, i quali nella capitale e do-» gado erano pochi e di rendita assai scarsa. Erano ancora lontani » gli oggetti di affezione particolare alla curia papale trasferita ad » Avignone. Seguiti gli acquisti nel continente italiano, si decretò » nell’anno 1403
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ANNO 1234. 271 » dente, i beni da essi posseduti nel ferrarese e tolti dal nostro pub-« blico e specialmente quelli di san Daniele di Venezia, occupati da » Salinguerra, da non occuparsi più, senza il previo esame delle ra-» gioni. Dichiararono lecito il portar merci da Venezia a Ferrara e » cambiarle con sale, il comperarsi dai veneti in ferrarese canapa e » biade e pesce
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. Di S. M. 1. R. Napoleone I. stilla nom'na dei Presidenti dei Collegi E-lettorali in 14. Dipartimenti, non corapresi-quel- li degli Stati Veneti uniti al Regno. Dell' Avvicario Generale della vacante Sede Patriarcale , che esorta i buoni Veneti ad osservare la riforma delle Monete Austriache come portatrice del ribasso dei pretti delle derrate , ed altre utilità, contemplate nella promulgata Legge 15. Aprile
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)( 48 )( Epocà della pubblica- Iniziale Materie Tomo Carte ' zione in Venezia Veneti il Tabacco sia ven¬ I duto al minuto , ed all* ingrosso a peso Milanese , e giulla la Tariffa , e con pena a clji mancasse del¬ c.85.89 J7. Maggio 1806. la esatta esecuzione. T. 14. Proci. Del Magistrato Civile , che in relazione al So¬ vrano Decreto 15. Aprile pubblicato nella Veneta Provincia 6. corrente
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del Regio A1 sèna le , la quale somministrai ione sarà deliberata i\ minor Offerente ec Del Magistrato Civile , che in esecuzione del De creto 15. Luglio scorso avverte li Possidenti librati agli estimi Veneti, che per l’imposta Prediale restando da imporsi per Saldo L. 562,50000. di Milano dovranno esser pagata in due rate; cioè entro Settemb. L. 162.5000. Entro Nov. L. 2.000000. L. 3615000. Li Morosi
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di S. A. I. il Principe Eugenio di Governatore de’ Stati Veneti con Autorità Civile , e Mi. litare. Di Sua Maeftà Imperiale Reale sopra la nomina del Signor Ro-stagny per Amministra, tor delle Finanze in Venezia . Del Cornando Militare, che Stabilisce un Governo provvisorio in Veneria , e Dogado . Del Governo Provvisorio di Venezia sopra le Leggi, e prescrizioni Daziali. Del Comando Militare sull’ unione di Venezia
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al 1 i Porteti venditori d’Oglio 1* oflervanzà delle loro obbligazioni col tener aperte , e provvide le loro botteghe, e le multe ne'cafi d’ inosservanza . Di S. A. 1. Vice Re , sopra li Boschi tutti degli Stati Veneti' dipendenti dall’ Amminilha-zipne della Marina composta d’ un Consiglio , dal quale dipenderanno anco li Conservatori delle Minere. Di S. A. I. Vice Re sopra il pagamento dei Dazi
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da pubblicarsi negli Stati Veneti. 34 Disertori Dalmati ; Usta dei loro nomi , ed ordine pel loro arresto . yg Estrazione concessa dagli Stati Veneti nel regno d1 Italia j e Vice versa de’ grani, legna , fieni e paglie, mediante il solito pagamento dei dazj . 80 Fedi di sanila : necessarie alla navigazione , e provvedimenti sull'oggetto. e 41
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1875
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ai Veneti per ricomparire il giorno seguente molte miglia lontano. I suoi piroscafi spiavano il mare, predavano legni e barche ; cosicché nessuno poteva appressarsi a Venezia. Era una impotenza assoluta per parte degl’ Italiani: essi dovevano subire 1’ affronto e non potevano vendicarlo. Però ufficiali e marinai volevano tentare una nuova spedizione. Essi avevano deciso spingersi sulle coste d’Istria
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1925
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392 fitti pel commercio e pei regali che riceveva, ed era ambasciata insieme ed autorità, avendo il bailo la giurisdizione di tutt’ i sudditi veneti che si trovavano in quelle parti, giudicava le questioni civili fra sudditi turchi e veneti, avea autorità su tutt’ i veneti navigli, e da lui dipendevano i consolati di Smirne, Salonicchi, Canea e Rodi. Andavano Ambasciatori alle Corti di Francia
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1924
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penetrarono abbondantemente nella città veneta preesistente alle loro immigrazioni e che essa, anche perché sita in una zona etnica intermedia tra gli Istri (veneti) e i Carni, potè sembrare agli uni carnica, agli altri istriana, come nel medioevo, quando si alternò per essa l’attribuzione al Friuli e quella allTstria. Geograficamente si deve ritenere facesse parte dell’ Istria, poiché il Timavo
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1925
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avesse trasferito la sua residenza in Udine, ebbero però sempre i patriarchi libero 1’ esercizio della loro interna giurisdizione spirituale sopra l’intera diocesi, tanto nella parte veneta quanto nell’ austriaca (1). Ma quando le piraterie degli Uscocchi diedero motivo alla guerra di Gradisca (2), e ad acerbe animosità fra i confinanti austriaci e veneti, la corte imperiale cominciò a levare pretensioni
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1924
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, da un austero gruppo di patrizi veneti, da autorità civili, tra cui il potestà di Capodistria, e da ferrigni crocesegnati soldati, ricevette l’omaggio dei rappresentanti triestini che si sottomisero sue dominationis potentie. Quindi, convocati nella piazza i cittadini, volle giurassero di mantenere fedeltà a lui e ai suoi successori, di non imporre tributi ai Veneti nella città, di prestare al Doge
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1875
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dell’Austria. Tale pensiero diveniva poco a poco generale nei Veneti ; ed io ricordo con venerazione come il mio povero padre mi dicesse : « Figlio mio, impara il mestiere delle armi: forse verrà il giorno che potrai impugnarle pel riscatto della tua patria. » Se io rammento tali cose, gli è solo per togliere, per quanto posso, ai Veneti la bugiarda taccia di municipalisti che taluni vollero conir
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1875
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_ 447 — » vuliere Schiller, capo dello stato maggiore del secondo » corpo d’ armata di riserva da una parte, e del signor in-» gegnere Cavedalis dall’ altra, al quale si associerà un uf-» fidale superiore della marina. » Avendo poi i signori deputati veneti esposto la neces-» sita di alcune delucidazioni relativamente alle disposizioni » contemplate agli art. 4 e 5 del precitato proclama, si di-
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