T A N fin fine, o sia del nostro Ale tante: il clie tanto più coufrrma la derivazione. ¡Non sos di tasto, Essere e non essere da tanto, dicesi ancora nella buona lingua italiana. Non sono da tanto, \uol dire Aon bo tanto merito, ed è frase di umiliazione — Me son provà a zirarme, ma sos so sta da tasto de far la volta, Mi diedi a voltolarmi., ma non fui da tanto eh’ in potessi dar la volta tonda: cioè Non lui capace. Darghf.ne taste, l)an\ e o Toccarne tante, e s’intende Busse. Ghe sos sta tasto, Fi fui parecchie volte, Ovv. Tanto tempo; Per tante ore. No I XE IN TASTI 0 No SEMO IN TASTI^ Non è quanto diaono o si dice; Ovv. Non v’ è sfoggi, Espressione fam. cbe s’ usa talvolta ironicam. per dire, Non è gran fatto; Non v’è gran cosa, V. Sfampasàda. Ogni tasto, Ogni tanto; Rene spesso; Ad ogni qual tratto; Tratto tratto, V. Ogsi qcal tasto. Per sta volta tasto, Per questa volta tanto osoltanto'. L’avverbio Tasto, in questo signif. viene naturalmente dal latin. Tantum, Soltanto — Parlo i>r sii tasto, Parlo di me tanto o soltanto. Senza voler savèr più che tasto, Senza voler sapere più oltre o più in là. Se tasto mf. dì tasto, S’egli è capace di tanto; Se osa tanto ; Se a tale giunge la sua audacia; Se tanto è fin ora avvenuto. Tanto fa., Tuli'uno; La stessa cosa. Tasto me fa; Ovv. A la piegora tanto ghe fa che la magna el lovo, quanto che la scasa el bechf.r; Ovv. Tasto »e fa in tel cbl quanto da drio, In fine per lo gregge è poi lo stesso esser preso dal lupo o dal custode, Sempre male. Aver da un lato il precipizio, dalT altro i lupi, Esser in pericolo da o[ni parte, Tanto se ne sa a mangiarne uno spicchio, quanto un capo, cioè cbe Ne vale lo stesso a fare un male o un poco più piccolo o un poco più grande. Tanto è il mal che non mi nuoce quanto il ben che non vii giova, e si dice del Non curarsi o non darsi pensiero d’ una cosa. Tanto ne va a chi ruba quanto a quel che tien mano o che tiene il sacco, e vale Aiutare ad alcuno a rubare o a fare qualunque rea opera, che altrimenti si dice Tener mano. Tcti ha da spender el so tanto, Ognuno dee pagare lo scolto, cioè La sua parte. Tanto fato, Fatticcione, vale Grasso, rigoglioso — Un de no tasto fato, Un di no cubitale; Un di no a lettere di scatola, vale una negativa assoluta. TANTÒN, V. in Tastìn. TANTÙNDEN) s. m. Parte; Porzione; TANTÙPiQUB) Contingente ; Scotio; Un tanto ; Una tanta somma. Pagar el so tantonqce, Pagar la sua parte, la sua tangente, il suo scollo. TAOLAJ4ZO, s. ni. Tavolaccio o meglio Bersaglio e Berzaglio, Tavola rotonda tutta tinta di bianco, con un circolo nero dello stesso diametro della palla nel mezzo, T A P entro il quale pongono la mira i cannonieri nell' istruirsi a puntare il pezzo. Broca del taolazzo, Brocco, vaio Segno, ed è il centro della targa, ov’è conQlto un bullettino di ferro. Chiapàr in te la broca del taolazzo. Dar nel brocco o in brocco, vale Cor uel mezzo del bersaglio. Tegnirse a la broca del taolazzo, disse il nostro Calmo metaf. Tener la via di mezzo, vale Star neutrale, Non inclinare in alcuna parte. Stare nel mezzo, vale Essere nella parte egualmente lontana dagli estremi. Taolazzo, detto per metaf. vale Culo grande quanto una badia o Culo badiale. TAOLÈLA, s. f. Tavola, cioè Quella carta sulla quale i fanciulli imparano l’abbiccì. TAOLÈTA, 8. f. Tavolettu, Fiooola tavola. Taolèta de miracolo, Volo, Quadretto che s’appende a qualche immagine per grazia ricevuta. V. Voto. ZoGÀR A LA TAOLÈTA. V. ZoGAR. TAOLÌN. V. Tolìn. TAÒLOZZA, s. f. Tavoloccia o Tavoletta, Quella su cui i Pittori tengono i colori che adoperano. TAPA, s. f. Tappa o Posata, Luogo destinato per fermai visi ne’viaggi, onde riposare. Detto in T. de’Muvatori, Asciatone, Legno a foggia d'una mensola, che si conficca negli stili accomodati alle fabbriche, a fine di posarvi sopra altri legni per far palchi. TAPI, add. Tappate, in buona lingua vale Coperto, Imbacuccato. Noi però usiamo più comunemente questo termine per Posto in arnese, Ben vestito, cioè Vestito decentemente. Ho fasciato il melarancio, vale S'è ben vestito per ripararsi dal freddo. Mal tapì, Malconcio; Malvestito; In cenci, In mal arnese. TAPADÌN. V. Vestieto e Giostadìn. TÀPARO, 8. ni. Voce agr. Ceppaia. La parte del ceppo alla quale sono appiccate le radici dell’albero. T VIVVRÒN, s. m. T. Agr. Ciocco nocchioso, Ceppo da ardere cbe sia gropposo, e propr. Ceppo tratto dalle radici degli alberi da le- gne. TAl’ARSE, v. Rimpannucciarsi ; Rimettersi in arnese ; Uscir di mendicume; Rinfronzire ; Rassettarsi alquanto. TAPEÈTO, 8. m. dimin. di Tapeo, Piccolo tappeto. TAPEO, (dal greco Tapes) 8. m. Tappeto; Celone, Pauno tessuto o vergato a più colori e con pelo. Bastonar come un tafèo, Dar come in terra, vale Percuotere senza discrezione. Tapéo, detto iu gergo, Il deretano; Il culo; Le natiche. TAPÈTO, (eoll’e serrata) §. in. Taccherella, dim. di Tacca, in sign. di Piccola mancanza die siavi in qualche scatola, arma e simile, per appoggiarvi l’ugna o il dito ed aprire o muovere che che sia — Puntellino è dimin. di Puntello — Calzatoia o Puntello, Bietta o Zeppa di legno, che T A P 733 serve per calzare o puntellare qualche cosa. TU’ÉZZIEK. s. in. Tappezziere, Quegli elio tappezza le stanze, Addobbatore — Festaiuolo dicesi Quel delle Chiese — Sellaio, delle carrozze. TVl’INÀR, t. Scalpitare, Pestare co’piedi in audando. Far passi triti, Spesseggiare i passi, Far passi piccoli e spessi. Sentir a tapinar, Sentir lo scalpiccio, cioè lo Stropicciameuto de'piedì iu andando. TAPO, s. ni. Puntello; Calzatoia, Pezzo di legno o d'altro, che serve per calzare e sostentar qualche cosa. Baggiùlo, dicesi a Quel sostegno che si pone sotto le saldezze do marmi per reggerli. Tapi è poi T. nnt. usato ancora da’Bar-caiuoli che vale Abili; Vestiti: donde il nostro verbo Taparse. Tipo, detto per Topolo, V. Tapo da boca, T. Mil. Tappo da cannone, Turacciolo di legno, che si inette in bocca del cannone perchè nou v’entri acqua o altro. TARA, 8. f. Tara, Marame, Spazzature eh» si defalcano dal peso delle mercanzie. Mondiglia, dicesi Quella che si cava dall’argento e da altri metalli, per raffinarli e per farli di giusta lega. Dar o Computar la tara, Tarare; Sbattere, Farne la tara. Tara, detto fig. nel parlar fam. dicesi per Macchia; Vizio; Tacca, Difetto. V. Neo, Machia, Tacola — Mi no oo tare, Io non ho tacce o macchie, Non ho nulla a rimproverarmi. El ga de la tara. Magagnato ; Cariato ; Tarlalo, dicesi di che che sia che abbia dei vizii o difetti. Bater la tari, detlo figur. Tara per uso, Modo di dire a’millantatori, volendo significare ch'è da scemare o diffalcare uni parte di quel eh’ e’ dice. Far la falcidia. TARABÀRA, 8. tn. Tartaglione, Che replica in parlando una medesima sillaba per non poter esprimere a un tratto le parole. Tattamella o Cicalone, dicesi ad Uno che cicala assai e non sa perché — Ciaramella, Che avviluppa parole senza conclusione, Un che offoltu; Che fa un’affollata; Che frastaglia e parla per istaf-fetta, Chi piastriccia le parole, appiccandole iusieme una all’altra. Tarabàra, presso i Chioggiotti vale anche per Faccendiere ; Affannone, cioè Che voglia entrar per tutto. TlRAGNÒL.l, s. f. T. ¿«’Cacciatori, Chiur- lo o Fischione minore ed anche Terragnola, detto da Limi. Scolopax Phaeo-ptis, Uccello acquatico più piccolo ma dello stesso genere del Fischione maggiore (Ar-càza), che frequenta le vali maremmane e le rive de’ Dumi e degli stagni, dove bo ne piglia collo schioppo e colle reti. Si ciba di croitacei e di vermi acquatici. La sua