0 F I Odio, nel parlar fam. dieesi anche per Noia ; Avversione — Yegnìr in odio ora coss*, Venire a schifo; Avere a schifo. V. in Colo. ODOR, s. m. Odore. Odor bos, Olezzo, Buon odore, grato soave — Ambretta, per ironia si dice di materia fetida che abbia mal odore — Odorane, Grande odore — Fragrunza, Odor buono, soave. Savér de bon odor, Olire; Super di mille odori. Cativo odor, Cattivo o Mulodore ; Pessimo od»/ e : Odorclucciaccio grave o fetido, V. Spezza — Obo db mal odor, Vi mal odore, e vale Gg. Di mala lama. Odor de arso osto, Puzza di leppo — Odor da brusì, Empireumalico, V. Spuz-ZOLENTB. Odor da lispio, Saper di mucido. Odor da bufa, Ouore o Fetor di muffa o di tanfo ; Avere o Super di muffa, V. Mofa. Odor da voti marzi o da bocolo stuì, Nidore ; e quindi Nidoroso, dicesi per Agg. al detto odore. Odor o Spezza da stalfi, Cattivo odor de' piedi. Far o Dar o Mandar odor, Olezzare, Odorare, Spargere, Mandar odure — Odoracchiare, Spargere odore ma per lo p.ù cattivo. Fior o altro sbnza odòr, Inodorabile. ODORAZZO, s. m. Odorcttucciaccio, Cattivo odore Savér d’ oh odorazzo, Odoracchiare, Spargere, Mandar odore e per lo più cattivo. ODORÈTO. s. ni. Odorino ; Odoruzzo ; Odo-retiuccio, Piccolo odore. OE, Oh; Ehi; Olà; Eh, Interiezione appellali^ — Oe vier oda, Eh, vien qua. Ok? con inflessione interrogativa, vaio Vedeleì E cosi? Non ve l’ho io detto? A — OE, V. in A. OFESA, ». f. Offesa; Ingiuria; Oltraggio. Tor per ofesa, Recarsi che che sia per offesa ; Recarsela. OFÈSO, add. Offeso. Chiabarse opkso, Adontarsi, ed anche Dispellare, verbo neutro, Recarsi ad onta, Prender onta, sdegno. OFIZIÀL, 8. ni. rbe anche si dice UfiziU, Uff zi al e o Offizia’e, Soldato al quale il Principe dà per brevetto una qualche autorità nel reggimento o nell'esercito V’hanno gli Uffiziali generali, gli UfGziali superiori e gliUlGziali subalterni. V. General, Colonélo, Maciòr, Capitanio, Temerti, Aipiéi. Rasso-Uffizial, Nome generico dell’eitre-mo fra i gradi della gerarchia militare, come sono i Caporali nell' infanteria. Solto-Uffiziale è il nome di quel Subalterno ehe è tra l’UfGziale e il Basso Uffi-ziale, coni’ è il Sergente d’ una compagnia. Ofiziali da barca con nome più onesto chiamavano alcuni ai tempi della Repubblica, (.in vece di dire Zapi da barca o Sga-Boerio. OCfi *afojm) Coloro che ora si dicono Guardie di finanza, ma iutendevansi quelli che giravano le lagune nelle barche e visitavano i viaggiatori. Nova ofiziJl, V. Nova. OF1Z1ÀLA, s. m. dicesi la Moglie o Femmina il’ U/fiziale, e intendesi militare. OFIZ1ÀR, v. Uffziare o Offiziare, Celebrar nella Chiesa i divini ulfizii. Ofiziàr QUALCUN, Far buono o cattivo uffizio; Far maneggio, pratica; Passare offizii; Raccomandarsi. OÌUSC.AR, v. Offuscare. Ofdscarsk de la berte, Inlcnebrire, Si dice che la mente intenebrisce, per dire che si confonde e perde il lume della ragione. OGIAR, v. Oliare o Inoliare, Ugnere o Condir con olio. OGIO, 8. m. Olio e Oglio. Olio vergine, chiamasi quello che cola naturalmente dalle olive non riscaldate ; ed è il migliore. Ooio cativo, Olio supplente, cioè Olio che ha troppo acuto odore. Ooio da brosàr; Olio da lucerna odi linscme. Ooio de làvraro, Olio laurino. Ogio de bandulb, Olio mandorlino. Ogio de bar dola dolce, detto metaf. per Agg. ad uomo, Meli,fluo ; Dolce; Pacato, Di maniere dolci ed affabili— Acquachela dicesi Ggur. di Quello che fa la gatta morta ed opera con accortezza — Spula zucchero * Chi nel parlare spiri o Gnga dolcezza. — Piullone, dieesi a Ohi blaudisce, ed adula, detto così dall’ effetto della pialla ebe liscia il legname. Ogio de bardragola, Olio mandragolato. Ogio de olive vriiir, Onfacino. Ogio de ratizzò», Olio di navone sa/valico o silvestre. V. IUvizzòn. Ogio dk sasso, Olio di sasso u Nafta. Ogio de btrazzòn, Olio dello straccione, Altro olio medicinale. Ogio de tartaro, V. Tartaro. Ogio de vetriòl, V. Vetriòl. Ogio pevere e sai. per conzìi i seleni, Pinzimonio, Voce dell’ uso. Andar come un ogio. Correre o Scorrere bene, Dicesi di carrucole, pulegge e limili quando vanno su e giù senza difficoltà - -Detto poi fig. Correre a verso, suol dirsi di Cosa che vada a seconda e senza ostacolo. Star de sora come l’ogio, V. Star. No ch’« piò ooio, Esser al lumicino o alla candela, vale AH' estremo della vita. La candela è al verde. Metei l’ ooio in te la lcbe, Rifornire la lucerna, Rimettervi dell’ olio. Qcel da l’ogiu, Oliandolo, Bottegaio che rivende I' olio al minuto. To* ir ogio, V. Ton. Ogio, dicesi da alcuni zotici per Loglio, Erba che nasce tra le biade. V. Louio. OGMMENDECHÈ, o Ogni qual tratto Ch'è eh' è; Ad ogni qual tratto ; A ogni tanto-, A ogni stante; A ogni piè sospinto; Bene spesso; Ad ogni momento; Ad ogni 0 LI 449 poco ; Trailo tratto; Di quando in quando. OGNIQUALTANTO) v n OGNIQUALTRATO ) V <>•■««»«■*• OIMÈ, V. Ami. OLA (coll’o largo) Interiezione appellativa, Ehi; Eh; Olà — Ola oovk desio? Old dove siarn noiì Albanese messere, Amore ha nome l’Oste; lo sio co’ Frati; Ta-gliaronsi di maggio, si dice Quando alcuno domandato di qualche cosa non risponde a proposito- Detto per iuterlezione eccitatoria, Alto; Bene; Escine; Mano; A noi; 0 via ; Su via. OLA (coll’o stretto) 8. f. Pentola; Olla, Vaso di terra cotta ad uso di cuocere vivande. Testa de ola, detto fig. per agg. a uomo, Cupo quadro, cioè Sciocco, Capo d' assiuolo ; Zucca mia da sale; Testa busa. OLÀDEGA, 8. f. Volatica; Serpigine ; Em-peliggine o Impeti ggine, Macchia che ser-pendo con pizzicore s’ alza sopra la pelle. Pien dk olàoeguk, Empetigginoso o Im-peligginoso. OLANDlNA, 8. f. T. degli Uccellatori. Cosi chiamasi uua Rete o Raglia falla di Glo semplice a maglie larghe senz’ armaduia che stesa a perpendicolo serve per prender le allodole ed anche i buccacoioi. OLANDIZÀR — Olandizàr o Olaruài l* peni, vuol diro Far pellucide o diafane o trasparenti le penne da scrivere, ad uso d’ Olanda, donile venne la prima invenzione. Se questo bel ritrovato fosse avvenuto ai tempi di qualche autore classico dulia nostra lingua, avremmo probabilmente Pel-lucidare o Diafanare ebe non liovausi ne’ dizionari!. OLCO, 8. m. Olco, Pianta annuale che cominciammo a conoscere ne* tempi del già Governo Italico I’ anno 1810, e che fu coltivala in tutto le province del Regno per cavarne dello zucchero. Specie di saggina, detta volgarmente Saggina d’Africa e da’ Botanici Sorgum eafrum, e dall’ Arduino professore d’ agraria a Padova Holcus Ca-fer. Il suo grano, che maturasi più tardi delle altre saggine, serve per alimentare i polli, e dalla sua canna tagliata e spremuta si cava dello zucchero, ma in meschina quantità, come fu già sperimentato a Padova a quel tempo, con grave perdila d’ una società di speculatori. OLEGA. Lo stesso elle Vòlega, V. OLÈTA, b. f. Penloletta ; Pentolino. OLÌ VA, s. f. Olivu.; U.iva. Fruito dell’olivo. Olive marze o fate, Ulive inoliate o in-noliale. cioè Mature. OLIVA DE MAR. s. f. T. de' Pese. Sorla di Conchiglia marina univalve, del genero delle Bolle, detta da Linneo Bullo llyda-tis. Ha per carattere una figura rotonda, incartocciata, pellucida; abita nelle lagune, ma il suo animale non si mangia. OLIVÈR, 8. m. Olivo, Albero notissimo che produce le olive, dello da Liuu. Olea Europea. 57