502 Gesto amichevole di Poincaré [i.v.19] Nel pomeriggio abbiamo una notizia riconfortante. Il Presidente Poincaré ha preso pubblicamente posizione in favore dell’Italia. I giornali parigini pubblicano un suo telegramma al giornale Francia-Italia, che è del seguente tenore: « Italia e Francia, strettamente unite nella guerra, rimarranno unite nella pace. Nulla le separerà. Il raffreddamento della loro amicizia sarebbe una catastrofe per la civiltà latina e per l’umanità. La Francia, fedele ai suoi impegni, alle sue simpatie, alle sue tradizioni, continuerà a tenere le mani unite alle mani d’Italia.» Il Presidente della Repubblica non potrebbe far sentire più chiaramente il suo monito al proprio Governo; la sua dichiarazione avalla nel modo più esplicito il passo fatto verso di me dal suo portavoce Clémentel, il conseguente colloquio a cinque Tardieu-Loucheur- Clémentel -Crespi Bonin, autorizzato anche da Clemenceau, e la dettagliata proposta di conciliazione sul punto più controverso: Fiume; poiché sul resto l’accordo è meno difficile. Bonin ha segnalato subito la dichiarazione con due successivi telegrammi a Sonnino (1). Speriamo che a Roma capiscano l’importanza dell’avvenimento e tutto il suo significato. Ma vengo disilluso poco dopo dal seguente telegramma di Orlando: « Proposta di applicare a Fiume il sistema della Saar non può essere accettata; troppo diverse anzi opposte sono le condizioni di fatto. Per restare sul terreno di una soluzione conciliativa, non vi sarebbe altro che ammettere Fiume sovranità politica italiana accettando un regime provvisorio economico del solo porto sino alla costruzione di altro porto o ferrovia per la Jugoslavia. Questo regime durerebbe non oltre un tempo determinato (cinque anni al (0 Vedansi documenti n. 24 e 25.