15 Febbraio. Il mandato affidatomi dal presidente Orlando di sostituirlo nel Consiglio della conferenza e nel Consiglio di guerra durante la sua assenza, m’impone lo studio di questioni territoriali e politiche alle quali mi ritenevo estraneo, e cosi stamane ero al lavoro dalle 7 con gli esperti di Orlando per tali argomenti. Alle dieci dovetti presiedere la conferenza internazionale di agricoltura, che discute minutamente il programma di ricostituzione del patrimonio zootecnico dei vari Paesi, e dei fertilizzanti. La seduta termina a mezzogiorno. * Dopo una visita di dovere alla nostra ammirabile ambasciatrice, la contessa Bonin Longare — fata benefica dei feriti e degli ammalati italiani rimasti in Francia anche dopo la fine delle ostilità, esempio di bontà e d’intellettualità per tutta la colonia italiana —, mi reco all’Hótel Crillon, dove sono invitato a colazione da Hoover. Egli mi affida tutte le trattative per rifornimenti di viveri all’Austria e a tutte le regioni dell’antico Impero austro-ungarico, annunciandomi la visita del ministro austriaco Schüller, che infatti viene poco dopo a cercarmi all’albergo Edoardo VII. Gli fisso un appuntamento per domani, perché alle 15 devo trovarmi al Consiglio Supremo, dove mi reco puntualmente. Sono presenti Clemenceau e Pichon per J la Francia, il colonnello House al posto di Wilson e Lansing per gli Stati Uniti; Winston Churchill al posto di Lloyd George e Balfour per l’impero britannico, Sonnino ed io per l’Italia, Makino e l’ambasciatore Nataui per il Giappone; assistono anche, quali consulenti militari, il ge-