S E R co Ji Dima, Aver fatto il pieno, Quando tutte le tavolette sono impostate iu modo cbe l'avversario nou può allogarvi le sue. Seràr en ochio, V. in Ochio. Chi ben se«* ben vbize, Chi ben terra ben trova, vale che Le cose ben chiuse sono sicure. La buona cura caccia la inali! ventura. Serìr, detto fam. e fig. parlandosi di Uomo Aver fatto il groppo, vale Aon crescer più; onde dicendo di uno, Egli ha fatto il groppo, vale ÌS'on crescerà più della persona, che anche si dice,' Egli ha posto il tetto — Parlando di Donna, iSerrare, vale Aver Gnito di mestruare. Cortèlo che se sera, Coltello che si ripiega, cioè Che si chiude nel manico, contrario al Coltello in asta che sia fermo. V. Cortèlo. Torma* a sera«, Richiudere ; Riserrare. SERA SERA, s. in. (coll’e aperta) Rulli bol- li, in forza di sust. vale Tumulto, Rumore, Scompiglio — Ael zorxo dodese Magio «ile setecento nonantasete ghb xe sta a \exezia on sera sera che ga fato seràr dassèno porte e boteghe, Acl dì \“2 Maggio 1797 si levò per Venezia un bo li bolli e si serrar ono tulle le botteghe come le porte — Gue xe sta in casa om sera sera maledeto, La famigliu levassi a romore o Fu messa a romore Li famiglia. Serra, vale Tumulto, Impeto, Furia nel-1’ azzuffarsi. Far serra vuol dire incalzare, Opporsi con tutte le forze — Ln seira serra o Un leva leva dicesi Quando alcuna gran quantità di popolo, adunata in qualche luogo, si sia partita in un subito e veloce-uieute — Sta mote al tratro im te l’ andar FORA CHE IB STA A LA PORTA OS SERA sera de zf.mte maledeto, La scorsa natte per la fretta d'uscire dal teatro, vi fu tra la moltitudine un parapiglia o un terra serra pericoloso. SERATA, V. Seràda. SERAVERZI, s. in. (colla z dolce) Apri-chiudi — Un continco seraverzi, Un apri-ahiudi continuo, cioè Un frequente apri-■nento e chiudiniento di qualche uscio o finestra o d'altro simile. SERAÙRA, V.Seradora. SERÉNA, detto per Agg. a Donna, Segren-na; Regina delle spigolistre ; Schifa 'l poco, Donna magra, sparuta e di poco buon colore. V. Sarta. SERE VADA, s. f. Serenata, Quel cantare e sonare che fan gli amanti la notte al sereno davanti alla casa della Dama — Cocchiata, dicesi delle Serenate che fanno i musici e i suonatori cou allegria e strumenti musicali, specialmente, nelle notti d’estate. Bela serrnàda. si dice anche nel sign. di Cielo sereno, V. Serèm. SERENISSIMO, Serenitsimo, Titolo di gran Prinoipe; ed anche Quello che davasi al Doge Veneto. Il Serenissimo Principe dicevasi in tutti gli editti pubblici a stampa d‘ ogni Magistratura, ad eccezion; però dei decreti o leggi del Senato. Nel parlar fam. SER perSEREMssmointendevasi il Doge. D Doge medesimo però quaudo aringava il maggior Consiglio, stando iu piedi col capo scoperto, cominciava diceudo, Serenissimo Masòr Consegio, faróx oe la Repcblica e parò.» nostro. SERENITÀ, s. f. Serenità, e attribuiamo questa voce metaf. alla mente, alle idee — Diciamo per esempio, El ga una serenità de-meste ch'el consola, Egli ha una mente e le idee cosi lucide, eh’ è un piacere sentirlo parlare. Serenità era Titolo che davasi al Doge della Repubblica Veneta, dicendosi Vostra Serenità; Sua Serenità. SERÈTA, s. f. T. Mar. Serrette, dicousi Due legni indentati ne' membri del piauo del vascello per collegarli stabilmente insieme, i quali riunendosi a poppa e a prua col paramezzale, si avanzano in linea curva verso l’incastro de' madieri. Dimisi anche Veringole. SERIOLA, s. f. chiamasi quel Canale arti-fiziale derivato dal Brenta, che scaricandosi nella laguua a poca distanza da Fusina, ivi somniiuistra l’acqua dolce corrente che trasportasi uelle barche tutti i giorni a Venezia. Seriola vuol dire piccolo Serio, fiume notissimo del Bergamasco, da cui verso la pianura anche Bresciana hanno origine molti rami inservienti alla irrigazione delle terre e all’ uso di edifizii : come si dice IIrentela ad un ramo di Brenta ; Piaveskla da Piave etc. Questo termine Seriola nel caso nostro è dunque improprio e dovreb-besi dire Brentela; ma è consacrato dall’uso. E questa opinione dell’erudito Frauceico Negri, trattasi da alcune sue memorie manoscritte sull’ etimologia di varie voci Veneziane, che il chiarissimo Emanuele Cicogna autore della bell’ opera Delle iscrizioni Veneziane e possessore legatario delle dette memorie, favorì gentilmente di comunicarmi. SERMÙ.N, s. m. Sermone. Discorso propr. spirituale. V. Fervori». Sermòn, si dice ancora nel sig. di Riprensione — Dir el sermòn a uno, Cantar a uno la zolfa, lo stesso che Dare una sbrigliata o una sbriglia tura. SERNER. V. Cernir. SERO (coll’ e larga) — El segno del sero, T. delle Scuole pubbliche, Il segno o tocco delta serrala, cioè del punto in cui al suono d'una campana i Maestri entrano nelle scuole a far lezione. SÈROLA o Sperga, s. f. Uccello del genere de’Mergbi. detlo da Linn. Mergus Serrator. Egli porta dietro al capo un ciuffo di piume affilate e sottili e all’ inserzione delle ali una speeie di fiocco parimente di penne, V. Serolóx. SEROLÒN o Skrolòn del po, Scrulone o Segatone e Mergo Oca, Uccello marino, chiamato da Linneo Mergus Merganser. fi di eorpo assai maggiore della Serola. Le femmine di queste due specie ti assomi- SER 647 gliano moltissimo. Frequentano non solo il mare; ina i fiumi c le paludi, ed amano ancora le praterie e i luoghi seminati. SERPA, s. f. Serpe, dicesi alla (¡assetta delle carrozze quando vi siedono i Servitori iu vece del Cocchiere, particolarmente quando si la lungo viaggio. Cassetta si dice Quando si siede il Cocchiere. 1’agiolo o Zapapìe de la serpa, Pedanti, Quel pezzo di legno su cui posano i piedi del Cocchiere. Serpej in T. Mar. dicesi a quel Pezzo di legno il quale si unisce all' estremità superiore del Tagliamare come suo finimento. Serpa, pur in T. Mar. Cucutuio, Luogo stabilito sul castello di prua nelle navi, che s rve ai bisogui comuni de’marinai e de'sot-to ulficiali. V. Gorneta. SERPENTE, s. m. Serpe o Serpente. Picolo serpente, Serpetla ; Serpieinu. Logo de serpenti, Serpaio. Cr'iar del serpente, V. Crìar. Cavalièr serpente, detto per ¡scherzo per Cavalièr servente; cioè Che serve ed accompagna la Dama. SERPENTÈRA, s. f. Crepaccio, T. di Mascalcia, Malore che viene ue‘piedi del cavallo. ed è uua crepatura che si fa nelle pastoie e al nodello sotto le barbette, la quale geme dell’acqua rossigna e fetente. Alcuni dicono Crepaccio. SERPENTIN A, s. f. T. degli Erbolai, Pianta g ine serpentina, Pianta erbacea, detta anche da Linn. Plantago serpentina. Serpentina, dotto iu T. degli Oriolai, Ruota serpentina o Serpentina assolut. chiamasi una delle principali ruote dell’Oro-logio che imbocca la Corona. Sf.rpemtì»a, detlo in parlar furbesco, vaio Lingua. — Lingua serpentina, si dice poi per Lingua maldicente, mordace. —Tip.» la serpentina dentro i mp.rleti, V. Merleto. SERPILIO o Cerpilio, s. m. T. degli Erbolai, Serpillo o Sernwlino, Erba di grato odore, detta da’Sistem. Thymut Serpylluni. fi di sapore aromatico, un poco amaro, e di. odore inclinante al cedro; pianta poco grata alle api. SERPIR V. Cerpìr. SERVA, s. f. Serva ; Servitrice ; Fantesca; Fante. V. Masséra. Una strazza de serva, Maniera fam. Servicciunlu ; Servacela ; Fantetmceia. V. Strdpiascovoli. SERVÈTA, s. f. Serviceiuola; Ragazzina; Fanlicella; Servicella; Servicina ; Meschina; Ancella, Ragazza che presta servizio. Servita da teatro, Servetta, Cameriera nelle commedie; terza Donna, che ordinariamente si finge amante del Servitore. SER\ ÌO, add. Servito. Soldo servio, Soldo o Atilario servii'), »’intende Guadagnato, Meritato: il suo contrario è Soldo anticipato. Servio pel le feste. V. in Servir. SERVÌR, v. Servire, Prestar servigio. Meter a servir, V. Metp.r.