MAN MANDOI,\TO, s. m. Mandorlato, Compost u di limiti, di chiara d’uovo e per la maggior parte di mandorlo. Cibo ghiotto, eli« si mangia fra noi al tempo del Natale. A Cremona specialmente dicesi Turu, Tornine, ma questa è una confezione ridotti a maggior candidezza del nostro mandorlato, e a sodissima consistenza. Dal Et mandolato, detto metnf Sviare o Dar la foia, vale Adulare, Lodare smoderatamente o per adulazione o per beffa. No he fuse ri. manipolato, detto metaf. Aon va' o Non mi piacciono le adulazioni o le fregagioni ; Non auto dì esser soia-io, Amo la verità e la schiettezza. MANDOLÈR, s, m. Mandorlo, Albero comunissimo, che produce lo mandorle dolci detto da' Sistematici Amygdalus communi*. La Mandorla amura, da cui s’ha l'olio di mandorla amara, è frutto d'una varietà di questa specie. MandolAr , chiamasi comunemente il Venditore di mandorle. MANDO LÈRA, a. f. ha femmina del Venditore di mandorle. MANDOLÈTA, s. f. Mandorletta; Mandor-lina o A mandolino. Piccola mandorla. ChIAFÌR la MANDOLÈTA, O LA MANDOLA, V. ili Mandola MANDOLÌN, h. in. Mandolino. Strumento musicale di corde, più piccolo della Mandòla, nel genere de*liuti e dello chitarre. NANDOLÒTI, T. do'Pose. V. Trìuoli. MANDÒPtìRA, 8. f. Operaio, Quegli che lavora per opera — Lavoratore; Giornaliere, dicesi Colui che lavora a giornata. Trovìr de le mandopeiu, Trovar degli operai, Trovar persone del mestiere che lavorino. MANDOSSA, V. Mrndossa. MANDRA, s. f. Mandra e Mandria, vale Congregamelo di bestiame, cioè o di Grosso, come buoi, vacche, cavalli e simili; o di Minuto, come pecore, capre etc. e dicesi Mandra anche al Ricettacolo del bestiame Proquoio o Proeoio, vale Quantità di bestie bovino adunate insieme; ch’è appunto il solo sentimento della voce vernacola — Armento vale Branco d'animali grossi domestici , come buoi, cavalli e simili — Quindi Mandra; Proquoio e Armento valgono il siguif. della nostra voce. Bradume, dicesi di Bestiame vaccino da tre anni indietro — Greggia, l’Adunamen-tù di bestie da lana e d’altri animali minuti. V. Malga, Vacai)*, Vacukr. MANDRAÒIÌIO, s. in. Darsena, La parte più interna del Porto, che suol chiudersi con catena, è dove si ritirano e si ormeggiano le galero e le piccole navi. MANDRVGOLA, s. f. Mandragora e Mandragola. Pianta erbacea che nasce nei luoghi ombrosi e boschivi, che fiorisce in autunno, e in primavera matura il frutto, il quale ha un forte odoro narcotico, e mangiandolo è deleterio. La sua radice è fortemente purgante e pericolosa. Atropa Mandragora Linn. MAN Octo de mandragola, Olio mandrago- lato. MANDRHTO, s. m. Voce ant. Marnilo, contrario di Marrovescio. Colpo dato colla palma della mano aperta. MANDRÈTO, s. m. Vocabolo della scherma Murtdirit/o o Mandritto e Murrino, Colpo dato da mandiritta verso la manca. MANDRIA, s. f. Agghiaccio , diCesi Quel phito o campo dove i Pecorai rinchiudano il gregge con una rete o altro «he lo circonda onde stabbiarlo. Può anche dirsi Gia-eitoio per Luogo dove si giace; Chiudo per Luogo circondato e serrato; Stabbio per lo Sterco delle pecore che ivi si depone , dal che deriva Stabbiare, eh’ è pro-pr. Far star le greggi la notte ne’campi por ingrassarli. Mandria, detto per Agg. a Persona, A-sino; .Mal creato; Incivile; Villano. MANDRIAZZA, add. accrese. di Mandria nel secondo significato. MANDRÌIjO , s. m. Mandrillo , Specie di Scimi» feroce d.dla sei-onda specie dopo l’O-rangatang, grande, colla bocca o mento di color rosso, e guance turchine. M IMMUTA, Manritta o Marnila, La mano dostra. MANDUCHI, v. Voce di scherzo, Manducare e Manucare, Mangiare. Dove se AaniiOca el cif.l ne condoca , dicesi scherzevolmente in vernacolo; e il Firenzuola disse Dove si manuca Iddio mi vi conduca, aggiungendovi, F. dove si lavora mandi fùora. MANE, s. m. — Man* e Post, Parole latine che valgono La mattina e il dopo pranzo. Esso erano in uso nel Foro Veneto, e si alludeva allo Cause civili arringato o la mattina o il dopo pranzo. Aver un mane o Aver on fost, dicevasi tanto da’ Giudici patrizii, che dovevano intervenire al Consiglio per ascoltare e giudicare una causa, quanto da’ Causidici che avevano ad arringarla, è intendevasi che la causa ora discussa la mattina o il dopo pranzo. M.VNEG A, s. f. Manica, quella parte di vestito che cuopre il braccio. Quella ch’è stretta alla mano e abbottonata, dicesi Manica alla pretina, quella poi che ciondola, Manicoltolo. In manegre de camisa o Co Le maneghe fate so, Sbracciato, che ha rimboccate le maniche fino al gomito e nudata quella parto del braccio; 6 quindi Sbracciarsi, Scoprir Io braccia denudandole — Farse so le maneghe, Rimboccare le maniche della camicia. Aver maneghe largre, detto Dg. Esser lari/o di coscienza; Esser facile, andante, corrente, Non la guardare pel sottile, e per lo più si dice dei confessori. Quel che so va in busto va in manega, Quel che non va nelle maniche, va nei gheroni. Ciò che non si consuma in una cosa, consumasi in un’ altra. Questo xe un altro PER de maneghe , man Quetta è un’ altra minestra o faccenda 0 mercanzia; Gli è un’altro par di maniche, e valgono, la cosa è ben diversa. Manega da aqua, T. Mar. Manica per l'acqua o Manichetta, Lungo canale di tela grossa non incatramata, mediante il quale o dalla fonte si conduce l’acqua nella Lancia per empire le botti, o pure dal bordo di coverta ii conduce l’acqua alla stiva per empire le botti grosse stivate abbasso. Manica della tromba, Canaio di tela incatramata adattato al foro delle trombe usua- li . dond’ erte l’acqua per venir diretta mediante questa più facilmente fuori del bordo. Manega de la gomena, Manica, dicesi alla fasciatura che fassi alla gomena, perchè non si corroda nel punto ove passa per l’occhio di prua. Rinfrescar ta manica, dicesi da’ Mariuai il Mutar la fasciatura, fatta alla gomona nel luogo ove tocca gli occhi di prua e col tagliamare ne’tempi grossi. Una manega de aseni o de baroni, Monte o Mano d'asini; Una mano di birbanti, di furfanti — Maneoa db mati, Una gabbiata o nidiata di pazzi, ed anche Una bella mano di matti o una manica di malti e vale Compagnia. Manega, detto in T. de’Beccai, Molletta o Lampredotto, Intestino delle vitello, e d’altri animali giovani, ridotto in vivanda. V. Centopbzìi. Lustrissimo foco in maneoa , V. Lustrissimo. Maneghe a comio, che anticam. dicevasi k còmeo, chiamano i Sarti le Maniche degli abiti che sono tagliate con angolo ottuso, cioè colla figura del gombito. Ora le nostre donne usano maniche diritte, senza gombito. come usavasi anticamente. MANEGVDA, s. f. diciamo a Quanto può contenere una manica, e s’intende di quelle larghe o larghissime che portano una specie di ventre in cui può star riposta molta roba: come sono le maniche dell’abito di alcuni Frati, ed erano fra noi anche qnelle delle vesti patrizie. Si cerca inutilmente ne’ dizionarii la voce eorrispondente od analoga; onde, in via d'esempio dicendo Una manegada de roba sembra che converrebbe dire, Una manica ripiena di etc. M1NBGADURA de violìn , de chitara e simili. Manico, Sito dove stanno i tasti. V. Maneso. MANEGAZZA, s. f. Manie accia, Manica larga e lunga. MANEGHÈTO o Minezeìn, s. m. Manichino o Manichetta, Quella tela lina Gniasi-ma increspata in cui sogliono terminare le maniche della camicia, e che pende sui polsi delle mani per ornamento. Salvini lo chiama Rimbercio, e cosi lo dicono i Sa-nesi. Manegheto, detto per dimin. di Manico, Manichetto. Maneghéio dei racTi, dii fiori, etc. V. Maneso.