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^r*U*^«,•^,l“ fece promettere al duca di Savoaa «*■* trare in lega con lui, col Papi. «■**• 11 pubblica di Veneti* eoo! duca 4 lm ; ed il governatore di Mita«e f»» * more, convenne alfaccordo « A !*<*•• da Calale ; ed allora il re muartoL * m
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. Miscellanea di disegni da esser conservati, raccolta fatta nel movimento e concentrazione de’ veneti archivi nel locale di s. Teodoro. 11. Collezione di leggi e documenti in oggetti di criminale diritto; raccolta dal i5loal 1620 fatta da uu patrizio e donata alla repubblica. 12. Collezione de’Ceremoniali spettanti a venuta e passaggio di Principi, ricevimenti d’Ambasciatori, Ministri, Dignitari, creazione
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aU’immortalc inventore. Da ultimo magnificale la nobile gara tra il medesimo augusto contesso da* veneti senatori e Cosimo II di Toscana,
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Carissime. Le corti d' Europa pretero prie nella vertente, e fra que* tle l'Inghilterra offrì unirti in lega colla repubblica. Tali amichevoli etilxtioni e-rano, più che altro, contigliate dalla politica, ttante l'agilatione, iocuitrovavan* ti gli aflàri d’Italia, per le controverti« tra la Spagna e Savoia tul Monferrato, in quel tempo unito al ducalo di Mtn* tota; Din i veneti (ladri
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in questo monastero i veneti b. Paolo Quirini, ed il ven. Gio. Battista Cornalo, mentre il veneto fr. Gio. Francesco Coccalini divenne vescovo di Traù. Soppressi i girolamini ne'11810, la chiesa fu dichiarata ed è succursale della parrocchia de’ss. Gervasio e Protasio, il convento essendo quasi lutto demolito. Il tempio già ¡11 gran deperimento e da ultimo restaurato, nel 1857 fu occupato da alcune figlie
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, costituendo poi in badessa e fondatrice suor Margherita, iu conseguenza dell’approvazione del monastero di Sisto IV, consegnando ad essa le chiavi. Dionisio greco vescovo di Mellipotamo, consagrò la chiesa il 1."settembre i566. Dipoi furono pubblicate : Cronichetta dell’origine,principio et fondatione della chiesa et monastero della Madonna de’ Miracoli di Veneti a, Ivi, per li Boba 1664: Pietro
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e altri popoli dulmatini, infesti al nome e al commercio de’ veneziani; donde ritornò poi vincitore e glorioso d' aver ingrandito il nazionale dominio del possesso altresì della Dalmazia e della Croazia 1 vittoria che procacciò a’dogi veneti il titolo onorevole di Dogi di Venezia, della Dalmazia e della Croazia. Tale solennità cominciala nel dì dell' Ascensione , questo perciò appunto diveutò
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al Papa (dì cui posseggo il 6a.° esemplare con onorevole intitolatone a me di pugno del cavaliere editore); in foglio e dedicata ni Cardinal Zurla ; in 8.° e dedicata al patriarca Mouico. Quindi anche uua 4-" editione. Tutte coll'eiligiedel Papa di veneti egregi artisti. Delle tante edizioni e traduzioni in più lingue, de’com-menti tull'importanza dell’opera rispetto alla sodezza
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nella guerra di Lombardia; ed anche pel prezioso santuario di tante ss.Beliquie, ed in con siderazione che la visitava il doge col venetosenato nella solennità di Pasqua, per aulico immemorabile uso, e nella più pomposa maniera. Sull’istituzione di tal visita, vari sono i pareri de’veneti scrittoli. Alcuni la derivano dal dogado di Giustiniano confondatore del monastero; altri dalle ricevute ss. Reliquie
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della loro città e dalla forma particolare del loro governo, che li rese possenti, opulenti, gloriosi, per sempre celebri. Il cav. Mulinelli culle sue laboriose ricerche , giovandosi dell’eccellenti opere di M. Francesco San-sovino, Venetia nobilissima e singolare; di Gallicciolli, Memorie Venete auliche profane ed ecclesiastiche;di Filiasi, Me-morie sloriche de Veneti primi e secondi; oltre altre e massime
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seco lei a congratularsi.Diflerivasi però l’amministrazione del battesimo all’ infante, ove questo sano e vigoroso non avesse punto fatto trepidare di sua vita, alla vigilia di Pasqua od a quella di Pentecoste, secondo gli antichi riti del catecumenato, mantenutosi tra’veneti più a 1 ungo d’altrove.Per 55
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, all’anno memorabile 17971 riporterò l’indicazione sommaria degli archivi veneti generali della legislazione e costituzione dello slato veneto, cioè sul-l’interna organizzazione delle magistrature ed uffizi della gloriosa Repubblica. Siccome ogni uffizio avea di necessità il proprio archivio,il prospetto di tali archivi dà precisa l’idea della sistemazione sì degli uffizi, che della trattazione
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del pari ripiegare in 4 o in 5comparti. In secondo luogo egli ammette la 1."opera di materia puramente metallica, con lavoro di smalti, e riflette non esser probabile chesi tenesse a giacere quella Pala, senza culto, reduce appena dall’oriente, calcolata l'impazienza de’veneti di possederla, fatta com’ era col peculio del pubblico erario, e se ne affrettasse il collocamento ancorché
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* na. Anzi fu creduto, che tra pel ferioe le malattie 3o,ooo suldati veneti ivi la* telassero la vita, laddove «lenii austriaci ne mancarono solamente .Jooo. Con più di ardore si nastunKro a Madrid le trat* Ialite di pace dall’ ambasciatole Pietro Grilli, anche pel duca di Savoia per andar d’accordo colla repubblica, i muntili del Papa c dì Francia caldeggiando U coneoi dia, i cui allietili no* « (vt^ 110
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colla numerata flotta potta in mare, e pd timored'eate-re sottoposte a improvvisa invasione, e-1 ano fonate a ttar tuU'araii, e difender le tpiaggie culle milizie ui Itane, olire quelle del generai Barberini a cavallo. .Nondimeno i veneti in vari luoghi piedaio-nodi «erte nav 1 cariche ili merca mie. T10* vavati intaoto in una tirano laberinto il Fninete,per clic di gran genica vendo racco Ilo, forte
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.»«« gli fosse venuto l’ordine (Ull'sltr« austriaca di Spagna, di dare *m«ln_ all'arciduca contro i veneziani Eafeia ta mortalità nel campo veneta, f«t sa restò notabilmente sminuito ; rnal a»i ciò riuscì ai provvediton Eruio « Pan rini d’impadronirsi di Chiavanti», La» niso, Fara e altri luoghi. Po® pai ** tero ad ingrossarsi gli austri««, ti» a* solamente lespinseroi veneti, bm »•»> purea ferro e fuoco
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le parli si fecero mirabili prove di valore e di coraggio, ed i veneziani con meravigliosoardimen-to si slanciarono colle spade in pugno sulle navi nemiche. Sconfitto e avvilito il Grimaldi, pel trionfo riportato da’ve-neziani, si ritirò a Genova, che trovò avvilita, in lutto, in profondo dolore immersa, quasi fosse giunta all’estrema ignominia e prossima la servitù a’ veneti. Al che arroge, la mancanza
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34* lodiVillafranca(giàstatoasilo dell’ordine Gerosolimitano, dopo la partenza da Rodi: della recente stazione russa può vedersi VENTiMiGLiA);ondel‘aolo III trattò coll’uno e coll’altro, perchè tra loro non si fidavano benché cognati. Il pomo della discordia era sempre il ducato di Milano. Tuttavia tali e tanti furono gli uffizi del Papa e degli ambasciatori, massime i veneti, che non potendosi
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lungo il Brenta, nel Trevigiano, nel Bassanese,nel Vicentino, in su quel di Padova e di Verona, ove i patrizi veneti accoglievano le squisitezze e il lusso dell’Asia, le mollezze di Costantinopoli e di Damasco, le galanterie di Parigi, la graudezza di Vienna e di Madrid, le dispendiose superbie
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, lu vecchiaia de’veneti incadaverì danzando, ridendo,sollazzando, colle guancie rosale, fra le melodie della musica, le delizie de’conviti, e le gioie d’una sposa uo-vella. Ragionando della caduta della repubblica di Venezia, sulledilferenti e contrastale cause, egli dice, al leggere gli stogici della caduta di Veucziu, per alcuni si procede dalle cagioni remote, e in ciò tengono l’usanza
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