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1939
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n ⢠Thtnra ⢠(no (IV mc. a. C) ««gt WTiin>ill it fmki. dagli autori ( lassici (come Plinio il vecchio nella sua Saturalis H istoria), riguardo alle migrazioni etniche deU*antica Albania (lllyria meridionale) alle coste ila. liche della Penisola salentina. abitala da Messapi, Peucezi e japigi. ⢠« ⢠'tornando ai risultali della missione archeologia
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1939
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della floridezza delle rispettive città capoluogo. Le dominazioni, bulgara e serba, succedutesi nei secoli XII e XV portarono numerose infiltrazioni straniere fra le popolazioni albanesi, segnatamente nei distretti settentrionali e occidentali; mentre a sud, nell'Albania meridionale di preferenza, si erano stabilite alcune tribù Koutzo-Valacche (o romeni del Pindo), discendenti dai legionari del Console
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â lei â Tirana-Valona-Argirocastro (triseltimanale) ; Brindisi-Valona (trisettimanale). Inoltre lâAlbania possiede circa 2300 km. di rete telegrafica, con 52 uffici postali, telegrafici e telefonici. Ma nell'interno del Paese, sono ancora diffusi il piccolo traffico a mezzo di muli nelle regioni di montagna, e di carri trainati da buoi o da bufali
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naturale con cui dall'individuo si sale alla famiglia, e quindi alla tribù, al villaggio, alla città , alla nazione, è logico accennare «pii alle di-more umane, ossia alle caratteristiche della casa albanese, prima di parlare dei maggiori centri abitati. Troviamo nei distretii montuosi dellâAlbania settentrionale, ricchi di boschi, la dimora permanente rurale costruita di legno
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, manifestandosi naiuralnK*nle con minore intensità , nel massiccio appenninico dd (Iran . asso e «Iella Maiella. In Albania si notano dunque i relitti di antichi circhi glaciali nei gruppi montuosi più elevati. non disgiunti «la apparati morenici nelle regioni basse; e contemporaneamente nella parte «wientale «k*l paese, a dima più mite, si ebbe la formazione di grandi Conche lacustri
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fin d'allora l'italiano, che parla benissimo, perché in maggioranza i Francescani dâAlbania sono italiani ; poi è stato nel nostro Paese varie volte, facendovi anche soggiorno di anni. » â Conosce Dante alla perfezione, ed ha tradotto anche molte cose dall'italiano in albanese, fra cui gli Inni sacri del Manzi »ni. La sua fama di poeta lo faceva tenere in con- X. Cfr. C. TAtti J AJU
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rii]:onal<- ¡il tempo della guerra mondiale,* e quindi sempre vere poic hé lâorografia del paese non è cambiata. LâAlmagià distingueva quattro aggruppi menti principili : «) le Alpi Albanesi settentrionali * li) le cnimr montuose itila destra del Uriti ; c) la rrgiotir montuosa centrale: d) i rilievi dell"Albania cetilrit-tneridnmale e del sud-ovest
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ha rappresentato in Albania una grandissima parte nell' adesione spontanea della Nazione skipetara. Chi è soldato, si spiega facilmente il fenomeno. Zog offendeva, negli ufficiali albanesi, la loro sensibilità più sacra. Fgli non prestava fede alla loro parola. E, a loro volta, gli ufficiali non credevano nel Re. Si capisce, allora, come sia avvenuto che, mobilitata la truppa e i quadri tra il giorno
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di quello stesso anno sorgeva così Iâ« Ente Industrie Agricole Albania» (E.LA.A.), il quale ebbe in concessione per 99 anni nella pianura di Shijak (Sciac), sulla destra della strada Durazzo-Valona, un vasto comprensorio di circa 5000 ettari, che da palude doveva essere trasformato in una moderna azienda agraria. I lavori necessari alla realizzazione di tale trasformazione idraulico-agraria, da tempo
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1939
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a oltre 51 mila metri cubi, a 93 mila nel 1937 e superare di molto i centomila durante il 1938 ». 17. Agricoltura e foreste Noi riguardi deH'agricoltura esistono naturalmente, per le ragioni di natura geologica del suolo, e di varietà del clima, già esposte nei precedenti paragrafi, notevoli differenze fra le varie parti del l'Albania. Infatti le regioni montuose aspre e selvagge del nord-est
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1910
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comandante dellâ esercito dâ Albania nellâultima guerra, il cui nome, dal 1870 in poi, figura sempre in prima linea in tutti gli avveni- menti del Montenegro. Guerriero, diplomatico e uomo politico, egli gode tutta la fiducia del So- vrano, del quale fu compagno di studio nel col- legio Louis le Grand. Ã un uomo di vasta e soda cultura, e di unâattivitÃ
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. Il Montenegro ' che approfittando della debo- lezza del successore di Duchan il potente, si era già proclamato indipendente sotto la dinastia dei Balsa â che alcuni fanno discendere dallâ antica famiglia dei Baux di Provenza di cui un cadetto venuto in Italia con Carlo dâ Angiò sarebbe poi passato nella Zeta e nellâ Albania â
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1910
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detto, nella splendida palazzina regalata al Principe dal Sultano; gli altri sono dei consoli. Il più impor- tante è quello di Scutari che rappresenta diplo- maticamente presso il Pascià il piccolo Principato e che è come un posto di osservazione sullâAlba- nia: ve nâ è uno a Trieste, due o tre sono in Italia, il più importante dei quali è quello di Bari che accompagnò qualche settimana
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1910
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energiche e severissime per sradi- care costumi e tradizioni cosi inveterate. Reati per vendette di sangue non acca- dono ora che di rado, solo in alcuni paesi, special- mente dalla parte dellâ Albania. Il Principe è in- flessibile nella punizione. Dopo aver pensato al funzionamento della giustizia, il Montenegro ora attende allâassetto delle sue finanze che fino a qualche tempo
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1910
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come di una provincia ottomana, affermando il diritto della Turchia sul- lâErzegovina. « Noi piuttosto avremmo diritto, egli scriveva, alla metà dellâ Albania e a tutta lâErzegovina, poiché i nostri predecessori, princi- pi discendenti del Montenegro, duchi della Zeta,
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1887
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in disparte la fanciulla, e il viso nasconde tra le mani prive dâanelli; il suo seno palpita con affanno, e già rompe in singulti. Va la nave perchè il vento la spinge. Ma poggiato allâarchibugio, sta ritto in piedi il giovane, e vede sparire a poco a poco i monti selvaggi dellâAlbania. Va la nave perchè il vento la spinge, la spinge lontano, senza pietà . 291
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1887
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, nella fredda C messa ci è paruto ravvisare i seniori dâAlbania che sconsiglia-v no le incursioni in Turchia, alle quali Skanderbegh, adombrato nel conte, pur si risolveva per contrari timori. D. R. ediz. 1866. lib. }». C, IV, p. 7i. ll6
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1887
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NOTE l) Dhrini. iFiume dellâalta Albania, che, partendo dal monte Skardo e dal Bora, passa presso Scutari, e va a mettere foce nellâAdriatico. Sulle sue rive fiorirono un tempo citti importantissime delle quali ci resta poco o nulla. *) Il numero tre con i suoi multipli è fatale anche per gli albanesi. Per es. nella canzone di Kostantino il piccolo » sposo di tre giorni
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1887
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ti mendimi i murgchut... Si kiftu foli mâi ckaptuan dii lot sishit, po ju pixén tnonu date ba^k me gjakun. 94 mi scoprirà , arando, perchè forse il vomere dellâaratro gli cadrà dentro la mia tomba. Vedi ! dirà , qui riposa un eroe morto in battaglia per lâAlbania. Il Signore gli dia gloria ! O Gian Kroppa, cugino mio, tu ritornerai alla città , io resterò
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1887
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kuitim; a si virvilsze dashurije edhâëndrrash dehen; kalii-mirat fusha * paa, edhè vreçtash sverdhulore, te të korrat e të vielat; po, si hjeja e Kostantinit, i mertiam çkoj tue thënë : « Jni vasha shumâtë mira, « po ngchë buni mëë për mua, » » 32 2 sotto il sole dâAlbania ? Non bastava un lorojsorriso a confortarlo, ed un bacio a renderlo felice
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