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¿4 DE’ FATTI VENETI. tia; ingannarla, tradiiia la Grecia 5 troncaua la confluenza de5 mercantili negotij 5 rompeua il filo al coriò di quelle ricchezze, c’haueaa. già da quella parte aggrandito il Dominio, ed arricchitolo con tanti thefori. Rimaneua in fomma, fenza più fàpere à chi ricorrer, fola,, e preda rifèrbata all’arbitrio diipotico, e ingordo nemico. Effètto all’ incontro
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no DE’ FATTI VENETI. ratore, e il Doge, co’l iègui co intero accompagnarono il Papa nello itanze, à lui deftinate in Palagio. Lo flefTo poi fecero anch'eifiallo loro, e ne’ giorni fùcceffiui fi tratteneron tutti à ftabilir le conditio-dipaceT n* della Pace• Furon’efse per laperfòna del Pontefice. Che douefse Fedengoriconofcer\ e riuerirAlefsandro, vero Succefsor di S an Pietro. Chenmouefse
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tionihebbero virtù di fonarlo. Trai combattimenti del ferro, e del clima ne perì de*noftri nel colio di quellacalda ilagione gran parte; rddeii'M NelPAutunno poi fulminò tanto Tinfluifo peifimo, che fi annouera-rono i morti fino al numero di venti mila; e cofi terminarono gli auue- Veneti mor-nimentideU’arminelFerrarciè tra le martiali viciifitudini di quel la-Campagna. L’altroeièrcito, fpinto, come fù
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^20 DE’ FATTI VENETI. di fottrarfène , fuggendo à Venetia. Agitò i Padri5 SbigottìIVniuerià-le del Popolo Tintela horridezza, e più ancor’horrida, quanto più in. quefto ièno auuenuta. II rimedio, che iuueitigar’in momenti non, poteafi, e non richiedea,che mométià inueftigarfi, precipitauail confi-cran cofu- glio in anguftie maggiori. Sfogò di primo tratto il Gouerno con ifde-mlà Ve' §nata
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veneti colò Ciurano, e Chriftoforo Michele nelPIttria §;In Dalmatia, Andrea, allaSt,err* Zeno, Marco Polo, e Marco Loredàno ; einSchiauonia, Giacomo Delfino,Domenico Michele, e Maffeo Contarini5 Sirinforzaron entro alle Piazze i Prefidij, e ii efpedì fregata efpreffaàMarco Giuiliniano, che, vicito poco dianzi con alcune Galee, andana girando i mari in Le-uante, perche doueffe calafimmediate nel Golfo
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68a DE’ FATTI VENETI. per la Romagna, &hauea fatte à taloggetto auanzar’à quella pártele truppe dette. Ma nel punto di toccar leuata dal Milanefe variò dal-folue il la prima intentione, rifolfe di andar a Fiorenza con tutto l’eièrcito, e Lodouico, eLorenzinode'Medici, quello parente, edamenduene-' mici capitali di Pietro, hebbero forza di perfuaderuelo. Tra gli accidenti
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9a DE’ FATTI VENETI, due diuerfi armamenti, come differirono neceflariamente alcun patio così fruttuofàmen te anticiparono con la fama, che ne volò in> furono mediate a’nemici. Simpaurirono sì fattamente alla fòla voce Pa-l^mem douani, Veronefi, e Ferrarefi, che prima di vedere sfoderata vnafpa-da, fuggirono da Capodargine, e ritiraronfi , fènza di più. progredire^ jie’loro quartieri
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6¿4 DE FATTI VENETI. llfletloRè cc^°re dei Padre all’impero, e continuata la Cefarea corona in Cafa, Ile*Romani. d’Auftria. Ne fè però partecipe la República con Tefpedition defpreifo ^e Ma Miniilro, & e^a con grand’atto di affètto, e di ftima mandogli Ermo-fciltoli à lao Barbaro, e Domenico Treuigiano in Ambafciatori à ringtatiarlo,e congratular congratularfène. Non hauea premuto
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. Dierono i noftri addietro, più fdiuccio-lando, che combattendo ; e forfè ancora, tèben’in piega, naùerian potuto difenderfi, e mutar di faccia Peuento, te il Monte, e’I Rangone, tentando di rimetter! lor fùseitiui, nonfoiTero rimafti sù’l Campo _ ^ rr Ì r j • r 11 Gran rotta luenati 5 con eili tutte le lperanze perdute, econuertitaogmcoia nelle de' veneti^ ceneri di vn generalità mo disfacimento
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i6o DE’ FATTI VENETI Gmouefi di Ma k quiete fperanze di Candia non acquetarono i Genouefi. yuouomole, lui à poco vfcironoà sfogar di nuouo gli odij, e gli fdegni. Lancia-ili m mare. ron£ fuorj ^ Corfeggiar’i mari con molte Galee 5 à depredar! viandanti negotij 5 e fpinti dal genio, à rodere, già che non potean diuorare,, gli flati. Effendo l’ingiuria fenza cagione, fi flimò più offènfiua
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remiifiua indulgenzad’ogni peccato à tutti quei iùdditi di lei medefima, che gli hauettero contribuito del lor proprio a: veneti vna tantafomma,-Econuien dirfi à gran merito dell’anime buone,che£ corrifpofer’effe gran fomma di libre iettecento, e noue d’oro j ducen- naro alltu to,e nouanta ièttela fola Venetia,e proportionatamente Taltre Città. WibLtta • Ma trà quelli aiuti di Santa Ghiefa continuaua
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, che, come la prima già infranta, impediua per tra-uerfo del Canale, l’ingreifo, e ièruiua di ficurezza aventi Galee, e ad alcuni Vaicelli, che dentro v’eranpbene ordinati. Ora mentre, per iipianariène la via, intraprendono i Veneti di ipezzarla, Tiieodoro La- Ejee The(r_ icari, Genero d’AleiIìo, e primo Comandante dell’armi iùe, i\npa-doro ufea-tiente di contenerli rinchiuiò, forti dalla Città, ièguitato da vn corpo 1 grande
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7zz DE’ FATTI VENETI. . Utrà rono, con lavolontà de’Padroni iMiniflri de’Prencipij ccosì vcrmo UTapà, Z con larga opinione deciiò. Che il Pont e fice, la R cpubhca, & ìlDu-República, ca di Milano, donefs ero con le lorforze mnite accorrere alt afe dio cLodouico. ^j>jra. e perche m gran pártele Venete fi trouauano fpinte nel Re^no di Napoli, fofse tenuta la Patria di ammafsar
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, importò molto più alla República Facquifto di Padoua, e trarui di Signoria il Carrarefè, che di rinfacciarlo d'inde-gno,e di turpe. Fù ammetto nelFefèrcito con faina franchigia promeffa, tjceuHto e peruenuto alla preiènza del Generale, e de’ Veneti Proueditori, ver-nc 1 .fi’"/0- sò gran pezzo sùle lunghezze, folite i procurar fi da’miferi, come detto1. 0 0 guadagno lor ficuro,di ritardato
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304 DE FATTI VENETI. cauliii ¿c^con^andi. Obbedir’egli conuenne; ma nell’atto fteifo deliobbe-crdirtc pu- dienza, volle almeno lafciar’in quel Contado alcun’ altra maggior’inr Trtui ¿"1* Pre¿one del Tuo valore. Depredollo ancora ; incendiò lecafevici-i:lf*nno° ne, epretefeconciòdi rifarcir’etiandio le prime Auflriache inuaficr ni.Peruenuto Leopoldo à Belluno,ed intefo lo sloggiamento
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2,38 DE’FATTI VENETI. ichiata natura, e molto più del douuto a gran Capitano, coriè trà i primi pericoliefpoito, e combattè lungamente 5 quando trafitto da mor-•pietro dì tal colpo cadè à terra. Poterono i iùoiricuperarlo da5 nemici, non già fojottom. dalla morte. Condotto à Padoua, il giorno dietro ipirò, e ¿concertato célia» dall’accidente 1 efercito, ritornò anch’egli dentro in Città
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ne, & anfioli, niente meno del Doria, di venir’alle mani *efarlo quanto pili lungi da quelli contorni, trouaronfi alla fronte nell’acque di Curzola. Eran due ne’ Capi Veneti le confidenze > ambe fallaci, e fpe- -cialmente nelle battaglie marittime, L’vna d’hauer queff armi lem- à Cur^olà. pre vinto contra Genoua negli altri conflitti, quali che, non follerò alle vicilfitudini più foggette
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tresì ad eflrarre dalla più viua fùtfiftenza il po/Tibile. Molte milifiertra- Veneti. niere raccolièro ; altre ne eicorporarono daìl’attiua gente di quefla Città ; fcelfèro cento Pattitij dagl i anni venti a’ cinquanta, per inuiarli nel Campo à parte à parte iècondo l'ordine delPeftrattioni ; e conduifero agli ftipendij, General iiìimo del l’armi, Gilberto da Correggio, Capitano in quei tempi
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4oo DE’ FATTI VENETI. tenente della Patria del Friuli. Fùil primo decorato di quefta demone Ruberto Morofini, con aiTegnatione in vn'anno di ducati mille, e cinquecento, e con obligo di condurfèco dodici Donzelli* di mantener dodici Caualli per Publica Magnificenza 5 e di fari! aififtere da vu. Giureconfulto con ftipendio di ducati cento il mefe, e con autorità di Vicario di Giuftitia
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334 DE’ FATTI VENETI. dnacmu k&^uìcà delToccafìone quella degli an ni* porle in fpontaneo holocau* rini Gene- * ilo alla Patria la dia perfòna nella iòuranità Geneialitia di quel comande . 3 e Vitt;or Pifani, eh era ancor fuori, ma vicino a5 lidi, entrò in Ve-netia feco à congiungerfi 5 battè il ìlio primo Stendardo, e rimafto in carica di Protieditore, fogli Domenico Michele per fecondo
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