29 Gennaio. Alle 13 arrivo a Parigi e prendo subito possesso della mia camera N° 333 al terzo piano dell’Hótel Edouard VII. Scendo a colazione nel salotto riservato ai ministri e vi trovo Orlando, Sonnino e Diaz. Poi cerco di ambientarmi. Chi scende da Place de l’Opéra verso la Madeleine percorrendo il lato destro del Boulevard Capucines, incontra dopo cento passi la Rue Edouard VII, strada stretta che sbocca in una piazzetta tutta contornata da fabbricati a cinque o sei piani. Il Iato destro è occupato da un teatro; il lato che fa fronte alla strada ed il lato sinistro sono occupati dall’albergo. La mia camera fa fronte alla strada e riceve poco sole la mattina. Subito dopo l’ingresso a colonnati, ci si trova in un ampio salone che è il luogo di ritrovo di tutti i giornalisti e di tutte le persone che vengono alla delegazione per informazioni, o per sollecitatorie o anche per semplice curiosità, cosi che fra le 11 e le 15 e poi fra le 16 e le 21 il salone è affollatissimo, e tutti i giorni vi si combina una nuova carta d’Europa. In giro al salone sono parecchie salette oscure per scrittura, lettura e servizi. In fondo a destra è situata la sala da pranzo, e da questa si può accedere ad una saletta che normalmente serve per gli ospiti di riguardo. Questa saletta è ora strettamente riservata ai delegati della conferenza, al generalissimo, al grande ammiraglio, e ai ministri in carica, che prendono i loro pasti intorno a un tavolo a ferro di cavallo. Nell’antecedente sala da pranzo prendono invece i loro pasti i diplomatici, i direttori generali, i funzionari e gli ufficiali di grado superiore, assieme alle loro signore. Nel