224 D E 0 La LF.NGUA TBÀ DOV’eL DENTE DOL. V. Lengua. Ligarse i denti, V. Ligàr. Magnar coi denti levai , Mangiare a denti alzati, Mangiar contro voglia cosa cbe non piaccia o paia schifosa; cd è perché in tal caso appena si mastica e s’in-ghiotte come se fosse un qualche beverone medicinale. Mostrar i denti, V. Mostrar. Muàr i »enti, Mutare, Cadere i denti. Nol m’ha tocà gnanca un dente, Aon mi toccò V ugola ; È stato una fava in bocca all’orso o al leone, Si dice di quelle cose delle quali s'è mangiato scarsamente. 0 ’l DENTE O LA GANAS9A, V. GaNASSA. Parlar in ti denti o fora dei denti, V. Parlar. Onzer el dente, V. Onzer. PoRCARÌA DEI DENTI , Carie 0 Tul'lo 0 Tartaro o Calcinaccio de’ denti. Polvere da denti, Dentifricio, T. Modico, Polvere da fregare i denti per ripulirli. Riheter i denti fostizzi, Rinferrare i denti. Scantinar i denti, V. Scantinar. Strrnzer i denti, V. Strènzer. Tirar o mostrar i denti, Bagnare, si dice de’Panni o drappi quando cominciano ad esser logori e sperano. Tocàr el dente, V. Tocàr. Trovar fan per i so denti, V. Tf.ovàr. Fermar a dente, T. de’Legnaiuoli, Indentare, Unire due pezzi di legno incastrandoli a vicenda. Bianco come un dente de can, V. Bianco. Conosso che dente giie diol, Espressione fam. e melaf. Conosco da qual piè egli zoppichi, cioè Conosco le sue inclina/.ioni, il suo genio ec. La fa i denti ochiai, Maniera fam. e me-taf. che si dice di qualche Donna, per voler dire, Ella è ricndinsa; Dà noia o È noiosa: tratta la metaf. dai Rambini che gridano e piangono quando mettono i denti occhiali. DENTELVR, v. Addentellare, Lasciar nelle fabbriche l’addeutellato, cioè Quel risalto disuguale di muraglia, che si lascia per potervi collegare nuovo muro. DENTÈLO, 8. m. Dentello, Lavoro che fanno le donne coll'ago nel lembo delle vesti. P. e. La foglia della vite è fatta a dentel- li — Ancora Ornamento a guisa di denti che va sotto la cornice. DENTIERA, s. f. Dentiera, T. Chirurgico, Rastrelliera di denti posticci. DENTISTA, s. ni. Voce dell’uso nostro, onde chiamiamo QueUartefice che fa i denti posticci e le dentiere. DEO (coll'e stretta) s. m. Dito, Dicesi anche Digito. Nel plur. Dita o Diti. Deo de mezo, detto da noi per ¡scherzo lamil. Forriculo, Dito medio o di mezzo. Nelle voci barbariche del Du Cange trovasi Digitus impudicus, che dal volgo a Venezia chiamasi Deo feota. DEO Deo grosso, detto altrimenti Mazza-feòchIj Dito pollice o grosso o Pollice as-solut. Deo' secondo, detto altrimenti Forbiù-cbi, Dito indice. Deo sposalìr, Dito anulare o Anulare assolut. Dito presso al piccolo, nel quale sta l’anello della sposa. Deo menuèlo o Deolìn, Diio auricolare o piccolo o mignolo. Osseti dei dei, Falangi, diconsi la Serie delle tre ossa che compongono le dita delle mani e de'piedi e si chiamano auche lnlemodii. Polpa dei dei, Polpastrello. Zontura dei dei, Giuntura, chiamasi il Nodo delle falangi. Farsela sui dei, Farsela fucile, Non trovar in alcuna cosa difficoltà. Mostrar a deo, Mostrare alcuno a ditoj E per lo più si piglia in cattiva parte. Libarsela a un deo, V. LigAr. Passàr sui dei una cossa, V. Passàr. Per questo no moverìa gnanca un deo, Non volgerei o Non volterei la man sosso-pra, dicesi Quando si vuol mostrare di non tener conto nessuno d’una cosa: cioè Non farei un passo, un uffizio, una parola per ottenere etc. SCONCESSE DA IIRIO A UN DEO, NaSCOn- dersi dopo un dito; Vendere gatte in sacco, vale Ingannare, Diruna cosa per l’altra. Dito, si dice per Misura della larghezza d'un dito, clfè la Decima parte del piede. Una ferita targa due dila trasverse. È da notare cbe alcune volte diciamo Dea (coll’e stretta) per plur. di Deo, invece di Dei. Si dice per esempio, La ga DO DEA DE LEA SUL BIUSO; Sto BRODO F.L ga do dea de grasso , Ella ha due dita di loia sul viso, cioè Due dita di sudiciume. Questa carne ha due dila di lardo. Far i conti su i dei, prov. ant. Ch’è simile al nostro Farsela su i dei. V. Far castkli in aria, in Castèlo. DEOGRAZIA, Latinismo rimastoci nell’uso della lingua vernacola , e vale Chi è di casa; Oh di casa; Chi è qua o simili. Modo di chiamare quando si entra in casa altrui. Detto in altro senso, Deograzia ch’el caria del pan, Può leccarsi le dila; Può contentarsi ; Può ringraziar Dio d’aver del pane; Buon per lui; Buon per me e simili. Ch’el diga deo grazia, Che ringrazii Dio, cioè Che se ne contenti. DEOLÌN, s. m. V. Deo menuelo in Df.o. Deolìn, dicesi per Piccolo dito, Dito cioè della mano o del piede d’un Fanciul-lino. Dita piccole e graziose, dicesi per vezzo. Un deolìn de vin, Un dito di vino; Un culaccino ; Un tantino, Pochissimo vino nel bicchiere. D E P DEÓN, s. m. Dito grande; Gran dito. DEPENAR, v. Depennare; Dardi penna; Dar di bianco, Cancellare o cassar colla penna. Depenàr una partìa, Spuntare o Spegner dal libro, dicesi il Cancellare dal libro il ricordo preso o scritto di cosa venduta o prestata. DEPENTA, s. f. Dipintura; Pittura. DE PENTO, add. Dipinto ed anche Pinto. Depento de fiù colori , Variopinto o anche Vario. Aver el muso depento, Aver il viso dipinto, vale Lisciato, abbellito, e dicesi delle Donne. No VOLER VEDER UNO NÈ SCRITO NÈ DE- fento , Non voler più uno nè cotto nè crudo, Trascurarlo, disprezzarlo. Una certa cosa depenta , detto metaf. Certa colorazione, cioè Ricoprimento, e dicesi d’un discorso altrui simulato. Star depf.nto, Dicesi Dipinto di Cièche non possa stare più aceonciamente nè meglio. Egli è dipinto. Quella veste, quella scarpa vi sta dipinta, cioè Acconciamente. Casa che no ghe starli gnanca depento, Casa in cui non vorrei stare nè min dipinto, È una maniera nostra fam. detta esageratamente per mostrar disprezzo, avversione ad una casa, e intendesi Casa sconcia, disagiata, posta a bacio, spazzaven-to e simile, che riesca incomoda ad abitazione. DEPENTÒR, s. m. V. Pitòr. ‘ Depentùr minchiòn, Dipintoi'uzzo, dim. e avvil. di Dipintore, Pittore di poco nome — Pittorello e per maggior disprezzo, Pil- lo r da sgabelli o da fantocci. DEPENZER, v. Dipignere o Dipìngere o Fingere. Df.penzer a memoria, Ritrarre alla macchia, Il ritrarre senza il naturale sott’occhio a forza di memoria dell'artefice. Depenzer a ogio, Dipignere a olio, cioè Con colori stemperati coll’olio. Depenzer a sgrafi. Dipingere a sgraffio o a raffio, Sorta di pittura ch’è disegno e pittura insieme, e serve per ornamento di facciate di case, di palazzi, cortili e simili. Quindi Sgraffino dicesi questa sorta di pittura a chiaroscuro, Df.penzer a sguazzo, Dipignere a guazzo o a sguazzo o a tempera, cioè Con colori stemperati in colla di limbellucci o simili. Depenzer o piturAr a fresco, Dipingere a fresco, vale Dipignere sopra l’intonaco non rasciutto. Era dipinta a olio e non a fresco. Ritoccare il lavoro a fresco. Tornàr a depenzer, Ridipingere. Df.penzer ren le cosse, Dipignere, detto fig. vale Rappresentarle con parole vivamente e squisitamente, Descriverle. Depenzer, detto in lingua furbesca, vale Scrivere. DEPERIMENTO, s. m. Latinismo, verb. di Depereo, A ocabolo molto usato fra noi d alle persone colte, ed anche Segretariesco .