[2i.ii.ig] Accordi di Stringher con gli inglesi 299 soro, Stringher, che, tornato da Londra, mi ha narrato le vicissitudini del suo viaggio e i colloqui avuti con tutte le autorità finanziarie della tesoreria e del Governo britannico. Egli riparte stasera per Roma. Lo stato d’animo che egli dimostra non mi lascia tranquillo, cosi che finisco per accompagnarlo alla stazione del treno Parigi-Roma ; durante il tragitto in automobile egli mi comunica che gli inglesi hanno voluto una garanzia per il prestito di 6 milioni di sterline, e che egli ha promesso di dare in pegno i primi ricavi delle riparazioni che spetteranno all’Italia. Questa notizia mi colpisce, tanto più perché è in contrasto con gli accordi da me fatti con gli americani, i quali prestano all’Italia venticinque milioni di dollari senza alcuna garanzia. Stringher mi raccomanda il segreto su questa parte delle trattative, assicurando che anche gli inglesi terranno la cosa segreta. Non faccio alcuna obbiezione, ed anzi prometto che non dirò nulla a nessuno, ma dopo che ho salutato Stringher davanti al treno per R.oma, torno all’albergo più inquieto di prima. 21 Febbraio. La mattina presiedo una riunione della sottocommissione che deve stabilire gli articoli del trattato di pace riguardanti le questioni relative ai fiumi che hanno sempre servito e devono servire ancora largamente al traffico internazionale; onde occorre una legislazione chiara e precisa che tuteli gli interessi di tutte le nazioni rivierasche, dalle sorgenti alle foci. Il delegato americano è di una meticolosità incredibile. Fa perdere un tempo prezioso senza nulla concludere. Nel pomeriggio ho una serie di colloqui, e delego il dott. Guido Jung a recarsi in mia vece a definire la questione dei fosfati tunisini. Giunge notizia che a Monaco è stato assassinato Kurt Eisner, l’autore della rivoluzione bavarese, che l’8 no-