59C	SAL
   TR»R EL SALTO o Km UR SALTO 0 UR GRAN
 salto, detto Rg. Uscir del manico, Far più che non si suolo.
   Trar ur salto d’alegrezza, Scambiet-ture o Fare uno scambietto per allegrezza. SALTÒN, s. in. Voce fam. Impeto ; Ripulsa ; Rabbuffo; Nasata; Scartata, V. Si-bitòr.
   Addìi a saltòr o a saltori, Andar saltellone o saltelloni e balzelloni, Di salto in salto; Andare a sbalzi ; Interrottamenle. SAI-TlJZZA.il, V. Saltaràh.
 SALVA, s. f. Sulva, Lo scaricare di molte armi da fuoco nello stesso tempo e continuamente, che si fa per onore o in occasione di festa
   Salta i>f. muscoli , Sparo di niastii o mortalctli — Gazzarra dieesi da'Razzai lo Sparo di molto fuochi artificiali che fauuo strepito grande tutto in un tempo.
    In altro signif. ISo un' p. più salva pus hissùr Non v’è più salute o sicurezza per alcuno.
   Salta salva! Alla larga sgabelli, Voce che s'usa dire per allontanarsi dai pericoli. SALVACOMDOTO, s. m. Salvocondotto. Grazioso indulto temporaneo localo, che la leggo o il Principe concede ad uno, per impedire che non gli sia fatta esecuzion personale o reale.
 SALVADEGARSE, v. Inselvatichire <i In-selvaticare, Divenir selvatico: dicesi per lo più degli uomini che diventano di ruvide maniere ed amano di star soli.
    litsclvulichire, si dice poi tanto dello Terre che dello Piante, allorché non lavorate o coltivate ritornano allo stalo naturale. Lambruscare. dicesi della Vite che inselvatichisce.
 SALVADEGHÈTO, add. Selvatichelto; Ru-stii-hetto, Alquanto aspro.
 SALVADEGHÌN, add. — Aver del salva-deuhìr, Super o Sentir di selvatico, Uiset-vaggiume, Dicesi di alcune carni che hanno
 il	sapor del selvatico o che sono condite «I-1’uso de’selvatici — Esser selvatico, di-rebbesi a uomo di maniere aspre e ruvi-de.
 SALVADEGO, add. Selvutico, Non domestico — Selvaggina e Selvuticinu, detto in forza di sust. vale Carue d’ animale selvatica buona a mangiare.
     Sc'vaggiurne, dieonsi Tutte le specie di animali che si pigliano in caccia, buone a mangiare.
     Ksjbr salvadego, Insclvaticare o Inselvatichire, Divenir selvatico — Lumbru-scarsi, dicesi delle Piante. SALVADEGÙME, s. m. T. Agr. Bastardume per simil. Rimessiticci superflui e tristanzuoli delle piante.
 SALVAMENTO, s. m. — Akdàr a salta-be.nto, Arrivare alla mela; Giungere a salvamento, eioè Sauo e salvo arrivare dopo un viaggio di mare al luogo destinato.
 S VLVANÈLA, s. f. Voce fam. Salvezza ; Rifugio; Riparo ; Sche mio ; Scusa.
     Avi* 5tam la so saltasìla. Aver serti- !
 SAL
   pre i suoi pretesti, le sue scuse, la sua difesa.
  SALVAR, v. Salvare, Serbare, Conservare. Saltar qualcùr, Dar salute ad alcuno; Trar del pericolo, Difendere.
     Salvar la cavra e le terze, Salvar la capra e i cavoli, Dicesi proverb. del Far del bene a uno senza pregiudizio dell’altro.
     Salvar la parza per i fighi, Detto melai. Salvar il corpo a’ fichi, Dicesi per befia d’uomo cauto e tranquillo che fugga i gravi pericoli — Scampare o Salvar la pelle, Salvarsi da pericolo di morte.
     Cui se pol saltar se salva ovv. Salvate salvate, Chi ha spago aggomitoli, e vale Chi è in pericolo scampi fuggendo. V. Are-cobandabse.
  SALVAREGINA, s. f. Salveregina, Orazione nota che si dirige alla Beata Vergine, detta cosi dalle parole colle quali comincia. SALVAROBA, s. f. Salvuroba; Dispensa; Reposi torio ; Riserbatoio e Riservatolo, Luogo riservato nella casa, dove si custodiscono le robe da mangiare.
     Detto in T. di gergo, vale II deretano, 11 sedere ; Il cu'o.
  SALVIA, s. f. Salva , Erba aromatica di buon odore e notissima, detta da Linneo Salvia officinalis.
  SALVO, add. Salvo, Fuor di pericolo, Salvato, Sicuro.
     Tegmr o Dar ir salvo, Serbare : Tenere in serbo o in serbanza ; Dar che che sia in serbo, Tenere o Dare iu custodia e in cura.
     A.miàr ir salto, Andare in serbo, dicesi delle Fanciulle che vanno in monastero per educazione.
     Salvo, detto avverb. vale Eccettuato, Fuotvhè, Salvo che, Sulvo se — Salvo el vero, Salvo il vero, cioè Purché sia vero. SALLBKIO. s. m. Voce propria del Contado di Chioggia, Capitombolo ; Tuffo, L’ audar nuotando per qualche tratto soli’ acqua — Far ri salubri», Lanciarsi sott’ acqua, V. Caorìo.
  SALUD\Rj v. Salutare, V. Ueverìr, Rkpe-TÙ.n. Salibelecii.
  SALÙDO, s. m. i'alulo.
     Sai.ùuo co la testa, Capuchirio; Capata, Saluto fatto col capo abbassandolo senza parlare. Far un capochino o una capata.
     Far salùdi, Salutare; Far salutazioni, baciamani, riverenze, capochini, capate.
     Negìb el salùdo, Tener favella ad uno, Non volergli parlare. L’opposto è Render favella, e vale Pacificarsi con alcuno. Levai bl salùdo. Cessar di salutare. Saluto, detto in T. Mar. dicesi delle Cannonate che si sparano da una nave per salutarne un'altra, o una Citta o un Santuario.
     Salùdo nel parlar fam. dicesi ironie, ne’ sign. d’Ingiuria u Riprensione o Avven-toggine ; Temerità ; Aspro modo di tratture e simili — El b'ua dà sto bel salùdo, Egli tu' accolse con questa cerimonia, cioè Auzi che ben accolto, fui vilipeso, mal trattato.
S A M
SALÙME, s. m. Salume o Sa’sume, Tutti
  i	Camangiari che si conservano col sale.
 SALljMIÈR, s. m. Pizzicagnolo ; Venditore di salumi— Salsamentario vedesi usar da molti, ma è un latinismo.
 SALUMIÈttA, s. f. Femmina di Pizzicagnolo, Che vende generi salali.
 SALUPA, 8. f. Scialuppa; Schifo; Lancia, Piccolo bastimento a servigio delle navi.
 SALÙTE, s. f. Sanità —Salute, in italiano è sinonimo di Salvezza..
    Avf.r de la salute da terdeb, detto met. e vale Esser verde come un aglio ; Esser sano come una lesca o come un pesce, In istato di perfettissima sanità. V. Spender.
    Acquistàr la salute, Raccattare la sanità.
    Cossa che fa ber a la salute, Cosa salutifera, salutare, salutevole.
    Cbepàb da salute. V. Crepàr.
    Salute, Dio vi salvi; Dio vi aiuti, Maniere che s’usano dire a chi starnuta.
Beveb a la salute oe uro, V. Prirdf.se.
    La salute, dicesi poi volgarmente il magnifico tempio votivo intitolato a S. Maria della Salute, stato eretto per decreto del Senato Veneto il 29 novembre 1631 presso alla Dogana di mare, per la liberazione del contagio che durò sedici mesi, ond’erano perite in Venezia e ne' lazzaretti 46,556 persone, e compresi Murano, Malamoceo e Chioggia, 32,175, come si ha dalle memori» storiche del nostro Abbate Galliccioli, L. I, num. 813.
  SAM VR, v. Sciamare, Fare sciame, e (iiceni delle Pecchie V'. Ava.
 SaMARCHÈTO, 8. no. dimin. di Siiurco, nel sign. di Bettoletta. V. Sabarco. SVMARCO, s. m. *£. Marco Evangelista, Santo Protettore della già Repubblica Veneta; e Titolare della Chiesa detta uua volta Ducale, perchè era la Cappella del Doge, ora fatta Cattedrale o sia Patriarcale. Di questo Santo facendo menzione il Firenzuola ue’suoi ragionamenti disse: La mattina di qusto Santo che quasi più che Iddio è onorato u Vinegia ecc. (Tom. I. c. 108).
    S. Marco è anche Titolo d'un Sestiere o rione della Città.
    Sababco dei bocoli. dicouo le donne volgari alla Festa di S. Marco che viene in Aprile, tempo in cui cominciano le boccie delle rose.
    Goterro de Sabarco, di'evasi al Governo della Repubblica Veneta.
    Sabarco, Bettola ; Taverna, Piccola osteria dove si vende vino a minuto, detta Sa-marco dall'uso ebe v’era ai tempi della Repubblica, di tenere sopra la porta di tali Bettole l’insegna pubblica o sia lo stemma d’un Leone colte ale ch'era l’emblema di S. Marco Evangelista protettore e patrono del Governo. Ora questa voce è quasi ila in disuso.
    Sabarco spegazzà, che è quanto dire San Marco impiastrato, chiamavasi ai tempi Veneti quella figura del Leone; stemma del