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. Tomba dei dieci Militi Ignoti in Aquileia. Restauri ai monumenti romani di Pola, alla Basilica di Aquileia, al Castello di Gorizia. Palazzo della Banca d’Italia in Ancona. Palazzo delle Poste e Telegrafi in Ancona. Restauro palazzo Benincasa in Ancona. Cappella votiva nella Cattedrale di Ancona. 1. - Monumento ai Caduti in Ancona * * * 2. - Restauro al Palazzetto del Priorato a Montecassiauo
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72 PARTE PRIMA. tanto punte ed alternate da quattro piccole perle (due visibili), oppure da due punte d’oro. Corone Viseontili. Art. 35. La corona normale di Patrizio è formata dal solo cerchio. Corona Patriziale. Art. 36. Per quei patriziati per i quali sarà dimostrato con documenti o monumenti di storica importanza che godettero l’uso molto antico di corone speciali, queste, caso per caso
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dottrina alle memorie mitologiche sempre care ad un popolo.. Ma una nuova predicazione trae seco per tutto la perdita dei prischi monumenti e 1 obblio delle deità antiche. Il cielo e l’inferno sassoni disparvero da’ carmi de’poeti , e siccome i soli frammenti molto autentici delle poesie anglo-sassoni che ci rimangono sono de’ tempi, i quali seguirono molto d’appresso le spirituali conquiste del monaco
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. In uno di tali messaggi si volle un giorno dimandargli a Versaglies se Guglielmo III avea pure fatte eseguire pitture allegoriche di vittorie riportate nel gusto di Lebrun ; e Prior rispose : « I monumenti delle gesta del mio signore possono vedersi per ogni dove , eccettochè nel suo palagio. » Prior fu onorato dell’ amicizia di Guglielmo, a cui fu riconoscente col lodarlo nelle sue poesie , e portando l’adulazione
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l8o COMPENDIO DELLA STORIA ria ; ma fra le illustri donne autrici, le quali si sono rendute celebri per monumenti più durevoli ili opere romanzesche, meritano di esser contraddistinte in Inghilterra le signore Baillie , Àikin , Ben-ger, ed Elena Maria Williams. Miss Bail-iie , sorella del celebre medico di questo nome , dotto profondo ed uomo dabbene , é una dama dotata del più grande ingegno
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? DELLA LETTERATURA INGLESE. 3l loro professione era sacra ; essi esercitavano lo funzioni ili ambasciadori ; si facevano talvolta mediatori nelle querele de’ capi ; andavano esenti da imposte e da ogni qualunque servigio; finalmente si rispettavano come coloro, i quali conservavano i monumenti della gloria nazio-y naie. Ne’ paesi esposti alle invasioni de’romani, a’quali piacque
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Da Trieste a Pola. Oh bell’ Istria, chi lungo il tuo lido Va scorrendo sul placido mar, A te manda un feitevole grido Come amico ad amico suol far, Un viaggio con un vaporino da Trieste a Pola ci permette di vedere quanto di più bello e di più interessante presenta 1’ Istria. Le sue città più graziose, e più ricche di monumenti artistici, son lì in bella mostra, nel fondo dei golfi o anche sulle sporgenze
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2Ó0 i/ADRIATICO da Venezia, di cui seguì nel sec. xiv l’indirizzo aristocratico ; onde Ragusa si governava per mezzo d’un Rettore, ch’esercitava il potere esecutivo assistito da un Consiglio Minore; al Maggior Consiglio ed al Senato spettava il deliberare nell’interesse dello stato. Il quale, per quanto esiguo di territorio, trafficava, come del resto Ancona, con l’impero bizantino, con la Siria, l’Egitto, la Tunisia, la Berberia, la Sicilia e la Puglia; e da una deliberazione del Maggior Consiglio di Venezia nel 1327 ricaviamo che i Ragusini conducevano le pelliccerie dalla Romania (*). E Ragusa ed Ancona, le più forti concorrenti di Venezia, godettero quasi sempre privilegi speciali da parte degli imperatori greci, decisi a servirsi d’ogni mezzo pur d’osteggiare quella repubblica e di valersi perciò dei papi ed anche dei sultani. I Ragusini poi commerciavano anche per terra, avendo ottenuto privilegi dai principi serbi, bosniaci e bulgari ch’essi servivano; e questi principi permettevano loro di transitare con le merci per tutta la Balcania specialmente nel sec. xiii; lo czar dei Bulgari Giovanni Asen II (1212-12-41) li chiamava infatti suoi ben amati e fedelissimi ospiti; il re d’Ungheria, sotto la cui sovranità passarono nel 1358, li favoriva ed i Turchi medesimi poi (l) ... Pelaminis, quod de Romania Ragusei conducebant. Così in Monumenta spec. hist. Slav. merid.
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48 Venezia, lieta del benigno suo aere, de’ suoi .splendidi soli, delle azzurre sue notti, non vedea nelle onde tranquille, entro alle quali siede e si specchia, se non la magnifica pompa de’ suoi monumenti, la comoda facilità de’ suoi tragitti. Ella non pensava alla secreta virtù, che in quelle la benefica natura avea posta ; non pensava a trarne profitto. Appena se ne avvedevano i putti
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76 acque, cosi tutta incipriata ? Dove cerchereste la poesia delle sue rive, sotto il vulgare aspetto delle ricotte ? Ov’ è il sublime de’ suoi monumenti, nascosti, quasi un’ offella, sotto questa sembianza di zucchero ? Dio ! quali immagini strane e grottesche ! Ogni cosa mutò faccia o colore. In Piazza la ringhiera, i cavalli, ogni ornato della Basilica è come involto nella bambagia
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1872
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20 rive, alle finestre, o nelle barchette lungo il Gran Canale, non più tacita e muta scena di meditazione a chi cerca i monumenti delle nostre arti, e della nostra storia, o le poetiche inspirazioni de’ costumi d’ un tempo, divenuti ornai quasi romanzeschi e favolosi, ma il lieto e vivace campo d’ un popolo a festa adunato. Il mobile steccato de’ legni e delle persone improvvisamente surto
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87 nella città la sua piena, e rende da una ciò che da cento parti si sperde. Mai forse non si videro intorno tanti nuovi volti, tanti occhi maravigliati in su rivolti, quanti or se ne veggono per questa gran galleria di monumenti sublimi, che si chiama Venezia. La notte che in autunno estende i suoi dritti e torna a’ teatri 1’ onore, traeva la folla in S. Benedetto e più ancor la traeva
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20 Nunia, il tempio di Vesta co’ penati del popolo romani, furono interamente arsi, senza parlare di quella quantità di ricchezze acquistate con tante vittorie, di tutti que’ capolavori della Grecia, e di un gran numero di manuscritti autentici, antichi monumenti del genio, per cui non era sostituzione. Si sparse universalmente la voce che Nerone, mentre più infuriava l’incendio, era montato
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1869
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della storia degl’ Imperatori romani ; cinquecento muratori assidui a quelle sui monumenti dell’ antico Egitto, e trecènto magnani, a cui si dà la chiave di tutte le letterature dell’ Indostan. S’ è fatto il computo che se l’Istituto ¡storico dura ancora quindici anni, tutti i beccai, muratori e ma- VI 8
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230 ria o d’ arte che fanno celebri i luoghi ritratti. A’ quali pregi s’ aggiunge pur quello d’ una bella edizione ; per il che il Pividor ha fatto col suo libro un vero dono a Venezia, e illustrandola ne’ monumenti dell’antichità, e mostrando quant’ ella può co’ suoi studii e le sue arti. Strenna veneta per l’ anno 1839 — Tipografia Alvisopoli. Ecco un gentile e patrio pensiero. Jacopo Cabianca
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fu tanta 1’ arte e l’ingegno dimostrato dal Daponte, che, a detta dei periti, basterebbe essa sola ad immortalarlo, se già di lui non si ammirassero altri pubblici monumenti. E però alle interne modificazioni che si vollero introdurre nella ricostruzione resa necessaria da questi incendii, sono
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1869
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Monumenti di gloria, e di rampogna Per gl' inerti nepoti, i suoi splendori Tu versavi dall’ alto, e la marina, Irradiata dal gentil tuo lume, Tremula mormorava, e mi parea Sorriderti amorosa e alzarti un inno. Di che lieti fantasmi a me cortese Giungea quell’ ora! Aeree forme intorno Sfavatimi i padri miei, meco parlando Divini accenti, e anch’io sognava allora Un acciaro, un alloro
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1873
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, vuota, propriamente vuota d’abitatori (mit öden leeren Manen). Il pover’uomo era solo: non trovò d’appaiarsi. Nè vi pensaste mai che in quella solitudine il candido viaggiatore siasi arrestato dinanzi a nessuno de’nostri maravigliosi e storici monumenti. La Piazza, quella storia in marmo dell’architettura, i nostri grandiosi palagi, il canale, il gran ponte, tante illustri opere d’arti, non meritaron
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1912
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a questo modo. \ A. de Mortillet nel lavoro sulle figure ; scolpite sopra i monumenti megalitici della Francia1), pubblicò parecchie figure di ae-cette immanicate.’Altre armi uguali furono incise sulle rupi della riviera ligure nell’età neolitica, ed alcune, ’che Bicknell ed Issel studiarono nella valle di Fontanalba, sono uguali per forma alle egiziane2). Montelius diede le figure che trovaronsi sopra la pietra
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1933
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». Non pare che mai altro scrittore possa vantare pagine più belle riflettenti come cristallo passioni di dominio, di sensualità, di rimpianto e di sconforto, succedersi così nell’animo di un tiranno cupido di vendetta, e dalla vittima sua, Firenze, umiliato per virtù d armi e per la venustà stessa de’ suoi monumenti, stretti dall’oprata terra all’ intorno tutta sudante ricchezza.... L’esaltazione che fa della terra di Toscana
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