M A R re iniziali d’un nome e cognome, che si mette su de’pannilini per conoscerne il padrone. Marci de disonòr , Marchio o Marco , ed è quello che lascia il ferro infuocato sulla pelle de’malfattori condannati a tal pena. Marca detta per Marco, V. Marche, detto in T. di giuoco, Fiscia ; Gettone; Quattriuoìo o Quarteruolo, Pezzetto d’ottone ridotto e coniato a guisa di moneta, che serve specialmente per giuo-care, e per trastullo de'fanciulli. MARCA, s. m. V. Mercì. MARCA, add. Marcato vale Segnato, Notato. Marca t deo, Segnalo a dito. MARCANTE, V. Mercante. MARCANTONIO, Marc’Antonio, Nomo proprio di Uomo. Marcantonio, detto in gergo, vale Culo. Esser en bel marcantonio , detto fi Ester bella tacca d'uomo. Un gran marcantonio, V. Deboniòn e Stangiurlòn. Si or marcantonio , detto parimente in gergo, Becco, Quello a cui la moglie fa fallo. MARCATAMENTE, avv. Segnalatamente; Segnatamente; Espressamente. M ARCELO, s. in. Marcello, chiamavasi un' antica Moneta Veneta d’argento stampatasi nell'anno 1472 sotto il Doge Nicolò Marcello, dettasi dal suo nome, del valore primitivo di soldi dieci, che in seguito s'accrebbe e che presentemente sarebbe di soldi 25 Veneti, cioè di centesimi 60. Nel 1541 spendevasi per 12 soldi. MARCENARIO, add. Mercenario e Merce■ naio, Quello che serve a prezzo. MÌRCEIl o Marzèr (colla z aspra) s.m Mereiaio; Pannierc; Pannaiuolo; Merda dro. MARCÈRA o Marzèra, s. f. La femmina di Mereiaio, che potrebbe dirsi Mereiaio o Panniera e Pannaiuolo. MARCERÈTA, s. f. Merciaiuoìa. MARCERÈTO, 8. m. Merciaiuolo; Mereiaio di poche merci. MARCERÌA, V. MarzarÌa. MARCHESA, V. Imarchesà. MARCIIÉSE, 8. m. Marchese; Menstruo e Mestruo e Ragione, Quella purga di sangue che hanno le femmine in ogni mese. Aver el marchese, Avere i fiori, i sangui, le purghe, il tempo, i mestrui; Aver le calende o i colendi, i mesi — Riavere vale Ritornare i mestrui. V. Corso. NO TBGNÌR EL MARCHESE PER UNO O DO O no mesi, Fare una o due o più passale. MARCHESÈTA, s. f. Marchesina; Marcas-sila e Bismutto, Sostanza minerale semimetallica nota. MAKCnÈTO, s. m, T. ant. Nome d'una piccola Moneta di rame quasi come soldo, che ebbe corso ne'tempi della Repubblica Veneta prima dell’ultimo soldo; onde conti-nuossi anche a’ giorni nostri l’uso di dire Marcheto per Soldo. MARCHIA , •. f. che si pronuncia come il N A R toscano Marcia, T. Mil. Il camminare dei soldati e degli eserciti. MARCHI APIB, s. m. Marciapiede, Quella parte delle strade pubbliche ove si cammina a piedi, e non vauno i carri. MARCHIAR, v. Marciare, Il camminar dei soldati. Marchiar, nello stile famil. vale Partirsi; Andare; Andar via — Marchia o Marchia via, Va via ; Parli; Va al diavolo; Vatti con Dio. MARCniÈR, s. in. ( si pronuncia come in toscano Marchiere) T. del Bigliardo, Marcatore, Colui che assiste al giuoco del bigliardo, nota i punti delle partite, e dà, occorrendo, le asticciuolo a’ giuocatori. I Francesi lo chiamano Marqueur. Me Ichiorre , [Nome s. f. lnfracidamen-Infracidatura e In- MARCHIÒ ) MARCH1ÒRO ) 8' proprio di Uomo. MARCÌA o Marcìda le; Infradiciamento fradicialura. Marcìa, nel parlar fam. dicesi anche per Seccatura; fioia — Me son dà ona mar cìa, Mi son seccalo o annoiato abbastanza. MARCIO, add. Marcito; Putrefallo. MARCIR, v. Marcire; Pii ! ridire o Putrefare o Putrefarsi ; Fracidare ; Corrompersi. V. Imarcìr Tornar a marcir, Rifigliare. Per lo rifar della marcia o puzza che fanno le ferite o gli enfiati quando paion guariti. Marcir in t’un camaRoto, Marcire in prigione, cioè Starvi moltissimo tempo. Scobenzàr a mariìr, Umigare. MARCO, ». m. Marco, Nome proprio di Uomo. S. Marco era il Simbolo o titolare della Repubblica Veneta, sostituito al primo protettóre S. Teodoro. S. Marco è ancora il nome d'uno dei Sestieri in cui è divisa la Città di Vene- zia. Marco de la staliera, Ago; Romano ; Piombino, Quel ferro o peso della stadera appiccato allo stile, che stando a piombo mostra l’equilibrio. Esser fra Marco f. Todf.ro (Il Leono alato, insegna di S. Marco, e S. Teodoro sono due statue poste sull’apice delle due grandi colonne della piazzetta di S. Marco, fra le quali una volta si giustiziava) Esser fra le forche e Santa Candida, fra l’incudine e ’/ martello, Ira Scilla e Cariddi, Tra due opposte difficoltà. V. Samarco. Marco fafarela, Locuz. triviale, detta di Persona, vale Stolido ; Scimunito. — No TI CA MINGA DA FAR CO MaRCO PapaRB- la, V. Far. MARCOLFA, (coll’o chiuso) Agg. a Donna, Muccianghcru ; Goffa; Sguaialaccia, Sciocca. Questa voce vernacola nel secolo XVII, significava Donna sagace, astuta. M.VRCOLFO , (colPo chiuso) Agg. ad Uomo Balocco; Ralordo; Sguaiato; Moccicone: Villano. M A R 597 MARCOLÌN, Aggiunto che dopo 30 anui da che è caduta la Repubblica Veneta, si da al Soldo Veneto, che ora è quasi sparito. MARCOMADÒNE, Zogàr A HARCOMADÒ-ne. V. Zogàr. MARD.V, Voce triviale, lo stesso che Merda. MARK, 8. f. Madre — Mamma dicesi per vez/.o. Mare ladina, V. Ladìn. Mare de le dose, Matrice ; Madre; Isterismo; Donna del corpo—Mal de mare, Mal di matrice ; Mal della donna o di madre ; Male isterico o uterino. Quindi Malriciosa o ¡stanca, Quella che patisce mal di matrice. Mare del tin o de l' aseo, Mamma o Madre, Fondigliuolo, feccia e letto del vino e dell’ aceto, elio dicesi anche Capomorto. Mare de melòn o de zeca, BuiIella, Gl'interiori de' poponi. Mare de diana ! Maniera ammirativa d’impazienza, Corpo di bacco; Capperi! IjA bona mare no la dise VESTO, la dise tiò, Prov. fain. che significa, Che quando uno ama da vero, non domanda se la persona amata desideri una cosa qualunque, ma gliela dà senz’ altro. La mare valente fa la fia bona da gnente, Medico pietoso fu la piaga puzzolente o verminosa e fistolosa; La madre pietosa fa il figliuolo tignoso. Prov. metaf. significanti col nostro vernacolo, Che quando la madre è molto attiva e fa da sè tutte le domestiche faccende, la figlia si avvezza pigra perchè trova tutto fatto e non le resta niente a fare. Anche noi diciamo El mkde- G0 PIETOSO FA LA FUGA VERMBtfOKA. La MARK XE SEVERA E ’l PARE DE VENTURA. La madre lo sa c il padre lo crede. Mia madre il sa di chi figliuolo io fui. Skcàr la mare. V. Secar. So bare nina nana ovv. Tu bare fessela gravia ; ovv. Vostra «are che v’ ha cena, Maniere basse d’impazienza, Sia maladet-lo! fì venga la rabbia! Sia benedetto Iddio! Vostra mare in cezzolon. V. Cczzolòn. \vf.r la mare per traterso, che anticamente dicevasi Aver la mare inversià, Lo stesso che Aver la smara, V. Smara — Il confronto e il consenso di questi due dettati fanno ragionevolmente supporre, cho il primo (il quale esprime un fatto impossibile in natura) sia Btato detto scherzevolmente per 1’ equivoco delle voci consonanti Sbara e Mare, e che in vece di dire Avbr la sbara, parlandosi di DonDa, siasi detto Ayér la marb cogli aggiunti Bopraccennati. V Mal DB LA MARB Ìli MaL. MARÈA, V. Dosàna. MAREGIÀR, v. Amareggiare ; Amarezza-re; Amaricare, Divenir amaro. MARÈGNA, s. f. Matrigna. Far da barena, Malignare; Matn-gneggiare, Procedere da matrigna, e vale Aspreggiare. M A REGN A, s. f. Voce anliq. Copertoio: cioè Quella tela con cui si ricoprono talvolta gli altari quando la Chiosa si addobba a lutto.