278 F 0 L Fonone, in T. Mario. si chiama il Luogo della nave dove si fa fuoco. Fogòn, (letto pure in T. Mar. Camerino di cucina, Certa foggia di stanzolino, di'è nella prua della nave. Capa e Gran del fogòn, V. Canon. FOGONADÙRA, s. f. T. Mar. Mastra, Ij apertura ne’ ponti per cui passa un albero o-Tardino per arrivare alla sua scassa. Fogonad'ura del timòn, Losca, L’apertura nel forno di poppa, per cui passa la testata del timone. FOGOSITÀE, Voce antiq. V. Ardenza. FOLA (coll o largo) s. f. V. Fiaba. Fola. T. de’Fabbri ferrai, Mantice e Maniaco, Strumento noto, con cui i fabbri soffiano nel fuoco. FOLA (coll’o stretto) s. f. Folla; Folta ; Pesta, Calca di gente — lìulima, dicesi a Frotta confusa. Esser trasporta da la fola, Andarsene colla piena. Fola che ivo che stava un orar de me-(.io, Aon v’ entrerebbe un granello di panico. FOLA, add. Pigiato; Scalpiccialo; Calpestato, Dicesi dell’ uva. Esser fola o afolà d’afari, Esser pieno od oppresso d’affari. Aver che fare più che a un paio di nozze. V. in Afàr. FOLÀDA, s. f. Pigiatura; Calcatnenlo ; Calcatura. Dar una foladi, V. Folàr. FOLADÒR, s. m. Follatore; Follone, Artefice che incorpora e fissa la tessitura dei panni. V. Pcrgadòr — Gualchieraio, dicesi Quello che soprintende alla gualchie-. ra per la sodatura de’panni. Foladùr de da, Pigiatore. FOLÀR, v. (che viene dal frane. Fouler) Scalpitare ; Pigiare ; Calcare; Pestare , Pestare e calcar co’piedi in andando. Folàr i capèli, Follare, T. de’Cappellai. Folàr i pam, Feltrare; Follare; Sodare. Folar l’ca, Pigiare; Ammostare. Folar, si dice anche per Afolar, V. FOLCO, s. m. T. agr. Solco. E quello del campo, ma pel termine vernacolo 6-intende il Solco vecchio. V. Alguàro. FÒLEGA, s. f. T. de’ Cacciatori, Folaga, Uccello acquatico Ottimo a mangiare, di piuma nera col capo simile alla gallina. I Sistematici lo chiamano Fulica atra, e quindi i Francesi Diavolo di mare. Fòlega , è anche T. del Giuoco detto Pahfìl, e chiamasi l'unione del Re e del Cavallo di quel seme che la sorte diede per prevalente nel giuoco, e per cui il Giuocatore che tieno in mano queste due carte, ha diritto di mancia da (ulti gli altri. V. Onòr e Panfìl. Fòlega df. »io, Locuz. ant. di gergo, Il pene. FOLEGHÈTA, s. m. Folaghetla, Piccola folaga. FOLÈTO, s. m. Mantachetto; Soffìonetto, Piccolo mantice, V. Folo. Folèto del mantese, V. Mantese. >• F 0 IN Folèto da polvere o da percchièr, Sof-fiictto, Specie di borsa di pelle fina, che s’ enfia e si rinserra per mezzo d’un osso di balena; essa porta la polvere sui capel- li col mezzo d'un tubo d’ avorio o di osso aperto all’ estremità. Questo soffietto però ora più non s'usa. Foleto, T. de’Sarti, V. in Rraghesse. Spirito Foleto, Folletto, Specie di Spirito che fu creduto esistere, e del quale una volta narravano delle favole. Foleto o Spirito foleto, detto a Fanciullo insolente ed irrequieto, Serpentello; ft'abisso. V. Regolo. FOLIGN AMENTO, V. Fdtionamf.nto. FÒLO (coll’o largo) s. m. (dal latino Folli») Folle; Mantachetto; Mantacuzzo; Soffietto, Strumento notissimo che attira l’aria per mezzo d’un’ Animella, e la trasmette por mezzo d’una Cannella; e servo ad avvivare il fuoco. Fòlo dei organi, Mantice o Maniaco. Fòlo, detto in gergo, vale Culo. Alzàr i foli. ^ . Alzàr. FOLO (coll’o stretto) s. m. (dal latino Fal- lo o dal barbarico Fullus ) Gualchiera , Edilìzio o Macchina che, mossa per forza di acqua, pesta e soda il panno. FOLPO, s. m. T. de’Pese. Polipo, ma più comunemente Polpo, detto anticam. Polrj-pus, e da Linneo Sepia octopodia. Animale marino dell’ordine de’Molluschi, comunissimo, che ha otto braccia eguali intorno alla bocca, con due ordini di granfie o branche o ricciolini. Questa specie è abbondante nelle nostre acque, e buona a mangiare, ma usata quasi esclusivamente dall' infimo popolo. Folto detto per Agg. ad uomo, Goffo; Tozzo; Tozzo!to, Figura goffa e malfatta. FOLTO (coll' o stretto) add. Folto; Denso; Fitto, dicesi degli alberi, delle foglie, dei capelli etc. Infoltito, vale Divenuto folto. Folto, dicesi pure per Numeroso, abbondante. — Folto de caveli, Capelluto Folto de roba o de tcto, Carico di roba; Pieno; Zeppo — Casa folta df, tdto Casa che par una dogana. V. Casa. FON (coll’o chiuso) Maniera antica che usa-vasi nel nostro dialetto, e che ci è riportata dal Calmo, in vece di Fo, prima persona dell’indicativo di Fare, che ora si direbbe Fazzo (come dicevasi Don per Do). Fon conto ciie le sia rose e viole, Modo figur. Fo conto che sieno rose e fiori o che sia un panunto : cioè Resta a soffrir di peggio — Ve fon sto discorso, IV fo questo discorso. FONDA, e per lo più in plur. Fonde, s. f. Fonda, Tasca di cuoio per custodia delle pistole. Le selle della cavalleria militare sono guemite di due fonde. FONDA, add. Fondato. Da fondare, Cavato a fondo. Fondà nf. l’ aqua, Affondato; Sommerso. F0NDACH1ÈT0, s. m. Fondigliuolo, posatura di cose liquide. FONDACHIO. 8. m. Fondaccio, Feccia del F 0 IN fondo — Feccia dicesi a Superfluità e alla parte più grossa e peggioro. Residènza, a Quella materia più grave eh’è nelle cose liquide e posa nel fondo — Subsidenza ; Posatura; Fondata, proprio della feccia del vino che resta nel fondo della botte.. Fondachio del brodo. Bolliticelo. Fondachio de l’aqda, Belletta, Posatura dell’acqua torbida. Mamma del vino; Madre; Letto, si dice per lo più del vino e dell’ aceto. Fondachio de l'ogio, lo stesso che*MoR-GA, V. Fondachi de botega, V. in Fondo sost. FONDADÓR, s. m. Fondatore o Istitutore. FÒNDAGO, s. m. Voce ant. Posatura; Fondata, La feccia del vino che resta nella botte. FONDAMENTA, s. f. e nel plur. Fondamente, chiamansi le Strade marginali elio incassano i rivi e canali della nostra Città, dette dagli antichi latinamente Fundamen-ta e più spesso lunctoria. Prima di questo fondamento il terreno fermavasi con ¡sterpi e graticci: poscia si fece di legname e finalmente di pietra. Junctoria dicevansi dal lat. tungere usurpato per Venezia o Approdare, come interpretò benissimo il nostro Abbate Galliccioli nelle sue Memorie Venete antiche. Vedasi il Libro I. ai num. 115, e 236. FONDAMENTÀR, v. Fondare; Dar fondamento; Piantarsi, Fu anche detto fig. Sopredificare. FONDAMENTO, s. ni. e più comunenv Fondamenti* Fondamento, Quel muramento sotterraneo, sopra il quale si posano e fondano gli edificii. Si dà lo stesso nome anche a quel terreno sodo di pietra, tufo od altro, che sprve per murarvi sopra sen-z altro fondamento — Questa parola, così in V eneziano che in buona lingua, applicata alle cose morali e scientifiche, significa Base; Basa; Principio; ed anche Cagione; Motivo; Ragione; Stabilità. Fondamento, Fondamento in gergo vale Culo. Rutàr o Far i fondamenti de qdalcossa, Fondare; Gettare le fondamenta o i fondamenti. Esser sora i fondamenti, Esser levati i fondamenti d’un edificio. Con fondamento, detto avverb. Con fondamento; Fondatamente ; Fondamentalmente — Senza fondamento, Senza fondamento; A credenza; Cosa aerea; Opinione aerea o fallace. FONDAÒR, s. m. T. antiq. Fonditore. V. Fondidòr. Dicevasi anche per Fondatore. 'V. Fon-dadòr. FONDAR, v. Affondare, Mandar a fondo, Sommergere nell’acqua — Tornar a fondar, Raffondare. Fondare, Cavar la fossa e riempirla di materia da murare. Fondar ben, T. agr. Richiedere la terra, in sign. di Penetrare addentro quando