i6 Conferenza interalleata a Parigi [30.x1.17] lista ed è profondamente buono. Vorrebbe veder sempre tutti d’accordo, soffre se due si accapigliano. Bell’uomo, testa energica con due baffi alla moschettiera, se è attaccato non trova subito la parola e cerca la scusa negli avvenimenti, non mai nella cattiva volontà altrui. So che Clemenceau lo giudica un debole, mentre nel suo ministero è una forza, anche perché rappresenta la vecchia cortesia francese. 30 Novembre. I giornali pubblicano una mia intervista in cui parlo molto chiaro, a rischio di scontentare, il mio amatissimo capo, Orlando. Dico chiaro che l’Italia non ha abbastanza da mangiare ! 2 Dicembre. Nella commissione approvvigionamenti ho difeso il mio programma, che è approvato. Ma è data la precedenza a-gli approvvigionamenti delle provincie invase del Belgio e della Francia, alle quali provvede il mio collega americano Hoover, un tipo duro, che tuttavia manifesta simpatia per l’Italia, e che è diventato, a ragione, un padreterno per la sua magnifica azione di soccorsi alle popolazioni affamate. Si è stabilito il principio della comunanza dei sacrifici e della distribuzione in comune, creando per gli approvvigionamenti un organo centrale alleato permanente ed esecutivo. Benissimo: io ne farò parte, naturalmente. Ci si riunirà a Londra. 3 Dicembre. Oggi si chiude la conferenza. Tutto a meraviglia. Ma ancora non ho ottenuto un vapore di grano o di carne in più, e ne occorrono subito cinquanta. Come tornare a Roma? Come parlare alla Camera? Devo dimettermi? Ma quale effetto faranno le mie dimissioni in Paese? Devo sacrificare la mia convinzione alla necessità politica? Ho ragione io, o ha ragione Orlando?