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1853
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= Il puteale o anello del pozzo dell'Ospizio è del secolo XIV. o del principio del XV. Ha Io stemma Contarmi. Questo Ospitale chiamossi, e chiamasi da taluni anche Ospizio Da Ponte; e motivo di questa varietà di nome, fu che fino daranno 1784 i tre fratelli patrizii veneti Lorenzo Zuanne, Lorenzo Nicolò, e Lorenzo Antonio Da Ponte q. Lorenzo terzo, tutti c tre Commissarii dell’Ospizio
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1842
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forma. Si contano fino a settanta i soffitti per chiese da lui dipinti ; anzi quando lavorava a Po-stioma, luogo del Trivigiane1, nel 1817, egli diceva che ne avea fatti presso che cento soffitti. 11 T rivigiano ove pel corso di sessaut’ anni operò sempre, ne ha certamente più d’ ogni altro de’veneti territorii. Ed era così pronto che in soli quindici giorni potè compiere R ABILI. il soffitto
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1853
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846 ALLA CHIESA DI S. GIOVANNI IN OLIO. Voi II. pag. *98. col. 2. Nel Volume II. p. 207. 208 del Giornale intitolato V Istria num. 50. 51. 21 agosto 4847 fu riportato l’articolo mio presente intorno ad Erasmo Brasca; e si è soggiunto che questa lapida esisteva già nel palazzo del Capitanio, e levata da Trieste nel 4508 in tempo di occupazione militare de’ veneti fu trasportata nel palazzo
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1853
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veneti. Ven. 4692. 42.° Voi. III. pag. 438* col 2. linea 37. provveditore — correggi— podestà Priulì de’podestà di Chìoggìa. Voi III. pag. 438. col pr. e 2. Il cavaliere Teodoro Toderini ha descritto il ricevimento di Maria imperatrice d'Austria fu figliuola di Carlo V, traendone la notjzìa da Ceremoniali pubblici ( Ceremoniali e Feste ec. Venezia 4857. 4.° anno 4 581 pagine 26 = 35. e documenti
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1853
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nella Bibliot. Med. et infirmae latinitatis Voi. VI. p. 257, fallando però nel cognome Medicus invece di Medius. Nei Cataloghi trovo indicala una ristampa dell’Epirota con questo titolo: Tliomae lledii Veneti comoedia quae Epirola inscri-biturj festivitate verborum, iocisque amoenio-ribus lepidissima cum difficilium vocabulonm omnium, quae in ea continenlur, interprela-tiunculis a Johanne Kneller in calce
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1853
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di fra » Bernardino da Siena conosciuto in vita ; » laonde volle comparire non dissimile a » tanti soggetti, massime patrizii veneti, fra » quali li due principi Pasquale Malipiero e » Cristoforo Moro, profetizzato doge della » Repubblica, quale voll'essere pure turnu-» lato in quel tempio da Ini con il conti-« guo spedale restaurato a sola rimembranza » del benedetto amico, L’ espressioni della » suddetta
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1853
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della Sanla Sede » Apostolica del Speron d’oro, perchè li » servì per maestro di loro corte. » Questi tali tutti furono veneti. Morì Giacomo del 1730 circa a S. Simeone Grande, e fu seppellito in S. Apollinare in una sua propria arca, nia » ¡»ov j ^ <y,3g|,;y w ALLA CHIESA DI SANT’ARIANO. Voi. V. p. m. ime. 5. Questa inscrizione che ricorda Francesco Barbarano, levala, non so quando, dal sito ove
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1853
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beali Gregorii pape super Cantica Caib ticorum : odo compreliendens capila. (In fine i Inipressum Veneliis per Melchiorem Sessam et Pelrum de Ravanis socio* anno dui i\l. CCCCC. XtX. die XXX ocloPris 8.vo L'epigramma è questo : Marci Mauroceni Veneti ad lectorem epigramma : Palricius Venetus phalereae stirpis alumnus Petrus coelcslis religione sacer. Ingenio postquam septenas eonilidit
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1853
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et Lamentio fra tribù» ac Vetro Antonio Laureutii genero Patavis , italis parrhasiis, italis pliidiis, il a Un apellibus S. P. I). In fine dell’operetta sta l’indice degli altri opuscoli contenuti, e la data così: Impresswn VenetiU per tiernardinum de ISovaria M.CCCCLXXXV. 4.. di carte 24.
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1853
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degli Ambasciatori Veneti (Firenze 1860). La Relazione di Spagna del Vendramin 1595, fu pubblicata nel Volume V. Serie 1. pag. 443. della Raccolta di Firenze, anno 1861, tratta da un Codice Magliabechiano ; ove si osserva che dal conte Greppi per errore del Codice dal quale l’tratta, venne al* tribuita ad Agostino Nani. Voi I. pag. 94. ove del Piacentini. Uu Giovanni Piacentini della metà circa del secolo XV
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1853
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. di X ) » restituite le carte, cd insinuato di atten* (*) Non ci sono stemmi Moro nè sull’altare dorato nè sul parapetto della mensa marmorea sottoposta, lavoro del secolo XVII. Gli stemmi Moro sono soltanto negli angoli del grande arco esteriore, scolpili in pietra e sormontati dal Corno ducale. (**) Nella lunga serie de’veneti Spedali enumerali dal cous. Giovanni Rossi nella sua opera Le Leggi e i Costumi
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1853
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.... Navagerius ad Blessum antequam cum Rege sermonem habere potuisset, trium dierum spalio, acutissima febri confectus e vita excessit : Vir ingenio, facundia, et latini sermonis cognitione Celebris; cujus mortem Venctiis multi luxerunt ; quippe decus patriae et magnimi ornamentino Veneti nominis in Republica, ut ita dicam, litera-ria praereptum dicebant ; quadragesimo euim quarto actatis suae anno Navagerius
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1853
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di Murano 417. AGOSTINIANI. in S.. Jacopo di Murano 417. Abramo di S. Chiara. Lezze Livio. ALEMANNI. Otto famiglia 800, 948. AMBASCIATOCI o BAILI VENETI. Arimondo Pietro. Badoer Federico. Barbarigo Agostino. — Daniele. Barbaro Marcantonio. Barbo Pantaleone. Bernardo Lorenzo. Bianchi Francesco > resi- — Vendraoiino^ denti. Boldù Andrea. — Antonio. Canale (da) Nicolò. Cappello Antonio. — Carlo
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1853
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ALLA CHIESA DEI SS. MARCO E ANDREA DI MVRANO 857 Sala XVH dcll’Accademia delle Belle Arti, e vi si legge: MDGXXX (stemma). ANTON1I RICHETTI CIVIS VENETI QVEM E REGIONE VIDES GRATI ANIMI MONVMENTVM . OPVS MATTHAEI INGOLI RAVENATIS. Tale quadro è citato a p. 45 col num. 599 del Catalogo degli Oggetti d’arte esposti al pubblico nein. R. Accademia. (Veuezia 1859 8.°); ma fu omniessa la epigrafe
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1853
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SAN Gl vanni qu. Fantiuo, e di Chiara Cornaro figliuola di Luigi detto Vita Sobria (*), era nato del 1545, e mori del 4 602. Egli ebbe fratello Giacomo Alvise nato del -1539 ss Di Marcantonio ho nel Codice 2438 due scritture intorno alla Laguna e ai Fiumi Veneti, La prima comincia ; « Illmi et Eccmi Sigg. » Savii et Ess. alle Acque: Vedendo io Mar-» cantonio Cornaro il desiderio grande
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1824
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S. GREGORIO. *59 i MCCCLXXXXV. DI......II I SEPVLTVRA D. TOMAX----9M | NICOLAI DE GIRARDO.... GVRIE | MAIORIS VENETI A 2^.......j Girardo. Epigrafe che pur oggi si vede , e giace spezzata sul piano nel chiostro . Nel necrologio di questo monastero che è in Flaminio Cornaro ( Voi. IX. p. 367 ) ne abbiamo la spiegazione . Ivi si dice: VI. idus. ( Julii) 1390 obiit domina Thomasina uxor providi
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1824
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del cuore ; e aggiunge che oltre al canonicato ducale, di cui era stato insignito dal doge Pa-squal Cicogna, gli fu poi a titolo di onore conferito anche il chericato della chiesa di Veglia. La sepoltura del Turrana trovasi a Rua nella chiesa degli Eremitani . Il Salomonio a pag. 174 dell’ Agri Patavini Inscriptiones ne registra la memoria : ossa caesaris tvrranae PLEBANI S. MARIA E ( COSÌ ) VENETI
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1824
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di calafatare e intonacare i navigli per renderli impenetrabili all’acqua. La sepoltura di questi ed altri lavoratori dell’ Arsenale è indicata al num. 43. e da alcune inscrizioni comprenderemo che cote-ste arti si resero benemerite di opere sacre ad abbellimento delle venete chiese . Lo Svayer lesse di marin invece che di maria . 42 HAEC. IOANN MARI | AE . VENETI . EFI-GIES . | SVBIECTVM . INDICAT | SEPVL
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1824
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del 1 '>45 recato dallo stesso Cornaro ( ivi p. 98 ) si chiama il Pompei veneziano . La epigrafe in Palf. e Berg. 181 FRANCISCO . GEORGIO ! VINCENTII . PA-TRITII . | VENETI . F. | VIRGINIA . VXOR . OPTIMA . SIBI. | AC . POSTERIS . FACIEN-DVM . CVRAVIT . | OBIIT . DIE XXIII. MEN-SIS . OCTOBRIS ! M.D.LXXVI. Francesco Giorgi o Zonzi era figliuolo naturale di Vincenzo patrizio, e da esso venne
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1824
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, se non che ivi è attribuito questo testamento a un Nicolò q. Marco . La lapide dal ms. Bergamini, e dal Palfero. 195 IO ANNI FRANCISCO OTTHOBONO VENETI ARVM PRINCIPIS ARCHICANCELL ARIO MORVM BENIGNITATE DOCTRINA PRVDEN-TIA SEN A.TORIISQVE OMNIBVS VIRTVTIBVS GVMVLATISS. QVEM TOTA CVM LACHRY-MIS CIVITAS GOMITANTE SENATV RE-GVMQ. POTENTISSIMOR. ORATORIBVS AD SEPVLCHRVM PERDVXIT.AN.DOM.MDLXXV. AMPLISS, ILLIVS

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