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94 Librò Secóndo. „ coppa di grosso cristallo . Ignorandosi come ,, ivi fosse ìin lavoro , che era un capo d’ope-,, ra , gli eruditi si posero ad esaminare le j, storie e monumenti. Si ritrovò , che fu dona-3? to alla Rep. da certo Nicolò Crasso , e di ciò ne fanno menzione Natal Conti nella sua Sto-3J ria iib. 17, all’anno 1581. Nicolò fu molto be-33 ne guiderdonato co’ stioi figliuoli. Morì
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Capo Vili. 231 tri sono membri della stessa Repubblica . Tra I molti monumenti de’quali altrove ritornerà occasione di parlare, ciò abbiamo espressamente nella Cronaca Dolfin, ove si legge: 1416, 21 Febraro M. VVenne in Venicxia mandato per Messer lo Pupa Martin M'■ lo Gardenal de Spagna • supplicando ancor , che quello fosse fatto per Mr■ lo Papa in dottar li Monafteri 0 abbati e noftre
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o-nerata, faceva, che alcuni servissero gratuitamente alle Chiese , o come laici semplici , o come Cherici eziandio . Questi dalla loro servitù dice-vansi Servitorii, ovvero Servientes , ed erano in tutto distinti e dai Capitoli' e dai Mansionarj. Da alcuni monumenti portati dal Coletti si vede, che negli anni 1038, 1123, H44 , &c. in S. Moisè non eravi Capitolo , ma solamente il Piovano
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della difficoltà e contradizioni nell’ allogar Piovani nominati nei vecchj monumenti, la presente considerazione mia potrà giovare a togliere spesso cotali difficoltà, spezialmente se non consti che più d’ uno agognasse a una Pieve , o l’avesse rinunziata, o ne avesse solamente la raccomandazione . Egli è facile, j>er esempio, conciliar come il Beato Giovanni Olivi detto Piovano di S. Gio: Decolato dicasi
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a Giovanni Foscarini . Nel tomo VII dei Monumenti del fu Piovano di S. Toma trovasi, che nel 1485 , 1 Aprile, Maf-fìo Ghirardo Patriarca fece ricevuta a Sr. Giovanni Pisani dei 25 Ducati a se spettanti per ragion di Decima , dell! 100 lasciati dalla Moglie dallo stesso. E a dì 21 Maggio, 1486, altra a P. Nadal Colonna dì Due. 5 di sua porzione, e Due. 1, sol. 31, prò fafrica. Dal libro poi Diverser
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. Enel 1418 Giovanni de Benedetti Vesc. di Treviso avendo celebrata la sua nuova Messa Pontificale, noluit offertam accipere ab aliquo. Corn. Opusc. pag. 53. 265) E’ usanza ancora praticata in S. Marco > che nella Domenica delle Palme si gettano al popolo delle Colombe e uccelli simili. Questa consuetudine era certamente di altre Chiese, benché oggidì in niuna si pratichi. Nei Monumenti di S. lomà
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Para-petasmata , erano dai vecchj detti Vela e Tanni Nei monumenti di S. Benedetto si trova Tanni de altaribus ; e sappiamo, che i nostri Dogi donavano ad alcune Chiese vela altarium. Ma nelle varie antiche forme degli altari convien osservare , che Vela e Panni si usavano ancora per coprirli, ornarli , abbellirli, e spesso si denominavano dalla materia di cui erano fatti , v. gr. Damaschini , per-
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distesa, sormontata dal baldacchino che ne copre i fianchi fino al piano di appoggio. Il baldacchino, che comparisce per l’ultima volta nei monumenti dogali, è meno grandioso dei precedenti e fa l’effetto, per la grande profondità della volta, tappezzata a variate strisce di marmo, di stare in una ricca stanza. Nell’arco che sovrasta all’architrave si vede il Redentore morto in mezzo a due angeli
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Maggiore eretti dai monaci, dopo che andarono distrutti i loro sepolcri nel secolo XVI, e così Domenico I Contarini a S. Nicolò di Lido. Di Marino Falier è conservato al Museo Correr il sarcofago, nel quale riposava coi suoi ai Ss. Giovanni e Paolo. I monumenti vennero generalmente elevati a spese delle famiglie dei dogi e naturalmente stanno a dimostrare le ricchezze e la splendidezza di esse
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1930
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essere totalmente eliminate dalla vita ulteriore di questa provincia. Sebbene fossero stati distrutti i monumenti materiali della civiltà romana, nell’epoca delle invasioni, ed alquanti pericoli si fossero' abbattuti sopra il suolo della Dacia nel corso di quest’epoca, tuttavia l’albero piantato ivi saldamente dalla conquista di Traiano continuò a vigoreggiare edi a svilupparsi come « popolo romeno
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di notizie inedite o poco note, che riguardano le tombe ed i monumenti dei dogi, altre molte ho potuto raccogliere, che mi hanno dato la possibilità di mettere in luce le loro persone in modo affatto diverso dalle storie e dalle bio-grafie generali che di essi trattano, considerandole non come queste nel solo ambito della storia di Venezia ma anche nella loro vita pubblica e privata ed in seno
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per primo a liberarsi da tutte le pastoie religiose : gli ordini religiosi sono soppressi, i tribunali religiosi, competenti in materia di eredità, matrimoni e divorzi, anche; scomparso è il divieto di bere alcool — addirittura sostituito da un redditizio monopolio statale — e soppresso quello di riprodurre plasticamente la figura umana, sicché oggi nelle maggiori città turche sorgono monumenti a Kemal liberatore
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SACRATI PROSPERI (Portale di Antonio Lombardi) p. 104. Palazzi: Bevilacqua, iGuarini, Mosti, pag. 107. Tombe estensi di S. Maria degli Angeli, p. 107. CERTOSA - Cenni storici e principali monumenti (monumenti antichi prov. da Chiese soppresse - Urna di Borso d’Este - Sculture del Montagnana, del Canova, del Bartolini, del Te-nerani, del Tadolini, del Monteverde ecc.) p. 108 CHIESA DELLA CERTOSA (Dipinti
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Canonici proseguì con periodi di sosta il completamento il quale ora volge con intensificato lavoro verso la fine. Amplissima, regolare, ottimamente disposta la Certosa di Ferrara è uno dei più bei cimiteri italiani. Non mancano monumenti funebri di rilevante pregio, come la « Preghiera » di Francesco Bartolini nella tomba di Francesco Mayer, e l’urna di Borso d’Este pregevolmente scolpita nel secolo XV
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. Residenza Municipale, p. 67. Torre della Vittoria (La Vittoria del Piate di Arrigo Minerbi) p. 69 Volto del Cavallo (Monumenti di Niccolò III e di Borso d’Este dello Zilocchi) p. 69 - Cortile Ducale - Piazza A. 244
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privative (Piazza Marina) - R. Cantina Sperimentale (Palazzo Piccardi) - R. Ispettorato ai Monumenti è Scavi (Palazzo Lan-
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dalle Suore di S. Anna. Chiedere al segretario della confraternita di entrare in segreteria, dove si conservano altre tele interessanti di personaggi illustri, diverse piante e monumenti della città, su disegni del 1700, e un autografo di S. Carlo Borromeo (1569). Di fronte a questa chiesa si trova il palazzo dell’Arcivescovo di Trani-Barletta, una volta appartenuto agli Arcivescovi di Nazaret con l’annessa
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1926
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della porta principale rifatta a principio del 1700 ricordava l’ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme (Vedi ruderi presso la sagrestia). Magnifiche sono le finestre e il rosone della facciata,: ma la finestra centrale secondo il Selvatico e il Chirtani, per disegno, è la più bella delle Puglie. La chiesa è ricca di molti monumenti ed opere d’arte e di un importantissimo archivio ritenuto, dopo Bari
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1930
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MARIO LONGHENA militare: fortalitia, aggeres, circumvallationes, ti,pera, poi gli avanzi di città, di porte, di ponti, di edilizi, ciò che resta delle strade, e da ultimo le iscrizioni, le pietre d’ornamento, i monumenti, le colonne, le urne. Fra le antiquitates militares distingue quelle che s’incontrano presso le rive del Danubio, — e ne elenca 41 — dalle altre che sorgono al di qua del fiume
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1934
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, uno dei più singolari esempi di quelle vòlte tanto di moda allora, con stucchi su finti mosaici raffiguranti svariatissime immagini mitologiche tratte da monumenti e da poeti antichi e fantasticamente interpretate. Col pretesto dell’antichità vi trionfa l’esagerazione, la grazia e il fàscino, dell’incipiente barocco. E anzitutto le figure divine alte e slanciate, nervose come qui Nettuno, Cerere e Mercurio, attestano
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