B U B BRUTACOPIA, s. f. Minuta, Bozza di scrittura da mettersi poi in pulito. BRUTÈTO , add. Bruttacchiolo, dim. di Brutto, Alquanto brutto. BRUTISSIMO, add. Bi-uttissimo, superi, di Brutto, che altrimenti potrebbe dirsi, Stampa di castagnacci; Mascherone; Bertuccione; Cagnazzo; Figura da cembalo; Visaccio; Una cera da castraporci; Brutto quanto l’accidia o quanto il diavolo. V. MASCARÒN Di PROVA. RRUTO, add. Brutto, Deforme. Bruto cose f.l diavoló, V. Brutissimo. Farla bruta, Farla brutta o sporca; cioè Far un’azione poco lodevole. Dona rruta, Befana; Befanaccia; Brutta per sei befane. V. Marantega. Detestar bruto. Imbruttire o Rimbruttire. Yegnìr a le brute, Venir alla peggio del sacco, o alle peggiori del sacco, vale Essere o Venire al maggior segno di discordia e di rottura. BRUTO MAL, s. m. Mal caduco; Mal maestro; Benedetto; Battigia; Epilessia; Mal epilettico. Sorta di malattia nota. Omo sogeto al bruto mal, Epilettico. RRUTUS. Voee latina ma pronunziata alla francese — Testa alla brut'cs. Testa all’uso di Bruto, cioè Capigliatura tagliata o mozzata come la usava Bruto romano; In questo senso varrebbe la voce Tosone, •cioè Ch’ è tosato o che ha fondati i capelli — Bertone, dicesi anche a quell’ uomo cui siene siati tagliati fino al vivo i capelli — Testa zucconata, Quella cui sono stati tagliati i capelli onde ha scoperta la zucca. BU, Part. del verbo Aver, Avuto. BU e BA — El ga dito bu e ia , Maniera di reticenza o di parlare coperto, che usasi fam. per non esprimere gl’ indecenti e bassi termini d’ingiuria proferiti a disonore d’ una donna ; e vuol dire La ingiuriò come se fosse una meretrice. BUA, s. f. Voce fanciullesca, Bua, Male o Piccolissimo segno di male. Gli han fatto la bua. BUBA, Voce fanciullesca che significa Lume: s’intende Lume o anche fuoco acceso. RURÀCO. Voce ant. detta per agg. a uomo, Busbacco e Busbaccone. Ora direbbesi Rufòn o altro termine ingiurioso, per dire Ingannatore, Falso, Mentitore. RURÀNA, s. f. Magona; Abbondanza; Ridondanza ; Sovrabbondanza ; Affluenza; e dicesi de’ Viveri o di che che sia. Da vu che xe la bubana, In casa vostra sempre si sguazza. Gh’è bubana de gram, Il grano fa piazza, vale II grano abbonda. La bubana fa calar la roba, Abbondanza fa buon mercato — Disse poi al suo •olito scherzando il Rurchiello: Se la pecchia cacasse quanto il bue, il mel rav-vilirebbe il tre per due. ì ardarse da la bubana , Guardarsi dalle buone derrate, vale Guardarsi che sotto il vii prezzo bene spesso si trova frau-Boerio. BUE de — Alla buona derrata pensaci su, Modo proverb. per fare intendere che La roba che si offerisce a vii prezzo bene spesso ha qualche difetto; però si dice Da' buon partiti partiti, cioè Discostati dalle grandi proferte, perchè sono pericolose. RURARÀTA, s. f. Voce derivata da Rubo che usasi per vezzo co’ fanciulli o tra fanciulli, e vale Fiamma: lo stesso che Bam-PA, V. Far una bubarata, Far levare una gran fiamma. Il che si ottiene aggiungendo al fuoco de’ frasconi o simili per farla alzare ; e ciò serve talvolta per divertimento de’ra-gazzi. BURO, s. in. Voce puerile che vuol dir Fuoco. RUBON, V. Bognòn. BUCINTORO, s. in. Bucenloro e Bucen-torio. Naviglio di forma e magnificenza straordinaria , tutto abbellito e dorato , eh’ era lungo 100 piedi e largo 21, che aveva due piani, nell’inferiore de’quali slavano 168 Arsenalotti remiganti, e nel superiore, eh’ era una specie di sala con 48 finestre, stava assiso il Doge veneto in gran pompa e corteggio, quando, la mattina dell’Ascensione di nostro Signore, recavasi come in trionfo fuori del porto del Lido a far la cerimonia dello sposalizio del mare. V. Sensa. Questo naviglio fu fatto per decreto del Senato del 1511, così espresso: Quod fabricelur navilium ducenlorum ho-nitnum: cioè della portata di dugento uomini; e quindi sembra che la voce Bucen-toro sia corrotta da quel ducenlorum; benché uon manchino negli Storici altre opinioni BÙCOLA, b. f. T. de’Pettinagnoli, Bocca-glia, La parte più grossa delle corna, toltane la punta che si divide in più pezzi, detti tutti Boccaglie. Bugole de le rode, V. Bussola. BÙCOLE, 8. f. Campanelle. Sorta di Cerchietti o Orecchini che portano le donne. BUCÒLICA, s. f. Boccolica e Buccolica, Il mangiare, il cibo. BUCOLO, 8. m. Riccio; Ricciolino; Cincinno, Ritondezza delle punte dei capelli arricciati, quando si fa loro prender la forma d’un anello più o meno esteso. RUDELA, Detto più onestamente che Rozara, V. RUDELA. Sia budelà! Sia benedetto Iddio1 Sia maledetto! Venga la rabbia\ Espressioni d’impazienza. Lo stesso che Cazará e Rgzarà, V. RUDELÀDA, Lo stesso che Ruzarada, ma sembra voce più modesta. BUDELADAZZO, add. Voce fam. vezzeggiativa, Ghiotterello ; Ghiolterellino. V. Briconcelo e Baroncèlo. BUDELÀR, o Ruelàr, V. Ruzaràr. RUDELÒN, Voce fam. che s’esprime più modestamente in vece di Ruzaròn, V. HUELA, s. f. Budello; Budellino, e nel plur. Budella o Budelle. Canale che con varii avvolgimenti va dalla bocca dello sto- BUF 105 maco sino al sedere, donde conduce fuori gli escrementi. Buèlr d’ agnrli e castrai , Minugia e Minugia o le Minuge. Oggi per Minuge s'intendono le corde degli strumenti di suono, perchè si fanno delle budelle suddette. Budellame dicesi a Massa o Quantità di Budella. Buèle del carajiàl, V. Sfonzèta. Brontolar le buèle, V. Brontolar. Gomitar le buèle, Becer le budella, di Chi sia tormentato da continuo vomito. Onzkrse le buele, Cibarsi; Mangiare; Rislorarsi col cibo. Me casca o Me va zo le buèle da la fame, L'orologio è ito giù; Ilo un appetito che scanna; Veggo la fame per aria. Far allungare o dilungare il collo a uno; Aver la picchierella. Essere scannato dalla fame. BUÈLO, s. m. Budello, Un pezzo di quel canale che con varii avvolgimenti va dalla bocca dello stomaco inaino al sedere. Ruèi.o del BONicoLo, llclHconchio. Chi favella pulitamente dice Tralcio. IÌuèl zentil, Lampredolto; Retto. Intestino di vitello e di altri animali, ridotto in vivanda. Aver uff buèlo da lovo, Aver buiimo; Aver appetito canino, Fame canina. Aver el buèl ligà insieme, Esser carne e ugna, la chiave e ’l materozzolo; Esser pane e cacio, detto fig. Essere amicissimi e quasi legati insieme. Esser de bon burlo, Esser di buon cuore; di cuor dolce; Dolce come lo zucchero. La locuzione vernacola è tratta per simil. dal buon budello che hanno i Cefali. V. in. ClÈVOLO. Ruèlo DESCOCONÀ, V. Descocohà. Far de so buèlo, Maniera antiq. Fare a sua voglia, a suo modo. Ruelo del bonìoolo, Belliconchio e in termine Medico, Cordone o Tralcio om-bellicale. BUEVIA, o Bu e via o Buzevìa, Voci che alludono all’espressione della parola Buza-rona, ma senza pronunziarla. So mabe buevia! Espressione di maraviglia, lo stesso che Pofabdìa, V. Bu f. via è pure un altro modo di parlare coperto, che usasi familiarmente dalle persone riservate ed oneste per non dire Buzarona, e vogliono dire Bu — con quel che segue. BUF e BAF — Senza dir nè bbf nè baf, Senza far nè motto nè lotto, vale Cheto cheto. Senza mettervi su nè oglio nè sale, vale Senza dimora. Senza eh’ io il sapessi; Senza mia saputa o della compagnia. V. Andar via a la romana, in Andar. ' BUFA , add. f. È aggiunto di Mascara, e dicesi in generale di tutte quelle che non sono in Bauta V.. cioè che intendono di rappresentare una determinata persona qualsiasi, come un artigiano, uno straniero, un imperatore romano, un arleccliino e simili. 14