420 CAL servo per sostenere i pesi gravi che debbono imbarcarsi nella galea, e per alzar la vela. CALORÓSO, add. Caloroso, che ha molto calore naturale. Calorifico, Quello che produce calore. Omo caloróso, Uomo collerico, iracondo. C ILÒTA, s. f. Così anche detto con voce bari». Berretta. Copertura del capo fatta in varie fogge e di varie maniere. V. Ga- LOTA. Figera del calota,V. Figera. CALPESTAR ) V' Cal1,e!tare: CalPeslra-re e Calpislrare, Conculcare co’ piedi. Calpestar qealcÙiV, detto fig. Bistrattare; Maltrattare. CALPJSSTRO, s. m. Maltrattamento; Calpestio, Strapazzo, ingiuria. CVLTO. s. m. T. mar. Borro, Luogo scosceso, dove, quando che sia, scorre acqua. Cai-to d’armèr, Casella; Scompartimen-tOj Le parti in cui sono divisi gli armadii. CALUM VDA, s. f. Guatamcnto; Guardamelo. I)*r una calemada, detto fig. Dare un’occhiuta o un’ occhiatina, Guardare alla sfuggita. — Detto fig. Far una ruberia, un furto; Raspollare; Ragnare. CVLUMVR o CALOMVR , v. Alluciare ; Guatare., Attentamente guardare. Dicesi anche Allumare; Squadernare; Rimirare; Squadrare uno da capo a piedi o da’piedi sino ai capelli. Calumar ena scatola o on fizzoleto, o simile, Raspollare; Ragnare, Rubare. V. Sgranfignar e Smafarar. Calumar le corde o le gomene, detto in T. Mar. Calumare o Calomare le funi o le gomene, vale Allentarle, ed anche Tirare da un luogo all'altro un cavo, una rete, una barca. Calemarse drio a eno, V. Calasse drio a uno, in Calar. CALVARIO, s. m. Detto per ¡scherzo, vale Capo calvo; Calvo, Chi non ha capelli. CALVINISTA, add. dicesi talora per ischer-zo e per l’equivoco del termine, per Calvo. CALVO, add. Calvo; Decalvato; Dischiomalo. Dkventàr calvo, Incalvarsi; Incalvini-re; Calvarsi; Decalvarsi. CALZA, s. f. Calza, Vestimento della gamba — Calzetta, Calza di materia nobile, tome seta o simili — Calzare o Calzamelo e Calzatura, Tutto ciò che cuopre il piede e la gamba. CuSIERA 0 CuSIDERA DE LE CALZE, CoStu- ra — Mandola o Stafa, Mandorla delle calzette — Fior de la mandola , Fiore — Pie de la calza, Pedule — Cegso o Scof.to de la calza, Cogno d’una calza — Soleta, Soletta — Calcagno, Calcagno. Calze a campasela, Calze a penzoloni, a cacaiuola, a campanile, cioè Senza legarle. — Calza mola, Calza a bracaloni. Calza a meza gamba, Calzarelto; Borzacchini). Calza certa. Calzino. C A L Calza dei polastri, Calza, Quel panno che si lega alle gambe de’ polli, per contrassegnarli. Calza grossa f. ordinaria , Calzaccia. V. Calzoni. Calza senza scarpeta, Calza a staffa, a staffetta e senza peduli. Feri da calze, V. Fero. Giestàr le calze, V. Giestàr. Laoràr de calze, Lavorare di calze, V. Guchia. ToR SD ON BESO 0 UNA MAGIA A LA CALZA, V. Bcso e Magia. ‘ Aver le calze color del celo. Dicesi di chi è scalzo. Z. Posti de la calza, Maglie, si dicono i Vani delle calze’, ed anche il Filo intrecciato che forma i detti vani. Compagnia de la calza, dicevasi ad una famosa brigata o società di gozzoviglianti, che al principio del secolo XV, fu i istituita in questa Città, e sussistè per quasi 200 anni, numerosissima, composta soltanto di patrizii con qualche forest ¡ero d i-stinto o di sangue principesco. Essa era divisa in camere, che chiamavansi de’Cortesi, de’Sempiterni, de’Floridi, degli Accesi, de’Pavoni, degli Eterei e de’Reali. Regolata ancora da apposito statuto ,5 tra molti ordinamenti fatti per la sua disciplina, era decretato che accadendo ad alcuno de’socii di maritarsi, tutti i suoi compagni dovessero portare per tre giorni la veste di scarlato e lo Sposo quella di seta, sotto pena di ducati 25; ch'egli poi fosse obbligato a fare due pasti a trombe e pifferi, uno in casa sua, l’altro in quella della Sposa ; e che dopo il secondo pasto lo Sposo dovesse fare una festa o commedia che dicevasi volgarmente Momaria, in cui spendesse più di 30 ducati oltre al pasto, in pena di ducati 50 per ciascuna volta. All’ occasione poi d'intervenire alle nozze, tutti i compagni dovevano per insegna portare a parte destra dalla metà della coscia sino al piede una calza distinta di va-rii colori ed anche tessuta d’oro o d’argento e di perle o di gioie guernita; ed erano le calze d’una camera differenti da quelle dell’ altra. Di questa famosa compagnia parlano diversi scrittori delle cose venete, tra i quali il Doge Foscarini sulla Letteratura Veneziana e l’Abate Bernardo Giustiniano nelle Istorie cronologiche degli ordini militari, Tom. I. — V. Momaria. CALZ V, Calzato, Agg. a Gamba che sia calzata. A seno calza e vestìo, Tutto asino, vale Incivile, scortese, senza creanza. Colombi calzai, V. Colombo. CALZÀDA, 8. f. V. Scalzàda. CALZADÒR, s. m. Calzatoia, Quella striscia di cuoio con cui i calzolai calzano altrui le scarpe. CALZAR, v. Calzare, Avere o Mettere in gamba e in piè scarpe, calze e simili. Calzare alcuno, s’intende fargli le scarpe. CAM La scarpa no me calza o no me va ben, La scarpa non mi torna bene, non mi calza, non m entra, non mi quadra, Non va bene al mio piè — Inguiggiare, Calzar bene la pianella e simili, tornar bene, adattarsi bene. Calzar un’aria, Modo fam. metaf. Alzare il viso; Levare o Alzar la coda; Prender rigoglio; Andar colla testa alta; Aver fummo. CALZÈTA (colla z aspra) s. m. Calzettaio, Maestro di far calzette, che lavora di calzette col telaio — Calzettaio e Conciacal-zette, si dice Quello che le racconcia. Calzèta, chiamasi a Venezia anche Colui che leva macchie o lava gli scialli di lana, i gilet, le calze di seta etc. Calzèta, dicesi per Calzino, dimin. di Calza, e vale Calzetta piccola. Calzèta, appo noi si dice anche per Car-dassiere, Quello cioè che solleva il pelo alle calze di lana col cardo. V. Garzadòr. CALZETÈR, s. m. Calzettaio, Quegli che lavora le calzette — Calzaiuolo, chiama-vasi il Maestro di far calze di panno, che si portavano altre volte. V. Sartor. CALZETÈRA, s. f. Calzettaia, La Femmina del Calzettaio. C ALZO, s. m. Calcio o Calce, Parte del-l’archibuso. V. Sciiiopo. Calcio, dicesi alla Percossa che si dà col piede (V. Peàda), ma per lo più s'intende dei cavalli o simili. V. Calzàda. Far dei calzi, Trar calci; Dar calci; Sprangar calci. CALZOLÈR, V. Caleghèr. CALZONI, s. m. Calzeroni ; Calzerotti; Scofoni, Sorta di calza grossa, che si porta l’inverno per difendere le gambe dal freddo. CAM YGIO, s. m. T. de'Pese. Carnaio. Specie di rete da pescare. C AM UN, V. Caméo. CAMAMILA, s. f. Camomilla o Camomilla volgare, Erba annua odorosissima, detta da’sistematici Malricaria Chamomilla; e nel Padovano Bresaochi. Essa nasce da per tutto spontaneamente, e viene usata molto in medicina. Ogio de camamila, Olio caiwmillino. CAMARA o Camera, s. f. Camera; Stanza. Camara bruta o cativa, Stanzaccia; Cameraccia; Stamberga. (V. Bicoca e Ba- L1VERNA. Camara da studiar, Studio o Scrittoio. Camara che pae una stea, Camera stufata. Far camara, Far tavola, Detto delle Meretrici, che non giova spiegare. Far la camara, Detto fam. Far la camera, vale Acconciarla ed ordinare il letto. Camara del canon e del moeter, V. Canon e Mortèr. Camara de le sabciiie, T. mar. Fossa delle gomone, Luogo del Penese, e ’1 Fondo di prua, ove alle volte si fabbrica il magazzino di alcuni ricambi. Camera fiscale, dicevasi sotto la Re-